Trani

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Trani
comune
Trani – Stemma Trani – Bandiera
   
Trani – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione Puglia-Stemma it.png Puglia
Provincia Provincia di Barletta-Andria-Trani-Stemma.png Barletta-Andria-Trani
Amministrazione
Sindaco Amedeo Bottaro (Partito Democratico) dal 15/06/2015
Territorio
Coordinate 41°16′00″N 16°25′00″ECoordinate41°16′00″N 16°25′00″E (Mappa)
Altitudine m s.l.m.
Superficie 103,41 km²
Abitanti 56 236[1] (01-04-2015)
Densità 543,82 ab./km²
Frazioni Capirro
Comuni confinanti AndriaBarlettaBisceglie,Corato (BA)
Altre informazioni
Cod. postale 76125
Prefisso 0883
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 110009
Cod. catastale L328
Targa BT
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona C, 1 190 GG[2]
Nome abitanti tranesi
Patrono Crocifisso di Colonna
San Nicola Pellegrino
Giorno festivo 3 maggio
Prima settimana di Agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Trani
Trani
Posizione del comune di Trani nella provincia di Barletta-Andria-Trani
Posizione del comune di Trani nella provincia di Barletta-Andria-Trani
Sito istituzionale

Trani (Tràne in dialetto tranese) è un comune italiano di 56.263 abitanti capoluogo, insieme a Barletta ed Andria, della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia.

La città, conosciuta anche come "la perla dell'Adriatico", è famosa per la Cattedrale romanica che si affaccia direttamente sul mare, inserita nella lista delle "meraviglie italiane", oltre che per la produzione di un particolare tipo di marmo (la pietra di Trani) e di vinoMoscato.

Importante meta turistica, la città è ricca di bellezze artistiche ed architettoniche, chiese di ogni epoca e palazzi signorili, testimonianze del suo glorioso passato: importante scalo commerciale fino al XVI secolo, si pensa vi sia stato promulgato il primo codice marittimo del mondo occidentale, gli Ordinamenta et consuetudo maris, nel 1063.

Sede del Tribunale, è stata in passato capoluogo della provincia di Terra di Bari e successivamente sede della Corte d'appello delle Puglie.

 

 

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Puglia.

Origini della città[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del nome

La tradizione vuole che il nome di Trani sia legato all'eroe della mitologia greca Diomede, il cui figlio Tirreno avrebbe fondato la città (che in effetti in passato veniva indicata come Tirenum o Turenum, nome però non attestato prima del IV secolo). Tale ipotesi è però considerata poco probabile dagli studiosi moderni, i quali hanno formulato due ipotesi più convincenti. Una afferma che Trani possa essere la forma ridotta di Traiano (nome che potrebbe essere stato dato alla città in onore dell'omonimo imperatore), mentre l'altra (considerata la più verosimile) ritiene più probabile una derivazione dal termine medievaletrana (o traina) che indicava un'insenatura adatta alla pesca[3].

Le origini della città si perdono nella notte dei tempi. Alcuni ritrovamenti archeologici (tracce di insediamenti abitativi dell'Età del bronzo a Capo Colonna) attestano le sue origini preistoriche, ma le tracce più concrete arrivano non prima della conquista dei Romani.

Trani verrà, infatti, secoli dopo, indicata col nome di Turenum nella Tavola Peutingeriana, la copia medievale di un vecchio stradario dell'antica Roma.

A riprova della presenza romana nel territorio tranese vi sono un Mausoleo appartenente alla famiglia dei Bebii, costruito presumibilmente nel III secolo d.C. e demolito nella seconda metà del XIX secolo, l'opera di arginatura di un torrente che sfociava nell'insenatura del porto, i cui resti vennero utilizzati in seguito come fondamenta per il sottopassaggio ferroviario di via Torrente Antico, e le rovine di una villa recentemente ritrovata lungo il tratto di costa verso Bisceglie, attestabili al I secolo d.C.[4]

Le tracce della presenza della città si fanno più consistenti a partire dal IX secolo d.C.

Il Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

« Trani era uno dei più importanti porti della Puglia, da sempre crocevia di popoli e culture del Mediterraneo e porta per l'Oriente, testimone con le sue chiese, con i suoi palazzi e con la sua storia, di quell'età di mezzo, da sempre ricca di fascino e di mistero. »
Immagine del porto
Gli ordinamenta maris

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente iniziò in Puglia il periodo bizantino, caratterizzato da una pausa di dominazione longobarda e dalle minacce continue provenienti dal mare ad opera dei Saraceni. Fu comunque il Medioevo il periodo d'oro della città.

Sotto la dominazione longobarda, qui fu trasferita la sede vescovile, fino ad allora situata a Canosa, distrutta dai Saraceni nell'813, e la città fu sede di un gastaldato. In seguito alla caduta dell'Emirato di Bari, i Bizantini ripresero il controllo della città, che ormai da semplicevicus era diventata una città fortificata. Durante il periodo di appartenenza all'Impero Bizantino la città godeva di un certo grado di prestigio ed autonomia come punto di incontro tra Oriente ed Occidente. Nel 1010 e nel 1018 Trani si unirà ai moti guidati da Melo di Baricontro i Bizantini, che reprimeranno la rivolta e riprenderanno il controllo della città fino all'arrivo dei Normanni.

Nel 1042 Trani venne scelta come sede di una delle dodici baronie in cui venne divisa la Contea di Puglia: assegnata al conte Pietro, venne espugnata solo diversi anni dopo. In questo periodo la città godette di un certo grado di autonomia, dovuto al controllo ormai formale da parte dei governatori bizantini e alle lotte di potere tra i diversi rami della famiglia Altavilla. Trani cadde definitivamente sotto il dominio normanno nel 1073, dopo 50 giorni di assedio, per mano di Roberto il Guiscardo

Fu in questo periodo, corrispondente alla prima crociata, precisamente nel 1099, che nella città si iniziarono i lavori per la costruzione della cattedrale in onore del santo patrono San Nicola pellegrino, un giovane greco in viaggio verso Roma che morì a Trani, dopo diversi giorni di malattia ed alcuni miracoli, e canonizzato subito dopo a furor di popolo. Già allora aveva grande importanza il porto, che sarà in seguito punto di partenza e di ritorno di diverse crociate.

Il primato commerciale e Federico II[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Ordinamenta et consuetudo maris.

Sotto il dominio normanno la città di Trani godette, insieme alle altre comunità pugliesi, di una maggiore autonomia rispetto al centralismo del governo Bizantino. I tranesi si unirono alle frequenti ribellioni contro i sovrani d'Altavilla, venendo però sconfitti sia da Ruggero II nel 1134 che, definitivamente, dal suo successore, Guglielmo il Malo, che nel 1156 punì duramente la città insieme alle altre ribelli pugliesi, tra cui Bari che venne quasi completamente distrutta.

Tuttavia in città fiorì il commercio di frumento e di olio, destinato ai porti di tutto l'Adriatico, in particolar modo verso la costa dalmata e Venezia. Il porto, la cui naturale insenatura lo rendeva un punto d'approdo strategico per la protezione delle navi, divenne uno dei principali punti d'imbarco per i crociati in partenza verso la Terrasanta. A testimonianza della prosperità economica raggiunta dalla città vi sono la costruzione della maestosa Cattedrale e gli Ordinamenta Maris, promulgati ufficialmente nel 1063, che rappresentano il primo esempio di codice marittimo nel Mediterraneo. La città era anche sede di un "ospitale" dei cavalieri Templari, con annesso imbarcadero e una magnifica chiesa.

L'apice della prosperità venne raggiunto sotto la dominazione sveva: Federico II concesse numerosi privilegi commerciali e amministrativi alla città e promosse la costruzione di nuove fortificazioni, il Castello, nel 1233, e la nuova cinta muraria, che protesse l'intera insenatura del porto e promosse l'espansione urbanistica della città, che fino ad allora era di poco cresciuta al di là delle antiche mura longobarde. L'imperatore svevo concesse inoltre libertà di culto agli ebrei, che a Trani formavano una prosperosa comunità.

Manfredi, figlio di Federico, continuò l'opera del padre, concedendo il permesso di aprire logge e fondaci alle principali città marinare, tra cui le repubbliche marinare di Amalfi[5],GenovaVenezia e Ragusa: le ultime due insediarono in città anche i loro consoli. Tra le comunità che popolarono Trani in quel periodo, degni di menzione sono i mercanti diRavello, che si insediarono in una strada a ridosso delle antiche mura, chiamata in loro onore "ruga Ravellensium"; numerosi banchieri fiorentini aprirono inoltre loro sportelli in città.

Testimonianza dell'importanza raggiunta da Trani in questo periodo storico e della predilezione dei sovrani per la città è il matrimonio di Manfredi con Elena Ducas (1242 -Lucera1271) figlia del despota d'Epiro Michele II, il 2 giugno 1259, imitato dal suo successore Carlo I d'Angiò, che sempre a Trani sposò nel 1266 Margherita di Provenza.

La comunità ebraica[modifica | modifica wikitesto]

La sinagoga Scolanova

La presenza di un notevole insediamento ebraico contribuì in modo determinante alla prosperità tranese: la comunità animava infatti i commerci e gli studi e rappresentò per lungo tempo il maggiore insediamento dell'Italia meridionale. La comunità ebraica tranese si ingrandì soprattutto grazie alle espulsioni dei loro correligionari dagli altri stati, come la Castiglia nel 1144 e la Francia nel 1182. La distruzione di Bari ad opera di Guglielmo il Malo favorì il trasferimento degli ebrei baresi in Trani, che si apprestava a diventare l'epicentro delle attività commerciali in Puglia.

Gli ebrei si insediarono nella Giudecca, quartiere sito nella parte orientale del borgo antico e collegato al porto: proprio la via che scende al porto è denominata tutt'oggi via Cambio, in memoria dei banchi di cambio della comunità ebraica, oltre che di amalfitani e ravellesi. Nella Giudecca erano presenti ben 4 sinagoghe, di cui si sono conservate la sinagoga 'Grande' - poi chiesa di S.Anna ed oggi Museo - e la sinagoga Scolanova. Un importante ritratto della situazione degli ebrei in città lo offre Beniamino di Tudela, che facendo tappa a Trani durante il suo viaggio, censì la comunità ebraica in 200 famiglie, dedite in attività sia commerciali che artigianali, come ad esempio tintorie e produzione di vasi.

La comunità ebraica venne tutelata sia dai sovrani normanni che da quelli svevi: con l'arrivo degli Angioini la situazione peggiorò, con nuove imposizioni di tributi e soprattutto favorendo le conversioni al Cristianesimo. L'annichilimento della cultura e delle tradizioni ebraiche conobbe il suo apice durante il regno di Carlo III di Durazzo, che fece trasformare le 4 sinagoghe della Giudecca in chiese cristiane.

Sebbene la comunità si fosse in qualche modo conservata, come dimostrano gli statuti municipali concessi da Re Ladislao nel 1413, che prevedevano la presenza di due cittadini neofiti nel consiglio della città, solo con l'arrivo di Alfonso d'Aragona si riebbe l'antica tolleranza religiosa e la comunità venne rimpinguata grazie agli ebrei in fuga dalla Spagna. La comunità ebraica sopravvisse in città fino al 1541, quando Carlo V decretò la definitiva espulsione degli ebrei dal suo regno. In memoria dell'importante presenza ebraica in Trani, una nuova comunità ebraica è stata istituita nel 2004[6][7].

I periodi angioino e aragonese: il declino[modifica | modifica wikitesto]

Con l'arrivo degli Angioini e la fine delle Crociate, la città conobbe un primo periodo di crisi, al quale alcuni sovrani del Regno di Napoli fecero fronte con la concessione di alcuni privilegi, come l'istituzione di diverse fiere commerciali e interventi di riparazione per il porto. Proprio nel XIV secolo, la città perse per alcuni anni lo status di potestà demaniale e venne concessa in feudo, per l'unica volta nella sua storia, al capitano di ventura Alberico da Barbiano dal 1383, riguadagnando lo storico privilegio di essere sottoposta solo al sovrano nel 1409. Il XV secolo vide una breve ripresa commerciale, grazie all'arrivo degli Aragonesi e alla breve dominazione veneziana, dal 1496 al 1509.

Durante il secolo successivo si ebbe l'inesorabile declino delle attività commerciali marittime: oltre alla perdita d'importanza delle rotte commerciali nel Mediterraneo a causa della scoperta delle Americhe, la città non riuscì a porre rimedio al progressivo insabbiamento del porto, legato all'accumulo di detriti portati dalle acque torrentizie nell'insenatura naturale e all'attività della lavorazione del salnitro, che si svolgeva nella parte meridionale dell'insenatura. Il ritorno degli Aragonesi con Carlo V inasprì la crisi anche grazie alla definitiva espulsione della comunità ebraica, che da sempre aveva costituito un potente fulcro economico nella società tranese. Una nuova invasione veneziana durante le guerre italiane del 1526 e una terribile epidemia di peste contribuirono al definitivo declino della città, con una drammatica riduzione del numero di abitanti.

Il governo vicereale cerco di porre rimedio alla crisi insediandovi nel 1586 la Sacra Regia Udienza, che trasformò Trani a tutti gli effetti nel capoluogo della provincia di Terra di Bari, ruolo che rivestirà per quasi 200 anni: il Pretore era infatti sia rappresentante del Regno che esecutore del potere giudiziario. La presenza dell'amministrazione giudiziaria permetterà alla città di rivestire un ruolo prestigioso nel campo giuridico fino ai tempi moderni. L'insediamento dell'Udienza diede infatti vita a nuove prospettive di sviluppo economico e sociale della città la quale da centro marinaro e commerciale diventò anche centro principale, amministrativo e culturale della terra di Bari. Da allora la città divenne residenza di molti nomi illustri, avvocatifunzionari e magistrati, i quali vi si stabilirono portando con sé anche le loro famiglie che arricchirono la città di tesori d'arte, preziose biblioteche e sontuosi palazzi. Trani visse così un periodo di grande fioritura culturale grazie alla sua funzione politica, ritrovando parte del suo passato splendore soprattutto nel XVIII secolo, durante la dominazione dei Borbone.

Gli avvenimenti del 1799[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Repubblica Napoletana (1799).

Dopo la proclamazione della Repubblica Napoletana, alcuni cittadini ispirati dagli ideali liberali della nuova repubblica tentarono di prendere il controllo della città: il Sindaco e gli eletti vennero dichiarati decaduti e il 3 febbraio venne piantato, di fronte alla chiesa di San Francesco, l'albero della libertà, nel luogo denominato oggi Piazza Libertà in memoria di quegli avvenimenti. Alcuni cittadini però si opposero, abbattendo qualche giorno dopo l'albero e proclamando la loro fedeltà al Re: i reazionari occuparono i punti strategici della città e il porto, procedendo all'arresto dei cittadini repubblicani e attendendo il ritorno dei Borbone, coadiuvati dalla flotta russa.

Nel frattempo l'esercito francese che appoggiava la Repubblica Napoletana, era giunto in Puglia per riconquistare le città ribellatesi alla Repubblica, tra cui Andria, San Severo, Trani. I reazionari tranesi, asserragliati nelle massicce mura federiciane della città, respinsero per ben otto volte la richiesta di resa avanzata dal generale francese Broussier, e per tutta risposta tra il 25 e il 29 marzo massacrarono tutti i 35 detenuti politici repubblicani rinchiusi nel Castello e diversi cittadini ritenuti loro fiancheggiatori. Il 30 marzo la città venne assediata dalle truppe francesi, capitolando dopo appena un giorno di assedio e di cannoneggiamento. Bloccata ogni possibile via di fuga anche con un blocco navale, i francesi e i repubblicani capitanati dal Carafa, assaltarono la città il 1º aprile, saccheggiando la città che venne in gran parte bruciata e distrutta. Molti abitanti furono massacrati, compresi molti esponenti delle famiglie nobili come i di Lernia, Bianchi, di Feo, Bassi, Palumbo e Moscatelli[8]: si stima che quel giorno morirono almeno 500 cittadini, mentre il fumo degli incendi era visibile dalle città vicine. Le navi francesi non esitarono a sparare con i cannoni sui pescherecci dei cittadini in fuga e a catturare e a fucilare diversi cittadini sfuggiti al blocco navale e sbarcati in approdi ritenuti più sicuri.

Il giorno dopo i francesi presero il controllo della città, con il generale Broussier che emanò un proclama di perdono per i cittadini insubordinati. Le truppe francesi si ritirarono dalla città qualche settimana dopo, permettendo il 16 maggio la restaurazione del dominio borbonico.

Dal XIX secolo ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Rappresentazione della città del 1703

Trani ebbe lo stato di capoluogo fino all'era napoleonica, questo le venne tolto da Gioacchino Murat in favore di Bari (1808): la città perse così il suo ruolo di capoluogo mantenuto per più di due secoli. I francesi prima e i Borbone dopo la restaurazione mantennero comunque la Corte d'Appello in città. Con la proclamazione del Regno d'Italia nel 1861, Trani mantenne il primato giudiziario, fino al 1923, quando la Corte venne definitivamente trasferita a Bari.

Durante la seconda guerra mondiale la città subì diversi bombardamenti, il più grave dei quali distrusse una palazzina sul porto uccidendo 21 persone il 27 aprile 1943, ricordato dai cittadini come "Pasquetta di sangue". Pochi mesi dopo i tedeschi invasero al fitta'. Prima di ritirarsi verso nord, i soldati nazisti rastrellarono 50 cittadini per rappresaglia dopo l'uccisione di due soldati durante un'azione di guerriglia. Grazie all'intervento del potestà e dell'arcivescovo, i tranesi vennero però rilasciati dal tenente colonnello della guarnigione tedesca.

Trani è oggi un comune membro dell'organizzazione internazionale Cittaslow, fondata in Italia in favore di un rallentamento delle frenetiche dinamiche moderne e per una migliore qualità della vita.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

« Là dove l'Adriatico già promette lo Jonio e perde il verde acidulo sotto le squame d'un azzurro tiepido e denso, questa città che nessuno celebra, Trani, eleva un duomo alto come un'acropoli e una torre che ne misura la distanza dal cielo. »
(Cesare BrandiInno a Trani)

La città è situata sulla costa adriatica 42 km a nord di Bari, ad un'altitudine di 7 metri s.l.m. Una piccola insenatura naturale, generata nell'antichità dalla foce di un fiume ormai scomparso, corrisponde al porto cittadino. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, sebbene ricada nell'estrema porzione settentrionale della Bassa Murgia barese, caratterizzata da una serie di terrazzi, la cui massima altitudine è raggiunta in corrispondenza della matina di Sant'Elia (a circa 200 metri s.l.m), che degradano verso la costa. L'intero territorio è percorso da numerose lame, tra cui la più importante è Lama Paterno, che segna il confine con il comune di Bisceglie.

Le caratteristiche geologiche del territorio hanno permesso lo sviluppo dell'attività estrattiva della pietra di Trani, pregiata roccia calcarea, per anni uno dei più importanti motori dell'economia cittadina. L'attività estrattiva degli ultimi decenni ha però provocato irrimediabili alterazioni del territorio, sia a livello ambientale che paesaggistico, con il problema tutt'oggi irrisolto delle aree dismesse, fattori di rischio ambientale e sanitario, difficilmente recuperabili[9].

La costa sud è caratterizzata dalla presenza di piccole falesie, formazione geologica tipica del tratto di costa tra Trani e Bisceglie: lo sfruttamento antropico, l'erosione da parte dei moti ondosi e in ultimo le opere di consolidamento della costa hanno notevolmente ridimensionato l'estensione delle falesie, presenti ormai solamente nel tratto di costa tra il Lido Matinelle e la Torre Olivieri, al confine con il comune di Bisceglie.

La parte settentrionale del territorio, geograficamente attigua alla valle del fiume Ofanto, si distingue per la presenza di una zona umida costiera, in località Boccadoro-Ariscianne, caratterizzata dalla presenza di numerose sorgenti di acque salmastre, che costituisce un importante habitat naturale per diverse specie animali e vegetali.

La vegetazione spontanea del territorio tranese è costituita da pini (nelle varietà domesticomarittimo e di Aleppo), carrubicorbezzolilentischiquerceginepri ed eriche. Le colture più diffuse sono quelle di olivemandorle e uva da vino, in particolar modo del Moscato di Trani.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Trani al tramonto

Secondo la classificazione dei climi di Köppen Trani appartiene alla fascia Csa ossia al clima temperato delle medie latitudini con estate molto calda (temperatura media assoluta del mese più caldo non inferiore ai 22º) e stagione estiva asciutta. Nello specifico il clima tranese è tipicamente mediterraneo. Essendo una città costiera, l'umidità relativa si mantiene molto elevata in tutto l'anno, con un valore medio del 70%. La brezza marina fa sì che le temperature estive non salgano generalmente sopra i 32°. Solo in caso di forti venti di libeccio, per effetto favonico, si possono raggiungere e talvolta superare i 40 °C. (Record di +45,4 °C per Bari Palese)[11]. Anche le temperature invernali sono piuttosto contenute. Non sono rare tuttavia irruzioni di aria fredda nord orientale che talvolta possono portare precipitazioni anche a carattere nevoso. Le piogge sono concentrate soprattutto in autunno e in inverno, quasi assenti nel periodo estivo e per lo più a carattere temporalesco.

Trani Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 11,4 12,4 14,9 18,5 23,3 27,7 30,7 31,7 26,8 21,4 16,5 12,9 12,2 18,9 30,0 21,6 20,7
T. min. media (°C) 4,1 4,3 6,0 8,4 12,3 16,2 19,8 20,0 16,2 12,3 8,5 5,6 4,7 8,9 18,7 12,3 11,1
Precipitazioni (mm) 52 58 46 43 39 30 22 26 49 61 62 60 170 128 78 172 548
Umidità relativa media (%) 76,6 75,1 73,5 71,1 68,7 64,2 60,2 61,3 68,3 74,4 76,5 77,0 76,2 71,1 61,9 73,1 70,6

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone comunale
« Fortis Ferox Fertilis »
(Motto inciso sullo stemma)

Creato nel 1098 lo stemma della città raffigura un drago munito di grandi ali, nell'atto di schiacciare sotto i suoi artigli una testa taurina, e con una torre poggiata sul dorso:

Di azzurro, al drago di verde con le ali aperte, con le zampe d'oro, con la coda attorcigliata, desinente in dardo e volta all'insù, sostenente la torre di argento, murata di nero, merlata alla ghibellina di quattro, il drago poggiante la zampa sinistra sulla collina di verde, fondata in punta, e afferrante con la zampa destra, posta in fascia, la testa e il collo di toro, posti in tre quarti, d'argento.

Corona: Corona di città con cinque torri (concesso con DPCM del 13 luglio 1914)

Il gonfalone è un drappo di bianco bordato d'azzurro.

Lo stemma concesso nel 1914 non corrispondeva al simbolo storico, ma ad una ricostruzione fatta attraverso i documenti all’epoca noti: per fare un confronto con lo stemma odierno il drago (con tutta la collina su cui poggia) si trova in cima alla torre e non viceversa. Lo sfondo era inoltre grigio e non azzurro e la testa era bovina e non di toro. Dopo accurate e approfondite ricerche storiche, anche attraverso il confronto con gli stemmi scolpiti su diversi edifici cittadini, è stato ricostruito lo stemma originale e fatta domanda di sostituzione al Ministero. L’8 settembre del 2000 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha firmato il decreto di sostituzione dello stemma e del gonfalone[12].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'argento al merito civile
  «Durante l'ultimo conflitto mondiale, a seguito di un bombardamento aereo che aveva provocato numerose vittime e danni, la popolazione interveniva prontamente in soccorso dei superstiti e si adoperava poi, con impavido spirito di sacrificio e pochi mezzi a disposizione, nella instancabile opera di sgombero delle macerie e di ricostruzione. Splendido esempio di umana solidarietà ed alto spirito di abnegazione[13].»
— Trani 27 aprile 1943

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Grazie alla sua millenaria storia, la città di Trani può fregiarsi del titolo di città d'arte e vantare un ampio patrimonio artistico e architettonico: oltre alla celeberrima Cattedrale sul mare e al Castello svevo, la città è ricca di chiese e monasteri, oltre che di pregevoli palazzi storici. Il porto turistico, anch'esso di origini molto antiche, fa da cornice alle splendide bellezze artistiche della città spesso soprannominata la "perla dell'Adriatico"

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La Cattedrale Romanica[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della Cattedrale
Santa Maria di colonna Trani
Romanico Tranese

Sculturaromanicatrani.jpg

Voci principali (in ordine cronologico):
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Trani.

La Cattedrale di Trani è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano.

La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.

Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson,Massimo RanieriClaudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.

Monastero di Colonna[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Monastero di Santa Maria di Colonna.

La chiesa di Santa Maria di Colonna, situata sulla penisoletta di Capo Colonna, è a poco più di un miglio dal centro della città, un tempo fuori dall'abitato urbano, ma adesso compresa al centro di una florida zona turistico-residenziale. Fu fondata, insieme all'attiguo monastero benedettino, tra la fine del sec XI e l'inizio del XII, dal nobile tranese Goffredo Siniscalco. La facciata principale si avvale di elementi decorativi tipici dell'architettura romanica: il rosone, un arco lavorato e sostenuto da agili colonnine, un architrave di finissima fattura (proveniente da un monumento pagano) e una serie di archetti pensili della cuspide. Nella Chiesa si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo, oltraggiato dai corsari saraceni e un prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana, in cambio delle reliquie di Santo Stefano, che qui si veneravano fino al 1684. Attualmente il monastero è utilizzato per iniziative culturali, concerti di musica Jazz e Classica all'interno dello splendido chiostro o nel cortile esterno. Notevole è la veduta panoramica di cui si può fruire, salendo al piano superiore, dal quale è possibile osservare la costa antistante il lungomare, sino alla villa comunale con la cattedrale sullo sfondo.

Altre chiese[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Trani.

La città di Trani vanta un gran numero di chiese, per la maggior parte in stile romanicoin primis la cattedrale, che rappresenta lo splendore e lo sfarzo che aveva nel Medioevo. In tutto tra sconsacrate, demolite ed ancora esistenti se ne sono contante più di cento. Inoltre la città vantava la presenza di ben quattro sinagoghe di cui due sono andate perdute e le altre due ancora esistenti sono state riconvertite in chiese.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello svevo[modifica | modifica wikitesto]

Il castello svevo
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Castello svevo (Trani).

Il castello svevo di Trani è un castello edificato nella città di Trani nel 1233 sotto il regno di Federico II. Nel castello soggiornò spesso il figlio di Federico, Manfredi, che il 2 giugno del 1259 vi sposò la seconda moglie, Elena Ducas.

Fortino[modifica | modifica wikitesto]

Il fortino visto dalla cattedrale

All'estremità sinistra della villa comunale si accede all'antico fortilizio destinato alla protezione dell'estrema punta orientale del porto: il fortino è un'opera di fortificazione posta a protezione dell'ingresso del porto, sul molo di Sant'Antonio, che prende il nome da un edificio religioso del XII secolo,la chiesa di Sant'Antonio Abate, inglobata definitivamente nel 1541 all'interno della costruzione difensiva preesistente a seguito della fortificazione voluta dal Viceré Pietro de Toledo per esigenze difensive della rada del porto. La chiesa e il fortino sono stati oggetto di restauro negli anni '80

Dalla sommità del fortino è possibile ammirare tutta l'insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la Cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti. Questo punto panoramico è considerato dai suoi abitanti uno dei posti più belli e suggestivi della città.

Torre Barbinelli[modifica | modifica wikitesto]

Torre fortificata dell XI sec. situata in p.zza Cesare Battisti. Con scopi di avvistamento faceva parte del primo castello regio bizantino -normanno.

Porta Antica[modifica | modifica wikitesto]

Delle 4 porte di accesso dell'antica cinta muraria Longobarda una sola si conserva ancora oggi inglobata nei fabbricati, è porta antica detta anche aurea.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Casa de Agnete[modifica | modifica wikitesto]

Venne edificata nel 1283 da Nicola Lombardo figlio di Giovanni De Agnete, presenta una facciata medievale quasi integra ricca di dettagli architettonici decorativi. Al piano terra presenta, come altri edifici della stessa via, le tracce di un antico portico. Al primo livello un'elegante finestra, in origine bifora ma oggi mancante della colonna centrale, dal profilo interno lobato, è sormontata da una cornice a estroflessione esterna dalla forma triangolare poggiante su due colonnine, e due finestrine monofore ad arco acuto lateralmente alla grande finestra. Al livello superiore vi è una più grande finestra centrale ad arco acuto ai lati della quale vi sono le mensole poggia tenda.

Torre dell'Orologio[modifica | modifica wikitesto]

La torre medievale è l'edificio più alto del centro storico dopo il campanile della Cattedrale. Venne fatta edificare dal Sindaco Spirito de Piczioni, nel 1473, attigua alla chiesa di San Donato. All'interno della torre, di proprietà del Comune, venne collocato un orologio meccanico, uno dei primi nel Regno di Napoli. La base della torre reca lo stemma originario della città. La torre è stata restaurata nel 1931, mentre l'orologio è stato ripristinato dopo anni di incuria solo nel 1994. Oggi la torre non è accessibile al pubblico.

Palazzo Caccetta[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Caccetta

Il Palazzo venne fatto edificare dal mercante tranese Simone Caccetta nel 1456. È da ritenersi una delle opere più interessanti dell'architettura delRinascimento a Trani, data la commistione di generi che caratterizza la facciata, unico elemento che ha conservato le caratteristiche originarie dell'epoca di costruzione del palazzo. La facciata principale è stata realizzata principalmente in stile tardogotico, ma oltre al portale ad arco gotico a raggiera sono presenti elementi architettonici di stili diversi,come ad esempio la bellissima trifora in corrispondenza del portone principale d'ingresso.

Nel 1484, re Ferdinando confiscò il palazzo a Simone Caccetta, a causa di un tentativo di rivolta contro l'autorità regia, vendendolo per 1000 ducati all'Università di Trani. Di proprietà del comune, ha ospitato i governatori veneti fino al 1509, diventò convento dei monaci Teresiniani nel 1642 e Seminario nel settecento. Attualmente è una delle sedi staccate del Palazzo di Giustizia.

La tradizione vuole che da questo palazzo la notte del 13 febbraio 1503 partì la notizia per tutt'Italia della vittoria dei 13 cavalieri italiani capeggiati da Ettore Fieramosca sui francesi nella Disfida di Barletta.

Palazzo Antonacci Telesio[modifica | modifica wikitesto]

Vista porto di Palazzo Telesio (dopo ristrutturazione 2009)

Edificato nel 1761 dalla famiglia Antonacci (come di evince dalla data incisa sullo stemma di famiglia posto nell'androne) passò poi per successione alla famiglia Telesio, originariamente insignita del titolo di duca di Toritto, che tuttora lo abita. Con la facciata principale rivolta verso il porto sulla odierna Piazza Quercia, ha subito un ampliamento sul lato est, dopo la demolizione delle mura federiciane, nel 1845 ad opera dell'architetto Luigi Castellucci di Bitonto, il quale pure adeguò la facciata su piazza Quercia allo stile neoclassico. Il palazzo ospita all'interno il Museo delle Carrozze: una raccolta di 33 carrozze ottocentesche, appartenenti per lo più alla famiglia Telesio, oltre a finimenti e divise da cocchiere. L'importanza di questa raccolta sta nell'illustrare l'abilità artigianale dell'epoca e nel far rivivere la storia di un'intera classe sociale e di tutti coloro che per essa operavano.

Altri palazzi[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli altri palazzi presenti in città si ricordano:

  • ·Palazzo Bianchi
  • Palazzo Bonismiro
  • Palazzo Brouquier già Lepore Campitelli
  • Palazzo De Angelis
  • Palazzo De Angelis-Ventricelli
  • Palazzo Candido
  • Palazzo Carcano
  • Palazzo Covelli già Forges Davanzati
  • Palazzo Filisio
  • Palazzo Gadaleta
  • Palazzo Gattola-Mondelli
  • Palazzo Lambert (già Palagano)
  • Palazzo Morola
  • Palazzo Moselli-Maggiolla Sedile dei Nobili di Portanova
  • Palazzo Palumbo
  • Palazzo Petta già Lopez
  • Palazzo Rogadeo oggi Palazzo Arcivescovile
  • Palazzo Sarlo
  • Palazzo Sifola
  • Palazzo Sorìa
  • Palazzo Torres
  • Palazzo Valenzano
  • Palazzo Vischi

Parchi e giardini[modifica | modifica wikitesto]

Villa comunale[modifica | modifica wikitesto]

Villa comunale e fortino

È il giardino pubblico più grande della città. Si estende su un terrazzamento a picco sul mare, cinto dai bastioni delle antiche fortificazioni della città. La posizione della villa offre, sul lato sud, una splendida vista panoramica del lungomare fino al Monastero di Santa Maria di Colonna, mentre dal lato nord si accede al Fortino, da cui si può godere della vista dell'intera insenatura del porto e della Cattedrale. La villa venne inaugurata nel 1824 grazie alla donazione dei terreni al Comune da parte di privati; successivamente venne ampliata grazie alla bonifica dei terreni immediatamente a sud, sulla costa, nella zona denominata per l'appunto Canneto a causa dell'insalubrità dei luoghi.

L'area è piantumata a palmelecciquerce e pini, ed è abbellita da aiuole, fontanelle e giochi per bambini. Nella parte sud è presente un acquario contenente 18 vasche valorizzate con pietra di Trani che ospitano circa 500 pesci di innumerevoli specie provenienti da quasi tutti i laghi e fiumi del mondo e piante acquatiche ornamentali. Il viale centrale corre quasi interamente parallelo alla linea della costa ed è lungo 350 metri; sul viale, collocato di fronte all'ingresso principale, si trova il Monumento ai Caduti, scolpito nel 1923 dal tranese Antonio Bassi. Percorrendo il viale si incontra uno chalet del XIX secolo, sede di mostre e iniziative culturali a cura di artisti locali, e la cassa armonica, realizzata nel 1888 e recentemente restaurata e resa nuovamente funzionale[14]; nei viali di destra sono raccolte sei colonne miliari dell'antica via Traiana, provenienti dal tratto Ruvo-Canosa.