Pistoia


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Pistoia
comune
Pistoia – Stemma Pistoia – Bandiera
Pistoia – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Tuscany.svg Toscana
Provincia Provincia di Pistoia-Stemma.png Pistoia
Amministrazione
Sindaco Samuele Bertinelli (PD) dal 07/05/2012
Territorio
Coordinate 43°56′00″N 10°55′00″ECoordinate43°56′00″N 10°55′00″E (Mappa)
Altitudine 67 m s.l.m.
Superficie 236,17 km²
Abitanti 90 462[2] (31-07-2013)
Densità 383,04 ab./km²
Frazioni vedi sezione
Comuni confinanti AglianaCantagallo (PO),Granaglione (BO), Porretta Terme (BO), Lizzano in Belvedere (BO), Marliana,MontalePiteglioQuarrata,Sambuca PistoieseSan Marcello Pistoiese,Serravalle Pistoiese
Altre informazioni
Cod. postale 51100
Prefisso 0573
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 047014
Cod. catastale G713
Targa PT
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Cl. climatica zona D, 1 885 GG[3]
Nome abitanti pistoiese, pistoiesi[1]; pistorese, pistoresi (antico)[1]
Patrono san Jacopo
Giorno festivo 25 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pistoia
Pistoia
Posizione del comune di Pistoia all'interno dell'omonima provincia
Posizione del comune di Pistoia all'interno dell'omonima provincia
Sito istituzionale

Pistoia (pronuncia: [pisˈtoːja]) è un comune italiano di 90.462 abitanti[2]capoluogo dell'omonima provincia in Toscana nell'Italia centrale.

La città è stata dichiarata, ufficialmente, parte integrante dell'area metropolitana Firenze - Prato - Pistoia (che supera 1.500.000 abitanti) dal Consiglio Regionale della Toscana con la delibera 130 dell'anno 2000[4].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La città si sviluppa all'estremità nord-occidentale della piana di Firenze-Prato-Pistoia. Il territorio comunale di Pistoia è attraversato da diversi corsi d'acqua, nessuno però di grandi dimensioni e tutti caratterizzati da un regime spiccatamente torrentizio. Il principale di essi è l'Ombrone Pistoiese che lambisce ad ovest la città. Giunto nelle vicinanze del quartiere di San Biagio, l'Ombrone Pistoieseha acque limpide e pulite, in grado di ospitare anche specie ittiche pregiate quali la trota fario, il vairone e lo scazzone. Tuttavia la sua portata (a volte anche eccezionale nei mesi freddi) subisce drastiche diminuzioni d'estate, a causa soprattutto di prelievi indiscriminati per fini agricoli, quindi il torrente può rimanere in secca anche per diversi mesi, con gravi danni alla fauna ittica. Altro corso d'acqua importante è il torrente Brana, che cinge le mura della città a nord-est. Anche in questo caso il torrente giunge alle porte della città con discreta portata e acque abbastanza buone qualitativamente. Tuttavia, giunto nella zona industriale di Sant'Agostino, il Brana risente notevolmente di inquinamenti di varia natura, leggermente mitigati da un impianto di depurazione posto nei pressi della località Armacani. Il torrente Bure nasce dal poggio dell'Acquifredola in due rami, che percorrono le valli di Santo Moro e di Baggio e si riuniscono in prossimità di Candeglia; prosegue a nord della città di Pistoia per gettarsi nel torrente Agna. Altri corsi d'acqua minori risultano: il rio Diecine, affluente del Brana presso i cimiteri; il Vincio di Montagnana, che si getta nell'Ombrone Pistoiese in località Pontelungo; il Vincio di Brandeglio, anch'esso affluente del principale corso d'acqua pistoiese presso la frazione di Gello. Anche questi ultimi piccoli torrenti risentono di prelievi idrici da parte di aziende vivaistiche e, quindi, la parte finale del loro corso è pressoché priva di vita.

L'area in cui si estende il territorio comunale è classificata a rischio sismico, tanto che Pistoia è stata l'epicentro di alcuni eventi sismici anche di forte intensità. Nel 1196 un terremoto raggiunse la magnitudo 4,83 della scala Richter e il VI grado della scala Mercalli; l'11 luglio 1293 si verificò il più forte evento sismico, che raggiunse la magnitudo 5,57 della scala Richter e l'VIII grado della Mercalli; il 4 ottobre 1527 un altro forte terremoto ebbe magnitudo 5,37 della scala Richter ed il VI-VIII grado della Mercalli in base alle zone; infine, il 12 agosto 1815 un altro sisma raggiunse la magnitudo di 4,83 della scala Richter ed il VI grado della Mercalli.[5]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Clima della Toscana e Stazione meteorologica di Pistoia.

Il clima della città è influenzato sia dalla posizione all'estremità nord-occidentale della conca, che dalle vicine alture dell'Appennino e della Montagna Pistoiese.

Le escursioni termiche risultano piuttosto elevate mentre, rispetto alla vicina città di Prato, Pistoia si caratterizza per una minore ventilazione e per una maggiore piovosità (più di 1250 mm annui secondo i dati del consorzio Lamma). Pistoia è infatti una delle città più fredde della Toscana durante la stagione invernale (per quanto riguarda la pianura), mentre in estate è caratterizzata da maggiore ventilazione e nottate meno afose. Le termiche di gennaio si attestano sui 6 °C (le minime sono vicine a 0 °C) e spesso la notte si scende sotto lo zero; anche se le ore centrali del giorno sono spesso miti, la sensazione di freddo è acuita dall'alto tasso di umidità; può cadere la neve, anche se poca e con una breve permanenza al suolo. In luglio e agosto il caldo è accentuato dall'elevato tasso di umidità e le scarse precipitazioni sono esclusivamente in forma di temporali.

L'inverno è generalmente relativamente secco e freddo, con minima assoluta di -13,0 °C registrata l'11 gennaio 1985, mentre l'estate risulta piuttosto calda nelle ore diurne, con massima assoluta di +42,4 °C il 20 agosto 1943 (un improbabile valore di +43,4 °C, dovuto ad un possibile errore di trascrizione o ad un'errata misurazione, è stato registrato il 22 luglio 1982).[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Pistoia.
Il Palazzo dei vescovi nel 1625

Di fondazione romana (chiamata Pistorium,[7] Pistoriae o Pistoria), esisteva probabilmente un precedente insediamento etrusco. Divenne nel II secolo a.C. un oppidum di Roma per appoggiare le truppe romane in lotta contro i Liguri. La città è menzionata anche da Sallustio, che riporta la battaglia del 62 a.C. in cui perse la vita Catilina.

Pistoia divenne nel V secolo importante sede vescovile e fu conquistata dai GotiBizantiniLongobardi e Franchi. Al passaggio del potente esercito composto di tribù germaniche guidate dall'ostrogoto Radagaiso venne in parte distrutta. Un paio di secoli più tardi, sotto ladominazione longobarda, Pistoia fu elevata al rango di città e grazie alla sua posizione geografica, conobbe un significativo sviluppo demografico ed economico che continuò anche intorno al Mille, quando la città passò sotto l'orbita degli imperatori tedeschi.

Pistoia divenne così libero comune nel 1105, e nel 1117 fu approvato lo statuto dei consoli del Comune di Pistoia (Constitutum, consulum, Communis Pistoriae), la più antica raccolta scritta di leggi, regolamenti e consuetudini dell'età comunale, a noi pervenuta.

Importante centro medievale ghibellino sostenitore dell'Impero, Pistoia fu a lungo alleata di Pisa e di Siena[8]. La posizione geografica, nel crocevia di grandi direttrici commerciali, alimenta la vocazione commerciale della città, e a partire dal XII secolo, emerge un ceto mercantile molto attivo. I pistoiesi, come altri toscani, divennero celebri a livello nazionale e internazionale per le attività bancarie e finanziarie. Le famiglie pistoiesi più importanti di mercanti-banchieri sono gli Ammannati e i Panciatichi, attivi in Francia, i Cancellieri, iChiarenti, i Dondori, i Partini, i Reali, i Simiglianti, i Vesconti[9][10]. Questo è considerato il periodo di maggior splendore di Pistoia.

Tuttavia, dopo un assedio di undici mesi, l'11 aprile 1306, Pistoia si arrese ai nemici di sempre, i fiorentini e i lucchesi, perdendo così la sua autonomia.

« poscia fecero disfare le mura e riempire i fossi, disfacendo tutte le fortezze e palagi de Ghibellini e dei Bianchi di Pistoia »
(Istorie Pistolesi ovvero delle cose avvenute in Toscana dal MCCC al MCCCXLVII - Anonimo Pistoiese)

I numerosi tentativi di ribellione dei pistoiesi furono, di volta in volta, soffocati nel sangue. Con la perdita dell'autonomia, e il controllo dei fiorentini che dominavano la vita pubblica di Pistoia con uomini di fiducia, nel XIV secolo iniziò una crisi sociale ed economica inarrestabile, acuita dalle lotte interne tra guelfi bianchi e guelfi neri, che, secondo lo storico Giovanni Villani ebbero iniziò proprio a Pistoia, per poi propagarsi a Firenze, e nel resto della Toscana.

Con la nascita del Granducato di Toscana, sotto la signoria medicea, ci fu un deciso cambio di tendenza, e si aprì una grande stagione di rinnovamento e di riqualificazione del tessuto urbano. Pistoia ritornò così un importante nodo politico e culturale, con la nascita di circoli o accademie: la più importante fu l'Accademia dei Risvegliati fondata da monsignor Felice Cancellieri e dal nobile Federigo Manni dove si recitavano poemi, poesie e prose e si faceva musica. Le riunioni avvenivano per lo più nei salotti delle case nobiliari ed erano a loro esclusivo uso e divertimento. Alla fine del XVII secolo fu costruito un teatro dove ebbe sede l'accademia sino alla sua estinzione avvenuta nel secolo scorso. Ne fecero parte numerosi esponenti della nobiltà locale tra cui Felice Cancellieri, Roberto RospigliosiVincenzo ManniAnnibale BraccioliniDomenico Manni, Pietro Banchieri e altri.

Con l'arrivo dei Lorena, che furono artefici di importanti riforme, Pistoia, come tutta la Toscana, conobbe, a partire dalla seconda metà del Settecento, un significativo risveglio sociale, culturale ed economico. Nell'Ottocento la realizzazione delle linee ferroviarie favorirono lo sviluppo industriale della città. Nel 1861 Pistoia, come il resto della Toscana, venne annessa al Regno d'Italia. Nel 1927 Pistoia divenne provincia e sede di prefettura.

Il comune di Pistoia è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stato insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale la cui motivazione è visionabile all'URL: [2]

Ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Unzione di San Bartolomeo Apostolo, 24 agosto giorno di ricorrenza di San Bartolomeo.
  • Festa di San Jacopo, 25 luglio giorno di ricorrenza di San Jacopo.

San Jacopo, il patrono[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della venerazione che i pistoiesi hanno per l'apostolo San Jacopo sono remote. Lo storiografo pistoiese Michelangelo Salvi narra che nell'anno 849, temendo i pistoiesi che la loro città venisse invasa dai Saraceni, che erano giunti alle porte di Roma, chiese all'apostolo San Jacopo la sua protezione, ricordando come in simili circostanza, anche il re Ramiro di Spagna fosse ricorso all'aiuto del Santo.

Pistoia non venne invasa e, in segno di gratitudine per la grazia ricevuta, i pistoiesi elessero San Jacopo a loro patrono e gli edificarono una chiesetta entro il primo cerchio di mura; esse fu costruita nelle vicinanze di un fortilizio della città e fu chiamata San Jacopo in Castellare.

Nei secoli successivi il vescovo Atto, che era succeduto al vescovo Ildebrando dei conti Guidi nel governo della diocesi, chiese al vescovo di Compostela (città spagnola dellaGalizia) una piccola parte della reliquia del corpo del santo. Ranieri, che si trovava come canonico della cattedrale di Santiago, accordò la reliquia (un frammento di osso del cranio del santo) e venne recata con grandi onoranze a Pistoia e deposta in una cappella appositamente costruita nel 1145.

Fu così che la cappella con apposito altare, dedicato a San Jacopo, diventò subito meta di pellegrinaggi inaspettati. Per tanti devoti, con in programma un pellegrinaggio a Compostela, Pistoia si fece spesso capolinea di partenza. Presso la cappella, infatti, si veniva a chiedere protezione per il lungo viaggio. Al ritorno poi si faceva traguardo d'arrivo, con sosta di doveroso ringraziamento per il buon esito dell'impresa.

Fra il 1170 e il 1180 gli statuti comunali ricordano una “festa di San Jacopo”.

Fin da allora, tuttavia, il culto per l'apostolo risultava sotto la tutela non più del vescovo, ma del comune di Pistoia.

Nel corso del Duecento quest'ultimo adottò San Jacopo come proprio protettore e patrono della città, apponendo la sua immagine sui propri sigilli.

Il periodo delle solenni celebrazioni religiose iniziava il giorno antecedente quello della festa con un'imponente processione di tutta la comunità; raggiungeva il suo culmine per il 25 luglio, e poi continuava per i successivi otto giorni (“Ottava di San Jacopo”).

In questo periodo si teneva una grande fiera annuale o “mercato”, che garantiva immunità a chi vi partecipasse, eccetto i criminali ed i banditi. La giornata festiva, caratterizzata durante la mattina da una serie di cerimonie liturgiche molto suggestive in onore del santo patrono, si concludeva nel tardo pomeriggio con una manifestazione concepita come omaggio a San Jacopo: la corsa del “Palio”. Essa prendeva nome dalla lunga pezza di stoffa pregiata (pallio) che ne costituiva il premio. Alla “corsa del Palio” partecipavano cavalli purosangue di razza berbera montati da fantini che spingevano gli animali al galoppo sfrenato lungo un percorso variato durante il tempo. Si trattava perciò di una gara di velocità in lungo, che evidenziava soprattutto le qualità dei cavalli.

Tra la fine del Settecento e durante l'Ottocento occasionalmente andò ad aggiungersi alla corse del Palio una serie di corse in tondo, lungo il circuito di una piazza, generalmentepiazza San Francesco.