Licata

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Licata
comune
Licata – Stemma Licata – Bandiera
   
Panorama di Licata dal braccio di levante
Panorama di Licata dal braccio di levante
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Sicily.svg Sicilia
Provincia Provincia di Agrigento-Stemma.png Agrigento
Amministrazione
Sindaco Angelo Cambiano (liste civiche di centrodestra) dal 15-6-2015
Territorio
Coordinate 37°06′30″N 13°56′49″E / 37.108333°N 13.946944°E37.108333; 13.946944 (Licata)Coordinate: 37°06′30″N 13°56′49″E / 37.108333°N 13.946944°E37.108333; 13.946944 (Licata) (Mappa)
Altitudine m s.l.m.
Superficie 179,68 km²
Abitanti 38 007[1] (31-12-2014)
Densità 211,53 ab./km²
Frazioni Mollarella, Torre di Gaffe
Comuni confinanti Butera (CL), Camastra, Campobello di Licata, Naro, Palma di Montechiaro, Ravanusa
Altre informazioni
Cod. postale 92027
Prefisso 0922
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 084021
Cod. catastale E573
Targa AG
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Nome abitanti licatesi
Patrono sant'Angelo
Giorno festivo 5 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Licata
Licata
Posizione del comune di Licata nella provincia di Agrigento
Posizione del comune di Licata nella provincia di Agrigento
Sito istituzionale

Licata è un comune italiano di 38 007 abitanti[1] della provincia di Agrigento in Sicilia.

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Piana di Licata.

Il territorio comunale, che si estende per 24 km lungo la costa meridionale della Sicilia è prevalentemente pianeggiante, con alcuni modesti rilievi collinari. In generale può dirsi che la morfologia è fortemente caratterizzata dalla presenza del fiume Salso che ha dato origine ad una pianura alluvionale detta la Piana.

Il centro abitato è posizionato al limite occidentale del Golfo di Gela, ed è disposto a ridosso di una collina detta la Montagna, (monte eknomo).

Il Salso sfocia nel mare di Licata con un estuario che divide quasi a metà l'area urbana. Licata è divisa ad est dal comune di Butera dal torrente Cantigaglione, che sfocia in località Punta Due Rocche.

Veduta di Licata in una stampa del 1667
Spiaggia La Rocca

Il territorio di Licata si sviluppa per circa 20 km su una costa dalle caratteristiche molto eterogenee: ad est della città si hanno litorali sabbiosi, ad ovest suggestive scogliere si alternano a spiagge di ciottoli in un susseguirsi di promontori, baie piccole e grandi, con lunghi tratti di spiagge sabbiose. Il litorale, sebbene segnato in varie parti dall'edificazione selvaggia degli anni settanta e ottanta, conserva caratteri di naturalità che ne fanno uno dei più belli di tutta la costa meridionale della Sicilia, soprattutto per l'alternarsi di ambienti sabbiosi e rocciosi caratterizzati dalla presenza di ampie praterie di Posidonia oceanica.

Le spiagge licatesi sono:

  • Due Rocche
  • Canticaglione
  • Poggio di Guardia
  • Montegrande
  • Playa
  • Marianello
  • Trippodi
  • Lavanghe Monserrato
  • Cavalluccio
  • Balatazze
  • Colonne
  • Nicolizia
  • Cadutella
  • Caduta
  • Mollarella
  • Poliscia
  • San Nicola
  • Cala Mollaka o Cala Paradiso
  • La Rocca
  • Pisciotto
  • Foce della Gallina
  • Torre di Gaffe
isolotto La Rocca, Licata
Cala Paradiso, Licata
Tratto di costa del litorale Licatese
Lunga Spiaggia di marianello, Licata
Tramonto a Mollarella d'inverno, Licata
Piazza Progresso, Palazzo di città
Cupola S.Angelo, vista da relativo Chiostro, ospitante ancora ellenica
cantiere navale, Porto commerciale della città di Licata

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Licata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Finziade.

Le origini di Licata risalgono alla Preistoria. II nome di Licata appare, quasi nella forma attuale, già in età normanna. Nei secoli XI e XII, infatti, si ritrova Leocata, o Licata, assieme alla denominazione colta di Olimpiada, nome di evidente origine greca. Nel Museo archeologico della Badia, sono presenti numerosi reperti che documentano l'antica storia della città di Licata.

Fra gli episodi storici avvenuti nel territorio di Licata, si ricordano:

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della città ha subito nei vari secoli molteplici variazioni. Ci si riferisce infatti all'attuale Licata con molti diversi nomi: "Alukatos", Limpiadum, Limpiados, Lecatam, Cathal, Katta, Licatam, Leocata, Alicata.

Il documento più antico che cita il nome di Licata è un atto di donazione da parte di Ruggiero d'Altavilla a Gerlando, vescovo di Agrigento, dove la città viene indicata con l'appellativo di Limpiadum.

In un documento dello stesso anno, proveniente dall'archivio della cattedrale di Agrigento, figura invece con l'appellativo di Lecatam.

Sul significato del nome nel corso dei secoli sono state formulate molte ipotesi; per alcuni deriverebbe dal greco Leucada (Λευκάδα), per altri deriverebbe dal saraceno al-Kalata (rupe fortificata, castello, luogo forte); altre ipotesi meno accreditate farebbero risalire il toponimo da tale Alì, signore del castello della città; da alikis (salsedine); da alik (sale) ed ata (presso) nell'idioma musulmano, con allusione al fatto che la città sorgeva presso il mare e il fiume salato; da alica, da intendersi come un cereale, simile al frumento che abbondava nelle campagne licatesi o come alga, ancora oggi in dialetto chiamata "àlica", di cui il mare di Licata è ricchissimo; da Lica, madre di Dafne, una delle divinità ctonie adorate anche nel territorio di Licata; da Halycon, nome greco del Salso; da Alico, altro appellativo geografico del Salso; da Aluca, città sorta sulle rovine di Finziade; da leon (leone) e cata (presso), con allusione forse a quel leone di grande altezza e di bella fattura, che anticamente era scolpito nella dura pietra della località Stretto, a 9 km dalla città e che secondo il Serrovira fu distrutto nel 1600 dallo spagnolo Emanuele Filiguerra. Secondo Benedetto Rocco, infine, Alicata deriva dall'accusativo del nome greco Halykada (città posta sul Salso).

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma di Licata

All'aquila, di nero al volo abbassato caricata in petto d'uno scudo d'azzurro al castello torricellato di quattro pezzi d'oro e finestrato di nero sorgente dalla campagna di azzurro,ondata di nero e di argento.

Lo stemma è una scultura lignea raffigurante l'“aquila sveva” (da alcuni erroneamente confusa con l'“aquila aragonese”). Essa rappresentava l'emblema della potenza imperiale e veniva riconosciuta come distintivo d'onore delle città demaniali fedeli a Federico II di Svevia.

La rocca merlata, circondata dal mare, dalla quale si alzano quattro torri dorate di diversa fattura e altezza (il regio castello a mare di San Giacomo, il Castel Nuovo, il bastione armato di Mangiacasale e la torre Gioietta), rappresenta la città stessa delimitata da due distinti rami del fiume Salso che le conferivano la forma di un'isola.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria Titolo di Città
   

Federico II, imperatore svevo, annoverò Licata tra le 42 città demaniali della Sicilia, concedendole nel 1234 il titolo di "Dilectissima", al quale nel 1447 il re Alfonso I unì quello di "Fidelissima".

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Villa Bosa

Le dominazioni succedutesi in Sicilia nel corso dei millenni hanno lasciato una presenza tangibile oltre che nei ritrovamenti archeologici anche nell'architettura civile e religiosa e nella struttura urbanistica della città: ne sono testimonianza l'impianto arabo del quartiere della Marina, la struttura del quartiere Maltese di S. Paolo e la tipologia barocca dei corsi principali.

Numerosi sono i ritrovamenti archeologici risalenti al Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico. Particolarmente degni di nota sono l'ipogeo Stagnone Pontillo, la monumentale necropoli a grotte artificiali di monte Petrulla, la Grangela (opera idraulica di epoca preellenistica), il phrourion di Falaride (fortezza di epoca greca), nonché i resti della città greca di Monte Sant'Angelo.

Molti dei reperti ritrovati presso questi ed altri siti di rilevanza archeologica ritrovati nel territorio comunale sono conservati ed esposti presso il Museo archeologico cittadino, nei locali del chiostro della Badia.

Tra i beni monumentali di maggior pregio si citano:

  • il faro, uno dei più alti d'Europa;[2]
  • il Castel Sant'Angelo: Forte di avvistamento spagnolo risalente alla fine del XVI secolo dal quale è visibile gran parte del litorale e della Piana di Licata;
  • il Palazzo di Città, tipica espressione del liberty siciliano, realizzato su progetto di Ernesto Basile;
  • Santa Maria La Vetere: nel quartiere di Santa Maria, è la chiesa più antica e prima matrice di Licata, di origini due-trecentesche;
  • il Carmine: il complesso duecentesco, formato dalla chiesa e dal convento, ha subito una riedificazione nel 1700, su disegno di Giovanni Biagio Amico;
  • le chiese barocche: chiesa di San Francesco, chiesa del Purgatorio, chiesa del SS. Salvatore, e chiesa di San Domenico; in quest'ultima sono ospitate due opere di Filippo Paladini Sant'Antonio Abate in cattedra (1603) e Santissima Trinità e i Santi (1611);
  • i palazzi nobiliari barocchi, Palazzo Bosio e i palazzi Frangipane;
  • le ville liberty: costruite sulla collina che si erge sulla città, costituivano le residenze delle famiglie nobili e borghesi degli inizi del Novecento;

Di notevole interesse naturalistico è l'osservatorio avifaunistico della foce del Salso.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[3]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Il Venerdì santo[modifica | modifica wikitesto]

Particolare del Cristo morto

Le funzioni della Settimana santa trovano il culmine nella processione del Venerdì santo, che si sviluppano in diverse fasi per tutto l'arco della giornata.

La prima processione, che si svolge di notte, parte dalla chiesa di San Girolamo, nel cuore della Marina. Il simulacro del Cristo che l'indomani sarà posto sulla croce, posizionato su una lettiga e accompagnato dalla Madonna Addolorata, viene trasportato in una cappella appositamente allestita. Nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio, la processione di un'altra statua, rappresentativa del Cristo portatore della croce, percorre i corsi principali e, sostituita da quella collocata nella cappelletta durante la notte, prosegue fino alla crocifissione.

Sant'Angelo[modifica | modifica wikitesto]

Fercolo con l'urna contenente le reliquie di Sant'Angelo, durante la processione del 5 maggio.

Il 5 maggio è la festa del patrono, Sant'Angelo Martire, centro della festa è la seicentesca chiesa di Sant'Angelo, nel cuore barocco del centro storico.

Le giornate sono movimentate soprattutto dalla lunga fiera che si apre un paio di giorni prima della festa e si conclude il 6 maggio. La fase più coinvolgente è la processione della pregevole urna argentea seicentesca che custodisce i resti del Santo accompagnata da quattro ceri, macchine lignee seicentesche portate da diverse categorie di lavoratori.

Altre feste religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Addolorata di Sant'Agostino: si svolge il venerdì prima della Domenica delle Palme. È una ricorrenza molto sentita e partecipata, ed apre di fatto le funzioni religiose della Settimana Santa. Il suo culto ha avuto inizio nel 1755;
  • l'Immacolata, celebrata l'8 dicembre anch'essa con una statua per le vie cittadine. Tipico dolce legato alla festa è a' cicirata, torrone preparato con ceci;
  • la festa di San Giuseppe (19 marzo);
  • la Madonna del Quartiere: nota anche come l'ausiliatrice, si celebra il 20 giugno;
  • il Corpus Domini

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Liceo "Vincenzo Linares" (scientifico, classico, psicopedagogico)
  • Istituto tecnico per geometri "Ines Giganti Curella"
  • Istituto tecnico commerciale e alberghiero "Filippo Re Capriata"
  • Istituto professionale chimico-biologico e meccanico-termico "Enrico Fermi"

Media[modifica | modifica wikitesto]

Periodici Locali TV locali Radio locali   Giornali on line  
  • La Vedetta
  • Tv Alfa
  • Licata Nuova Tv
 
  • licatanet.it
  • IlLicatese.it
 

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Nella tradizione culinaria licatese, come invero accade anche nel resto della Sicilia e del Meridione d'Italia, in genere la preparazione di una specifica pietanza accompagna una particolare ricorrenza o evento della vita.

  • Per il Venerdì Santo e per il Corpus Domini si preparano dei pani speciali chiamati muffuletti, impastati con farina, cannella, spezie e semi di anice;
  • il giorno di Pasqua ai bambini si regalano i Panarini (o Cannileri), preparati con farina "00" e uova sode.
  • il primo dell'anno si porta a tavola u' Taianu;
  • il giorno di San Giuseppe si prepara la tagliarina con il macco, pasta fresca condita con purè di fave;
  • la domenica, nel periodo estivo, era consuetudine preparare la lasagna, pasta fresca condita con sugo di pomodoro fresco (buttiglieddru) e ricotta salata. La tradizione vuole che sia servita su un pianale di legno (scanaturi) utilizzato per impastare la farina, e consumata dai commensali in comune senza l'uso di piatti.
  • per le festività natalizie si preparano "i mastazzoli" e i "i minnilati". Si tratta di dolci caratteristici della zona. I "mastazzoli" sono preparati con mosto cotto (u vinu cottu), succo di carrube, scorza d'arancia in polvere, pepe, zucchero, cannella e farina. I "minnilati" sono, invece, dolci preparati con mandorle, zucchero farina e buccia di limone grattugiata e aromi vari. Si prepara anche a' pupa ch'i ficu, pane di grano duro e fichi secchi a forma di bambola.