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(Friedrich Nietzsche, Lettere da Torino) |
Torino (IPA: [toˈriːno], Turin in piemontese[3]) è un comune italiano di 894 951 abitanti[1], capoluogo dell'omonima città
metropolitana e della regione Piemonte. L'area urbana torinese, di circa 1,7 milioni di abitanti, comprende solamente i comuni confinanti con Torino[4][5][6], mentre l'area metropolitana conta quasi 2 milioni di abitanti distribuiti su una superficie di circa 2.300 km².[7] La città metropolitana conta 2.292.617 abitanti, è la più estesa d'Italia e coincide territorialmente con l'ex provincia di Torino.
Torino è il quarto comune italiano per popolazione e costituisce il terzo complesso economico-produttivo del Paese. Città dalla storia bimillenaria, fondata probabilmente come Taurasia nei pressi della posizione attuale attorno al III secolo a.C. dai Taurini[8], popolazione celto-ligure dell'Italia Settentrionale, e trasformata in colonia romana da Augusto col nome di Julia Augusta Taurinorumnel I secolo a.C.[9], fu durante l'Alto Medioevo il centro di un importante ducato longobardo (il Ducato di Torino) e passò in seguito sotto la signoria nominale dei Savoia nell'XI secolo, dopo essere divenuta sede della carolingia Marca di Torino. Successivamente si costituì in libero comune, subendo varie dominazioni, finché dal 1280 non divenne definitivamente parte della Contea di Savoiaprima e del Ducato di Savoia poi. Del ducato venne nominata capitale nel 1563. Dal 1720 fu capitale del Regno di Sardegna (anche se solo de facto, fino alla fusione perfetta del 1847, quando lo divenne anche formalmente)[10], Stato che porterà nel XIX secolo all'unificazione italiana e che renderà la città prima capitale del Regno d'Italia (dal 1861 al 1865).
È oggi uno dei maggiori poli universitari, artistici, turistici, culturali e scientifici della Repubblica.
Definita da Le Corbusier come "...la città con la più bella posizione naturale del mondo"[11], celebrata da numerosi personaggi storici, tra cui Friedrich Nietzsche[12], Mark Twain[13] e Jean-Jacques Rousseau, il quale descrisse il suo panorama dalla collina diSuperga come "...il più bello spettacolo che possa colpire l'occhio umano"[14], è una delle più importanti città barocche d'Europa[15]ed è considerata, insieme a Milano e Palermo, la capitale italiana dell'Art Nouveau[16], di cui sono grande esempio, fra l'altro, i suoi innumerevoli e famosi caffè storici, fioriti soprattutto nel periodo risorgimentale e della Belle Époque.
Importante centro antifascista durante il Ventennio (1922-1943), è stata la patria, natia o adottiva, di alcuni fra i più grandi scrittori e letterati italiani del XIX e XX secolo, tra i quali Edmondo de Amicis, Emilio Salgari, Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio,Cesare Pavese, Primo Levi, Umberto Eco.
Sede nel 2006 dei XX Giochi olimpici invernali, città natale di alcuni fra i maggiori simboli del Made in Italy nel mondo, come ilMartini, il cioccolato gianduja e il caffè espresso, è il fulcro dell'industria automobilistica italiana, nonché importante centro dell'editoria, del sistema bancario, del cinema, dell'enogastronomia, del settore aerospaziale, del disegno industriale e dello sport.
Torino sorge nella pianura delimitata dai fiumi Stura di Lanzo, Sangone e Po (quest'ultimo attraversa la città da sud verso nord), di fronte allo sbocco di alcune vallate alpine: Val di Susa, che collega la città con la vicina Francia, Valli di Lanzo, Val Sangone. Torino è detta "la città dei quattro fiumi"[17] perché la Dora Riparia scorre vicinissima al suo centro storico, solcando il centro della pianura delimitata dagli altri tre fiumi.[18]
Il fiume Po accentua la divisione tra la parte collinare e quella, praticamente piana, della città, collocata tra i 220 e i 280 metri s.l.m., che scende da ovest verso est. Il punto più elevato del territorio comunale si trova sul Colle della Maddalena, a 715 m s.l.m., nei pressi delFaro della Vittoria. Nelle giornate invernali particolarmente limpide, suggestiva è la veduta della cinta creata dalle vicine Alpi, che contornano tutta la parte nord-ovest della città con le loro cime innevate.
Dista 57 km da Asti, 79 km da Vercelli, 84 km da Biella, 93 km da Alessandria, 96 km da Novara, 98 km da Cuneo, 155 km da Verbania.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Torino Centro, Stazione meteorologica di Torino Caselle e Stazione meteorologica di Torino Bric della Croce. |
Secondo la classificazione dei climi di Köppen, Torino appartiene alla fascia Cfa: clima temperato umido delle medie latitudini con estate calda (mediamente i 30 °C sono raggiunti e superati 15 giorni all'anno a Torino e la media di luglio si attesta intorno ai 25 °C)[19]. Dagli anni novanta in poi l'estate torinese ha subito un riscaldamento. Gli inverni risultano moderatamente freddi, asciutti e spesso soleggiati. Se si prende in considerazione il periodo di riferimento climatico 1961-90, la media nivometrica è di 27,3 cm annui.[20]
Il record assoluto di temperatura estiva si è verificato nell'estate 2003, quando la continua ed incessante presenza di masse d'aria di origine sub-tropicale, convogliate verso l'Europa centro-occidentale da un anticiclone di matrice nord-africana, sospinse in alto la colonnina, con un valore estremo, mai rilevato prima di allora, pari a 39,7 °C il giorno 11 agosto 2003 nella stazione meteorologica di Torino Caselle (anche se in centro si sono registrati 41,1 °C.). La tendenza verso estati marcatamente più calde si va affermando in modo progressivo negli ultimi decenni e gli anni duemila e 2010 hanno registrato molte estati decisamente più calde rispetto alla media climatologica storica.[21]
Durante la stagione invernale la zona di Torino, così come buona parte del Piemonte occidentale di pianura e meridionale è interessata dalla formazione del cosiddetto "cuscinetto freddo", a seguito di afflussi di masse d'aria continentali, e che, grazie alla particolare conformazione orografica del catino padano occidentale, può resistere tenacemente ai venti miti che scorrono a quote medio-alte come lo scirocco, favorendo così, occasionalmente, ingenti nevicate denominate "da addolcimento", per via della progressiva risalita termica in corso della precipitazione (episodi degni di nota nel gennaio 1985, 1986 e 1987, con accumuli nell'ordine di 40–60 cm).Molto differente la situazione nelle numerose zone collinari e prealpine ,spesso più calde delle pianure di parecchi gradi e quasi sempre prive di ristagni freddi.
Vanno inoltre considerate le varie ondate di freddo che hanno colpito la città nel corso degli anni. Nello storico febbraio 1956 si toccarono i valori più bassi assoluti nella serie climatologica: -22 °C a Torino-Caselle,inferiore pero' ad esempio ai valori di Firenze di quell'anno che tocco' i -23 gradi.
La recente ondata di freddo del febbraio 2012 ha portato valori di temperature particolarmente rigidi per molti giorni consecutivi, a febbraio 2012 in centro città si sono raggiunti i -13 °C / -14 °C.
Un altro episodio invernale di particolare rilevanza occorse nel gennaio 1985. Il termometro scese in quell'occasione fino a -14 °C.
In tempi recenti si ricorda anche il 20-12-2009 con estremi termici (temperatura minima e massima) di -13 °C e -7°.
In definitiva però, per quanto riguarda strettamente il centro cittadino, in mancanza di altri dati attendibili, la temperatura più bassa mai raggiunta a Torino si attesta al valore di -19.1 °C, registrata il 3 febbraio 1754 da Ignazio Somis in via Po e le temperature medie invernali sono simili a quelle di molte città del centro nord.
I periodi più piovosi sono il trimestre da aprile a giugno ed il mese di ottobre; il minimo più accentuato e duraturo delle precipitazioni è situato in inverno, ed è seguito dal minimo secondario di luglio. Le precipitazioni della tarda estate, che sulla carta sembrano rappresentare un ulteriore minimo secondario, sono molto variabili a seconda degli anni. I temporali, in media circa 20 per anno di cui 2 con grandine, si verificano quasi esclusivamente nei mesi da aprile ad ottobre e causano piogge meno durevoli ma ancora più intense: il 1º luglio 1987 caddero 60 mm in un'ora. Il 13 settembre 2008 l'osservatorio meteorologico di Caselle, 14 km a nord di Torino, ha registrato una pioggia temporalesca di 220 mm in sei ore, intensità senza precedenti noti nella pianura torinese. La quantità di precipitazione annua (833 mm) si è conservata sostanzialmente immutata da metà Ottocento ad oggi.
Di seguito è riportatala media trentennale di riferimento (1961-1990) rilevata all’Ufficio Idrografico del Po (presso Porta Susa). Il valore di temperatura media relativa al mese più freddo (gennaio) è pari a 2,7 °C, quella del mese più caldo (luglio) è pari a 23,6 °C.
Torino Centro (Uff. Idrografico) | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6 | 8 | 13 | 17 | 21 | 25 | 28 | 27 | 24 | 18 | 10 | 7 | 7 | 17 | 26,7 | 17,3 | 17 |
T. min. media (°C) | 0 | 2 | 5 | 9 | 13 | 16 | 19 | 18 | 15 | 10 | 4 | 1 | 1 | 9 | 17,7 | 9,7 | 9,3 |
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 8 | 7 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 16 | 1 | 17 |
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) | 14 | 9 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 3 | 12 | 35 | 2 | 0 | 3 | 40 |
Nuvolosità (okta al giorno) | 3,8 | 4,0 | 4,2 | 4,6 | 4,8 | 3,8 | 2,9 | 3,3 | 3,7 | 4,5 | 4,4 | 3,9 | 3,9 | 4,5 | 3,3 | 4,2 | 4,0 |
Precipitazioni (mm) | 36 | 48 | 60 | 100 | 114 | 96 | 62 | 69 | 70 | 84 | 60 | 39 | 123 | 274 | 227 | 214 | 838 |
Giorni di pioggia | 4 | 5 | 6 | 8 | 10 | 9 | 5 | 6 | 7 | 6 | 6 | 4 | 13 | 24 | 20 | 19 | 76 |
Giorni di neve | 4 | 3 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 3 | 10 | 0 | 0 | 1 | 11 |
Radiazione solare globale media (centesimi di MJ/m²) | 4 | 4 | 5 | 6 | 6 | 7 | 8 | 7 | 6 | 5 | 4 | 4 | 12 | 17 | 22 | 15 | 66 |
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Torino. |
Si ha notizia, riferita a uno o più villaggi, che nell'area dell'attuale Torino, a partire dal III secolo a.C., fosse insediato un popolo celto-Ligure conosciuto con il nome di Taurini, che occupava anche le valli di Susa e di Lanzo. Secondo alcune fonti, uno di questi insediamenti, chiamato Taurasia o Taurinia, fu distrutto nel 218 a.C. durante la marcia del condottiero cartaginese Annibale, nel suo attacco a Romaattraverso le Alpi, dopo una resistenza di ben tre giorni.[22]
Sui resti del villaggio, gli antichi romani di Giulio Cesare vi istituirono dapprima un presidio militare del 58 a.C., col nome di Iulia Taurinorum, quindi un vero e proprio castrum costruito durante le guerre galliche. Nel 28 a.C. il castrum fu eretto a colonia romana, col nome di Julia Augusta Taurinorum o, più semplicemente, Augusta Taurinorum.
Nel 312, per la successione al potere imperiale, si svolse, poco distante, la Battaglia di Torino tra le truppe di Massenzio e quelle diCostantino I, che poi ne uscì vincitore.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente Torino passò sotto il controllo degli Ostrogoti, dei Longobardi e dei Franchi di Carlo Magno (773).
Nel 940 fu fondata la Marca di Torino, controllata dalla cosiddetta dinastia arduinica che, attraverso il matrimonio tra Adelaide di Susa e Oddone, figlio di Umberto I Biancamano (fondatore della casa Savoia), portò la città sotto l'influenza della dinastia sabauda.
Dopo alterne vicende che videro nei secoli seguenti anche l'elezione della città a libero comune, Torino venne inglobata definitivamente nei possedimenti dei Savoia.
Nel 1559, dopo la Pace di Cateau-Cambrésis, la città divenne capitale del ducato di Savoia, che precedentemente aveva gravitato suChambéry, e venne dotata di mura moderne e di una cittadella pentagonale.
Il XVII secolo vide la città ed il ducato ingrandirsi con l'acquisizione, da parte di quest'ultimo di Asti, del Monferrato e di uno sbocco sul mare, mentre la città usciva dal perimetro delle mura romane.
Nel 1706 Torino subì l'assedio da parte delle truppe franco-spagnole nell'ambito della Guerra di successione spagnola. La città e l'esercito piemontese resistettero per centodiciassette giorni e respinsero così la violenta controffensiva francese.
Nel 1713 i duchi di Savoia ottennero il titolo di re, prima di Sicilia e poi, in cambio della Sicilia, di Sardegna. In entrambi i casi tuttavia i due regni rimasero separati dal Ducato di Savoia, e quindi da Torino, trovandosi solamente in unione personale sotto il Casato dei Savoia. La parentesi siciliana durò effettivamente molto poco (sette anni), mentre l'unione con la Sardegna rimase tale fino al 1847, allorché Carlo Alberto di Savoia concesse la cosiddetta Fusione perfetta fra i suoi domini e quindi Torino, anche formalmente, divenne la città capitale del Regno di Sardegna, anche se di fatto tutte le decisioni più importanti venivano già prese a Torino, anche per quanto riguardava la Sardegna.
Il 26 giugno 1800 Torino ebbe una breve visita del vincitore della seconda campagna d'Italia, Napoleone Bonaparte, e poco dopo iniziarono i preparativi per l'annessione del Piemonte alla Francia. S'insediò a Torino il generale Dupont, Ministro straordinario francese per il Piemonte, che nominò una Commissione di governo composta da sette membri, sostituita poi il 4 agosto dal successore di Dupont, il generale Jourdan.[23] Il 19 aprile 1801 Jourdan soppresse tutte le istituzioni governative e divenne Amministratore generale del Piemonte, assistito da un Consiglio di sei membri piemontesi[24] e infine, dopo l'abdicazione di Carlo Emanuele III di Savoia, il 21 settembre 1802 i sei dipartimenti in cui era stato diviso il Piemonte (Torino apparteneva al dipartimento del Po ed inoltre a lei faceva capo uno dei tre circondari in cui era diviso il dipartimento stesso) furono raggruppati in una regione francese denominata Au delà des Alpes,[25] della quale Torino divenne il capoluogo e tale rimase fino alla Restaurazione.
Il Congresso di Vienna e la Restaurazione diedero al Piemonte Genova e tutta la Liguria (precedentemente Repubbliche di Genova e di Noli) gettando così, anche se involontariamente, le basi del processo che porterà in poco più di cinquant'anni all'Unità d'Italia. Torino fu la prima capitale del nuovo Stato unitario dal 1861 al 1865, dopodiché la capitale divenne Firenze e, dal 1870, Roma.
La fine del XIX secolo e l'inizio del novecento videro Torino svilupparsi come città industriale: nel 1899 Giovanni Agnelli, insieme ad altri soci, vi fondava la FIAT, nel 1906 Vincenzo Lancia la fabbrica automobilistica che portava il suo nome, e insieme ad esse sorsero numerose altre realtà produttive.
L'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale (1915-18) segnò pesantemente la popolazione. Nel 1919-20 si acuirono i conflitti sociali (il cosiddetto Biennio rosso), sulla spinta di un forte aumento dei prezzi. Molte fabbriche, in primis la FIAT, vennero occupate daglioperai che continuarono in alcuni casi la produzione autonomamente. Nel 1922, con la marcia su Roma, il fascismo conquistò il potere. Questo periodo venne segnato da numerose aggressioni squadriste nei confronti degli oppositori. In città la più nota è conosciuta come lastrage di Torino: ebbe inizio il 18 dicembre 1922 (da cui l'omonima piazza) e causò la morte di 11 antifascisti e l'incendio della Camera del lavoro della città, ad opera dei fascisti guidati da Piero Brandimarte.
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940, Torino, fondamentale polo industriale, venne ripetutamente bombardata dagli Alleati: il primo attacco ebbe luogo l'11 giugno 1940, gli ultimi nel 1945 (la massima intensità fu raggiunta nel 1943). Nel 1943 ebbe inizio a Torino l'ondata di scioperi nella grande industria che coinvolse quasi tutta l'Italia settentrionale e segnò la ripresa del movimento antifascista. Dopo l'8 settembre Torino venne occupata dalle truppe naziste e repubblichine che si macchiarono di numerosi eccidi, come quello delPian del Lot, esecuzioni e deportazioni. Furono altresì attive in città le formazioni partigiane dei Gruppi (GAP) e delle Squadre di azione patriottica (SAP). Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale proclamò l'ordine di insurrezione generale e con esso i Partigianipresero il controllo della città ponendo fine all'occupazione nazifascista. Alcuni giorni dopo, il 3 maggio, giunsero anche le prime truppe alleate.
Dopo il secondo dopoguerra Torino fu il simbolo della crescita economica dell'Italia, tanto che riuscì ad attirare centinaia di migliaia di emigranti dal Sud dell'Italia e dal Veneto per via delle richieste di manodopera negli stabilimenti automobilistici (circa mezzo milione nel ventennio 1951-1971). Nel 1974 la città raggiunse gli 1,2 milioni di abitanti. Il numero di immigrati fu tanto consistente che il sindaco Diego Novelli (1975–1985) definì Torino "la terza città meridionale d'Italia per popolazione dopo Napoli e Palermo".
Nel febbraio del 2006 la città ha ospitato i XX Giochi olimpici invernali ed il mese successivo i IX Giochi paralimpici invernali. In quell'occasione è stata inaugurata la prima linea della metropolitana di Torino. Il 14 maggio 2014 ospita la finale di UEFA Europa League tra il Sevilla Fútbol Club e il Benfica con il risultato di 4-2 dopo i calci di rigore.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Torino. |
Lo stemma della Città di Torino, approvato dallo Stato con decreto dell'11 agosto 1931, è costituito da uno scudo svizzero azzurro a cui è sovrapposto un toro rampante d'oro, con le corna d'argento e con la corona comitale a nove perle.
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