Padova


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Padova
comune
Padova – Stemma Padova – Bandiera
Padova – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Veneto-Stemma.png Veneto
Provincia Provincia di Padova-Stemma.png Padova
Amministrazione
Sindaco Massimo Bitonci (Lega Nord) dal 9-6-2014
Territorio
Coordinate 45°24′23″N 11°52′40″ECoordinate45°24′23″N 11°52′40″E (Mappa)
Altitudine 12 m s.l.m.
Superficie 93,03 km²
Abitanti 211 413[2] (31-3-2015)
Densità 2 272,52 ab./km²
Frazioni nessuna[1]
Comuni confinanti Abano TermeAlbignasego,CadonegheLegnaro,LimenaNoventa Padovana,Ponte San NicolòRubano,SaonaraSelvazzano Dentro,VigodarzereVigonovo (VE),VigonzaVillafranca Padovana
Altre informazioni
Cod. postale 35121-35143
Prefisso 049
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 028060
Cod. catastale G224
Targa PD
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Nome abitanti padovani, patavini
Patrono san Prosdocimo,
sant'Antonio di Padova,
santa Giustina,
san Daniele di Padova
Giorno festivo 13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Padova
Padova
Posizione del comune di Padova all'interno dell'omonima provincia
Posizione del comune di Padova all'interno dell'omonima provincia
Sito istituzionale

Padova (Pàdova[3]Pàdoa o Pàoa anticamente anche Pàva in venetoPatavium in latino) è un comune italiano di 211 413 abitanti[2], capoluogo della provincia omonima in Veneto.

È il terzo[4] comune della regione per popolazione (preceduto da Venezia e Verona) ed il più densamente popolato[5].

Secondo l'Eneide virgiliana, la città sarebbe nata per mano di Antenore principe troiano (Virgilio, Eneide, 1, 247 - 249), nell'anno 1185 a.C., una tradizione che fa di Padova una delle più antiche città della penisola, e la più antica del Veneto. Sebbene la fondazione sia leggendaria, [6]i dati archeologici hanno confermato l'antichissima vetustà della città, sviluppatasi tra il XIII e XI secolo a.C. e legata alla civiltà dei Veneti antichi.

La città di Padova è stata definita "capitale della pittura del Trecento" dal critico d'arte Vittorio Sgarbi[7]: le testimonianze pittoriche del XIV secolo - tra tutte, il ciclo di Giotto alla Cappella degli Scrovegni - la rendono nodo cruciale negli sviluppi dell'arte occidentale. Lo splendore artistico trecentesco fu uno dei frutti del gran fervore culturale favorito dalla signoria dei Carraresi che resero Padova uno dei principali centri del preumanesimo. A Padova, tra il XIV secolo ed il XV secolo si sviluppò in concomitanza con Firenze una imponente corrente culturale votata all'antico che tramuterà nel Rinascimento padovano, che influenzerà la compagine artistica dell'intera Italia settentrionale del Quattrocento.

Dal 1222 è sede di una prestigiosa università che si colloca tra le più antiche del mondo.

Sede vescovile a capo di una delle diocesi più estese ed antiche d'Italia è universalmente conosciuta anche come la città del Santo,appellativo con cui viene chiamato a Padova sant'Antonio, il famoso francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse in città per alcuni anni e vi morì il 13 giugno[8] 1231. I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant'Antonio, importante meta di pellegrinaggio della cristianità e uno dei monumenti principali cittadini. Antonio è uno dei quattro santi patroni della città conGiustinaProsdocimo e Daniele. A Padova si venerano pure le importanti reliquie di san Lucasan Mattia e san Leopoldo Mandić. Nel 1829, Padova fu la sede del primo Convitto Rabbinico, importante istituzione dell'ebraismo italiano[9].

Da Padova deriva la celebre forma di danza "pavana".

Nel 1524, a Padova fu costruito per la prima volta dopo l'età classica uno spazio interamente dedicato alle rappresentazioni teatrali, la Loggia CornaroLa bisbetica domata, commedia di William Shakespeare, è ambientata a Padova.

Indice

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Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Mappa di Padova e dei suoi quartieri

Padova è collocata all'estremità orientale della Pianura Padana, circa 10 km a nord dei Colli Euganei e circa 20 km a ovest della Laguna di Venezia. Il territorio comunale si sviluppa su 92 km² interamente pianeggianti e solcati da vari corsi d'acqua, che hanno dato nei secoli la forma e la protezione alla città.

La città poggia su un terreno composto di materiali fini e limoso-sabbiosi, mentre i sedimenti ghiaiosi sono rari. La distribuzione dei vari livelli stratigrafici è molto irregolare a causa delle frequenti divagazioni e variazioni che i corsi dei suoi fiumi hanno subito durante l'ultima era geologica (si veda per esempio la rotta della Cucca). A ovest della città, nelle aree rurali del quartiere Montà sono ben visibili vari paleoalvei del fiume Brenta.

Confina:

Per quanto riguarda il rischio sismico, Padova è classificata nella zona 4 (sismicità irrilevante) dall'Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003[10].

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta dal Ponte delle Torreselle

La città è nata e si è sviluppata all'interno dei bacini idrografici dei fiumi Brenta e Bacchiglione, che hanno fortemente condizionato il tessuto urbano e presentano scorci suggestivi in molti angoli della città[11]).

In passato, tali corsi d'acqua erano fondamentali per l'economia cittadina, in particolar modo per la presenza di numerosi mulini e per la loro funzione commerciale, secondariamente per congiungere tramite barche la città con la vicina Venezia e gli altri centri della provincia di Padova. Inoltre, i canali hanno rappresentato a lungo un valido complemento delle opere di fortificazione della città. Le opere di ingegneria fluviale che si sono susseguite nel corso dei secoli, soprattutto per impulso del Magistrato alle Acque della Repubblica di Venezia, hanno permesso di ridurre il rischio di esondazioni che interessano il tessuto urbano della città; gli ultimi grandi lavori risalgono però all'Ottocento. L'attuale complesso sistema di collegamenti e chiuse tra i canali cittadini è in grado di gestire e far defluire onde di piena anche significative, senza gravi pericoli per la città. Le aree a rischio, solo in presenza di piene di dimensioni eccezionali, sono la zona sud-orientale di Terranegra (il cui nome deriva dalle esondazioni a cui era spesso soggetta nei secoli passati), e quella sud-occidentale di Paltana.[12]

Canale in riviera San Benedetto

I corsi d'acqua cittadini principali sono:

  • Brenta, che ha origine dai laghi di Levico e Caldonazzo, e delimita il quartiere Nord dai comuni limitrofi.
  • Bacchiglione, che nasce dalle risorgive tra Dueville e Villaverla in provincia di Vicenza; dopo aver ricevuto a Tencarola le acque delBrenta tramite il canale Brentella, entra in città al Bassanello da ovest dove si divide in tre tronchi:
  • Canale di Battaglia, canale artificiale del XII secolo che si distacca dal fiume Bacchiglione in località Bassanello (nella periferia meridionale della città) per dirigersi verso i centri a sud della provincia, ricongiungendosi poi attraverso una rete di canali con il tratto finale del fiume.
  • Canale Scaricatore, che volge verso est convogliando all'esterno della città la maggior parte delle acque del fiume. Fu costruito dal governo austriaco nel 1830, su un progetto della repubblica Serenissima, per regolamentare le piene del fiume e rimaneggiato nell'anno 1920.
  • Tronco Maestro che scorre verso nord costeggiando il centro storico ad ovest e a nord fino alle Porte Contarine; fungeva da canale difensivo per il lato nord-ovest delle mura duecentesche. Era utilizzato soprattutto per la navigazione.
  • Naviglio Interno, che si dirama dal Tronco Maestro, attraversa il centro storico a sud e ad est, seguendo quello che era il percorso del Medoacus e si ricongiunge con il ramo principale alle Porte Contarine. Era utilizzato soprattutto per alimentare i mulini e se ne distaccano diversi canali secondari, tra i quali il canale di Santa Chiara che esce dalla città verso sud-est per ricongiungersi poco oltre con il canale Piovego.
  • Canale Piovego, che ha origine dalla confluenza del Tronco Maestro e del Naviglio Interno presso le Porte Contarine e prosegue verso il Brenta e Venezia, delimitando a nord le mura cinquecentesche.
Le Porte Contarine

A partire dagli anni cinquanta, le opere di interramento dei canali cittadini, in particolar modo del Naviglio Interno (oggi Riviera Ponti Romani), ne hanno decretato un lungo periodo di abbandono ed hanno alterato irreparabilmente lo stretto connubio tra Padova e le sue acque. È solo negli anni novanta che si è assistito ad un recupero delle vie d'acqua cittadine, ora percorse nuovamente da imbarcazioni; nei primi anni del terzo millennio sono stati eseguiti lavori volti a promuovere il turismo fluviale.

Le aree verdi[modifica | modifica wikitesto]

L'orto Botanico patrimonio dell'UNESCO
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Aree verdi di Padova.

Secondo dati del 2005, la città di Padova può vantare 2.512.945 m² di verde pubblico, di cui 1.680.939 m² di verde attrezzato (compresi i parchi-giochi per bambini, le piste ciclabili, i campi polivalenti ecc.), che corrispondono a 11,91 m² di verde per abitante e al 2,69% della superficie comunale.[13] Nel 2006 Padova ha vinto il primo premio La città per il verde, assegnato in occasione della manifestazione Euroflora 2006 svoltasi a Genova[14].

Tra gli spazi verdi spicca l'Orto Botanico, patrimonio UNESCO ed il Parco Treves de Bonfiliprogettato da Giuseppe Jappelli.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Padova.

La città presenta un clima tendenzialmente subcontinentale tipico della pianura padana, mitigato tuttavia dalla vicinanza al Mar Adriatico. Dal punto di vista legislativo, il comune di Padova ricade nella Fascia Climatica E con 2383 gradi giorno,[15] quindi il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile. Tuttora, per i dati climatici si fa riferimento alla stazione meteorologica dell'Orto Botanico, una di quelle da cui l'ARPAV raccoglie le informazioni inerenti al meteo urbano (l'altra si trova a Legnaro, fuori dei confini comunali). Le temperature di seguito riportate fanno riferimento ai dati relativi al periodo che va dal 1951 al 2000[16]; da considerare che la stazione dell'Orto Botanico è situata nel pieno centro della città e non in una periferia scarsamente urbanizzata.

Dati meteo Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 5,3 8,2 12,7 17,3 22,2 26,3 28,8 28,1 24,1 17,9 11,4 6,6 6,7 17,4 27,7 17,8 17,4
T. media (°C) 2,1 4,3 8,4 12,7 17,2 21,1 23,3 22,7 19,2 13,7 8,0 3,6 3,3 12,8 22,4 13,6 13,0
T. min. media (°C) -1,1 0,4 4,1 8,1 12,3 15,9 18,9 17,3 14,2 9,5 4,5 0,6 0,0 8,2 17,4 9,4 8,7
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 23 18 5 0 0 0 0 0 0 0 3 20 61 5 0 3 69
Precipitazioni (mm) 48 49 68 79 82 82 60 59 67 83 82 61 158 229 201 232 820
Giorni di pioggia 6 5 7 9 9 8 7 6 7 8 8 7 18 25 21 23 87
Umidità relativa media (%) 80 73 69 70 69 70 68 69 71 74 77 81 78 69,3 69 74 72,6
Eliofania assoluta (ore al giorno) 3 4 5 6 7 8 10 9 6 4 3 2 3 6 9 4,3 5,6

A Padova si registrano anche temperature abbastanza basse, in particolare nel periodo che va dalla metà di dicembre alla metà di gennaio, dovute per lo più a masse di aria fredda sub-polare provenienti da nord (Scandinavia) o da est (Est europeo e Balcani) che non troppo spesso portano abbondanti precipitazioni nevose. Il triangolo Padova-Vicenza-Rovigo è la zona più nevosa della pianura veneta, con una media nivometrica annua storica per Padova e provincia che oscilla tra 10 e 30 centimetri, 15–20 cm in città[17][18]; media inferiore a diverse zone del nord-ovest e dell'Emilia, ma maggiore rispetto a Liguria e ad altre zone pianeggianti del nord-est (Venezia, Verona, Udine).

La città soffre del problema del surriscaldamento urbano ed il centro annovera valori superiori alla provincia di ben un grado. È presente il fenomeno dell'inversione termica, con temperature diurne non superiori ai 3 gradi ed a volte inferiori agli 0 °C nelle frequenti giornate nebbiose; negli ultimi anni il perdurare della nebbia anche durante il giorno è meno frequente, a differenza della Bassa Padovana, del Rodigino e dell'Emilia. Negli anni settanta e soprattutto nei novanta del XX secolo, la media nivometrica di Padova è calata, mentre negli anni sessanta, ottanta e nel decennio dal 2001 al 2010 si sono registrati valori maggiori; i record del XX secolo di accumulo nevoso per la città si verificarono nel 1956 e nel 1985 con 55 cm.

Nell'inverno padovano vi sono giornate in cui la temperatura nelle ore più calde arriva a 12 gradi, e si ha una repentina caduta con valori leggermente superiori allo zero al calar della sera, con una notevole escursione termica. L'esposizione alle correnti di bora e l'innevamento del suolo possono invece portare a temperature più rigide, con qualche grado sotto lo zero di notte. Il record assoluto è rappresentato dai -19.8 °C registrati presso l'aeroporto nel gennaio 1985. Molto più rigido e nevoso era il clima invernale tra i secoli XVII e XIX, quando la neve permaneva a lungo al suolo, e le giornate "di ghiaccio" (cioè sempre sotto gli 0 °C nelle 24h) erano piuttosto frequenti. Ricordiamo tuttavia che in quei secoli vennero annoverate temperature molto basse in molte zone d'Italia[19].

Le estati sono calde, soleggiate e afose ma raramente insopportabili, benché negli ultimi anni si siano avuti picchi di calore che, per intensità e durata, hanno avvicinato o battuto i record storici. La temperatura più alta fu registrata all'Orto Botanico nell'agosto 2003 con +39.8 °C.

A tal proposito vengono riportati i dati meteorologici principali riferiti al periodo 2000-2012 (stazione di Padova Orto Botanico). I suddetti dati sono stati resi disponibili nel servizio GIS della Regione Veneto[20].

Dati meteo Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 6,4 9,0 14,1 18,2 24,0 27,6 30,0 29,6 24,3 18,3 12,1 7,4 7,6 18,8 29,1 18,2 18,4
T. media (°C) 3,0 4,5 9,1 13,4 18,4 22,3 24,1 23,7 18,8 13,8 8,9 4,3 3,9 13,6 23,4 13,8 13,7
T. min. media (°C) 0,7 1,3 5,2 9,1 13,8 17,7 19,3 19,1 14,9 10,8 6,3 1,6 1,2 9,4 18,7 10,7 10,0
Precipitazioni (mm) 45 59 68 88 94 72 71 79 98 95 110 72 176 250 222 303 951
Giorni di pioggia 5 5 6 10 8 7 6 6 7 8 9 8 18 24 19 24 85
Umidità relativa media (%) 80 74 71 70 68 67 65 69 73 81 83 80 78 69,7 67 79 73,4

Frequentemente la città è soggetta a temporali estivi, che allo scontro di masse d'aria diverse (fronti freddi che interrompono la calura) possono diventare violenti, con grandinate e forti colpi di vento soprattutto nella prima metà di giugno e nell'ultima di agosto. Fra le diverse trombe d'aria che si sono verificate, particolari furono quella distruttiva dell'agosto 1756 e quella che sfiorò la città per poi investire Venezia nel settembre 1970.

La primavera e l'autunno sono stagioni di passaggio, per loro natura incerte e spesso turbolente. Sono generalmente le stagioni più piovose (la più secca è l'inverno) e presentano forti differenze termiche da mese a mese. Se marzo e novembre possono presentarsi come mesi invernali, con gelate e nevicate, ad aprile ed ottobre si possono anche godere i primi/ultimi caldi (pur se raramente ed a livelli gradevoli, non fastidiosi come l'afa estiva); mentre maggio e settembre hanno caratteristiche nettamente più vicine all'estate, specialmente per quanto riguarda il primo mese autunnale, mentre l'ultimo mese primaverile è più frequentemente perturbato.

Temperature e precipitazioni annue dal 2002[modifica | modifica wikitesto]

Vengono di seguito riportati alcuni dati climatologici fondamentali per quanto concerne il clima della città di Padova[21], suddivisi per anno, dal 2002 al 2013. I dati sono relativi alla stazione meteorologica dell'Orto Botanico di Padova.

Anno Minima Assoluta Massima Assoluta Precipitazioni Giorni piovosi
2002 -4,9 °C 35,9 °C 1109 mm 96
2003 -4,8 °C 39,8 °C 698 mm 62
2004 -2,8 °C 36,2 °C 1101 mm 93
2005 -4,8 °C 34,9 °C 1109 mm 75
2006 -5,4 °C 37,0 °C 872 mm 69
2007 -2,2 °C 36,8 °C 751 mm 69
2008 -2,9 °C 34,1 °C 1264 mm 99
2009 -7,9 °C 35,1 °C 1023 mm 88
2010 -5,1 °C 35,8 °C 1350 mm 112
2011 -2,8 °C 37,5 °C 672 mm 63
2012 -6,6 °C 36,9 °C 735 mm 73
2013 -2,0 °C 36,1 °C 1196 mm 107

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Padova e Sindaci di Padova.
Le origini del nome

L'etimologia del toponimo è incerta, ma è evidente l'assonanza con l'antico nome del Po (Padus). Vi si potrebbe riconoscere la radice indoeuropea pat-, in riferimento forse ad un luogo pianeggiante ed aperto, contrapposto alle vicine zone collinari (in latino da questa radice deriva la parola "patera" che sta appunto per "piatto"), a cui si deve aggiungere un ulteriore suffisso "-av" (come nel fiume Timavo), di antica origine venetica, indicante appunto la presenza di un fiume, appunto il Brenta-Medoacus. Inoltre la terminazione "-ium", nel nome romano Patavium, indica la presenza di più villaggi poi unificatisi. (R. Mambella)

La cosiddetta Tomba di Antenore

Insediamenti preistorici sono stati accertati dall'archeologia, già a partire dall'XI secolo a.C. - X secolo a.C.,[22]topograficamente in corrispondenza dell'odierno centro di Padova. La leggenda narra che la fondazione di Padova sia avvenuta nel 1132 a.C. per opera di Antenore, un principe troiano scampato alla distruzione di Troia; ma è noto come tale leggenda tragga forse origine da un falso storico, opera di Tito Livio, per assimilare la propria città a Roma.

Foto di Padova con indicato il corso del Medoacus, le vie romane e le mura cittadine

Rappresentando uno dei principali centri della cultura paleoveneta, l'antica Padova sorse all'interno di un'ansa del fiumeBrenta (durante l'antichità chiamato Medoacus Major) che allora (probabilmente fino al 589) scorreva nell'alveo dell'odierno Bacchiglione (al tempo denominato Medoacus Minor o Edrone), entrando in città nei pressi della attuale Specola.

Già a partire dal 226 a.C. gli antichi patavini strinsero un'alleanza con Roma contro i Galli Cisalpini, alleanza poi confermata più volte, in particolare al tempo della Battaglia di Canne (216 a.C.) e della guerra sociale (91 a.C.), quando Padova e altre città transpadane combatterono al fianco dei romani. Dal 49 a.C. divenne un municipium romano, e in età augustea entrò a far parte della X Regio, della quale costituiva uno dei centri più importanti. Durante l'epoca imperiale la città divenne molto ricca grazie alla lavorazione delle lane provenienti dai pascoli dell'altopiano di Asiago. Dalla città passavano (o partivano) numerose strade che la congiungevano con i principali centri romani dell'epoca: la via Annia che la congiungeva con Adria e Aquileia, la via Medoaci che portava alla Valsugana e all'altopiano di Asiago, la via Astacus che la congiungeva con Vicentia, la via Aurelia che portava ad Asolo, la via Aponense che la collegava ai centri termali dei Colli Euganei. Sia a nord che a sud della città vi erano estese centuriazioni. In epoca romana, Padova[23] fu patria di Tito Livio, insigne storicoromano (nello stesso periodo, diede pure i natali ai letterati: Gaio Valerio FlaccoQuinto Asconio Pediano, Trasea Peto[24], di cui vi è ancora ricordo nella toponomastica cittadina).

Nel periodo delle invasioni barbariche fu più volte devastata, prima dagli Unni nel 452-453, poi nel601 dai Longobardi di Agilulfo, e infine dagli Ungari nell'899.

Nel Basso Medioevo Padova si distinse come Libero comune, partecipando alla Lega Veronese e alla Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa. A questo periodo risale la fondazione dell'Università (1222), una delle più antiche d'Italia. Fu poi dominata, a partire dal 1318, dalla signoria dei Carraresi, fino alla conquista da parte della Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1405 a seguito della guerra di Padova.

Porta Altinate vista dall'omonima Contrada
Resti di una parete del vecchio anfiteatro romano.

Nei successivi quattro secoli Padova, pur perdendo importanza politica, poté godere della pace e della prosperità assicurata dalla signoria veneziana, nonché della libertà garantita alla sua Università, che richiamò studenti ed insegnanti da tutta Europa, divenendo uno dei maggiori centri dell'aristotelismo e attirando numerosi ed illustri intellettuali, come Galileo Galilei. Nel 1509, durante la guerra della Lega di Cambrai, Padova dovette subire un terribile assedio, che fu però respinto. Dopo lo scampato pericolo, la Serenissima procedette ad opere di fortificazione, costruendo la cinta muraria che ancora oggi presenta gran parte dell'aspetto originale.

Caduta la Serenissima (1797), la città fu ceduta da Napoleone Bonaparte all'Austria. Dopo una breve parentesi all'interno del Regno d'Italia napoleonico, entrò a far parte nel 1815 del Regno Lombardo-Veneto asburgico. L'8 febbraio 1848 vide un'insurrezione contro il dominio austriaco, guidata in particolare dagli studenti universitari. Padova entrò a far parte del Regno d'Italia solo nel1866, in seguito alla terza guerra di indipendenza.

Nel corso della prima guerra mondiale, la città era il quartier generale delle forze militari italiane. Merita un cenno il fatto che l'ardimentosa (e pacifica) impresa del Volo su Vienna, di dannunzianamemoria, prese le mosse dalle vicinanze di Padova (Castello di San Pelagio in comune di Due Carrare, 9 agosto 1918). Nei pressi della città, a Battaglia Terme il castello di Lispida fu adibito a residenza del re Vittorio Emanuele III. AVilla Giusti (in località Mandria di Padova) fu firmato l'armistizio che pose termine al conflitto.

Nella seconda guerra mondiale Padova fu un importante centro della resistenza contro il nazifascismo. Numerosi studenti e insegnanti universitari parteciparono alla lotta partigiana, a cominciare dallo stesso rettore Concetto Marchesi. Per questo motivo l'Università degli Studi di Padova fu premiata (unica università italiana a ricevere tale onorificenza) con la medaglia d'oro al Valor Militare.

Gli anni dal dopoguerra ad oggi sono stati per Padova di continuo sviluppo urbanistico ed economico grazie anche alla collocazione geografica, al centro di importanti vie di comunicazione favorevoli per industrie e servizi. La crisi sociale e politica degli anni settanta vide però il polarizzarsi delle tensioni in vicende spesso collegate all'estremismo di frange della comunità studentesca della città. Padova infatti fu la città dove organizzazioni come Potere Operaio e Autonomia Operaia furono più forti, insieme a Roma e Bologna. Questi movimenti a forte componente studentesca nacquero sotto l'egida di insigni professori della facoltà di Scienze politiche quali Antonio Negri. Inoltre proprio a Padova le Brigate Rosse misero a segno il loro primo delitto rivendicato con l'attacco alla sede dell'MSI nel 1974. A Padova agirono anche organizzazioni eversive neofasciste come Ordine Nuovo e probabilmente ebbe numerosi legami con questa città anche l'organizzazione Rosa dei venti.

La città oggi sta vivendo importanti cambiamenti urbanistici, con la costruzione di nuovi moderni edifici direzionali e residenziali e con un profondo rinnovo della viabilità cittadina, articolatasi negli ultimi anni intorno alla complessa realizzazione della tranvia di Padova.