Monfalcone

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Monfalcone
comune
Monfalcone – Stemma Monfalcone – Bandiera
   
La rocca di Monfalcone
La rocca di Monfalcone
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia-Stemma.png Friuli-Venezia Giulia
Provincia Provincia di Gorizia-Stemma.png Gorizia
Amministrazione
Sindaco Silvia Altran (PD) dal 30-5-2011
Territorio
Coordinate 45°48′00″N 13°32′00″E / 45.8°N 13.533333°E45.8; 13.533333 (Monfalcone)Coordinate: 45°48′00″N 13°32′00″E / 45.8°N 13.533333°E45.8; 13.533333 (Monfalcone) (Mappa)
Altitudine m s.l.m.
Superficie 19,73 km²
Abitanti 28 122[1] (31-12-2014)
Densità 1 425,34 ab./km²
Comuni confinanti Doberdò del Lago, Duino-Aurisina (TS), Ronchi dei Legionari, Staranzano
Altre informazioni
Cod. postale 34074
Prefisso 0481
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 031012
Cod. catastale F356
Targa GO
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona E, 2 213 GG[2]
Nome abitanti monfalconesi
Patrono Madonna della Salute
Giorno festivo 21 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Monfalcone
Monfalcone
Posizione del comune di Monfalcone nella provincia di Gorizia
Posizione del comune di Monfalcone nella provincia di Gorizia
Sito istituzionale

Monfalcone (Mofalcon in dialetto bisiaco[3], Monfalcon in friulano[4][5], Tržič in sloveno[6], Falkenberg in tedesco, desueto) è un comune italiano di 28 122 abitanti (quinta città per numero di abitanti della regione) della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia, nonché capoluogo della zona dialettale della Bisiacaria.

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La città è posta fra il Carso ed il Mare Adriatico, affacciata al punto più settentrionale del Mar Mediterraneo a pochi chilometri dalla foce dell'Isonzo. Con i comuni contermini (Ronchi dei Legionari, Staranzano, San Canzian d'Isonzo) forma un unico agglomerato urbano di oltre 50.000 abitanti, molte volte citato come "Conurbazione monfalconese".

Rappresentato nelle carte IGM al 25.000: 40A-III-NE / 40A-III-NO.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Trieste Ronchi dei Legionari.

Il clima della città di Monfalcone si può considerare come la cerniera tra il clima della pianura veneto-friulana e quello della costiera triestina. Rispetto al primo, infatti, le precipitazioni sono meno consistenti e la ventosità più accentuata (soprattutto nella parte costiera e carsica della città; di meno in quella pianeggiante). Anche le temperature sono leggermente più alte nei valori minimi. Rispetto al clima della costiera triestina, Monfalcone si presenta invece meno esposta ai venti dal primo quadrante ed è posizionata ad una distanza maggiore dalle masse d'acqua più profonde del Golfo di Trieste che hanno le più rilevanti capacità termiche; fattori, questi, che determinano temperature minime anche parecchio più basse rispetto al capoluogo giuliano.

Va segnalato comunque che nonostante la breve distanza da Ronchi dei Legionari, le statistiche meteorologiche di riferimento per questa città non possono appieno considerarsi adeguate alla città di Monfalcone, specialmente per quanto riguarda le parti costiere (Marina Julia e Lido di Panzano) e carsica (Rione Romana Solvay) della città. Questo è tanto più vero se si considera che anche nello stesso pur limitato territorio comunale di Monfalcone possono esservi differenze anche di 2/3 gradi di temperatura.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio dell'attuale comune di Monfalcone fu sede, in età preromana, di diversi castellieri mentre in tarda epoca repubblicana vennero costruiti, nelle immediate vicinanze dell'attuale centro urbano, degli edifici termali (Insulae clarae). In età medievale appartenne agli Ostrogoti, ai Bizantini, al Ducato longobardo del Friuli, ai Franchi, al Regno d'Italia, al Sacro Romano Impero e a Venezia. Fra l'899 e il 952 subì le incursioni degli Ungari. Nel 967 l'imperatore Ottone I donò Panzano ed altre località al Patriarca di Aquileia, che successivamente ottenne (1077) dall'imperatore Enrico IV anche l'investitura feudale della zona e dell'intero Friuli. Nel 1260 Monfalcone fu citata per la prima volta in un atto con il quale il conte di Gorizia Mainardo II restituiva al Patriarca di Aquileia la località, ricevuta in pegno qualche anno prima.

All'epoca era già stata costruita sul monte Falcone, all'interno di un antico castelliere, la rocca, mentre gli abitanti avevano edificato le proprie case ai piedi di tale monte. A causa delle mire dei conti di Gorizia e dei signori di Duino, la città fu circondata da mura all'interno delle quali sorsero il palazzo patriarcale, il palazzo comunale e il duomo. Il distretto di Monfalcone fu rappresentato nel Parlamento della Patria del Friuli, composto da nobili clero e comunità, in cui occupava il settimo posto fra queste ultime. I patriarchi favorirono l'immigrazione a Monfalcone, mediante la concessione di terre, al fine di stimolare la crescita demografica nel territorio.

La rocca

Nel 1420 la Repubblica di Venezia invase il Friuli e pose fine al potere temporale del Patriarcato di Aquileia. Monfalcone fu presa il 14 luglio di quell'anno, dopo 3 giorni di assedio. Rimase sotto la Serenissima dal 1420 al 1797,nonostante le varie parentesi durante le quali Monfalcone venne controllata da altri Stati. Nel 1472, 1477 e 1499 il territorio subì tre incursioni dei Turchi ma la rocca e la città murata non furono conquistate. Nel 1511 fu occupata per breve tempo dai francesi in funzione anti-veneziana. Ripresa dai veneziani, nel 1514 fu espugnata dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, che occupò la città murata e distrusse la rocca. Nel 1521, con la dieta di Worms, il territorio tornò a Venezia, che fece ricostruire la struttura difensiva sulla sommità del monte. Con la costruzione della fortezza di Palmanova (1593), il territorio di Monfalcone perse parte della primitiva importanza e non fu più potenziato. Fra il 1615 e il 1617, durante la guerra di Gradisca fra Venezia e l'Austria (detta anche degli Uscocchi), il territorio fu saccheggiato e incendiato, ma la città murata fu salvata dalle artiglierie della rocca.

Nel 1751 fu soppresso il Patriarcato di Aquileia e furono create al suo posto le due arcidiocesi di Udine e Gorizia. Il territorio di Monfalcone fu aggregato ad Udine come tutta la parte veneta, mentre quella austriaca fu assegnata a Gorizia. Nel 1797 i francesi occuparono il monfalconese. Col trattato di Campoformido gran parte della Repubblica di Venezia fu ceduta all'Austria, ma i francesi rimasero a Monfalcone fino al gennaio 1798, commettendo numerosi soprusi. Con la pace di Presburgo del 1805 la quasi totalità delle terre appartenute alla Serenissima, fra cui Monfalcone, l'Istria e la Dalmazia, furono cedute al Regno d'Italia. Con il trattato di Fontainebleau del 1807 fu deciso il nuovo confine fra Regno d'Italia e Impero austriaco sul fiume Isonzo. Monfalcone divenne così di nuovo austriaca anche se i francesi si riservarono il diritto di attraversarla per raggiungere l'Istria. Ma da questo momento, per la prima volta nella storia, Monfalcone fu staccata dall'area di Aquileia-Udine-Cividale ed entrò a far parte del Circolo di Gorizia.

Con il successivo trattato di Schönbrunn del 1809 Monfalcone fu unita, insieme ai territori a sinistra dell'Isonzo, alle appena costituite Province Illiriche poste sotto controllo francese. Nel 1813 l'Austria riconquistò le Province Illiriche e, con esse, Monfalcone. Successivamente (1825) il distretto di Monfalcone (comprendente i mandamenti di Monastero, Monfalcone, Duino e Sesana) fu incorporato definitivamente nella Contea Principesca di Gorizia e Gradisca e ne seguì le sorti (fra cui l'integrazione al Litorale austriaco, nel 1849) fino alla prima guerra mondiale. Il 9 giugno 1915 la città venne presa dall'esercito italiano, ma a seguito della battaglia di Caporetto tornò in mano austro-ungarica (1917). Al termine del conflitto Monfalcone fu riunita all'Italia.

La città divenne nota agli inizi del Novecento con la costruzione del massimo cantiere navale italiano (attualmente Fincantieri), fondato nel 1908 come Cantiere Navale Triestino dalla famiglia Cosulich (trasferiti presso Monfalcone dopo la chiusura dei cantieri navali triestini), in cui ancor oggi vengono realizzate navi da crociera e di grosso tonnellaggio. Durante la seconda guerra mondiale (dal 1º ottobre 1943) fu aggregata alla zona di operazione del Litorale austriaco. A partire dal 19 marzo 1944 fu più volte bombardata.

Nella zona di Monfalcone si organizzò la lotta di resistenza ai nazisti, concentrata in particolar modo sul Carso, cioè nel territorio abitato da sloveni. La città per 40 giorni fu in mano alle truppe di Tito. Dal giugno 1945 al settembre 1947, trovandosi ad occidente della cosiddetta linea Morgan, fu sotto occupazione alleata. Con l'entrata in vigore del trattato di Parigi, il 15 settembre 1947 ritornò definitivamente all'Italia. Unita dal 1923 fino al 1947 alla provincia di Trieste, fu restituita, in quello stesso anno, alla Provincia di Gorizia.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]