Sulmona

Sulmona
comune
Sulmona – Stemma Sulmona – Bandiera
   
Sulmona – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Abruzzo-Stemma.svg Abruzzo
Provincia Provincia dell'Aquila-Stemma.png L'Aquila
Amministrazione
Sindaco Giuseppe Ranalli (PD) dal 10/06/2013
Territorio
Coordinate 42°03′08.37″N 13°55′20.36″E / 42.052325°N 13.922322°E42.052325; 13.922322 (Sulmona)Coordinate: 42°03′08.37″N 13°55′20.36″E / 42.052325°N 13.922322°E42.052325; 13.922322 (Sulmona) (Mappa)
Altitudine 405 m s.l.m.
Superficie 58,33 km²
Abitanti 24 877[1] (30/11/2014)
Densità 426,49 ab./km²
Frazioni Acqua Santa, Albanese, Cavate, Badia, Banchette, Case Bruciate, Case Lomini, Case Panetto, Case Susi Primo, Case Susi Secondo, Casino Corvi, Faiella, Fonte d'Amore, Marane, Santa Lucia, Torrone, Tratturo Primo, Tratturo Secondo, Vallecorvo, Zappannotte
Comuni confinanti Bugnara, Cansano, Introdacqua, Pacentro, Pettorano sul Gizio, Pratola Peligna, Prezza, Popoli (PE), Salle (PE), Caramanico Terme (PE), Sant'Eufemia a Maiella (PE)
Altre informazioni
Cod. postale 67039
Prefisso 0864
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 066098
Cod. catastale I804
Targa AQ
Cl. sismica zona 1 (sismicità alta)
Cl. climatica zona D, 2 038 GG[2]
Nome abitanti sulmonesi
/(dial.) sulmontini
Patrono San Panfilo
Giorno festivo 28 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sulmona
Sulmona
Posizione del comune di Sulmona all'interno della provincia dell'Aquila
Posizione del comune di Sulmona all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale
(LA)

« Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis,
milia qui novies distat ab Urbe decem. »

(IT)

« Sulmona è la mia patria, ricchissima di gelide acque,
che dista novanta miglia da Roma. »

(Ovidio, Tristia IV,10)

Sulmona (anticamente Sulmo, Sulmone in abruzzese) è un comune italiano di 24.877 abitanti[3] della provincia dell'Aquila in Abruzzo. È il terzo[4] comune più popoloso della provincia (alle spalle dell'Aquila ed Avezzano) ed il nono[5] della regione.

Già oppidum dei Peligni, successivamente municipio romano, nel 43 a.C. Sulmo diede i natali al poeta latino Publio Ovidio Nasone. Nel Medioevo, per volontà di Federico II, fu dal 1233 al 1273 sede del Giustizierato d'Abruzzo e capoluogo amministrativo della regione.

È tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, insignita della Medaglia d'Argento per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Situata nel cuore dell'Abruzzo, a ridosso del Parco nazionale della Majella, Sulmona è nota nel mondo per la secolare tradizione nella produzione dei confetti.

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Valle Peligna.
Centro cittadino

Sulmona sorge al centro della Valle Peligna, tra i torrenti Vella e Gizio, ad ovest delle montagne della Majella e del Morrone, che sovrastano la città.

Il territorio della Valle Peligna, il cui nome deriva dal greco peline = "fangoso, limaccioso"[6], in età preistorica era occupato da un vastissimo lago. In seguito a disastrosi terremoti la barriera di roccia che ostruiva il passaggio verso il mare dell'acqua crollò; in compenso il terreno rimase fertile.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Sulmona.

La città è distante dal mare (circa 60 km) da far sì che le estati siano calde e spesso torride, in quanto priva del benefico influsso della brezza marina. L'isoterma di luglio, 24,7 °C,[senza fonte] nasconde valori massimi talvolta pari anche a 41,7 °C (30 luglio 2005) e ripetuti 40 °C (2003-2006-2007-2011). I temporali primaverili ed estivi, anche se non frequenti data la conformazione della Valle Peligna, possono essere di moderata intensità, e raramente sono accompagnati da grandine. Gli inverni sono ben più rigidi di quanto i valori altimetrici potrebbero far pensare: infatti nel mese più freddo, gennaio, il termometro raggiunge valori medi pari a circa 3,9 °C. I venti predominanti provengono dai quadranti occidentali: durante il periodo caldo prevalentemente da SW al mattino, N-NW alla sera; nel periodo freddo da S al mattino, da W-NW alla sera;[senza fonte] ovviamente con variazioni in seguito alle condizioni atmosferiche del Centro-Italia.

Il clima è in sintesi di tipo continentale, con una possibile escursione termica fra il dì e la notte molto elevata (anche 25 °C).[senza fonte] Le perturbazioni, provenienti sia da Ovest che da Est, spesso vengono fermate dai rilievi portando così quantitativi scarsi di piogge. Le precipitazioni sono pertanto molto più ridotte di quanto l'altitudine farebbe supporre: basti pensare che la città, pur trovandosi a circa 400 m s.l.m., presenta valori pluviometrici (scarsi 600 mm)[senza fonte] pari a poco più della metà di quelli che si registrano a Chieti, che beneficiando dei venti umidi di origine marina, fa registrare valori di circa 1000 mm,[senza fonte] pur essendo situata a 330 m s.l.m., un'altitudine dunque più bassa di quella del capoluogo peligno.

È da rilevare che la valle, per un verso è protetta da tutti i suoi monti, ma per lo stesso motivo può essere molto afosa nei periodi più caldi e molto umida nei periodi piovosi. In inverno gli episodi di gelate e neve sono frequenti, come avvenuto nel gennaio 2002-2005, e nel dicembre 2007.

Dal punto di vista legislativo il comune di Sulmona ricade nella Fascia Climatica D in quanto i Gradi giorno della città sono 2038, dunque limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 12 ore giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile.

Qui di seguito è illustrata una tabella riassuntiva dei fenomeni, riferita alla stazione meteorologica di Sulmona:

SULMONA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. mediaC) 7,9 10,3 14,1 18,7 23,5 28,4 31,5 31,7 26,5 19,6 13,9 9,7 9,3 18,8 30,5 20,0 19,7
T. mediaC) 3,9 5,5 8,7 12,6 16,8 21,1 23,5 23,6 19,8 14,1 9,6 5,7 5,0 12,7 22,7 14,5 13,7
T. min. mediaC) -0,1 0,6 3,3 6,6 10,2 13,9 15,5 15,5 13,0 8,7 5,4 1,8 0,8 6,7 15,0 9,0 7,9

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Gli antichi scrittori, tra i quali Ovidio e Silio Italico, concordano sulla remota origine di Sulmona, ricollegabile alla distruzione di Troia. Il nome della città deriverebbe infatti da Solimo (Σωλυμος in greco antico), uno dei compagni di Enea. Le prime notizie storiche, però, ci giungono da Tito Livio che cita l'oppidum italico e narra come la città, nonostante le battaglie perse del Trasimeno e di Canne, rimase fedele a Roma chiudendo le proprie porte ad Annibale.

Sulle alture del monte Mitra si hanno testimonianze archeologiche dell'oppidum, uno degli insediamenti fortificati più grandi dell'Italia centrale.[senza fonte] Si tratta di una zona posta più in alto della sede attuale della città, che assunse tale posizione solo nel periodo romano.

L'età Romana[modifica | modifica wikitesto]

Statua del celebre poeta latino Ovidio, che ha trovato i natali a Sulmona

Durante l'epoca romana, Sulmona (allora nota come "Sulmo") fu sede di uno dei tre municipi peligni assieme a Corfinium e Superaequum. Nell'81 a.C. si ha il secondo avvenimento narrato dagli storici, ossia la distruzione della città da parte di Silla, a seguito della ribellione per ottenere l'integrale applicazione della Lex Cornelia de Suffragiis. Dopo trentadue anni però si ebbe la rinascita, con la costituzione di una guarnigione pompeiana, che dovette arrendersi, per l'ennesima rivolta dei sulmonesi, a Marco Antonio, inviato da Cesare. La data storica più importante per Sulmona è il 43 a.C., anno di nascita dell'illustre poeta latino Publio Ovidio Nasone, il cantore dell'amore e delle Metamorfosi, poi relegato a Tomi, in Romania, dall'imperatore Augusto (più esattamente egli fu "relegato" e la relegatio a differenza dell'exilium non comportava la perdita della cittadinanza romana e dei diritti conseguenti né comportava la confisca dei beni). Dalle iniziali del celebre emistichio ovidiano Sulmo Mihi Patria Est, la città ha preso le lettere contenute nel suo stemma, 'SMPE'. Scrive Ovidio: "Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis, milia qui novies distat ab Vrbe decem" (Ovidius, Tristia IV, 10 - versi 3-4), "Sulmona è la mia patria, ricchissima di gelide acque, che dista nove volte dieci miglia da Roma". E ancora: "Pars me Sulmo tenet Paeligni tertia ruris parva, sed inriguis ora salubris aquis. ... arva pererrantur Paeligna liquentibus undis ... terra ferax Cereris multoque feracior uvis" "Sono a Sulmona, terzo dipartimento della campagna Peligna, piccola terra ma salubre per le acque che la irrigano... nei campi peligni scorrono limpide acque... Terra fertile di grano e molto più fertile di uve" (Amores II, 16). Si tratta delle acque del fiume Gizio sorgive dal pittoresco paese di Pettorano sul Gizio (uno dei paesi appartenenti al Club dei Borghi più belli d'Italia) appollaiato su una collina tra le montagne, distante dieci km da Sulmona.

Le tracce della Sulmona romana sono riemerse dagli scavi nel tempio di Ercole Curino, posto ai piedi del monte Morrone in cui, secondo un'antica leggenda, vi sarebbero i resti della villa di Ovidio. Le ricerche hanno portato alla luce una copia in bronzo rappresentante l'Ercole in riposo, oggi custodito nel Museo archeologico nazionale d'Abruzzo, a Chieti. Si tratta di un bronzetto, dono di un mercante, databile intorno al III secolo a.C., rappresentante l'eroe appoggiato col braccio sinistro sulla clava da cui pende una pelle di leone: viene considerato uno dei capolavori della piccola plastica antica. Oltre all'Ercole, sono stati ritrovati materiali architettonici e immagini votive.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria della Tomba

La tradizione fissa nel III secolo l'avvento del Cristianesimo: inizialmente il territorio peligno era costituito da un'unica grande diocesi, quella di Valva, a cui si aggiunse quella di Sulmona, dopo controversie nate con il capitolo di Corfinio. Tuttavia la prima notizia di un vescovo sulmonese risale al V secolo. La dinastia degli Svevi agì a sostegno di Sulmona costringendo il vescovo a porre la sua sede entro le mura della città.

Durante il regno di Federico II si ebbe la costruzione di eccezionali opere civili, come l'acquedotto medioevale, uno dei monumenti dell'epoca più importanti dell'Abruzzo.

Dal punto di vista politico, Sulmona divenne comune sotto i Normanni e, unita alla Marsica, costituì un'unica grande provincia. Federico II, grazie agli statuti di Melfi, promosse la città a capitale e sede della curia di una delle grandi province in cui divise la parte continentale del regno. Infine Sulmona fu sede del giustizierato e di uno studio di diritto canonico equivalente a quello di Napoli. Importantissima, inoltre, la disposizione per cui delle sette fiere annuali che si tenevano in sette città del regno, la prima si svolgesse a Sulmona ("primae nundinae erunt apud Sulmonam") dal 23 aprile all'8 maggio.

Alla fine del XIII secolo, Sulmona seguì da vicino la vicenda del papa dimissionario fra' Pietro da Morrone, meglio conosciuto come papa Celestino V. Oltre alla vicenda più nota bisogna ricordare l'istituzione a Sulmona della congregazione monastica degli eremiti di San Damiano, poi detti Celestini. La cella di Celestino V è ancora visitabile nel vicino Eremo di Sant'Onofrio al Morrone.

Nel XIV secolo Sulmona ebbe una propria Zecca e batté monete che recavano sul dritto le iniziali del motto ovidiano S M P E (Sulmo mihi patria est), inserite ciascuna all'interno di un quarto del campo scompartito da una croce, mentre sul rovescio portavano l'immagine di Pietro da Morrone in abiti papali[7].

Rinascimento[modifica | modifica wikitesto]

La caduta degli Svevi portò all'avvento degli Angioini, che osteggiarono fieramente la città, non perdonandole la fedeltà a Federico II e il successivo appoggio al giovane Corradino di Svevia. Così Sulmona venne privata del giustizierato e poi della facoltà di diritto canonico. Nonostante tutto nel XIV secolo la città triplicò la sua superficie e si cinse di una seconda cerchia di mura e di ben sei porte. Sempre in questo secolo si costruì il palazzo dell'Annunziata, dapprima asilo per orfani, poi ospedale e oggi uno dei simboli della città.

Nel corso del XVI secolo nacque la Scuola Orafa Sulmonese, i cui manufatti esponevano il marchio SUL. Si ebbe la nascita dell'industria della carta e furono impiantati vari opifici lungo il fiume Gizio. Anche il commercio ebbe una notevole crescita, grazie al mercato di stoffe preziose (la seta sermontina). Venne innalzato, inoltre, il campanile dell'Annunziata che è ancora oggi la costruzione più alta della città, con i suoi 65,5 metri. Alla fine del secolo, infine, fu introdotta l'arte della stampa, grazie al letterato e studioso ovidiano Ercole Ciofano. Vennero edite le opere di Ovidio e pubblicati i capitoli della Giostra Cavalleresca.

Storia moderna e contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo dell'Annunziata

Nel 1610, dopo che per tutto il secolo XVI era stata tenuta (1526-1600) dalla famiglia De Lannoy, venuta al seguito di Carlo V che la diede loro col titolo di principato, la Città fu nuovamente infeudata con titolo principesco a Marcantonio II Borghese nipote del Papa Paolo V dal re di Spagna Filippo III. Nel 1656 fu dismessa la Giostra Cavalleresca che si teneva due volte l'anno, per mancanza e disapplicazione dei cavalieri, oltre che per la terribile peste: la manifestazione è rinata nel 1995. Ma il Seicento fu anche il secolo in cui le chiese sulmonesi vennero dotate degli organi di tipo italiano opera di organari locali, tra i quali Marino e Vincenzo da Sulmona, che realizzarono in San Pietro a Roma l'organo della cappella gregoriana.
Il 3 novembre 1706, tre anni dopo quello dell'Aquila si verificò un disastroso terremoto che distrusse l'intera città e che risvegliò la cittadinanza. Erano le 13:00 circa. I morti furono oltre mille (oltre 1/4 della popolazione). Molti i danni: fu semidiroccata la cattedrale (con rovina degli affreschi, crollo delle volte e della copertura, danneggiamento della facciata e dell'abside); rimasero rovinate tutte le chiese antiche, alcune delle quali non più ricostruite, rovinate le porte urbiche, caduti a terra tratti di mura, crollate alcune arcate dell'acquedotto medioevale. Poco rimase dei palazzi e chiese che Sulmona vantava[8][9][10][11].

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

L'Ottocento segnò un nuovo periodo di rinascita, in cui il nodo ferroviario sulmonese, grazie alla sua strategica posizione, ebbe notevole sviluppo e con esso si ebbe una eguale crescita economica e demografica. Nel 1889 nacque un'altra grande personalità della città, Giuseppe Capograssi, insigne studioso di filosofia del diritto.

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Il Novecento è stato caratterizzato da periodi di alterna fortuna, tra i quali vale la pena ricordare la costruzione nel 1933 del teatro comunale[12], la ricostruzione dello storico cinema Pacifico e i vari passaggi del giro d'Italia.

Durante la seconda guerra mondiale Sulmona subì gravissimi danni e, vista la sua posizione a ridosso della Linea Gustav, vide lo spopolamento di tutta la zona sud (dalla Majella occidentale alla zona dell'alto Sangro). La città venne bombardata il 27 agosto 1943 in quanto nodo viario e ferroviario strategico. La stazione ferroviaria fu colpita poco prima di mezzogiorno dagli angloamericani con 69 aerei B17 , le famose "fortezze volanti" e da altrettanti Liberator. Si conteranno un centinaio di morti (uomini, donne, bambini) e un migliaio di feriti. L'altro obiettivo era lo stabilimento industriale "Dinamitificio Nobel" che produceva materiali esplodenti e impiegava tremila lavoratori. Nonostante tutte le avversità si colgono i primi segni di rinascita a partire dalla visita del primo presidente della Repubblica Enrico De Nicola nel novembre del 1946. Inoltre venne ricostituito l'Archivio di Stato, sottratto dal regime fascista per vendicarsi di una rivolta popolare del 1929.

Il comune di Sulmona è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione in quanto insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[13].

Nel corso della seconda metà del Novecento è stata avanzata la proposta di fare di Sulmona il capoluogo di una nuova provincia, ma il progetto non arrivò a buon fine. La città, inoltre, venne spogliata di istituzioni che contribuivano alla propria ricchezza, come il Distretto Militare. Ne nacquero dei moti di protesta, ricordati come i moti di Jamm' mò, culminati con le giornate del 2 e 3 febbraio 1957[14].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della città

La città ha come segno distintivo lo stemma concesso nel 1410 da Re Ladislao di Durazzo.

La descrizione araldica è la seguente:

« scudo gotico antico, di rosso, alle quattro lettere d'oro maiuscole SMPE ordinate in banda (le iniziali dell'emistichio ovidiano SULMO MIHI PATRIA EST), sormontato da corona di Città,turrita, formata da un cerchio d'oro aperto da otto posterle (cinque visibili) con due cordonature a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili) riunite da cortine di muro, il tutto d'oro, murato di nero e foderato di rosso[15] »

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'Argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Argento al Valor Militare
  «Con integra fede negli ideali della Patria, con la fierezza delle genti peligne, con spirito di sacrificio, storico retaggio delle generazioni passate, temprate dal lavoro, dalla sofferenza e dal senso del dovere; con assoluto sprezzo del pericolo, i suoi figli di ogni età e ceto sociale, reagendo per circa dieci mesi all'occupazione nazista, alle fucilazioni, alle devastazioni, ai rastrellamenti ed alle deportazioni, scrissero una pagina gloriosa sulla resistenza e contribuirono a ristabilire i valori della democrazia e della libertà. La Città di Sulmona, con l'apporto eccezionale del Comune di Campo di Giove, ed in fraterna collaborazione con gli abitanti della 'Conca di Sulmona', ebbe a prestare notevole aiuto alle migliaia di prigionieri alleati, che, fuggiti dopo l'8 settembre 1943 dal locale campo di concentramento, furono posti in salvo nonostante le più feroci rappresaglie dell'invasore, alimentando la fiaccola della solidarietà e della fraternità fra gli uomini di ogni razza e nazionalità".

Sulmona, 27 agosto 1943 - 9 giugno 1944.»
— Ministero della Difesa - Roma, 13 febbraio 1990

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Cattedrale di S.Panfilo
Trifora del Complesso dell'Annunziata
Il Complesso della Santissima Annunziata

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Acquedotto medievale
Piazza Garibaldi

Porte cittadine[modifica | modifica wikitesto]

 

Società[modifica | modifica wikitesto]