Campobasso

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Campobasso
comune
Campobasso – Stemma Campobasso – Bandiera
Panorama della città dalla scalinata che collega il centro storico al viale della Rimembranza, che giunge al Castello Monforte
Panorama della città dalla scalinata che collega il centro storico al viale della Rimembranza, che giunge al Castello Monforte
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Molise-Stemma.svg Molise
Provincia Provincia di Campobasso-Stemma.png Campobasso
Amministrazione
Sindaco Antonio Battista (PDdal 26/05/2014
Territorio
Coordinate 41°33′39.6″N14°40′06.24″ECoordinate41°33′39.6″N 14°40′06.24″E (Mappa)
Altitudine 701 m s.l.m.
Superficie 56,11 km²
Abitanti 49 434[1] (01-01-2015)
Densità 881,02 ab./km²
Frazioni Santo Stefano
Comuni confinanti BussoCampodipietra,CastropignanoFerrazzano,MatriceMirabello Sannitico,OratinoRipalimosaniSan Giovanni in Galdo,Vinchiaturo
Altre informazioni
Cod. postale CAP 86100
Prefisso 0874
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 070006
Cod. catastale B519
Targa CB
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Cl. climatica zona E, 2 346 GG[2]
Nome abitanti Campobassani
Patrono san Giorgio
Giorno festivo 23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Campobasso
Campobasso
Posizione del comune di Campobasso nell'omonima provincia
Posizione del comune di Campobasso nell'omonima provincia
Sito istituzionale

Campobasso (ascolta[?·info]IPA[kampo'basːo]Cambuascë IPA[kambu'wa:ʃ] in campobassano) è una città di 49.434 abitanti[3], capoluogo dell'omonima provincia e della regione Molise.

Prima città della regione per popolazione, sorge a 701 m s.l.m.[4], risultando così il terzo capoluogo di regione più alto d'Italia dopoPotenza e L'Aquila.

La città, di origine longobarda, si trova nella zona compresa tra i fiumi Biferno e Fortore. Il centro storico raccoglie numerose testimonianze delle diverse epoche storiche, dalla duecentesca chiesa di San Leonardo, al cinquecentesco castello Monforte, e allaneoclassica cattedrale della Santissima Trinità.

La città è sede dell'Università degli Studi del Molise e di due scuole militari afferenti a Carabinieri e Polizia di Stato, oltre ad essere sede arcivescovile metropolitana della Chiesa Cattolica (arcidiocesi di Campobasso-Boiano).

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

« Le montagne intorno fino all'eccelsa Maiella ordinavansi in file; e le loro cime, toccantisi in apparenza e per dubbie liste distinte appena, la immensità de' bacini accennavano del Biferno del Trigno e del Sangro, ne' quali tante altre minori valli convengono. Numerose borgate, quale in iscorcio e quale in prospetto, ad animar questa scena, coronavano Campobasso, se non che tolti dalla neve gli oscuri così de' boschi come de' tetti. »
(Dall'opera "La Pace" di Michelangelo Ziccardi[5], XIX secolo.)

Campobasso è una città formata da una parte antica di origine medioevale, ricca di valori storici e artistici, posta sul pendio di un colle dominato dal Castello Monforte, e da una parte più moderna ed elegante originaria del XIX secolo, che si sviluppa sul piano ai piedi del centro antico.

Intorno al castello che domina la città si sviluppa il centro storico, costituito da vicoli e scalinate lunghe e tortuose, ai lati delle quali sorgono case ed edifici in pietra, spesso aventi caratteristici cortiletti interni. Molto importanti sono i portali delle case più antiche realizzate anch'esse in pietra locale, ricche di decorazioni, stemmi di famiglie nobili e figure allegoriche.

La città ottocentesca, denominata centro storico murattiano, si estende in piano e presenta le caratteristiche tipiche dello sviluppo urbanistico di tale periodo storico. Progettato secondo l'ideale della città giardino, presenta molti spazi verdi, ricchi di essenze arboree rare e pregiate (sequoiecedri del Libanoginkgo bilobaabeti rossilecci, ecc.), piazze, nonché fontane e fontanelle[6] dalla quale sgorgano tuttora acque fresche e pure.

Ecosistema urbano[modifica | modifica wikitesto]

Il rapporto di ecosistema urbano (prestazione di una città sostenibile, ideale e non utopica) colloca il comune al 38º posto tra le 103 città italiane capoluogo e tra le prime nel centro-sud con una percentuale del 55,44% superiore alla media nazionale[7].

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima della città è di tipo appenninico. D'inverno, durante le irruzioni gelide dai Balcani, sono frequenti le nevicate causate dallo stau adriatico indotto dall'Appennino che spesso favoriscono accumuli nevosi. Tuttavia, è anche possibile che la neve in città non si presenti anche per niente in tutto l'inverno.

L'estate è calda, nonostante l'altitudine piuttosto elevata non è raro registrare giornate "tropicali" con temperature che non scendono sotto i +20 neanche la notte. Di giorno invece le temperature spesso salgono attorno ai 33-34 gradi, ma essendo una città in altura l'umidità spesso è relativamente bassa.


L'autunno è mite , difficilmente il freddo si presenta prima di novembre, ed è anche la stagione più piovosa, con una media di 81 mm nel mese di novembre. La città presenta scarsi accumuli pluviometrici poiché è in ombra pluviometrica essendo ubicata ad est dell'Appennino.[8]

CAMPOBASSO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 7,1 7,2 10,3 14,0 21,2 27,0 29,2 28,3 24,2 19,2 16,2 8,1 7,5 15,2 28,2 19,9 17,7
T. min. media (°C) 1,2 1,3 3,2 6,4 13,2 16,2 20,0 17,0 13,0 11,2 7,2 3,1 1,9 7,6 17,7 10,5 9,4
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 12 11 3 0 0 0 0 0 0 0 0 8 31 3 0 0 34
Precipitazioni (mm) 55 60 50 51 47 35 20 18 45 58 81 63 178 148 73 184 583
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Campobasso.
Panorama

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca Sannitico-Romana[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Campobasso come centro abitato sono incerte.

Sull'altura che domina l'odierna città era presente un insediamento di controllo dei Sanniti, di cui ancora oggi si conservano le tracce, posto a controllo del tratturo. Lo scopo difensivo del sito è confermato dal ritrovamento, nei pressi del castello Monforte, di resti di mura osco-sannite e dal rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di San Mercurio nel 1930, di un'iscrizione osca portante il nome di “VALVENNIUS”. Tale insediamento gravitava probabilmente intorno a un centro più importante che alcuni storici identificano con Aquilonia situato su Monte Vairano (tra i comuni di Campobasso, Busso e Baranello) del quale sono riaffiorate, dopo attente campagne di scavi archeologici, numerose tracce.

A pochi chilometri da Campobasso, nel comune di Sepino, è presente un altro importante sito archeologico a testimoniare l'importanza che questo territorio ha avuto in epoca sannita prima e romana poi. Si tratta infatti delle antiche vestigia della Saipins sannitica e della successiva Saepinum romana di cui si conservano molto bene le ampie strade, le mura, gli archi, le porte, le terme, il foro e il suggestivo teatro.

La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell'antico Sannio-Pentro e a Roma.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio nel Borgo medioevale

Le fonti storiche datano l'atto di nascita di Campobasso all'epoca della dominazione longobarda in Italia. Risale infatti all'anno 878 un documento stilato da un monaco dell'abbazia benedettina di Santa Sofia in Benevento in cui si fa menzione di Campobasso (Campibassi). Questo documento, reperibile come Codice Vaticano Latino 4939, è il “Chronicon Sancte Sophie” ed è stato redatto al tempo in cuiAdelchi era principe di Benevento.

Nel periodo longobardo, e successivamente durante l'egemonia normanna, Campobasso assume un'importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei De Moulins. Il fiorire dei commerci e l'aumentata importanza amministrativa comportano l'ampliamento dell'antico borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono le connotazioni che il borgo assume nel tempo: CIVITAS, CASTRUM e UNIVERSITAS HOMINUM.

Tra i documenti storici del periodo compreso tra l'anno 1000 e il Trecento spicca la “PANCARTA CAMPOBASSANA” del 1277 in cui trentadue campobassani denunciarono a Carlo I d'Angiò le angherie e i soprusi del feudatario Roberto di Molise.

Il Quattrocento è per Campobasso un'età d'oro grazie all'intraprendenza dei Monforte, divenuti i feudatari del borgo. Secondo alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti dei Monfort di Francia e d'Inghilterra, scesi in Italia al seguito di Carlo D'Angiò. Il personaggio di spicco dei Monforte fu il Conte Cola detto anche il “Campobasso”, di cui parla ancheBenedetto Croce[9]. Si distinse per le sue virtù militari durante la lotta di successione al Regno di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté moneta e provvide ad ampliare il castello dotando la città di forti mura perimetrali lungo le quali edificò le porte di San Leonardo e di Santa Cristina.

Alla fine del Quattrocento, con la sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato, Campobasso passa agli Aragonesi e in seguito ai De Capua.

Ferdinando I di Aragona concesse ai campobassani la possibilità di costruire le abitazioni addossandole alle mura perimetrali.

Cinquecento e Seicento[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi del Cinquecento i De Capua sono feudatari in Campobasso. La città, grazie alla felice posizione geografica, vive di un florido commercio; infatti l'area al di fuori dalle antiche mura, con le chiese di Santa Maria Maddalena e della SS. Trinità, è contraddistinta da una notevole vivacità di scambi nei vari settori dell'artigianato.

Nel 1530 diventano signori di Campobasso i Gonzaga che ne aumentano il prestigio. A loro si deve la riorganizzazione urbana della cittadina; in ogni rione le singole strade sono indicate con il nome dell'attività lavorativa prevalente come ad esempio scarparìe, ferrarìe, oreficerìe (l'attuale Via degli Orefici, ricca ancor oggi di botteghe e negozi di orafi).

Signori della città, dopo i Gonzaga, sono i Vitagliano nel 1638 e successivamente i Carafa.

Nel corso del Seicento Campobasso ha un ulteriore sviluppo grazie anche alla vicinanza dei tratturi che favoriscono le comunicazioni con altri centri e l'arrivo di commercianti forestieri.

Settecento e Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Gabriele Pepe
Un palazzo del Centro Murattiano, in Piazza Vincenzo Cuoco

Il Settecento è attraversato da idee nuove e la struttura feudale della società viene vista come un intralcio alle iniziative della nuova classe emergente: la borghesia. Questa ventata di novità arriva anche a Campobasso. Ci sono uomini che, come Francesco de AttelisAnselmo Chiarizia e Giovan Matteo Japoce, si prodigano in cause contro i feudatari. Molti intellettuali come Giuseppe ZurloGiuseppe Maria GalantiFrancesco LonganoPaolo Nicola Giampaolo, sostengono la necessità di superare l'immobilismo economico-sociale provocato dal feudalesimo. Campobasso diviene il cuore pulsante della cultura molisana, in cui trovano rifugio molti intellettuali del tempo comeGabriele Pepe e Vincenzo Cuoco.

Alla morte del duca Carafa, Campobasso chiede di riscattare il feudo. Nel periodo che va dal 1728 al 1735 membri della borghesia capeggiano la rivolta. Scoppiano numerosi e cruenti tumulti per sottrarre la città ai feudatari ma solo nel 1742 i campobassani, al prezzo di ingenti sacrifici, riscattano il feudo.

Nel 1755 Carlo di Borbone re di Napoli concede a Campobasso il rango di città modello. Agli inizi dell'Ottocento, in piena età napoleonica, viene istituita la Provincia di Molise; Campobasso, come capoluogo, diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali provocate dal terremoto del 1805, si moltiplica e di conseguenza anche la città si espande. Si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello di Bernardino Musenga e quello di Vincenzo Wan Rescant.

Il Musenga immagina l'edificazione di un intero quartiere a schema ortogonale, invece Wan Rescant prevede l'espansione del tessuto urbano intorno a una sola grande piazza con al centro l'edificio sede dell'amministrazione civica. Al sistema radiale del Wan Rescant è preferito quello del Musenga. La parte nuova della città si sviluppa in luogo pianeggiante, sulle “campère”, così chiamato perché un tempo era occupato dai campi coltivati e dai boschi. Campobasso doveva essere “monumentale, funzionale, unitaria e moderna, destinata a una borghesia ormai disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta poco rappresentativa socialmente per uno Stato che, attraverso i palazzi pubblici, vuole creare l'immagine fisica dell'autorità, come prima lo era il castello sui monti”. Le piazze alberate, i viali e le aiuole fanno guadagnare a Campobasso l'appellativo di “città giardino”.

Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Bernardino Musenga (Villa dei Cannoni)
Veduta da Piazza della Vittoria

Nel 1910 entrò nelle case l'energia elettrica e, a partire dagli anni venti-trenta, vennero realizzate importanti costruzioni: gli edifici della Casa della Scuola, della Banca d'Italia e il Teatro Sociale nel medesimo luogo occupato in precedenza dal Teatro Margherita (poi Teatro Savoia), il palazzo delle Poste e Telegrafi, la Camera di Commercio, il Palazzo della G.I.L., il Palazzo di Giustizia, l'Istituto per gli orfani di guerra (attuale sede del Conservatorio musicale Lorenzo Perosi) e l'Istituto Tecnico “L. Pilla” (che ebbe l'onore di essere inaugurato da reVittorio Emanuele III).

Parallelamente a questa attività edilizia furono tracciate nuove strade e lastricate piazze, costruiti marciapiedi, piantati alberi, innalzati monumenti e fontane. Anche l'iniziativa privata diede il suo valido contributo edificando eleganti palazzi e dotando la città di alberghi, ristoranti, bar, negozi e cinema.

Nel 1927 la sede vescovile, con bolla pontificia, venne trasferita da Bojano a Campobasso.

La tragedia della seconda guerra mondiale risparmiò Campobasso dalle distruzioni provocate dai bombardamenti alleati.

Nei primi anni del secondo dopoguerra la città conobbe una discreta e armoniosa espansione, ma è con l'istituzione della Regione Molisenel 1963 che Campobasso poté crescere. Divenuta capoluogo di regione, infatti, ebbe un notevole incremento demografico e un conseguente sviluppo edilizio (che porta alla nascita del quartiere CEP nella zona nord della città), essendo sede di importanti uffici regionali e di numerose filiali e agenzie di banche e di assicurazioni. Come era avvenuto agli inizi dell'Ottocento la città rinasce grazie alla sua importanza amministrativa.

Dal 1982 è sede dell'Università degli Studi del Molise la quale in pochi anni ha incrementato notevolmente l'offerta formativa ed ha riscontrato un rapido aumento della popolazione studentesca.

Dal 2002 è inoltre attivo il Centro di ricerca e formazione ad alta tecnologia nelle scienze biomediche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, operante nei settori di diagnosi e di terapia di varie branche della medicina come l'oncologia, i trapianti, le patologie cardiache e la medicina ultraspecialistica.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Sull'origine del nome Campobasso ci sono molte ipotesi e poche certezze; tanti sono stati coloro che con i loro studi e ricerche hanno cercato di trovarne il significato.

  • Il Galanti[10], asserisce che in origine l'abitato fosse diviso in due borghi, uno chiamato Campus de Prata e l'altro Campus Bassus. Il primo insediamento, posto a una quota più alta, sarebbe andato distrutto e gli abitanti si sarebbero trasferiti nell'altro che avrebbe così dato il nome alla futura cittadina.
  • Secondo il Masciotta[11], il nome della città deriverebbe da Campus Vassorum, cioè campo dei vassalli. Nel X e XI secolo i vassalli erano coloro che abitavano, essendone soggetti, gli spazi circostanti i castelli del feudatario.
  • Il Gasdia[12], ritiene più semplicemente che il nome Campobasso sia in rapporto con la sua posizione topografica. Nella sua “Storia di Campobasso” egli afferma: “Chi primo s'affacciò alla conquista di questa regione, dopo l'affaticato salire e discendere e risalire del cammino montuoso, respirò discendendo verso questo minuscolo altipiano prativo. O fossero Bulgari guidati da Alzecone, o Longobardi spoletini o beneventani, o conquistatori della normanna nobiltà, o pacifici monaci di San Benedetto da Norciache, armati della Regula, del salterio e dei sacri arnesi agricoli risalissero da Santa Sofia di Benevento a ridar vita a questa regione…dissero: ecco il Campo Basso, ecco la località bassa dove pianteremo il bivacco, la dimora, la badia”.
  • Lo Michelangelo Ziccardi, sulla base di alcune indicazioni storiche di Tito Livio, farebbe risalire il nome della città al fatto che un certo console romano Basso abbia costruito un campo militare, da cui Campus Bassi poi trasformatosi con il tempo in Campobasso[senza fonte].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il gonfalone

Lo stemma riporta un ovale con fondo rosso al cui interno sono rappresentate sei torri merlate di cui una è sormontata da una corona marchesale che ne indica l'origine feudale. Le sei torri raffigurano le torri principali che erano poste a guardia degli ingressi dell'antico borgo medioevale: porta sant'Antonio Abate, porta san Nicola, porta santa Maria della Croce, porta san Leonardo, porta Mancina e porta san Paolo.

Il gonfalone, in cui campeggia lo stemma, è ripartito su due colori, il rosso e l'azzurro che rappresentano quelli delle due principali antiche confraternite che nel Cinquecento gestivano il potere politico e religioso della città: il rosso per i Crociati mentre l'azzurro per i Trinitari. Una caratteristica di quest'ultimo è la sua forma che richiama gli stendardi dei popoli sannitici.