Cuneo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Cuneo (disambigua).
Cuneo
comune
Città di Cuneo
Cuneo – Stemma Cuneo – Bandiera
Torre Civica, Piazza Galimberti, Monumento Gesso e Stura, Monumento alla Resistenza
Torre Civica, Piazza Galimberti, Monumento Gesso e Stura, Monumento alla Resistenza
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Piemonte-Stemma.svg Piemonte
Provincia Provincia di Cuneo-Stemma.png Cuneo
Amministrazione
Sindaco Federico Borgna (lista civica) dal 23/05/2012
Territorio
Coordinate 44°23′00″N 7°33′00″ECoordinate44°23′00″N 7°33′00″E (Mappa)
Altitudine 534 m s.l.m.
Superficie 119,67 km²
Abitanti 56 099[2] (31-1-2015)
Densità 468,78 ab./km²
Frazioni vedi sezione
Comuni confinanti CentalloBuscaCastelletto SturaBorgo San Dalmazzo,PeveragnoBovesVignolo,MorozzoBeinette,TarantascaCaraglio,Cervasca
Altre informazioni
Cod. postale 12100
Prefisso 0171
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 004078
Cod. catastale D205
Targa CN
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona F, 3 012 GG[3]
Nome abitanti cuneesi
Patrono San Michele arcangelo,Beato Angelo Carletti(protettore)
Giorno festivo 29 settembre
Soprannome Il Capoluogo della Granda, La Città dei sette Assedi[1]
Motto Ferendo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cuneo
Cuneo
Posizione del comune di Cuneo nell'omonima provincia
Posizione del comune di Cuneo nell'omonima provincia
Sito istituzionale

Cuneo (IPA[ˈkuːneo][4] pronuncia[?·info] – Coni in piemontese) è un comune italiano di 56.099 abitanti[2], conosciuto a livello locale con l'appellativo di Capoluogo della Granda, dovuto all'estensione dell'omonima provincia.

La città fu fondata nel 1198 nel sud-ovest della regione presso la confluenza dei corsi d'acqua Stura e Gesso che scorrono in avvallamenti profondi circa 50 metri (l'altezza del Viadotto Soleri)[5].
Il nucleo più antico e centro della città è caratterizzato da un impianto a scacchiera, lungo una via mediana (via Roma) che sbocca su Piazza Galimberti, il cosiddetto "salotto cittadino"[6].

È il decimo comune capoluogo d'Italia per altitudine[7] e primo per nevosità (in media 100 cm annui[8]). È il 6° comune del Piemonteper popolazione e 16°, sempre della regione, per superficie[9].

Il territorio comunale si estende per circa 120 km² che con i comuni di prima cintura crea un agglomerato urbano di circa 125.000 abitanti per 500 km² circa[10].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Mappa della città

Il territorio di Cuneo, esteso per 119,87 km²[11], è situato nell'altopiano sud-occidentale delPiemonte[12] (zona strategica della regione Alpi-Mediterraneo[13]) in posizione centrale rispetto all'arco alpino verso sud-ovest e aperto sulla Pianura Padana verso nord-est[14].

La presenza dei fiumi ha permesso la creazione di un grande parco fluviale cittadino, denominato Parco Fluviale Gesso e Stura[15]. All'interno del perimetro comunale, precisamente nella zona nord-ovest della città, scorre anche il Grana[16]. Per questo, per il suo ambiente circostante (verdi vallate e fertile altopiano) e per l'impegno delle amministrazioni a rendere sempre più verdi anche le aree urbane la città è definita "Capitale verde del Piemonte"[17].

Il territorio risulta avere un'altitudine compresa tra i 431 metri s.l.m. (frazione Ronchi) e i 615metri s.l.m. (frazione San Rocco Castagnaretta)[18]. Per quanto riguarda il rischio sismico, la città di Cuneo è classificata nella zona 3, ovvero soggetta a scuotimenti modesti.[19]

Vie di comunicazione

Cuneo si trova nelle vicinanze di alcuni importanti passi di montagna:

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Cuneo Centro e Stazione meteorologica di Cuneo Levaldigi.

Cuneo, come tutte le grandi città del Piemonte, ha un clima temperato sub-continentale, con inverni freddi ed estati calde. Essa però è situata ad oltre 500 metri di altitudine, il che contribuisce a rendere le estati più sopportabili: il mese più caldo, luglio, ha infatti una temperatura media di +21,6 °C. Il più freddo, gennaio, ha invece una media di +1,8 °C.

Le precipitazioni annue ammontano in media a circa 950 millimetri, distribuite nell'arco di 81 giorni. Il regime pluviometrico è molto simile a quello di Torino, con due massimi (uno principale in primavera ed uno secondario in autunno) e due minimi (estivo ed invernale). Diversamente da Torino, però, il mese più secco cade in estate (luglio, 44 mm), in quanto Cuneo si trova poco più a sud ed è meno esposta alle code delle perturbazioni atlantiche estive, foriere di temporali. Le nevicate sono invece più frequenti: questo avviene non solo a causa dell'altitudine più elevata, ma anche per il frequente effetto "stau" delle correnti di bora. Cuneo è infatti il capoluogo di provincia più nevoso d'Italia. Secondo la classificazione di W. Köppen, Cuneo appartiene alla fascia climatica "Cfb" (secondo i dati del trentennio 1961-1990).

Cuneo Centro Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 5,3 7,0 10,9 14,7 19,1 23,6 26,6 25,4 21,5 15,4 9,6 6,3 6,2 14,9 25,2 15,5 15,5
T. min. media (°C) -1,8 -0,7 2,6 6,1 9,9 13,9 16,6 16,1 13,0 7,8 2,9 -0,4 -1,0 6,2 15,5 7,9 7,2
Precipitazioni (mm) 52 51 88 116 126 88 44 53 77 109 94 64 167 330 185 280 962

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'esercito di Napoleone occupa la fortezza di Cuneo il 28 aprile 1796, Giuseppe Pietro Bagetti

Poco o nulla è noto dell'antichità di Cuneo, località che si trova in una zona strategicamente importante per la sua posizione dominante e salubre, su un altopiano situato alla confluenza di due fiumi.

Ritrovamenti romani nella zona del centro storico, più precisamente in "Contrada Mondovì", fanno supporre la presenza di una grande villa romana; né è da escludere che proprio sul "pizzo" di Cuneo sorgesse la città di Auriate, di cui restano soltanto sporadiche informazioni, sede dell'episcopato e di una contea carolingia, probabilmente distrutta da un'incursione saracenaoppure ungara.

Allo stesso modo si suppone che Cuneo abbia ospitato una colonia di transfughi milanesi nei giorni in cui la città di Sant'Ambrogio subì le ire di Federico Iimperatore del Sacro Romano Impero, comunemente noto come Federico Barbarossa, quando la grande città fu distrutta e le reliquie all'epoca famosissime dei Re Magi furono traslate nella lontana città di Colonia, sulle rive del Reno.

La documentazione storica inizia alla fine del XII secolo, quando nell'anno 1198 Cuneo s'impose come libero comune: borgo franco da ingerenze marchionali, e polo d'attrazione per le popolazioni limitrofe soggette ai vincoli feudali tipici dell'epoca. Il territorio era sotto la giurisdizione dell'abbazia di San Dalmazzo di Pedona che, a sua volta, dipendeva dalvescovo d'Asti. La diocesi astense, infatti, incorporava da almeno un paio di secoli l'antico territorio dei Bagenni (tribù ligure), già importante municipio romano con centro in Augusta Bagiennorum, prossima all'attuale cittadina di Bene Vagienna, in località Roncaglia (una circoscrizione delimitata dai fiumi Stura di Demonte e Tanaro, dalle Alpi Liguri e delle Alpi Marittime). Il territorio, probabilmente, era di pertinenza della distrutta città di Auriate, compresa l'area di Bredolo, il Monregalese. Il corso della Stura segnava infatti non soltanto il confine tra le diocesi di Asti e di Torino ma anche il confine tra la Liguria e la Lombardia Occidentale o Superiore.

La leggenda vuole che le popolazioni di villaggi vicini quali Quaranta e Brusaporcello, stanchi delle vessazioni dei marchesi del Monferrato e di Saluzzo, si fossero rifugiate sul "Pizzo di Cuneo" (ben riparato dai due fiumi) dove peraltro, probabilmente, prosperava una comunità di fuggiaschi milanesi, e abbiano fondato il borgo, con la protezione dell'abate del monastero di San Dalmazzo e del vescovo di Asti, dichiarandolo libero comune, una situazione non isolata, poiché coevi, o di poco posteriori, sono i liberi comuni del Monte Vico (Mondovì) e di Savigliano.

Quasi a confermare un'opposizione non solo di fatto ma anche di principio, alla potenza dei signori feudali, a capo del nuovo borgo furono posti tre rettori: due nobili e uno del popolo. Era il 23 giugno 1198, vigilia di San Giovanni Battista, con i falò che ardevano sulle alture e presso le porte del borgo, quando la gente di Cuneo acclamò i suoi primi tre rettori, i cui nomi meritano di essere tramandati: Pipinus de Vignolio, il lombardo Peyre Rogna e Berardus de Valgrana.

Nel 1204 i marchesi di Saluzzo dichiararono guerra ad Asti e Cuneo per eliminare i principali alleati di Asti, nel 1206 il marchese Manfredo II di Saluzzo si dovette sottomettere ad Asti.

Nel 1210 il marchese di Saluzzo interruppe l'autonomia del comune, occupandolo con le armi e, in questo caso, risulta che Cuneo avesse perso il favore del vescovo di Asti. Sussistono documenti nella città di Tolosa pertinenti all'inquisizione contro i Catari, che devastò, proprio in quegli anni, la ricca Linguadoca con una violenta crociata da parte deiFranchi del nord su precisa esortazione papale, in cui Cuneo è sospettata di offrire ospitalità agli Albigesi in fuga, e per questo motivo viene definita bourg tournant ovvero "borgo ruotante", località che apriva le porte agli eretici senza più patria e li assisteva per poi immetterli nella Val Padana. Un'accusa gravissima che avrebbe potuto legittimare e giustificare l'intervento del marchese di Saluzzo, il quale non vedeva l'ora di togliersi quella spina dal fianco.

La storia di Cuneo come libero comune durò circa trenta anni, questo periodo fu caratterizzato da numerose alleanze: fino al 1237 con Milano, dal 1238 al 1250 con Federico II e infine dal 1251 al 1258 con Alba e Asti.

L'occupazione fu di breve durata. Dieci anni dopo il comune risorse, probabilmente con l'aiuto dei Milanesi, e nel 1238 Federico II riconobbe ai cuneesi la loro libertà. Nel 1259cessò la vita autonoma del comune, che intanto aveva esteso la sua autorità nelle valli che a raggiera confluivano nell'altopiano tra i due fiumi e sulle vicine valli del Grana e del Maira, scontrandosi con il potente monastero di San Dalmazzo. L'alleanza quasi naturale con Carlo d'Angiò, allora conte di Provenza, finì per sfociare in una dedizione che all'epoca sembrava conveniente tanto per i cuneesi quanto per i provenzali.

In tal modo, con Alba, Cuneo divenne il principale centro dei domini angioini in Piemonte e fu proprio allora che apparve per la prima volta il nome stesso di Piemonte, a indicare i domini provenzali ai piedi dei monti, una volta superati i colli alpini. Cuneo era capitale di un distretto che si spingeva sino alle valli dello Stura, del Gesso, del Grana e del Vermenagna, godeva di un proprio statuto, vantava notevoli franchigie fiscali e commerciali e batteva propria moneta. In un sigillo del comune di Cuneo del 1379, custodito presso l'archivio storico di Torino, spiccano le insegne degli Angiò (le tre bande orizzontali rosse su campo bianco) con la legenda: "Notum sit contis: Conium caput est Pedemontis" (Cuneo è la capitale del Piemonte).

Per tutto il XIII secolo a Cuneo ci fu probabilmente una mansione templare, attestata dal toponimo "Spinetta" e, soprattutto, da un documento del 1200, indizione terza, giorno 12 maggio, due anni dopo la costituzione a libero comune. Si tratta dell'alienazione di beni immobili da parte di Ugoneabate del monastero di San Dalmazzo al Borgo, nei confronti di un certo “messer Ursio”, per l'importo di 200 lire astensi: tali beni confinavano su un lato con una via comunis, per due lati con beni appartenuti all'abbazia e per il quarto lato con la domus fratrum de Templo de Cuneo (da I Tempieri negli antichi Stati del Regno di Sardegna del cavaliere Ferrero di Ponsiglione). In località Spinetta esiste ancora il toponimo di "Torre dei Frati". Secondo molti storici francesi, principalmente Louis Charpentier, i toponimi riguardanti la rosa o la spina, come Epinay, Epine, Epinal, Epinac, Pinay, sono di probabile derivazione templare. A Cuneo erano presenti due “hospetali” antichissimi: il primo, l'hospitale della Santa Croce, potrebbe essere appartenuto in origine aiTemplari, mentre l'hospitale di San Giovanni Battista era gestito dagli Ospedalieri, noti anche come Cavalieri di San Giovanni e, in seguito, Cavalieri di Malta.

Cuneo come capitale angioina del "Piemonte provenzale" prosperò con alterne vicende per più di cent'anni. Per la verità il legame con gli angioini fu interrotto in più occasioni: tra il 1281 ed il 1305 Cuneo fu sottomessa al marchese di Saluzzo; tra il 1347 e il 1348 passò per la prima volta sotto il dominio dei conti di Savoia, quindi fu soggetta all'autorità deiVisconti (1348-1356) che sembravano in procinto di diventare re dell'Alta Italia; poi, ancora una volta, tornò a far parte del marchesato di Saluzzo (1356) per essere nuovamente assoggettata ai Visconti (1366-1372). All'epoca Cuneo era un borgo aperto, commerciale, con logge di mercanti veneziani, pisani, genovesi, lombardi, provenzali e catalani. Un'importante piazza commerciale sull'asse Lombardia-Provenza-Catalogna o, se si preferisce, Milano-Marsiglia-Barcellona. Pare che la località di Sant'Antonio Aradolo all'imbocco della Valle Gesso che portava al Colle delle Finestre, dove transitava un'antica strada romana, fosse in origine una stazione commerciale catalana.

Una stagione che ebbe termine nel 1382, con la sottomissione dei cuneesi ai Savoia. Per la verità fu uno scambio concordato tra la regina Giovanna d'Angiò, desiderosa di rimpossessarsi del regno di Napoli e Amedeo VI di Savoia, noto come il Conte Verde, signore della Savoia e conte d'Aosta e Moriana dal 1343 al 1383. Il Conte le assicurò il suo appoggio militare e, in cambio, ottenne i domini provenzali ai piedi dei monti (il Piemonte delle origini), un'impresa che gli costò la vita in quanto morì di peste mentre sosteneva la causa di Luigi d'Angiò nel Meridione d'Italia, dopo la morte della regina Giovanna.

Con il passaggio della città ai Savoia iniziò un nuovo periodo che vide l'inserimento graduale del comune nello Stato sabaudo in via di crescita e di formazione definitiva. Fu così che Cuneo si trasformò da città aperta e commerciale in città chiusa e militare e si rimpicciolì anche urbanisticamente, trasformandosi in borgo - fortezza sull'asse Nord-Sud, Savoia-Nizzardo o, se si preferisce, Chambéry-Torino-Nizza, la cintura di contenimento dell'espansionismo francese verso la Val Padana, manifestatosi al termine della guerra dei cent'anni con l'Inghilterra e protrattosi nei secoli successivi, fino alle campagne napoleoniche. Una politica secolare che, alla fine, passato l'intermezzo napoleonico, fu premiata con l'acquisizione della Repubblica di Genova: un nuovo assetto territoriale in funzione antifrancese, voluto dal congresso di Vienna, rese lo Stato di Sardegna il più forte sullo scenario italiano e gli permise di svolgere lo stesso ruolo della Prussia in Germania. Tale trasformazione avvenne nei due secoli che vanno dal trasferimento ai Savoia ai tempi del Conte Verde (1382) fino alla morte di Emanuele Filiberto (1580).

Questo periodo è contraddistinto da una lunga serie di assedi a cui fu sottoposta la città. Nel 1515 i cuneesi riuscirono ad allontanare dalle loro mura gli svizzeri alleati del Sacro Romano Impero, in attesa dell'arrivo del re di Francia Francesco I. Nel 1542 fu la volta di Claude d'Annebault, con i suoi diciottomila francesi, ad essere costretto a battere in ritirata. Nel 1557, sotto il comandato dal Conte Carlo Manfredi Luserna d'Angrogna, Cuneo sostenne vittoriosamente uno dei più duri assedi della sua storia: dal maggio al 27 giugno, riuscendo a resistere alle preponderanti forze del maresciallo di Brissac. Questo fatto d'arme riuscì di fatto a salvare lo Stato ad Emanuele Filiberto. Proprio con riferimento a questo episodio il duca, riconoscente, concesse a Cuneo il titolo di città con un diploma del 1559 e la facoltà di inserire sullo stemma comunale le armi dei Savoia.

Altri assedi caratterizzarono la storia militare di Cuneo. Nel 1639 e 1641 furono le truppe di Madama Reale a cingere d'assedio la città. Nel 1691 i soldati del generale francese Nicolas de Catinat furono battuti dopo un duro assedio. Infine, nel 1744, a scontrarsi contro le mura di Cuneo furono i franco-spagnoli (Guerra di successione austriaca); dopo aver superato il forte di Demonte che faceva argine in Valle Stura, le truppe franco-spagnole finirono per trovarsi di fronte alla città fortificata, pronta da tempo a sostenere un difficile assedio. In quegli anni era stato designato governatore della città il barone Federico Leutrum, per l'esattezza il barone Karl Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum, che i cuneesi chiamavano familiarmente "Baron Litron", un gentiluomo di origine sassone, luterano, che il re Carlo Emanuele III di Savoia, noto semplicemente con il soprannome di Carlin, aveva incaricato di difendere la città, vista la sua vasta esperienza in campo militare. Il barone assolse egregiamente il suo compito e rimase a Cuneo, che peraltro cercò di rinnovare con iniziative edilizie, fino alla morte, in occasione della quale fu composta la famosa ballata del "Baron Litron" che ebbe vasto successo in tutto il Piemonte per un paio di secoli.

L'assedio cominciò il 15 settembre 1744 con l'arrivo della prima bomba contro le mura di Cuneo, alla quale i cuneesi risposero con tanta foga da far tacere i nemici per più di due giorni. I combattimenti continuarono ancora per molto con i galloispani che distruggevano campanili e camini e i piemontesi che facevano di tutto per cacciarli, motivati dal barone Federico Leutrum, che amava molto quella che definiva già la sua città. Il 29 settembre da Saluzzo il Re arrivò con 25.000 uomini (su 40.000 di tutto l'esercito sabaudo) per soccorrere i 4.089 soldati a difesa di Cuneo. L'esercito si schierò a Madonna dell'Olmo e lì, il 30 settembre, combatté una grande battaglia contro i nemici galloispanici che uscirono vincitori ma molto indeboliti. I ventuno giorni di assedio successivi furono molto più facili e l'11 ottobre il consiglio di guerra francospagnolo (composto dal Principe di Contì per i francesi e il Marchese Las Minas per gli spagnoli, sotto un comando generale dell'Infante di Spagna Don Luigi di Borbone), decide che nelle notti successive sarebbe avvenuta la ritirata. Il 21 ottobre l'assedio venne dichiarato concluso.

Con l'occupazione napoleonica si apre l'ultima fase della storia cuneese. Il giovane generale Napoleone, all'epoca ventisettenne, prese Cuneo senza necessità di assediare la città, a causa dello sbandamento generale dell'esercito sabaudo, seppur sostanzialmente integro, dopo le battaglie di Montenotte, DegoCosseria e San Michele di Mondovì. L'ultimo assedio che sostenne Cuneo fu quello del 1799, allorché l'esercito austro-russo allontanò dalla città i francesi, ma soltanto per pochi mesi, poiché l'anno successivo la definitiva vittoria di Marengo assicurò a Napoleone il totale controllo dell'Italia Settentrionale. Nella stagione napoleonica la città, annessa all'Impero Francese, divenne capoluogo del dipartimento della Stura che anticipò, mezzo secolo prima e quasi nelle sue esatte dimensioni (l'antica provincia di Ceva con l'alta valle del Tanaro e le Alte Langhe furono annesse al dipartimento di Montenotte con capoluogo Savona), la definitiva provincia di Cuneo creata con la legge del 1859. Alla restaurazione, nel 1817, Cuneo ebbe anche una sua diocesi e durante il Risorgimento tenne a battesimo i Cacciatori delle Alpi, volontari di Garibaldi.

Dal 1943 al 1945 Cuneo fu, con le sue valli, uno dei maggiori centri della Resistenza. Fu inoltre da qui che partì l'epopea della mai dimenticata Divisione Cuneense nella ritirata di Russia. Cuneo fu liberata dai partigiani il 28 aprile 1945.