Ancona

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Ancona
comune
Ancona – Stemma Ancona – Bandiera
Ancona – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Marche.svg Marche
Provincia Provincia di Ancona-Stemma.png Ancona
Amministrazione
Sindaco Valeria Mancinelli (PD) dal 10-6-2013
Territorio
Coordinate 43°37′00″N 13°31′00″ECoordinate43°37′00″N 13°31′00″E (Mappa)
Altitudine 16 m s.l.m.
Superficie 124,84[1] km²
Abitanti 101 300[2] (30-4-2015)
Densità 811,44 ab./km²
Frazioni Aspio, Candia, Casine di Paterno, Gallignano, Ghettarello, Massignano, Montacuto, Montesicuro,PaternoPoggio di Ancona,SappanicoVarano.
Comuni confinanti AguglianoCamerano,Camerata PicenaFalconara MarittimaOffagnaOsimo,PolverigiSirolo
Altre informazioni
Cod. postale 60121-60131
Prefisso 071
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 042002
Cod. catastale A271
Targa AN
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Cl. climatica zona D, 1 688 GG[3]
Nome abitanti anconetani, anconitani
Patrono Ciriaco di Gerusalemme
Giorno festivo 4 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ancona
Ancona
Posizione del comune di Ancona nel territorio dell'omonima provincia
Posizione del comune di Ancona nel territorio dell'omonima provincia
Sito istituzionale

Ancóna (IPA/anˈkona/Ancona in anconitano) è un comune italiano di 101 300 abitanti[2]capoluogo della provincia omonima e delle Marche.

Affacciata sul mare Adriatico, possiede uno dei maggiori porti italiani[4]. Città d'arte ricca di monumenti e con 2.400 anni di storia, è uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione.

Protesa verso il mare, la città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio e per questo motivo chiamarono la nuova città Ἀγκών, "ankòn", che in greco significa gomito[5]. L'origine greca di Ancona è ricordata dall'appellativo con la quale è conosciuta: la "città dorica".

In base a studi statistici[6], la sua area metropolitana interessa quasi 200.000 abitanti[7].

Vista del porto di Ancona

Indice

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Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia di Ancona.
Golfo di Ancona e tramonto sul mare visto dal colle Guasco.

La città di Ancona sorge sulla costa dell'Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali del monte Conero o monte d'Ancona. Questo promontorio dà origine a un golfo, il golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. Ad Ancona il sole sorge e tramonta sul mare; il fenomeno è dovuto alla forma a gomito del suo promontorio, bagnato dal mare sia a est che a ovest ed è tipico dei litorali con posizione geografica simile[8].

La città possiede varie spiagge, sia di costa alta sia di costa bassa. Tra quelle del primo tipo, la più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa (uno dei simboli della città) e lo scoglio del Quadrato. Altre spiagge rocciose, raggiungibili con impervi sentieri, si susseguono verso Sud; tra esse si deve ricordare la lunga spiaggia libera di Mezzavalle. La più nota spiaggia a Sud di Ancona è Portonovo, posta sotto il Monte Conero, con tipici sassi bianchi e arrotondati, sede di attrezzature turistiche. A Nord del porto la costa è bassa; in questa zona è da ricordare la spiaggia attrezzatissima di Palombina, sabbiosa, di carattere urbano e con un'aria vivacemente popolare, con panorama sul golfo dorico e bordata dalla linea ferroviaria.

Dal punto di vista orografico il territorio urbano è contraddistinto da un'alternanza di fasce collinari e di vallate. La fascia di colline più settentrionale, affacciata direttamente sul mare, comprende il colle Guasco, il colle dei Cappuccini e infine monte Cardeto. Più a sud si trova la vallata un tempo detta Piana degli Orti, attraversata dai tre corsi principali e dal Viale della Vittoria. Vi è poi la seconda fascia collinare, con il colle Astagno, il colle di Santo Stefano, monte Pulito, monte Pelago e infine il monte Santa Margherita. La vallata che si trova ancora a Sud è costituita da valle Miano e dal Piano San Lazzaro, occupato dal quartiere omonimo, il solo pianeggiante della città. A sud di questa valle si estende la fascia di colline periferiche; le ultime zone urbanizzate occupano la vallata dei Piani della Baraccola.

Il luogo dove sorge Ancona rientra nella zona a sismicità medio-alta, è classificata di livello 2 dalla Protezione Civile.[9]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Ancona Monte Cappuccini e Stazione meteorologica di Ancona Falconara.

Il clima di Ancona (classificazione climatica: zona D, 1.688 GG) è caratterizzato dall'unione di elementi tipicamente continentali con altri spiccatamente mediterranei. Lo si può accomunare a quello di altre città del versante nord del Mediterraneo centro-orientale, quali Salonicco o Istanbul. Se dal punto di vista termico sono evidenti le influenze mediterranee, che stemperano i rigori invernali e la calura estiva, dal punto di vista pluviometrico la città non conosce la "secca" estiva tipica delle altre località a clima mediterraneo (l'andamento delle piogge è quantomai regolare, con addirittura un massimo assoluto proprio ad agosto[10]).

Gli inverni sono moderatamente freddi e umidi (media gennaio +5 °C), con precipitazioni abbastanza frequenti e possibilità di nebbia (sebbene gennaio sia il mese meno piovoso dell'anno, con una media di 43 mm). La neve non cade spessissimo in città, mentre è più frequente nelle frazioni collinari. Le precipitazioni nevose sono probabili ogni qual volta si ha un'irruzione d'aria fredda dai quadranti settentrionali (nord Europa) o da quelli orientali (Russia e Balcani), in quanto le masse d'aria fredda o gelida si umidificano passando sopra il mare Adriatico, oppure interagiscono con le depressioni presenti nel centro del Mediterraneo. Il decennio 2000-2010 è stato il meno nevoso della storia recente di Ancona, ma anche nell'ultima parte degli anni novanta si è assistito a un drastico calo delle nevicate rispetto agli inverni precedenti. Tra il primo e il secondo dopoguerra la città aveva una media nivometrica di circa 20 cm annui. Le ultime nevicate di rilievo, con accumuli intorno ai 50 cm, si sono verificate nel gennaio 1985, nel dicembre 1996, nel febbraio 1991 e nel dicembre del 2010[11] Da segnalare il nevone del febbraio 2012: l'intensa ondata di gelo e neve che ha colpito buona parte d'Italia ha interessato in maniera significativa la città, con accumulo totale di neve di uno - due metri nelle frazioni collinari e di 50 – 100 cm. nell'area cittadina (valori del genere non si riscontravano dal 1956)[12][13] Le temperature negative sono abbastanza comuni tra dicembre e febbraio[14] e nei dintorni del capoluogo sono state registrate punte assolute fin sui -10 / -15 °C (vedi 1985, 1991, 1996 ecc.).

Le stagioni intermedie sono assai variabili e presentano caratteristiche ora proprie della stagione precedente, ora di quella successiva (basti pensare ai colpi di coda invernali, possibili fino ad aprile inoltrato, o alle temperature estive riscontrabili ogni tanto sia ad ottobre che a novembre).

L'estate è invece calda e piuttosto afosa (media agosto +22.5 °C), data la vicinanza del mare. I temporali sono frequenti specie ad agosto e inizio settembre, quando possono assumere le caratteristiche di veri e propri nubifragi. Picchi di caldo notevoli si hanno in concomitanza di avvezioni dal vicino nord-Africa.

I venti caratteristici di Ancona e della zona circostante sono i seguenti: la Bora da N-N/E, che spira a volte con violenza e che è in grado di causare rovinose mareggiate; il Burian, vento proveniente dalle steppe russe che giunge sulla città carico di gelo e neve (questo vento è ormai sempre più una rarità nello scenario meteo-climatico cittadino)[senza fonte]; lo Scirocco da S/E, umido e spesso piovoso (afoso d'estate); il Garbino da W – S/W, vento di caduta dall'Appennino che spira con maggiore frequenza in autunno e in primavera, ma possibile in ogni stagione. Questo vento provoca sbalzi termici notevoli, facendo impennare la temperatura e causando vistosi cali dell'umidità relativa (effetto fohn). D'inverno può portare a valori massimi anche di +20° e oltre, mentre d'estate fa sì che le temperature tocchino valori di oltre +35° (il record assoluto, di +40.8 °C, risale al luglio 1968).

Gli eventi meteorologici più significativi della storia di Ancona sono:

  • l'alluvione del 5 settembre 1959, quando caddero oltre 200 mm di pioggia in poche ore: la città fu sconvolta da una grave inondazione che colpì tutta la parte bassa, provocando 10 vittime e danni ingentissimi.
  • il nevone del 1929, quando in città il manto bianco superò il metro di altezza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Ancona.

Alcune costanti caratterizzano la storia bimillenaria della città: anzitutto il legame con il mare, poi un particolare attaccamento alla libertà e all'indipendenza, che condusse a ripetuti assedi, infine un disinteresse per l'espansione territoriale. In definitiva, Ancona fu una città che si difese spesso e con energia, non si impegnò mai in guerre di conquista, e dedicò le sue forze migliori alla navigazione e alle attività portuali. Questa unità di intenti della popolazione permise spesso di superare gli interessi di parte; perciò i conflitti sociali che in alcune epoche caratterizzarono la storia di altre città non furono mai significativi.

Contrariamente a ciò che succede in altre regioni, Ancona è capoluogo di regione non perché dominò in qualche epoca il territorio circostante (la Marca anconitana fu una realtà più geografica che politica), ma perché, oltre ad essere da sempre il centro più importante, ha nella sua storia l'esempio più evidente dello spirito di autonomia e di indipendenza tipico di tutte le città delle Marche, regione contraddistinta proprio dalla pluralità.

Periodo antico[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti sorsero nell'Età del bronzo; successivamente, nell'Età del ferro, Ancona fu un villaggio piceno[15]. Divenne una città nel 387 a.C.[16]: in quell'anno un gruppo diGreci siracusani, esuli dalla tirannide di Dionisio, fondò la città[17] sulle pendici del colle ora chiamato Guasco; sulla sommità del colle sorse l'acropoli, con il tempio dedicato aAfrodite[18][19].

All'arrivo dei Romani nel Piceno Ancona attraversò un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana. Dal 113 a.C. Ancona può ormai dirsi città romana, e svolgeva per Roma la funzione di porto aperto verso l'Oriente; per questo l'imperatore Traiano ne ampliò il porto.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Vie commerciali, sedi di consolati e di fondachi anconitani all'inizio del XVI secolo

Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente Ancona, come tutta la penisola, fu soggetta prima al dominio di Odoacre e poi degli Ostrogoti (493-553). Dopo la guerra gotica fu tra i possessi dell'Impero bizantino e dopo l'arrivo in Italia dei Longobardi rimase ancora possesso dell'Impero Bizantino, costituendo insieme a quattro altre città la Pentapoli marittima. Nel 774 la città passò allo Stato Pontificio. Con l'istituzione del Sacro Romano Impero la città fu posta a capo della Marca di Ancona, che dopo aver assorbito le marche diCamerino e di Fermo, comprese quasi tutta l'odierna regione Marche.

Alla fine del XII secolo Ancona iniziò a reggersi come libero comune e repubblica marinara, la Repubblica di Ancona[20][21]. Per difendere la propria indipendenza si scontrò sia con ilSacro Romano Impero, che tentò ripetutamente di ristabilire il suo effettivo potere, sia conVenezia, che non accettava nell'Adriatico altre città marinare. Nell'assedio del 1173 da parte dell'imperatore Federico I Barbarossa si distinsero le gesta di Stamira, eroina anconitana, e del sacerdote Giovanni di Chio. Tale assedio si concluse in favore dei difensori anconetani, grazie alle forze congiunte di Bertinoro e Ferrara guidate rispettivamente dalla contessa Aldruda Frangipane e dal nobile Guglielmo Marcheselli, che arrivarono in aiuto della città ormai allo stremo, costringendo l'esercito di Cristiano di Magonza a ritirarsi.

Periodo moderno[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi del XVI secolo, a causa della scoperta dell'America e della caduta di Costantinopoli nelle mani dei turchi, il centro dei commerci si era ormai spostato dal Mediterraneoall'Atlantico e per tutte le città marinare italiane, compresa Ancona, iniziò un periodo di recessione che raggiunse il suo apice nel XVII secolo.

La perdita della libertà fu segnata dalla costruzione della Cittadella progettata da Antonio da Sangallo il Giovane con il pretesto di offrire difesa da un imminente attacco da parte dei turchi, ma in realtà realizzata per mantenere la città strettamente sotto il dominio papale. Il 19 settembre 1532, infatti, papa Clemente VII vincolò Ancona alla Santa Sede

La perdita della libertà condusse a partire dalla fine del Cinquecento ad una lenta decadenza che durò un secolo e che si interruppe solo con la concessione del porto franco da parte del papa Clemente XII, nel 1732. Oltre a dare alla città questo nuovo status, Clemente XII incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di ampliare il porto. Grazie a queste misure, la città visse un nuovo momento di benessere, legato alla ripresa della grande navigazione.

Periodo risorgimentale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1797 Napoleone occupò la città e dopo poco venne proclamata la Repubblica Anconitana, che nel 1798 venne annessa alla Repubblica Romana. Dopo alterne vicende ed assedi che la videro passare in mano francese ed austriaca, fu annessa nel 1808 al Regno Italico napoleonico.

Mappa dell'Ancona seicentesca ("Civitates orbis terrarum " - Georg Braun e Frans Hogenberg, 1572)

Con la Restaurazione, nel 1815, tornò a far parte dello Stato Pontificio. Ancona partecipò ai Moti del 1830-1831 che vennero repressi con processi e condanne. Al termine della Prima guerra di indipendenza, nel 1849, Ancona si dichiarò libera dal dominio papale e appartenente alla Repubblica Romana. Il papa allora chiamò gli austriaci per riprendere il possesso delle sue terre. Compagna di Venezia e di Roma, la città di Ancona per settimane resistette eroicamente all'assedio austriaco, grazie anche alla guida del Ten. Colonnello Giulio Especo y Vera, comandante della Guarnigione militare pontificia, che aveva aderito alla Repubblica romana. Per l'eroismo e l'attaccamento agli ideali di libertà e di indipendenza dimostrati nel 1849 Ancona venne insignita della medaglia d'oro come "benemerita del Risorgimento nazionale".

Nel 1860, dopo la sconfitta di Castelfidardo, le truppe pontificie si rifugiarono ad Ancona per tentare l'ultima difesa dei territori pontifici. Seguì un difficile assedio da parte delle truppe sarde. Il 29 settembre le truppe dei generali Enrico CialdiniManfredo Fanti entrarono vittoriose ad Ancona, seguite dopo pochi giorni da Vittorio Emanuele II. Nel novembre dello stesso anno un plebiscito ufficializzò l'ingresso di Ancona, Marche ed Umbria nel Regno d'Italia.

Nel decennio tra il 1860 e il 1870, a causa della situazione geopolitica nazionale, Ancona rivestì un ruolo militare di primo ordine e fu dichiarata piazzaforte di prima classe insieme a sole altre quattro città italiane; il nuovo ruolo fu alla base di un notevole sviluppo urbano e all'introduzione di tutti i servizi pubblici che il progresso metteva a disposizione in quegli anni.

Targa a ricordo delle oltre 300 vittime di questo rifugio.

Dal Novecento[modifica | modifica wikitesto]

A cavallo della prima guerra mondiale, due momenti diversi videro la città sulla ribalta nazionale: nel 1914 per la Settimana rossa e nel1920 per la Rivolta dei Bersaglieri, episodio culminante del Biennio rosso. Nel periodo della prima guerra mondiale si ricordano il precocebombardamento navale di Ancona e le azioni della Regia Marina in Adriatico.

Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico, con l'apertura del viale della Vittoria e la costruzione del rione Adriatico. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale Ancona, a causa della sua importanza strategica, subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, il 1º novembre 1943 fu uno dei più tragici; in pochi minuti migliaia di persone persero la vita, di cui trecento all'interno di un solo rifugio di fortuna, e un intero rione della città storica (rione Porto) venne quasi cancellato. In seguito alla Battaglia di Ancona, il 18 luglio 1944 il generale Władysław Anders a capo del II Corpo d'Armata polacco entrò ad Ancona, assieme alle formazioni partigiane ed ai militari italiani del C.I.L., liberandola dai tedeschi.

Nel secondo dopoguerra Ancona si riprese velocemente dalle pur gravi ferite della guerra. Si sono abbattute poi sulla città tre gravi calamità naturali: un'alluvione nel 1959, un terremoto nel 1972 e una frana nei rioni Posatora e Palombella nel 1982. Anche in queste disastrose occasioni la ripresa della città fu rapida.

Da segnalare negli ultimi anni vi è nel 1959 la fondazione dell'Università, nel 2002 la riapertura del Teatro delle Muse, nel 2005 l'inaugurazione del grande Parco del Cardeto e negli ultimi due decenni la grande intensificazione dei traffici del porto nelle comunicazioni con l'Europa balcanica e la Grecia. Nel 2008 il governo ha scelto Ancona come sede del Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, nella storica Cittadella cinquecentesca.

Nel 2013 Ancona ha celebrato i suoi 2400 anni di storia, contati a partire dalla fondazione della colonia greca.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il gonfalone

Dallo Statuto[1] comunale si ricavano le descrizioni dello stemma, del bollo e del gonfalone.

Stemma
« Scudo di rosso, al Capo d'Angiò e al Guerriero d'oro armato di spada sul cavallo corrente.

Il Capo d'Angiò è d'azzurro, al lambello di rosso di quattro pendenti con tre gigli d'oro sottostanti allineati. Lo scudo è sormontato da corona murale dalle cinque torri ed è affiancato da due ramoscelli (d'ulivo e di quercia rispettivamente a destra ed a sinistra di chi guarda) che si incrociano in basso, con nastro sovrapposto recante la scritta: "ANCON DORICA CIVITAS FIDEI". »

Bollo
« È tondo, conforme allo stemma, con fascia perimetrale entro la quale è la scritta:

"ANCON DORICA CIVITAS FIDEI" orientata in senso orario e preceduta in alto da una croce scorciata espansa fra due stelle. »

Gonfalone
« È di rosso alla croce scorciata (ovvero greca) d'oro, con soprastante scritta "COMUNE DI ANCONA"; termina in basso a guisa di scaglione con frangia d'oro guarnita agli estremi laterali di nappe pure dorate.

Gli ornamenti esterni, dorati, sono costituiti da due cordoni laterali per parte, di differente lunghezza, con nappe terminali che si annodano prima all'asta trasversale pomellata e quindi a quella verticale, al cui incontro è un nastro azzurro con frange dorate, decorato agli estremi con il guerriero dorato come allo stemma. L'asta è sormontata dal guerriero d'oro armato di spada sul cavallo corrente. »