Vicenza


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Vicenza
comune
Vicenza – Stemma Vicenza – Bandiera
(dettagli)
Vicenza – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Veneto-Stemma.png Veneto
Provincia Provincia di Vicenza-Stemma.png Vicenza
Amministrazione
Sindaco Achille Variati (PD) dal 27-5-2013 (2º mandato)
Territorio
Coordinate 45°33′00″N 11°33′00″ECoordinate45°33′00″N 11°33′00″E (Mappa)
Altitudine 39 m s.l.m.
Superficie 80,57 km²
Abitanti 113 599[1] (31-12-2014)
Densità 1 409,94 ab./km²
Frazioni Vedi elenco
Comuni confinanti Altavilla Vicentina,ArcugnanoBolzano VicentinoCaldogno,CostabissaraCreazzo,DuevilleLongare,MontevialeMonticello Conte OttoQuinto VicentinoTorri di Quartesolo
Altre informazioni
Cod. postale 36100
Prefisso 0444
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 024116
Cod. catastale L840
Targa VI
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona E, 2 371 GG[2]
Nome abitanti vicentini o berici
Patrono Madonna di Monte Berico(patrono principale),
san Vincenzo di Saragozza(patrono secondario)
Giorno festivo 8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vicenza
Vicenza
Posizione del comune di Vicenza all'interno dell'omonima provincia
Posizione del comune di Vicenza all'interno dell'omonima provincia
Sito istituzionale

Vicenza[3] (Vicensa[4] in veneto[5][6]) è un comune italiano di 113 599 abitanti[1]capoluogo dell'omonima provincia in Veneto.

È il quarto[7] comune della regione per popolazione e il quinto più densamente popolato[8].

Il capoluogo berico è meta di turismo culturale con flussi da ogni parte d'Italia ed internazionali[9], in virtù del suo essere soprannominata "la città del Palladio" - dal nome dell'architetto che qui realizzò numerosi edifici nel tardo rinascimento. Proprio perché la città costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio, Vicenza è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

La città è, inoltre, tra i più importanti centri industriali ed economici italiani, con un elevato reddito pro capite nonché cuore di una provincia costellata di piccole e medie imprese il cui tessuto produttivo registra da anni il terzo posto in Italia per fatturato nelleesportazioni, trainate soprattutto dal settore metalmeccanicotessile e orafo: quest'ultimo raggiunge nel capoluogo berico oltre un terzo del totale delle esportazioni di oreficeria[10], facendo di Vicenza la capitale italiana della lavorazione dell'oro.

Indice

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Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza - Panorama.jpg
Veduta panoramica di Vicenza dal Piazzale della Vittoria di Monte Berico

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale di Vicenza si estende per circa 80 km², tra la parte settentrionale dei Colli Berici e la parte orientale dei Lessini.

La città presenta una parte meridionale pianeggiante posta ad una quota di 26 m s.l m. (zona di Borgo Casale), la parte del centro storico che si sviluppa tra i 33–40 m s.l.m., tra le anse dei principali fiumi BacchiglioneRetrone ed Astichello ed infine una parte collinare (appartenente al Sistema delle dorsali Settentrionali dei Colli Berici) con un'altezza massima di 183 m s.l.m. (corrispondente al Monte Bella Guardia).

Il territorio comunale comprende non solo il nucleo urbano, che si è notevolmente espanso nel corso del Novecento, ma anche delle zone di campagna in periferia e la zona diMonte Berico, che domina la città dall'alto.

Sismologia[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda la sismicità, il capoluogo berico è stato classificato con rischio sismico di grado 3 su 4 ovvero a rischio sismico basso (Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003).[11]

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dei fiumi di Vicenza e Alluvione del Veneto del 2010.
L'alluvione del novembre 2010 in una strada del centro storico

Il nucleo storico della città sorge alla confluenza del fiume Bacchiglione con il suo affluente Retrone. Altri corsi d'acqua toccano Vicenza: il fiume Astichello (che provenendo da nord-est si getta nel Bacchiglione), il fiume Tesina (che lambisce la città ad est) e il torrente Orolo(che discende da nord e si getta anch'esso nel Bacchiglione).

Durante il Medioevo questi corsi d'acqua hanno avuto un'influenza decisiva sulla storia, la difesa e lo sviluppo della città.

Oltre ai fiumi, Vicenza e la zona a nord della città è molto ricca anche di acqua di falda e di risorgiva, tant'è che, da secoli, la città diPadova e parte della sua provincia prelevano l'acqua dal vicentino e, attraverso l'acquedotto sito nella zona di Novoledo di Villaverla, la portano nel territorio patavino.

Purtroppo, a causa della notevole urbanizzazione del dopoguerra, molti fossati e canali di scolo sono stati chiusi o tombinati e larghe aree di terreni una volta agricoli si sono trasformate in zone industriali, finendo per convogliare il deflusso delle acque che dalle montagne vicentine giungono in pianura, solo sui fiumi principali.

Proprio perché si trova nel punto d'incontro di fiumi (Bacchiglione e Retrone in primis) la città di Vicenza viene considerata una zona a rischio idrogeologico; nel passato è stata infatti colpita da diverse alluvioni: particolarmente rilevanti quelle del settembre 1882 e del 4 novembre 1966. Tra il primo e il 2 novembre 2010 la città è stata colpita da una nuova alluvione che ha sommerso il 20% della superficie comunale provocando gravi danni e due vittime.

In data 11 novembre 2012 Vicenza ha rischiato una seconda alluvione, a distanza di soli due anni da quella del 2010. Il livello del Bacchiglione al Ponte degli Angeli ha toccato i 6,05 metri, andando quindi ben oltre il livello di guardia (tanto che, per la prima volta, sono state attivate le sirene di allarme esondazione installate dal comune su alcuni campanili della città), poi l'ondata di piena è diminuita. I danni sono comunque stati ingenti in alcune zone della città, ampiamente allagate (2,3 km² di territorio allagato su 80,54 km² di territorio comunale)[12] dall'acqua esondata in alcuni punti e da quella uscita a forte pressione dalle condutture fognarie. L’unica struttura in grado di evitare in un futuro ulteriori danni da alluvione ai Comuni di Vicenza e Caldogno - Comune che si è trovato in una situazione analoga - è la realizzazione del bacino di laminazione, previsto da due anni.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Vicenza.

Vicenza ha un clima semicontinentale con inverni piuttosto freddi e umidi, le estati sono invece calde e afose. Effetti positivi hanno le colline e le montagne che, molto spesso, riescono a bloccare le perturbazioni. Mediamente la durata del giorno è di dodici ore e sedici minuti, con punta minima a dicembre (otto ore e quarantanove minuti) e massima a giugno (quindici ore e quaranta minuti).

Le precipitazioni medie annue si attestano a 1.060 mm, mediamente distribuite in 88 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno, picco massimo in autunno e massimo secondario in primavera per gli accumuli. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 74,6 % con minimi di 70 % a luglio e ad agosto e massimo di 81 % a dicembre; mediamente si contano 59 giorni di nebbia all'anno.

VICENZA
(1951-2008)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 7,0 9,3 13,5 17,3 22,8 26,2 29,1 28,7 24,3 18,4 11,8 7,5 7,9 17,9 28,0 18,2 18,0
T. min. media (°C) -1,0 -0,1 3,3 7,0 11,9 15,5 17,7 17,2 13,5 8,5 3,1 -0,4 -0,5 7,4 16,8 8,4 8,0
T. max. assoluta (°C) 15,9
(1992)
21,7
(1990)
26,8
(1997)
30,0
(2000)
34,8
(2001)
37,4
(2003)
37,4
(1952)
39,1
(2012)
33,2
(1997)
29,4
(1956)
24,4
(2004)
17,8
(1983)
21,7 34,8 39,1 33,2 39,1
T. min. assoluta (°C) -20,0
(1985)
-18,6
(1956)
-10,0
(2005)
-3,2
(2003)
-0,8
(1957)
2,6
(1953)
8,6
(1991)
8,0
(1995)
3,8
(2004)
-3,6
(1997)
-8,0
(1965)
-13,0
(2005)
-20,0 -10,0 2,6 -8,0 -20,0
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 0 0 0 0 0 5 13 12 1 0 0 0 0 0 30 1 31
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 19 16 6 0 0 0 0 0 0 0 8 19 54 6 0 8 68
Precipitazioni (mm) 76,5 67,9 76,9 97,3 100,0 104,3 74,0 79,5 92,7 115,5 93,7 81,5 225,9 274,2 257,8 301,9 1 059,8
Giorni di pioggia 7 5 6 10 10 9 7 7 6 8 7 6 18 26 23 21 88
Giorni di nebbia 13 8 6 2 1 0 0 0 3 7 9 10 31 9 0 19 59
Umidità relativa media (%) 80 75 72 73 71 72 70 70 73 78 80 81 78,7 72 70,7 77 74,6

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza.
« Un luogo benedetto dal cielo, uno di quei nidi preparati dalla natura per la nascita dell'arte italiana. »
(Louis Courajod, storico dell'arte francese, fondatore dell'École du Louvre)

Dalle origini all'epoca medievale[modifica | modifica wikitesto]

Toponimo

Pare che il primo nome dato dai Veneti alla città sia statoBerga, nome ricordato anche nel primo teatro romano costruito in città che si chiamava appunto Teatro Berga. Certa è, invece, la denominazione assunta in epoca romana: Vicetia[14] o Vincentia o ancora Vicentia. Il nome è attestato dapprima nella forma dell'etnico Veicetinos in un'iscrizione del 135 a. C.[15], poi come Vicetia in Plinio il Vecchio (Naturalis Historia III, 130; III, 132) e in Tacito(Historiae, III, 8). Nel Secolo XI si arriva a Vicencia fino all'odierna Vicenza. L'origine del nome può essere fatta risalire al latino vincens (vincente) o al greco Oniketia(terra dei Veneti). Strabone la chiama anche Ucetia mentreClaudio Eliano la cita col nome di Bitetia.[16] Il toponimo è certamente una formazione venetica, derivata dall'indoeuropeo weik- (da cui il greco οἶkος e il latinovicus) con il suffisso -et attestato anche nel nome deiVeneti. La base weik- designa l'unità sociale superiore alla famiglia ed il villaggio.[17]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza § Epoca antica.

Gli studiosi sono concordi nel ritenere che il primo insediamento, alla confluenza dei fiumi Astico (poi Bacchiglione) e Retrone, sia originato da popolazioni paleovenete che in precedenza vivevano sui Colli Berici e nella valle del Lago di Fimon, almeno a partire dal VI secolo a.C.[18]. Mai asserviti dai popoli circostanti, di cui pure subirono l'influenza culturale, nel II secolo a.C. entrarono nell'orbita di Roma e ottennero la cittadinanza romana nel 49 a.C.

Completamente ridisegnata in quegli anni nel suo impianto urbanistico, ancora molto evidente, e dotata delle prime mura, durante il primo periodo imperiale, la città prosperò: lo attestano i resti del Teatro Berga, dei ponti (demoliti ma documentati a fine Ottocento), dell'acquedotto in frazione Lobbia, del Foro sotto Palazzo Trissino e di domus patrizie sotto la piazza del Duomo, con un criptoportico romano ben conservato, scoperto dopo i bombardamenti avvenuti nella città durante la Seconda guerra mondiale.

Il cristianesimo si è diffuso in Vicenza probabilmente verso la fine del III secolo[18]. Alla fine del IV o agli inizi del V secolo risale la costruzione sia di una basilica fuori dalle mura, dedicata ai santi Felice e Fortunato, sia di una chiesa cittadina che diverrà poi la cattedrale.

Non sembra che in epoca tardo-antica la città sia stata devastata da invasioni barbariche (da Paolo Diacono viene citato solo un saccheggio da parte degli Unni).

Il Museo naturalistico e archeologico di Santa Corona e il Museo diocesano di Vicenza conservano importanti reperti risalenti alle origini della città.

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Vicenza e Storia di Vicenza § Medioevo.

Nel 568 fu occupata dai Longobardi (secondo Paolo Diacono fu occupata dallo stesso Alboino) e subito eretta a sede ducale. Durante i circa tre secoli del periodo longobardo e del successivo periodo carolingio Vicenza rivestì un ruolo regionale di un certo rilievo e nel 589 ebbe il suo primo vescovo, Oronzio.

Durante il Medioevo a Vicenza trovarono sede molti benedettini che si occuparono, tra l'altro, della bonifica del territorio. La città in origine sorgeva infatti su un terrenoacquitrinoso e subito a nord confinava con un lago che andò progressivamente prosciugandosi durante l'epoca medievale. La presenza di due corsi d'acqua (gli attualiBacchiglione e Retrone) e la scarsa elevazione del terreno favorirono il verificarsi di frequenti alluvioni fino ad epoche recenti.

Nel 1184 dei sicari al soldo dei grandi feudatari assassinarono sulla piazza del Duomo il vescovo Giovanni Cacciafronte, che venne poi beatificato da papa Gregorio XVI. Dopo essere stata sotto il controllo di Ezzelino II il Monaco nel 1211, la città finì sotto l'egida degli scaligeri, cui si deve la costruzione delle mura trecentesche, la trasformazione in torre del campanile della basilica dei SS. Felice e Fortunato e il conio dell'unica moneta cittadina, l'aquilino d'argento.

La città di Vicenza agli inizi del XVII secolo

La sudditanza alla Serenissima ed il Rinascimento vicentino[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza § Età moderna.

Dal 1404 al 1797, donando nel 1414 le chiavi della città a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde) entrò a far parte dellaRepubblica Serenissima Veneta con la sua capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l'economia prosperò[19]. Il 12 giugno 1486 gli ebrei furono espulsi da Vicenza e, per sopperire alle richieste di prestiti di denaro, fu istituito contemporaneamente il Monte di Pietà.

Il Cinquecento fu il secolo del grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio. Giunto giovane a Vicenza dalla nativa Padova, preso a cuore dal mecenate vicentino Gian Giorgio Trissino che lo fece studiare, Palladio si rivelò come una delle personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale.[20] Le numerose famiglie nobili vicentine (i Porto, i Valmarana, i Thiene, i Trissino solo per citarne alcune) commissionarono a Palladio numerosi palazzi in città nonché altrettante ville che ridisegnarono completamente la scenografia vicentina. Tra le opere principali la Basilica Palladiana nella centrale Piazza dei Signori, il Teatro OlimpicoPalazzo Chiericati e Villa Capra detta la Rotonda posta appena fuori dall'abitato. La tradizione palladiana venne continuata da Vincenzo Scamozzi e da altri architetti fino al XVIII secolo[21].

Sono poche in città le testimonianze del Barocco: tra queste va segnalata la Chiesa di Santa Maria in Araceli, progettata dall'architettoGuarino Guarini, nei cui altari erano collocati dipinti di Giambattista Tiepolo e del Piazzetta, e la Basilica di Monte Berico.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza § Età contemporaneaStoria di Vicenza § L'Impero austriaco e il Quarantotto a Vicenza e Battaglia di Monte Berico.
Gli austriaci conquistano Vicenza

Con l'arrivo dei francesi nel 1797 e la caduta della Repubblica di Venezia, nel Veneto si assistette ad un cambio epocale. Il sistema politico basato sull'oligarchia del patriziato veneziano era considerato talmente superato che, quando il Congresso di Vienna restaurò l'ordine precedente, neppure prese in considerazione la rinascita della Serenissima. Dopo pochi mesi di occupazione (dall'aprile 1797 al gennaio 1798) a Vicenza e nel Veneto, in base agli accordi del Trattato di Campoformio, ai francesi subentrarono gli austriaci, che abrogarono molte delle decisioni prese dalla Municipalità provvisoria e riportarono in vigore la situazione precedente all'invasione napoleonica. I francesi ritornarono nuovamente in città per pochi mesi tra il 1800 e il 1801, ma la Pace di Luneville ridiede Vicenza e il Veneto agli austriaci. Il 4 novembre 1805, per la terza volta, in seguito alla pace di Presburgo che ridiede il Veneto, l'Istria e la Dalmazia alla Francia, le armate di Napoleone rientrarono in Vicenza, che venne annessa al Regno d'Italia - parte dell'Impero francese - e vi rimase fino al novembre 1813.

Sconfitto Napoleone nella battaglia di Lipsia, il 5 novembre 1813 gli austriaci rientrarono a Vicenza e questa volta vi si insediarono stabilmente. L'occupazione fu ratificata dal Congresso di Vienna e nel 1816 tutta la regione - e con essa Vicenza - fu inclusa nel nuovo stato, il Regno Lombardo-Veneto, facente parte dell'Impero austriaco.

Nel 1848 scoppiò in tutta Europa una serie di moti rivoluzionari. Da marzo le rivolte divamparono anche nel Lombardo Veneto, dove insorsero Milano e Venezia. Il 23 maggio, ilfeldmaresciallo Josef Radetzky attaccò Vicenza per reprimere l'insurrezione che erano iniziate anche nel territorio berico. I volontari vicentini e le truppe pontificie giunte in loro soccorso, guidati dal comandante Giovanni Durando, riuscirono a bloccare gli austriaci facendoli ritirare a Verona. La notizia dell'eroica impresa fece il giro delle città insorte. Il 10 giugno Radetzky attaccò nuovamente la città con 30.000 soldati e 50 cannoni. La sproporzione era enorme (a difendere la città erano in 11.000 tra volontari e soldati con due soli cannoni) e gli austriaci riuscirono a posizionare i cannoni su Monte Berico, minacciando il bombardamento della città: Vicenza era ormai indifendibile. Radetzky però rimase impressionato dal coraggio e dalla caparbietà dei difensori berici e venne accordata loro la resa con l'onore delle armi, consentendo ai combattenti di lasciare la città senza essere presi prigionieri.

Con la Terza guerra di indipendenza del 1866 le truppe austriache abbandonarono la città e il mattino entrarono quelle italiane del generale Cialdini.

Nello stesso ottobre il Re Vittorio Emanuele II, giunse a Vicenza per consegnare la prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'eroismo dimostrato dai patrioti nel difendere la città.

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Resistenza vicentina.

Durante la prima guerra mondiale le montagne della provincia di Vicenza furono uno dei maggiori fronti di ostilità di tutto il conflitto. Dopo la guerra fu creato il grande piazzale davanti alla Basilica di Monte Berico, con al centro la bandiera italiana. Dal balcone è possibile vedere, grazie ad appositi segnali infissi nella pietra, tutti luoghi dove si svolsero le principali battaglie del conflitto.

La seconda guerra mondiale colpì anche la città, che fu gravemente danneggiata dai bombardamenti alleati. Iniziati la notte di Natale del 1943 i bombardamenti proseguiranno fino alla primavera del 1945.
Il 2 aprile del 1944 vengono distrutti il Teatro Verdi, il Teatro Eretenio (considerato una piccola Fenice) e l'Auditorium Canneti. Viene miracolosamente salvato il Teatro Olimpico, che sorge a pochi passi dall'Auditorium.
Tra il 17 e il 18 novembre 1944 gli alleati decidono di colpire l'Aeroporto di Vicenza. L'uso delle bombe a spillo si ripercuote però sul popoloso quartiere di San Bortolo, all'interno del quale sorge anche l'omonimo ospedale. I morti saranno più di 500 solo in quelle giornate.
Il 28 febbraio 1945 è la volta della zona della stazione e di Campo Marzo (già colpito il 4 gennaio) che da parco si trasforma in autentico cratere lunare.
Il 18 marzo 1945 una bomba colpisce la Basilica Palladiana, uno dei monumenti simbolo della città. La cupola a carena di nave rovesciata collassa, la Torre Bissara viene mozzata e solo grazie al veloce intervento dei cittadini si riesce ad evitare che l'incendio che scoppia all'interno della Basilica la distrugga completamente.
Dopo 53 incursioni aeree e 30 bombardamenti, gli americani entrano a Vicenza il 28 aprile 1945. È la fine delle ostilità.

I danni economici subiti dall'economia vicentina ammontarono ad 8 miliardi di lire (circa 170 milioni di euro attualizzati). Solo le aziende municipali AIM contarono danni per 90 000 euro attualizzati. Edifici come i teatri Verdi ed Eretenio furono ridotti a macerie e non vennero più ricostruiti.

Dal secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra a partire dagli anni cinquanta un forte sviluppo economico ed industriale ne ha fatto una delle città più ricche d'Italia.

Già nel 1946 si inaugura la Fiera Campionaria nei nuovi padiglioni della Fiera di Vicenza ai Giardini Salvi, vengono ristrutturati gli edifici pubblici, costruite nuove struttura per la città, nascono nuovi quartieri residenziali, nel 1964 viene aperto il tratto berico dell'Autostrada A4. Negli anni settanta inizia a concretizzarsi la nuova Zona Industriale Ovest con la nuova sede della Fiera. Vicenza diventa la capitale mondiale per la lavorazione dell'oro, la terza provincia italiana per esportazioni.

Nel 1994 la città si afferma ufficialmente anche come polo culturale, diventando città patrimonio mondiale dell'umanità.

Nel 1995 riceve la seconda medaglia d'oro al valore militare da parte del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale.

Il 29 aprile 2001 quasi 80.000 vicentini vengono fatti evacuare per permettere il disinnesco di un ordigno bellico di 1.500 kg rinvenuto durante alcuni lavori al cimitero maggiore[22].

Nel novembre 2010 parte della città viene allagata dall'esondazione dei fiumi Bacchiglione e Retrone.

Nel novembre del 2013 viene rinvenuto un altro ordigno bellico di 1.800 kg all'ex Aeroporto "Dal Molin". Circa 30.000 vicentini e persone di comuni confinanti di Caldogno eCostabissara vengono fatti evacuare per il disinnesco della bomba avvenuto il 25 aprile 2014 dagli specialisti del 2º reggimento genio guastatori, di base a Trento[23].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma di Vicenza
Bandiera di Vicenza

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

« Di rosso alla croce d'argento[24] »
(Descrizione araldica dello stemma del comune di Vicenza)

Lo stemma del Comune di Vicenza è costituito da uno scudo rosso, a cui è sovrapposta una croce argento o bianca (nello stemma attuale la croce è argento ma nella bandiera comunale è bianca). Lo scudo è sovrastato dalla corona patriziale veneta.

Le due medaglie oro, conferite alla città nel 1866 e nel 1995, sono appese al nastro azzurro al decusso dei rami diquercia e d'alloro, posti sotto lo scudo.

Bandiera[modifica | modifica wikitesto]

La città di Vicenza è l'unico comune italiano che, al posto di un proprio gonfalone, ha la Bandiera Nazionale con, al centro, il simbolo della città.

Questa scelta fu ufficializzata nella seduta del Consiglio Comunale del 5 novembre 1866 dopo che, poche settimane prima, il re Vittorio Emanuele IIera giunto in città per appuntare al gonfalone cittadino la medaglia d'oro al valor militare, guadagnata con le battaglie del 1848. Patriotticamente la città (annessa da poco al Regno d'Italia) si presentò con il Tricolore al posto del gonfalone.

Nella Bandiera originale custodita nello studio del Sindaco, lo stemma centrale nel bianco della Bandiera è naturalmente Sabaudo, successivamente sostituito da quello comunale.

Essendo la Bandiera di Vicenza l'unica bandiera di un comune italiano ad essere decorata da due Medaglie d'Oro al Valor Militare, riceve gli stessi onori di una bandiera di guerra; nelle cerimonie ufficiali deve precedere tutte le altre bandiere (ad eccezione delle bandiere di guerra dei reggimenti in armi) e gonfaloni comunali e dev'essere sempre accompagnata da almeno un vigile urbano in alta uniforme storica[24].

La Bandiera di Vicenza sventola in Piazza dei Signori e nel Piazzale della Vittoria di Monte Berico.