Lauria


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Lauria
comune
Lauria – Stemma Lauria – Bandiera
   
Lauria – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Basilicata-Stemma.svg Basilicata
Provincia Provincia di Potenza-Stemma.png Potenza
Amministrazione
Sindaco Gaetano Giacomo Mitidieri(centrosinistra) dal 16-5-2011
Territorio
Coordinate 40°02′50″N 15°50′09″ECoordinate40°02′50″N 15°50′09″E (Mappa)
Altitudine 430 m s.l.m.
Superficie 176,63 km²
Abitanti 12 976[1] (31-5-2015)
Densità 73,46 ab./km²
Frazioni Pecorone
Comuni confinanti Castelluccio Superiore,CastelsaracenoLagonegro,Laino Borgo (CS), Latronico,MoliternoNemoliTortora(CS), Trecchina
Altre informazioni
Cod. postale 85044
Prefisso 0973
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 076042
Cod. catastale E483
Targa PZ
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Cl. climatica zona D, 1 691 GG[2]
Nome abitanti laurioti
Patrono beato Domenico Lentini
Giorno festivo 25 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lauria
Lauria
Posizione del comune di Lauria all'interno della provincia di Potenza
Posizione del comune di Lauria all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Lauria è un comune italiano di 12 976 abitanti[1] della provincia di Potenza, in Basilicata.

 

 

La città[modifica | modifica wikitesto]

Naturale centro di riferimento di un territorio molto ampio, corrispondente alla regione storica della Lucania sud–occidentale, Lauria è il maggiore e più popoloso centro del versante tirrenico della regione Basilicata. La sua posizione geografica, in una ristretta zona di transito tra Campania e Calabria, ne favorisce gli scambi commerciali e i flussi migratori attraverso il territorio. Fu, nel Medioevo,contea e sede vescovile de facto, con un'evoluzione demografico-istituzionale simile, per molti aspetti, a quella di Matera. La città ebbe una drammatica battuta d'arresto nel corso della sua storia con il massacro di Lauria del 1806, dovuto a una sfortunata vicenda che portò Lauria, sede del potere costituito, a divenire luogo di un'ostinata resistenza borbonica contro l'avanzatanapoleonica. Le conseguenze di questa sanguinosa repressione furono gravi per la città: oltre al devastante incendio e alla perdita dell'archivo cittadino, si operò il trasferimento di tutti i presidi statali (l'ospedale, il tribunale e le forze dell'ordine) verso i centri limitrofi minori (Lagonegro e Trecchina). Tuttavia, grazie alle caratteristiche geografiche della città, alle sue dimensioni territoriali, ad una lunga e stimata tradizione di commercio, imprenditoria e manodopera, all'inevitabile lenta ripresa di alcune funzioni statali territoriali, è oggi il centro principale e di gran lunga più popoloso dell'area. La presenza di un numero cospicuo di abitanti nelterritorio rurale, molto più popolato rispetto al centro cittadino,[3] rende l'intero territorio comunale quasi totalmente antropizzato.

Il centro abitato è suddiviso in due rioni, separati dall'antico quartiere Ravita: quello superiore, tradizionalmente denominato ilCastello (Castiddu), e quello inferiore, chiamato altrimenti il Borgo (Burgu), facenti capo alle rispettive parrocchie di san Nicola di Bari e san Giacomo apostolo i cui santi patroni sono festeggiati il 9 maggio e il 25 luglio; dal 25 febbraio 2000 il riconoscimento di patrono dell'intera comunità religiosa è stato assegnato al beato Domenico Lentini,[4] sacerdote del luogo morto nello stesso giorno dell'anno 1828.

Simbolo del comune di Lauria è il basilisco aggrappato ad una pianta di lauro che ostenta il motto Noli me tangere ("Non mi toccare"), il cui significato tende ad enfatizzare la temibilità e intoccabilità dei suoi abitanti.

Il basilisco e il motto Noli me tangere

Nel centro storico, che rivela segni tipici dell'epoca medievale, con le abitazioni aggrappate alla collina, si aprono angoli caratteristici ed intricate viuzze e stradine, che s'inerpicano dando vita ad archi, sottopassi, portici e motivi architettonici caldi ed armoniosi. Il territorio lauriota, uno dei più grandi della Basilicata, offre un susseguirsi di paesaggi pittoreschi ad agresti, naturali ed artificiali: le vette del massiccio del Sirino (la più alta, quella del monte Papa, raggiunge i 2005 metri), innevate per buona parte dell'anno; il lago artificiale di Cogliandrino; il lago Rotonda; le fresche sorgenti del Sinni e di Fiumicello; il pino loricato del monte Serra la Spina; il castello di Seluci (latinoSeleuci) nella contrada dove sono stati riportati alla luce reperti archeologici e individuati giacimenti petroliferi.

Nel 1998 ha ricevuto ufficialmente dalla Presidenza della Repubblica Italiana il riconoscimento e la dignità di "città". Il Sole 24 ore, nell'edizione del 12 novembre 2004, ha segnalato Lauria tra le province nascoste d'Italia, una provincia che potrebbe concretizzarsi con l'attuazione del progetto della Grande Lucania.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La città, una delle più popolate della Basilicata, situata tra Campania e Calabria, è punto di snodo di tre principali direttrici viarie: l'autostrada A3 NapoliReggio Calabria[5], che ricalca pressappoco l'antica via romana Capua-Rhegium, la Fondovalle Sinnica, che porta alla costa ionica lucana, e la Fondovalle del Noce che collega l'autostrada A3 con la costa tirrenica calabro–lucana. Inoltre la città rappresenta il punto d'incontro di tre valli: del Noce, del Sinni e del Mercure. Ad esse si dovrebbe aggiungere storicamente anche la Val d'Agri raggiungibile tramite l'antico percorso per Moliterno, ormai di livello secondario e in lunga attesa di adeguamento. Lauria è collocata in uno dei più suggestivi paesaggi dell'Appennino Meridionale, comprendente la cittadina turistica di Maratea, il Parco nazionale del Pollino, il Parco nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'Agri-Lagonegrese (5,8% del territorio comunale, pari a 1016 ettari) e il massiccio del Sirino. Il comune fa parte della provincia di Potenza e confina con i centri, della stessa provincia, di Castelluccio InferioreCastelluccio SuperioreLatronicoCastelsaracenoMoliternoLagonegroNemoliTrecchina, e con quelli dellaprovincia di CosenzaTortora e Laino Borgo. Il territorio comunale è collocato in una zona esposta ad un rischio sismico di media entità[6], come dimostrano gli eventi calamitosi registrati negli ultimi decenni; l'ultimo dei quali, di particolare rilevanza, si è verificato il 9 settembre 1998.

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Massiccio del Sirino: nei confini amministrativi del comune di Lauria ricade parte del massiccio del Sirino, le cui vette sono innevate sei mesi all'anno. Sia la cima più alta, quella del monte Papa (2005 metri), che la vetta del Sirino (1907 metri), sono luoghi di attrazione per escursionisti o semplici appassionati della montagna. La montagna vanta piste da sci di buon livello, con cinque impianti di risalita, fra cui una seggiovia (questa per la maggior parte ubicata in territorio di Lagonegro), scuole di sci, nolo di attrezzature, affittacamere, bar e punti di ristoro. È possibile campeggiare d'estate presso la località Conserva di Lauria, a 1400 metri d'altitudine.
  • Monte Timpa del Capitano (1690 metri).
  • Monte Serra Orticosa (1676 metri).
  • Monte Serra la Spina: alto 1652 metri e situato entro la perimetrazione del Parco nazionale del Pollino, è noto per la presenza di numerosi esemplari del secolare pino loricato.
  • Monte Castello Starsia (1387 metri).
  • Monte Serra Rotonda: è alto 1285 metri e anche qui si riscontra la presenza di qualche giovane esemplare di pino loricato. Fra esso e il monte Serra la Spina, a quota 914 metri, vi è un laghetto di origine carsica chiamato lago della Rotonda.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fiume Sinni: è uno dei più importanti della Basilicata. Trattasi di un fiume dal regime estremamente torrentizio con piene turbinose nella stagione piovosa e magre notevoli in estate. Nasce a quota 1380 metri dalla Serra della Giumenta, nel versante orientale del massiccio montuoso del Sirino, in territorio di Lauria. Scorre quindi verso lo Ionio e sfocia nei pressi di Policoro, nella piana di Metaponto. Il suo percorso viene sbarrato due volte: dapprima dalla diga di Cogliandrino e successivamente, presso Senise, dalladiga di Monte Cotugno, la più grande d'Europa in terra battuta.
  • Fiume Noce: nasce dal versante nord del massiccio del Sirino, in territorio di Lagonegro. Il suo bacino idrografico, nei pochi chilometri quadrati di estensione a Lauria, presenta una rilevante escursione altimetrica, che va dagli oltre 2000 metri del monte Papa fino al livello del mare, sfociando nel Tirreno nei pressi di Castrocucco di Maratea, ai confini con Tortora (CS). Da esso prende il nome la valle che attraversa.
  • Torrente Carroso: affluente del fiume Noce.
  • Torrente Cafaro: passante per il centro storico del rione superiore, è oggi coperto. In epoca medioevale assumeva un'importanza strategica poiché era un'ulteriore difesa del castello posto a monte. È un affluente secondario del fiume Noce.
  • Torrente Gaglione: affluente secondario del fiume Noce.
  • Torrente Fiumicello: affluente secondario del fiume Noce.
  • Torrente Cogliandrino: sorge dai rilievi del massiccio del Sirino ed è uno dei principali affluenti del Sinni. Nei pressi dell'omonima contrada viene sbarrato da una diga.

Lago La Rotonda[modifica | modifica wikitesto]

Bacino lacustre di 71 ettari[7], a 914 metri sul livello del mare[8], è posto in una conca ai piedi del monte omonimo, sul versante di sud est; oggi ridotto a poco più di un pantano, in uno spazio di 800 per 100–150 m, profondo al massimo 2 m[9], raccoglie per lo più le acque alluvionali e di scorrimento superficiale provenienti dai versanti dei monti Serra Rotonda e Serra la Spina. È situato in direzione nord–est a 13 km dal centro urbano.

Invaso di Cogliandrino[modifica | modifica wikitesto]

È la diga dell'omonima contrada, posta a 672 metri sul livello del mare, nell'alta valle del Sinni alla confluenza del torrente Cogliandrino nel fiume Sinni. Conosciuta anche comediga di Masseria Nicodemo, è gestita dall'ENEL (sezione di Napoli) e le sue acque sono utilizzate per la produzione di energia elettrica[10].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Nelle fonti scritte, fortemente penalizzate dalla distruzione dell'archivio cittadino, avvenuto durante il massacro di Lauria, l'antico nome Uria compare per la prima volta in un documento redatto nel 1079 dall'arcivescovo di SalernoAlfano. Appare però improbabile che la sua area, attraversata anche dalla via romana Popilia, sia rimasta disabitata fino al X secolo. Una teoria leggendaria fa risalire la fondazione della città in epoca precedente al 400 a.C. ad opera di una colonia grecocretese, guidata da Teocle e Menippe, che giunta nell'attuale valle del Noce, a Piano dei Peri (Trecchina), decise d'insediarsi nel posto chiamandolo Iriae, in memoria dell'iride (latinoiris) che li aveva benevolmente accolti. La tesi della colonizzazione greca non è mai stata verificata per l'assenza di una sistematica campagna di scavi sul territorio comunale e nei paesi limitrofi; rimane ampia pure la gamma di possibilità sulle origini del nome. Il canonico don Nicola Curzio ha spiegato la nascita della città come il risultato della migrazione, in tempi diversi, di gente scampata alla distruzione delle vicine IriaeSeleuci e Blanda.[11] Iriae si presume possa essere la città, menzionata prima, i cui abitanti decisero di trovare rifugio, per qualche sconosciuta ragione (presumibilmente tra il 280 e il 275 a.C. a causa delle incursioni di Pirro che combatteva contro i romani[12]), nei luoghi in cui poi sorgerà il castello di Ruggiero di Lauria e che all'epoca erano ricoperti abbondantemente di piante di lauroSeleuci, viene idealmente collocata nella contrada, che poi ha italianizzato il suo nome in Seluci, rasa al suolo dai romani nel corso della seconda guerra punica (fine del III secolo a.C.) per il sostegno offerto ai cartaginesiBlanda, invece, sarebbe stata individuata in una porzione di territorio, nei pressi di Tortora, che nel 914 d.C. fu definitivamente distrutta dai saraceni con la conseguenza di essere abbandonata dalla popolazione, spostatasi in parte nell'attuale quartiere Ravita, tra i due rioni della città. Dalla contrazione delle parole latine laurus (lauro) e Iriae sarebbe, quindi, derivato originariamente il nome, Lauria, anche se l'etimologia ipotizza che il suo nome derivi invece dal contenitore per l'olio, posto sotto il torchio, che i bizantini chiamavano laurion. Più verosimile è l'ipotesi che la rifondata Iriaesia poi diventata Uria (città aurea) per volere del tribuno consolare Caio Emilio Mamercino (latinoCaius Æmilius Mamercinus[13]) che volle premiare la laboriosità degli abitanti. Lo scrittore francescano, Giovanni Franchini, dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, facendo riferimento agli antichi latini, chiama Lauria coi nomi di UlciUlciana ColoniaLuriaLaorina[14]. Nel 406 i visigoti di Alarico la distrussero[12] ma nel 460, mentre i vandali proseguivano l'opera di distruzione dell'Impero Romano d'Occidente di Maggioriano che decadeva lentamente, fu interamente ricostruita ai piedi della torre costruita dai saraceni, la quale sarà, in seguito, sostituita dal castello dell'ammiraglio aragonese Ruggiero di Lauria. Nel VII secolo confluì nei domini longobardi del ducato di Benevento e soffrì di frequente delle incursioni di saraceni, i quali infine distrussero il borgo nel 916[12]. L'imperatore Michele IV di Bisanzio, detto il Paflagone, la liberò dai saraceni e diede alla città il simbolo del basilisco con la scritta Noli me tangereGuglielmo d'Altavilla la chiamò infine Lauria, ispirandosi a un lauro verdeggiante che fece anche dipingere sullo stemma, a fianco del basilisco. La prima fonte scritta di quest'antica città lucana risale, come già accennato, all'XI secolo e fa riferimento a una laura di monaci basiliani insediati sulla sommità del colle Armo, dove l'antica chiesa, distrutta nel 1806 dalle truppe napoleonichedel generale Andrea Massena, fu poi ricostruita per devozione alla Madonna Assunta.

Il Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nella documentazione scritta ritroviamo Lauria, per la prima volta, almeno dal punto di vista di una chiara identificazione toponomastica, nel MedioevoSecondo studiosi accreditati[senza fonte] il centro abitato sorse nel X secolo intorno ad una laura basiliana, che era sita nel luogo ove poi è stato edificato il santuario della Madonna dell'Armo. Probabilmente furono i Normanni, che si stabilirono nella zona saracena, detta Ravita (araborabit, zona vicina o annessa), ed edificarono il castello di Ruggiero. Dal XII secoloLauria fu sede di un feudo in cui fiorivano artigianato e commercio. Lauria rappresentava a quell'epoca il centro politico ed economico della Valle del Noce: il feudatario era il capo incontrastato di questo microcosmo autonomo. Capostipite della baronia normanna è Gibel de Loria, cui seguì Riccardo (dal 1254 al 1266), fedelissimo di re Manfredi, che, insieme a lui, trovò la morte nella battaglia di Benevento. È proprio con Riccardo che la città diviene, anche se per pochi anni, la prima sede del Giustizierato di Basilicata. Il primogenito di questi, Ruggiero, divenne celebre perché nominato ammiraglio d'Aragona da Pietro III: non fu mai sconfitto in combattimento e riuscì, più volte, ad uscire vittorioso da scontri con la flotta angioina.

I signori di Lauria[modifica | modifica wikitesto]

Nobili dal 1254 al 1860[senza fonte]
Anno Nobile Titolo
1254 Riccardo di Lauria barone
1266 Ruggiero di Lauria barone
1305 Ruggierone di Lauria barone
1308 Carlo di Lauria barone
1310 Ruggiero Berengario barone
1386 Francesco Sanseverino conte
1436 Stefano Sanseverino conte
1453 Venceslao Sanseverino conte
1456 Gaspare Sanseverino conte
1516 Bernardino Sanseverino conte
1556 Girolamo Exarques barone
1564 Pietro Exarques barone
1598 Girolamo Exarques barone
1621 Francesco Exarques barone
1694 Girolamo Calà di Tappia duca
Porzia di Castromediano duchessa
1698 Adriano Calà Ulloa duca
1741 Francesco Calà Ulloa duca
1779 Adriano Calà Ulloa duca
1801 Pietro Calà Ulloa duca
1806 soppressione del ducato di Lauria

L'epoca napoleonica[modifica | modifica wikitesto]

Il regime della Prima Repubblica francese fu imposto anche in Italia con l'instaurazione della Repubblica Partenopea, nel 1799. In quel breve periodo, durato circa sei mesi e cominciato con l'usurpazione, da parte del generale francese Championnet, del Regno di Napoli di Ferdinando IV di Borbone, l'organizzazione amministrativa del territorio, almeno sulla carta, subì notevoli cambiamenti. Il Governo Provvisorio, sulla base del modello francese, istituì diversi dipartimenti, tra cui quello del Crati[15], che ebbe il suo capoluogo a Cosenza; esso era costituito a sua volta da dieci unità amministrative minori, tra le quali figurava anche il cantone di Lauria[16]; rientravano certamente in quest'area i comuni lucani di RivelloCastelluccio SuperioreCastelluccio InferioreViggianelloRotondaTrecchinaMarateaNemoliLagonegro e i comuni calabresi di TortoraAieta(inclusa l'odierna Praia a Mare), San Nicola Arcella e Scalea.

Nel 1806, alla ripresa delle ostilità tra i regnanti della casa di Borbone e gli occupanti francesi, la città divenne un focolaio di rivolta: molti abitanti, tra il 7 e il 9 agosto, furono barbaramente trucidati dai soldati napoleonici, guidati dal generale Massena, perché rei di aver sostenuto la causa borbonica: l'evento è passato alla storia come il massacro di Lauria. Dopo il saccheggio e la sconfitta, per ritorsione alla città e sulla base della legge n. 132 dell'8 agosto 1806[17], il nuovo ente amministrativo del Regno di Napoli, chiamatodistretto, nonché il giudicato, vennero ubicati dal re Giuseppe Bonaparte in un centro limitrofo, minore per abitanti, cioè nel comune di Lagonegro[18], un paese decentrato rispetto al territorio. Alla restaurazione borbonica del 1816 Lauria era capoluogo di circondario nell'ambito dello stesso distretto di Lagonegro.[19].

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: massacro di Lauria.

Il Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Rimane tristemente noto nella memoria collettiva di Lauria il bombardamento effettuato dalle Forze Alleate il 7 settembre 1943, finalizzato alla distruzione del comando tedesco, sito nel centro della città, in cui perirono 37 civili.[20] Altre fonti, tra le quali quella del giornale L'eco di Basilicata, che riporta, a sua volta, le testimonianze dirette dell'allora vivente sacerdote don Antonio Spagnuolo e di diversi superstiti, affermano che il numero delle vittime civili fu superiore, ossia in numero pari a 39, che il bombardamento fu effettuato da aerei americani e che l'obiettivo militare prioritario fosse individuato in un deposito di munizioni nel quartiere Ravita[21] e non semplicemente, com'è facile immaginare in guerre di tale portata, nelle vie di comunicazione principali, quali sono strade e ferrovie, che da sempre in guerra vengono ritenute bersagli strategici. In particolare, come si apprende dai rapporti dei comandanti di squadriglia delle missioni n. 116 e 117, compiute nei giorni 7 e 8 settembre 1943 dal 321º Bombardment Group americano a bordo di 36 bombardieriB-25 (tra i quali pochi B-25G), furono colpiti i nodi viari principali. Il diario di guerra riporta anche che alcune bombe colpirono il centro abitato e non tutti i bersagli furono individuati a causa della presenza di banchi di nuvole[22].

È da annoverare, tra le vicende di cronaca nera di un certo rilievo, il pagamento del riscatto e il successivo rilascio di John Paul Getty III, nipote del petroliere Jean Paul Getty, allora noto per essere considerato l'uomo più ricco del mondo, lungo il tratto autostradale che interessava Lauria, a seguito del sequestro di persona compiuto dalla 'ndranghetail 10 luglio 1973 a Roma.