Como

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Como
comune
Como – Stemma Como – Bandiera
Como – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Lombardia-Stemma.svg Lombardia
Provincia Provincia di Como-Stemma.png Como
Amministrazione
Sindaco Mario Lucini (PD) dal 21/05/2012
Territorio
Coordinate 45°49′00″N 9°05′00″ECoordinate45°49′00″N 9°05′00″E (Mappa)
Altitudine 265(max310) m s.l.m.
Superficie 97 km²
Abitanti 84,394[2] (30-04-2015)
Densità 0,87 ab./km²
Frazioni AlbateBrecciaCamerlata,Camnago Volta, Civiglio,Garzola, Lora, Monte OlimpinoCardinaMuggiò,Ponte ChiassoPrestino,RebbioSagnino,Tavernola[1]
Comuni confinanti BlevioCapiago Intimiano,Casnate con Bernate,CernobbioChiasso (CH-TI),LipomoMaslianicoMontano LucinoSan Fermo della BattagliaSenna Comasco,TavernerioTornoVacallo(CH-TI)
Altre informazioni
Cod. postale 22100
Prefisso 031
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 013075
Cod. catastale C933
Targa CO
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Cl. climatica zona E, 2 228 GG[3]
Nome abitanti comaschi (forme meno usate: comacini, comensi)
Patrono sant'Abbondio
Giorno festivo 31 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Como
Como
Posizione del comune di Como nell'omonima provincia
Posizione del comune di Como nell'omonima provincia
Sito istituzionale

Como (in italiano standard /ˈkɔːmo/,[4] pronuncia locale /ˈkoːmo/;[5] in dialetto comasco Comm /kɔmm/,[6] Novum Comum in Latino) è un comune italiano di 84.394 abitanti[7] capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia. È il quinto comune della regione per popolazione alle spalle di MilanoBresciaMonza e Bergamo.

Città al centro della Lombardia dei laghi, Como è "capitale" del Lario, che attrae turismo internazionale legato allo scenario naturale, ed è centro industriale basato sull'industria della seta (attività tipicamente comasca).

Il centro della città è situato sul lungolago, intorno alla piazza del Duomo, una delle maggiori cattedrali dell'alta Italia. Il nucleo storico presenta ancora l'aspetto dell'originario castrum romano, con mura medievali ben conservate e grandi torri di vedetta (Porta Torre, Torre Gattoni, San Vitale). Notevoli sono le chiese di S. Abbondio e S. Fedele, cuore della città murata, mentre di valore artistico sono i palazzi razionalisti eretti dal comasco Giuseppe Terragni: la Casa del Fascio, il Monumento ai Caduti, l'Asilo Sant'Elia e ilNovocomum. Nei pressi, il Tempio Voltiano custodisce alcuni cimeli dello scienziato Alessandro Volta, altro illustre comasco, inventore della pila elettrica. Villa Olmo è sede di mostre d’arte di alto livello mentre la funicolare che collega la città al monte diBrunate completa l'itinerario della visita. Sono classiche le gite in battello sul lago.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Panorama della città
L'entrata del porto con la fontana di Villa Geno.

Como è situata sull'estremità meridionale del ramo occidentale del lago di Como, in una piccola conca circondata da boscose colline moreniche. Al ritiro del ghiacciaio würmiano, la piana, oggi occupata dal centro cittadino, venne progressivamente interrata dai sedimenti portati dal torrente Cosia, che sfocia al Prà Pasquee.

Confina direttamente con la Svizzera e dista circa 40 km da Milano.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Como.

L'inverno comasco risente relativamente dell'influenza mitigatrice della massa d'acqua lacustre. Le temperature minime di novembre, dicembre, gennaio, febbraio e, a volte, marzo possono scendere normalmente sotto lo zero e sono solitamente accompagnate da un alto tasso di umidità. Del tutto assente è invece la nebbia che caratterizza la vicina Brianza e la pianura padana, già in parte presente oltre le colline a sud della cosiddetta "convalle", ovvero del centro città. La neve è abbastanza frequente, pur discontinua a seconda degli inverni, con valori di nevosità media annua che salgono procedendo dalla convalle (circa 20/30 cm annui) verso i quartieri periferici (circa 40/50 cm annui). Le ultime grandi nevicate risalgono al 24 e 25 febbraio 2013, al 13, 14 e 15 dicembre 2012, al 31 gennaio, 1 e 2 febbraio 2012, al 17 dicembre 2010, al 21-22 dicembre 2009, al 2 febbraio e 6-7 gennaio 2009, al 26-27-28 gennaio 2006. Nel febbraio 2012 la neve è rimasta al suolo più a lungo a causa delle bassissime temperature registrate, con valori massimi sotto lo zero anche in centro per quasi una settimana. L'estate è relativamente calda, per quanto il periodo di massima gradazione sia piuttosto breve (non oltre le due settimane consecutive). Si possono raggiungere in qualche occasione i 35 °C. La piovosità è piuttosto elevata, con media intorno ai 1.500 mm annui e superiore nei quartieri più settentrionali. La zona presenta spiccata tendenza a fenomeni temporaleschi. Nel territorio comunale si registrano alcune differenze nei valori minimi notturni tra i quartieri, a seconda dell'esposizione o meno alle brezze notturne. Spesso nella stagione estiva durante la mattinata le località lacustri registrano temperature inferiori rispetto all'entroterra per via della brezza di lago, salvo poi uniformarsi durante il pomeriggio grazie alla rotazione del vento.

COMO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 6,6 8,8 12,7 17,1 21,1 25,4 28,3 27,1 23,6 18,1 11,6 7,7 7,7 17,0 26,9 17,8 17,3
T. min. media (°C) -3,4 -2,5 2,6 6,1 11,6 15,7 18,1 17,5 11,0 7,0 3,2 -1,4 -2,4 6,8 17,1 7,1 7,1
Precipitazioni (mm) 69 76 117 107 161 134 85 136 116 125 129 63 208 385 355 370 1 318
Giorni di pioggia 6 6 8 9 12 10 7 9 7 7 8 6 18 29 26 22 95
Eliofania assoluta (ore al giorno) 3,22 3,54 4,53 5,49 5,46 6,7 7,6 6,9 5,6 4,4 3,0 3,1 3,3 5,2 7,1 4,3 5,0

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Como.
Le origini del nome

La Como conquistata dai romani nel 196 a.C. è chiamata da Tito Livio Comum oppidumGaio Giulio Cesarerifonderà la città nel 59 a.C. battezzandola Novum Comum. Il toponimo Comum (сомvм) è la forma latinadell'originale Comm utilizzato dalla popolazione locale deiComenses e mantenuto fino ai nostri giorni nel dialetto comasco. Deriva dalla radice celtica Koimo che significa "Abitato"[8].

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Targa in pietra che ricorda comePlinio il Vecchio e Plinio il Giovanesiano nati a Como

Gli autori classici, a cominciare da Plinio il Vecchio[9] che riporta le parole diOrigines, un'opera di Catone il Censore andata dispersa, attribuiscono la fondazione di Como alla stirpe degli Orobi. Numerosissime sono le testimonianze archeologiche venute alla luce a partire dal XIX secolo. Esse ci attestano nel primo millennio a.C. il fiorire di una civiltà, chiamata cultura di Golasecca, che colloca il comprensorio protourbano di Como, soprattutto a partire dalla metà del VII secolo a.C. fino alle invasioni galliche del IV secolo a.C., come centro di un vasto territorio, culturalmente uniforme, esteso daBergamo fino al Ticino[10]. In questi secoli Como, che non era ubicata nella sede attuale, ma più a sud, dove oggi è localizzata la frazione di Prestino, sviluppò una civiltà che viene chiamata comense o della Ca' morta, dal nome della necropoli comasca, dove Como trova il suo ruolo di intermediazione commerciale e culturale tra la civiltà villanoviana e le civiltà celtiche d'oltralpe (Cultura di Hallstatt).

Dracma d'argento etrusca rinvenuta a Prestino
Como in un dipinto di Corot del 1834
La medievale piazza San Fedele

A partire dal IV secolo a.C. l'abitato di Como si andò spopolando e le sue necropoli esaurendo. Con l'arrivo dei Galli, che scardinano il sistema preesistente, Como perde la sua importanza ed entra in un periodo di declino. Rimane insoluto il problema dell'ubicazione delComum oppidum, il centro comasco conquistato dai romani nel 196 a.C. È possibile che, pur ridotto di dimensioni, si limitasse a occupare un'area sulle colline che gravitano intorno a Prestino alle pendici del monte Croce[11].

Nel 196 a.C. la Gallia cisalpina venne definitivamente conquistata dal console Marco Claudio Marcello il quale stipulò un foedus aequumper legare in un'alleanza i vinti a Roma, concedendo lo ius Latii. In seguito a una terribile invasione dei Reti, nell'89 a.C., per volere diPompeo Strabone l'antico oppidum fu ricostruito, rispettando la precedente locazione sulle colline, e riorganizzato amministrativamente, come il resto della regione, attraverso la Lex Pompeia de Transpadanis. Nel 77 a.C. nel villaggio furono insediati 3.000 coloni per iniziativa di Gaio Scipione, forse soldati destinati a prevenire le scorrerie dei barbari. Nel 59 a.C. Cesare, in vista di una probabile espansione transalpina e considerando il territorio comense strategicamente importante per la difesa della penisola, fece varare la Lex Vatinia con la quale si fece autorizzare a fondare una colonia. Cesare fece allora bonificare l'area prospiciente il lago deviando i torrenti Cosia, Valduce e Fiume Aperto e vi insediò 5.000 coloni tra cui 500 greci che ottennero anche la cittadinanza romana, ai quali si fa ricondurre l'origine etimologica di località come Corenno (Corinto), Lenno e Lemna (Lemnos), Nesso (Nasso). Nel 49 a.C. Como divenne un municipium. Durante il I secolo d.C. - massimo splendore dell'Impero Romano - la crescita cittadina fu aiutata dalle donazioni di Plinio il vecchio e diPlinio il giovane, entrambi comaschi, che fecero erigere una biblioteca e uno spazio termale, oltre che due ville sul lago oggi non più esistenti. Nel 354 venne esiliato sul Lario il futuro imperatore Flavio Claudio Giuliano. Como fu attivamente interessata dallo scisma tricapitolino o scisma dei Tre Capitoli (in greco antico τρία κεφάλαια, trîa kephálaia), una divisione all’interno della Chiesa avvenuta tra i secoli VI e VII, causata da un folto gruppo di vescovi, per lo più occidentali, che interruppero le relazioni con gli altri vescovi e con il papa, rifiutando le decisioni del Concilio di Costantinopoli II del 553. La separazione durò circa un secolo e mezzo ed interessò un vasto territorio, comprendente Italia del Nord, Dalmazia e Illirico. Molti vescovi dell'Italia Settentrionale, della Gallia e del Norico, non accettarono l'imposizione del concilio voluto da Giustiniano, anche perché già durante il concilio di Calcedonia, nel 451, i teologi antiocheni erano stati riammessi nelle loro sedi e la vicenda doveva essere chiusa. Pertanto, questi vescovi non si considerarono più in comunione con gli altri vescovi che avevano accettato supinamente la decisione imperiale. Tra questi "ribelli" all'autorità imperiale e conciliare c’erano i vescovi Ausano e Macedonio, a capo rispettivamente delle province ecclesiastiche di Milano e di Aquileia. Il loro dissenso si acuì ulteriormente ai tempi del successore di papa Vigilio, papa Pelagio I (556 - 561), il quale, dopo tentativi di chiarimento e persuasione, invitò Narsete a ridurre lo scisma con la forza. Narsete non volle però obbedire alla richiesta del papa. Frattanto la Chiesa di Aquileia si era resa gerarchicamente indipendente ed il suo vescovo Paolino I (557 -569) fu nominato Patriarca dai suoi suffraganei (568: patriarcato autonomo) per sottolineare la propria autonomia. Le altre diocesi dipendenti dal metropolita di Aquileia (dei due, quello che aveva la sua sede proprio ad Aquileia longobarda) rimasero scismatiche. In particolare la diocesi di Como, il cui vescovo sant'Abbondio aveva avuto un ruolo diplomatico importante proprio durante la preparazione del concilio di Calcedonia, recise il rapporto di dipendenza dall'arcidiocesi di Milano e Como divenne suffraganea di Aquileia. La diocesi comense venera ancora oggi, con il titolo di santo, un vescovo, Agrippino (vescovo dal 607 al 617), che si mantenne in modo intransigente su posizioni scismatiche in opposizione anche alla sede romana. La Diocesi di Como rimase suffraganea del Patriarcato di Aquileia fino al 1789.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'alto medioevo Como subì l'invasione dei Goti prima e dei Longobardi poi; nel 951 scese in Italia l'imperatore Ottone I e tra i suoi sostenitori vi era anche Gualdone, vescovo di Como. Durante il periodo comunale, Como fu contesa tra le famiglie rivali dei Rusca (o Rusconi) e dei Vitani. In seguito alla Guerra decennale (1118-1127) tra Como e Milano, il 27 agosto 1127 Como venne assediata dalle forze milanesi, le mura e le abitazioni distrutte, gli abitanti dispersi.

Alleanza col Barbarossa[modifica | modifica wikitesto]

Como non fece parte della Lega Lombarda contro il Sacro Romano Impero. Anzi, fu proprio grazie all'alleanza con i tedeschi che la città poté aspirare all'egemonia perduta. Con l'aiuto dell'imperatore Federico Barbarossa, nel 1158, il Comune ricostruì la città distrutta dai milanesi il 27 agosto 1127, riedificò e ampliò le mura di difesa con le sue imponenti torri di Porta Torre, San Vitale e Porta Nuova (o Torre Gattoni). Restaurò quindi il Castel Baradello, potenziandolo con la costruzione della poderosa torre e delle altre strutture. Nel 1159 ospitò lo stesso Barbarossa con la consorte Beatrice di Borgogna, di passaggio sul Lario.

In questi anni Como ebbe la sua vendetta partecipando alla distruzione di Milano nel 1162 e dell'Isola Comacina nel 1169, piccola roccaforte lacustre alleata dei milanesi nella guerra decennale.

Con un diploma datato 23 ottobre 1178Federico Barbarossa donò alla Chiesa e alla Comunità di Como - in premio della loro fedeltà - il Castel Baradello e la Torre di Olonio a Sorico.

Periodo visconteo[modifica | modifica wikitesto]

Con Azzone Visconti Como entrò definitivamente nell'orbita viscontea. Alla morte di Gian Galeazzo Visconti, avvenuta nel 1402, Franchino II Rusca tentò di instaurare a Como una signoria personale. Seguì un periodo di devastazioni e stragi fino al 1416 quando Como si consegnò a Filippo Maria Visconti. Alla morte di quest'ultimo (1447) Como conobbe un breve periodo d'indipendenza con la sua "Repubblica di Sant'Abbondio", che durò tuttavia solo fino al 1450, quando la città si sottomise a Francesco Sforza, duca di Milano.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

La casa natale di Alessandro Volta.
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Targa in ricordo di Cosima Wagner.

Nell'ottobre del 1525 Como veniva occupata da Don Pietro Arias, inviato da Antonio de Leyva, con 200 spagnoli, che smantellarono tra l'altro il Castel Baradello. Nel 1694 venne ordinato sacerdote a Como il gesuita Giovanni Girolamo Saccheri, padre delle geometrie non euclidee. Da allora Como seguì le sorti del Ducato di Milano e del Regno Lombardo-Veneto.
Nel 1768, il fisico Giulio Cesare Gattoni eresse in città il primo parafulmine italiano. Nel 1797 arrivò Napoleone, che a Villa Saporiti annunciò la costituzione della Repubblica Cisalpina, mentre il 24 dicembre 1837 nacque la figlia di Franz LisztCosima, futura moglie di Wagner. Il 27 maggio 1859, in seguito alla Battaglia di San FermoGiuseppe Garibaldi al comando dei Cacciatori delle Alpi liberò la città dall'occupazione austriaca.

Nel 1899 Como ospitò una grande Esposizione Voltiana per celebrare il 1º centenario dell'invenzione della pila da parte di Alessandro Volta (1745-1827), suo più illustre cittadino.

In occasione del 1º centenario della morte di Alessandro Volta, a Como venne organizzato il Congresso internazionale dei Fisici del 1927 che aprì ufficialmente l'era dellameccanica quantistica nella comunità scientifica internazionale. Fu l'ultima occasione in cui la città ospitò un evento di portata mondiale. Sei anni più tardi, Albert Einstein arrivò in città per visitare il museo Voltiano.

Durante la Seconda guerra mondiale Como venne risparmiata dai bombardamenti.

Nell'aprile del 1945 la città fu teatro della fuga e delle vicende legate all'arresto e alla fucilazione di Benito Mussolini e dell'epilogo del regime fascista.

Nell'estate del 1949 si tenne in città una conferenza a cui partecipò anche Enrico Fermi (lo stesso Fermi nel 1954 tenne sul lago, a Villa Monastero di Varenna, la sua ultima seduta pubblica).

Gli anni cinquanta e sessanta vengono ricordati per l'operato del sindaco Lino Gelpi, che fece di tutto per abbellire la città, smantellando lo scalo merci delle Ferrovie dello Stato realizzando al suo posto il parco a lago e creando la passeggiata di Villa Olmo. Coprì inoltre il torrente Cosia con una strada a grande scorrimento - la cosiddetta "tangenziale" - per cercare di liberare il centro dalla morsa del traffico (il triangolo Como-Milano-Varese detiene il maggior numero di veicoli in Italia[senza fonte]).

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone civico

La bandiera di Como è una croce bianca in campo rosso (araldicalmente parlando, di rosso alla croce d'argento). È una bandiera comune a molte cittàghibelline dell'alta Italia, ma le sue origini vanno ricercate nell'antichissima blutfahne (lett. "bandiera di sangue"), una bandiera di identica foggia usata da sempre dagli imperatori romano-germanici sui campi di battaglia.

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