Quartu Sant'Elena

Quartu Sant'Elena
comune
(IT) Quartu Sant'Elena
(SC) Quartu Sant'Alèni
Quartu Sant'Elena – Stemma Quartu Sant'Elena – Bandiera
   
Quartu Sant'Elena – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Sardegna-Stemma.svg Sardegna
Provincia Provincia di Cagliari-Stemma.png Cagliari
Amministrazione
Sindaco Stefano Delunas (PD) dal 14/06/2015
Territorio
Coordinate 39°14′00″N 9°11′00″E / 39.233333°N 9.183333°E39.233333; 9.183333 (Quartu Sant'Elena)Coordinate: 39°14′00″N 9°11′00″E / 39.233333°N 9.183333°E39.233333; 9.183333 (Quartu Sant'Elena) (Mappa)
Altitudine m s.l.m.
Superficie 96,41 km²
Abitanti 71 216[1] (31-7-2015)
Densità 738,68 ab./km²
Frazioni Flumini di Quartu
Comuni confinanti Cagliari, Maracalagonis, Monserrato, Quartucciu, Selargius
Altre informazioni
Cod. postale 09045, 09046
Prefisso 070
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 092051
Cod. catastale H118
Targa CA
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Cl. climatica zona C, 931 GG[2]
Nome abitanti quartesi
Patrono sant'Elena Imperatrice
Giorno festivo 14 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Quartu Sant'Elena
Quartu Sant'Elena
Il comune di Quartu Sant'Elena all'interno della provincia di Cagliari
Il comune di Quartu Sant'Elena all'interno della provincia di Cagliari
Sito istituzionale

Quartu Sant'Elena (IPA: [ˈkwartusan'te:lɛna][3], Quartu Sant'Alèni in sardo[4]) è un comune italiano di 71 216 abitanti[1] della provincia di Cagliari in Sardegna.

È il terzo[5] comune della regione per popolazione dopo Cagliari e Sassari e uno dei sedici comuni che compongono la prevista città metropolitana di Cagliari[6].

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il mare di Geremeas
Saline nello stagno di Molentargius
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Poetto, Margine Rosso, Marina di Capitana, Geremeas e Parco naturale regionale Molentargius - Saline.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La città di Quartu Sant'Elena sorge sulla parte meridionale della pianura del Campidano. Nel lato est della città si trova però il massiccio montuoso dei Sette Fratelli, ricoperto da boschi, dai cui alberi viene ricavato il sughero, ed è habitat naturale di cervi, aquile reali e cinghiali[7]. La cima più alta è il monte Serpeddì, che raggiunge i 1 069 metri di altezza.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista idrografico bisogna prima di tutto ricordare che il comune può vantare ben 26 km[7] di litorale. La principale spiaggia è senz'altro quella del Poetto, che risulta essere sia la più estesa spiaggia cittadina che la più frequentata, grazie anche al fatto che sia raggiungibile attraverso numerose linee del CTM. La spiaggia si estende dallo stabilimento dei Carabinieri fino alla spiaggia del Margine Rosso. Le altre spiagge degne di nota sono quelle di Sant'Andrea e Flumini, Cala Regina, Is Mortorius, Kal' e Moru, Capitana, Terra Mala e Murtaucci. Le spiagge di Murtaucci e del Poetto si sono anche fregiate della Bandiera Blu. Alcune di queste spiagge sono caratterizzate dall'aver una sabbia bianca molto fine, altre dalla presenza di pietroline e scogli. Quasi tutte le spiagge sono dotate dei principali servizi e tutte quante, compresa Terra Mala, sono raggiungibili tramite una o più linee del CTM.

Il territorio della città comprende i due terzi dello stagno del Molentargius e dello stagno delle ex saline di Stato che dal 1999 costituiscono un parco naturale regionale[8] e che sono ora riconosciuti come una delle più importanti zone umide d'Europa[7]. Qui nidificano 230 specie di uccelli[9] tra i quali il fenicottero rosa, l'avocetta, il cavaliere d'Italia, il falco di palude e il pollo sultano[10]; inoltre occasionalmente sono state osservate tre specie aliene ossi il fenicottero dei caraibi, l'oca di Magellano e il parrocchetto dal collare[9]. Nei pressi della città sorge inoltre il bacino artificiale evaporante del Simbirizzi, utilizzato come riserva di acqua per irrigazione, data la sua residua salinità.

In città inoltre scorrono alcuni torrenti, la maggior parte dei quali hanno carattere stagionale. Gli unici ad ospitare acqua tutto l'anno sono il rio Foxi (che è stato canalizzato negli anni ottanta) e il rio Su Pau.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima di Quartu Sant'Elena è un clima tipicamente mediterraneo, caratterizzato da estati calde e inverni miti. Le temperature estreme estive superano talvolta i 35 °C, mentre quelle invernali scendono raramente sotto lo 0. Le precipitazioni sono maggiori nei mesi invernali, i mesi estivi risultano invece siccitosi. Il tasso d'umidità, alto tutto l'anno, raggiunge il suo massimo nella stagione invernale. I venti che soffiano maggiormente sulla città sono lo scirocco e il maestrale

Mese Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. mediaC) 14 15 16 18 22 27 30 30 27 23 18 15 14,7 18,7 29 22,7 21,3
T. mediaC) 10 10 11 13 17 21 24 25 22 18 13 11 10,3 13,7 23,3 17,7 16,3
T. min. mediaC) 6 6 7 9 12 16 19 19 17 14 10 7 6,3 9,3 18 13,7 11,8
Precipitazioni (mm) 46 57 44 37 24 9 3 9 31 56 56 55 158 105 21 143 427
Umidità relativa media (%) 79 77 75 73 71 67 65 65 71 77 79 80 78,7 73 65,7 75,7 73,3
Eliofania assoluta (ore al giorno) 4 5 6 7 9 10 11 10 8 6 5 4 4,3 7,3 10,3 6,3 7,1
Vento (direzione-m/s) NNW
16
WNW
16
NNW
15
SSE
15
SSE
15
SSE
15
SSE
15
SSE
15
SSE
15
SSE
16
NNW
16
NNW
16
16 15 15 15,7 15,4

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del nome

Il nome del comune deriva dal latino Quarto ab urbe lapide[11]. La città sorge infatti esattamente al quarto miglio della strada che collegava Cagliari a Palau (attuale SS 125) e, fino a qualche anno fa (esattamente fino a quando venne costruito l'attuale mercato civico nell'attuale piazza G.B. Dessì), era ancora presente in città la pietra miliare di epoca romana denominata "sa perda mulla" dagli abitanti. Nel 1327 i villaggi di Quarto Domino (o Donnico), Quarto Josso e Cepola vennero fusi in un unico paese col nome di Quarto[12]. Il 14 settembre del 1826, con regio decreto, al nome della città venne aggiunto quello della Santa Patrona divenendo così Quarto Sant'Elena[12]. Nel 1862 il nome della città passò infine da Quarto a Quartu raggiungendo così l'attuale denominazione.

Dai nuragici ai Pisani[modifica | modifica wikitesto]

"Sa Perda Mulla": pietra miliare romana

L'origine di Quartu è antichissima. Nel suo territorio sono infatti stati trovati numerosi reperti risalente al periodo nuragico[13].

Anche i fenici probabilmente si installarono a Quartu dato che molti studiosi sono d'accordo sul ritenere i toponimi Cepola e Geremeas di derivazione fenici[12][13]. La presenza punica nel territorio quartese sarebbe provata anche dai ritrovamenti ceramici nella zona di Is Mortorius[12]. I romani installarono, invece, il loro insediamento a poche centinaia di metri da Cepola, e ne insediarono gli schiavi abbastanza vicini a Cagliari per essere controllati e abbastanza lontani per non disturbare la vita cittadina. Questi schiavi vennero fatti lavorare nelle vaste campagne e negli stagni di Quartu e del Molentargius, da cui iniziarono l'estrazione del sale. Intorno a questi due centri nacquero tanti altri villaggi che diedero origine alle attuali città di Quartu Sant'Elena e Quartucciu.

Panorama di Quartu nell'Ottocento. In primo piano la Basilica di Sant'Elena Imperatrice in secondo piano la stazione tranviaria

Dopo la parentesi vandalica e la dominazione bizantina, intorno all'anno 1000 erano quattro i villaggi che sorgevano nei pressi dell'attuale città e questi erano: Quarto Domino (o Donnico), Quarto Josso, Cepola e Quarto Suso (o Quartutxo da cui poi prenderà il nome la vicina città di Quartucciu), facenti parte del giudicato di Cagliari.

Nel 1070 il giudice Torchitorio I donò all'Arcivescovo di Cagliari i villaggi di Quarto Josso e di Cepola per assicurarsi anche la protezione della chiesa contro le invasioni dei corsari saraceni.

A seguito della scomparsa manu-militari del giudicato cagliaritano nel 1258, il territorio passò sotto l'amministrazione pisana; in questo periodo ci furono vari lavori urbanistici nei paesi di Cepola, Quarto Domino e Quarto Josso che resero questi tre paesi un unico centro.

Dalla dominazione Pisana al Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1324 Giacomo II d'Aragona, dopo una vittoriosa campagna militare contro la repubblica di Pisa, fondò il Regno di Sardegna e i vari villaggi entrarono quindi a far parte di questo regno.

Con un regio decreto di Giacomo II d'Aragona del 1327 i villaggi di Cepola, Quarto Domino e Quarto Josso (ormai contigui da tempo) vennero fusi insieme e chiamati solamente Quarto[12].

Nell'autunno del 1353 la villa di Quartu fu occupata dalle armate giudicali di Mariano IV di Arborea, poi sconfitte poco dopo dalle forze aragonesi in una battaglia campale svoltasi i primi di ottobre dello stesso anno.

Tra il XIV e il XV secolo la città fu bersaglio di frequenti e feroci attacchi barbareschi che insieme alle epidemie, alle carestie e alle invasione delle cavallette, contribuirono all'indebolimento dell'economia cittadina e ad una riduzione drastica degli abitanti.

Nel 1426 Quarto venne trasformata in Baronia e venne concessa in Feudo da Alfonso il Magnanimo a Antonio de Sena, ma verso la fine del secolo rientrò a far parte del patrimonio regio Aragonese.

Torre di Foxi

Nel 1520 la città, una notte, fu invasa dai corsari che sbarcarono nei pressi del paese. Questi si avviarono verso la città per saccheggiarla ma i quartesi accortisi dell'avanzata nemica si armarono e attaccarono e sconfissero i nemici. Alcuni di questi riuscirono a tornare alle navi, altri invece furono catturati e tenuti prigionieri nella strada nota tuttora come via Mori[14].

Per proteggere la zona dagli attacchi saraceni, dopo che nel 1582, un violentissimo attacco coinvolse tutti i paesi vicino a Cagliari, gli spagnoli fecero costruire delle torri di osservazione di cui cinque nel litorale quartese (Cala Regina, Is Mortorius, Sant'Andrea, Foxi e Carcangiolas).

Danni causati dall'alluvione del 1889

Nel 1652 anche Quarto fu colpita dall'epidemia della peste che decimo la già provata popolazione.

Nel 1711 Quarto venne concessa in feudo a Francesco Pes e ai suoi discendenti da parte di Carlo VI[12]. Nel 1718 il villaggio, come il resto della Sardegna, passò in mano ai Savoia. Con loro per Quartu iniziò la crescita economica, anche se momentaneamente i Savoia riconfermarono la Baronia in favore della famiglia Pes[12], che la tennero fino al 1836.

Nel 1793 Quartu venne attaccata dai francesi che si installarono nell'attuale parco Andrea Parodi (parco intorno alla chiesa di Sant'Andrea) e nella zona della chiesa di San Forzorio[15]. Dopo lunghe lotte i Quartesi riuscirono a scacciare i francesi dal loro territorio.

Nel 1861 avvenne l'unificazione italiana e Quartu entrò a far parte del nuovo regno.

Nel 1862 il comune raggiunse l'attuale denominazione.

Il quartiere di Pitz'e Serra, sorto negli anni ottanta

Nel 1868, l'8 ottobre del 1881 e il 5 ottobre del 1889 Quartu, come altri centri del campidano subì delle alluvioni causate da forti piogge torrenziali. L'alluvione del 1889 fu quella più forte e di cui maggiormente ci si ricorda. Morirono 25 persone, i feriti furono alcune centinaia, oltre 2000 gli sfollati, inoltre cinquecento edifici furono totalmente distrutti mentre molti di quelli rimasti in piedi subirono gravi danni[16].

Dal Novecento a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento a Quartu vennero costruite tante nuove strutture come la cantina sociale, le fornaci di laterizi Picci, le fornaci di laterizi Maxia, la stazione tranviaria, la caserma dei carabinieri con annesse le carceri, il pastificio Rosas, la cartiera Perra, la distilleria Cabras e qualche cinema.

Il 9 gennaio 1959 con decreto del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi Quartu è stata insignita del titolo di Città[17].

Tra gli anni ottanta e gli anni novanta Quartu subì una grandissima crescita demografica, grazie anche alla costruzione del nuovo quartiere di Pitz'e Serra. Nello stesso periodo la città vide i suoi abitanti più che raddoppiati, soprattutto grazie alla vicinanza di Cagliari nel cui agglomerato urbano è ormai incorporata.

Attualmente Quartu, con oltre 70000 abitanti, è la terza città della Sardegna per popolazione dopo Cagliari e Sassari.