AVERSA.

Aversa
comune
Aversa – Stemma Aversa – Bandiera
   
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Campania-Stemma.svg Campania
Provincia Provincia di Caserta-Stemma.png Caserta
Amministrazione
Sindaco commissario prefettizio
Data di istituzione 3-9-2015
Territorio
Coordinate 41°05′00″N 14°13′00″ECoordinate41°05′00″N 14°13′00″E (Mappa)
Altitudine 68 m s.l.m.
Superficie 8,85 km²
Abitanti 53 063[2] (31-8-2015)
Densità 5 995,82 ab./km²
Frazioni Ponte Mezzotta[1]
Comuni confinanti CarinaroCasaluceCesa,FrignanoGiugliano in Campania (NA), Gricignano di AversaLuscianoSan MarcellinoSant'Antimo(NA), TeverolaTrentola-Ducenta
Altre informazioni
Cod. postale 81031
Prefisso 081
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 061005
Cod. catastale A512
Targa CE
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Cl. climatica zona C, 1 119 GG[3]
Nome abitanti aversani
Patrono san Paolo - Madonna di Casaluce
Giorno festivo 25 gennaio-dal II venerdi di settembre al II lunedì di settembre.
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Aversa
Aversa
Posizione del comune di Aversa nella provincia di Caserta
Posizione del comune di Aversa nellaprovincia di Caserta
Sito istituzionale

Aversa (IPA[aˈvɛrsa] o Avers in dialetto campano) è un comune italiano di 53 063 abitanti della provincia di Caserta in Campania.[4]

Prima contea normanna del meridione d'Italia, nonché comune capofila del II mandamento del circondario di Caserta fino al 1927, la città di Aversa è posta al centro di un territorio pianeggiante conosciuto come agro aversano, vasta area rurale dell'antica Terra di Lavoro nota anche come Campania Felix.

Dal 1053 è sede vescovile della diocesi di Aversa, ed è famosa anche per la produzione della mozzarella di bufala e del vino Asprinio. Prima dell'avvento del proibizionismo della cannabis, è stata uno dei maggiori centri italiani per la produzione di canapa. La cittadina è nota anche per aver dato i natali al celebre musicista e compositore Domenico Cimarosa, figura centrale dell'opera, in particolare di quella buffa, del tardo XVIII secolo.

 

Indice

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Aversa nel 1650

Il nome della città deriva dal luogo della sua fondazione Sancti Pauli ad Averze. La radice del suo nome richiama quello di Velsu, una delle dodici città etrusche non ancora individuate. Con il passare delle generazioni è stato poi corrotto in VerzelusVersaro e quindi in Averse[5].

Primi insediamenti[modifica | modifica wikitesto]

Prima dell'avvento dei Normanni, nell'XI secolo, la città non esisteva ancora ed il territorio era popolato da piccoli raggruppamenti, casali e ville. Quasi al centro di una delle vie romane esisteva il casale Sancti Pauli ad Averze. Di forma pressoché circolare, l'originario villaggio, prima della conquista e fondazione normanna, era senza una fisionomia territoriale, giuridica o amministrativa. Situato a breve distanza dal corso del Clanio, nell'area compresa tra la Via Consolare Campana e la via Atellana, in una posizione di dominio delle principali vie di comunicazione tra il nord e il sud e tra i paesi interni e il mare, solo con l'avvento dei normanni il piccolo casale cominciò ad avere un assetto ben definito. Con ogni probabilità si trattava di uno stanziamento di tipo religioso, legato alla originaria chiesa di San Paolo[6].

La fondazione ed il periodo normanno[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Aversa.

Fu fondata ufficialmente da Rainulfo Drengot dei principi di Quarrel il quale già nel 1022 aveva occupato un palazzo-castello che sorgeva accanto alla chiesa votiva di Sancte Paulum at Averze cingendo un'area pressoché circolare con fossi e siepi. Il Drengot ne divenne primo conte, nel 1030, su investitura di Sergio IV, duca di Napoli e poi confermato, nel 1038, dell'imperatore Corrado II. Dodici furono i conti normanni che ressero le sorti della città di Aversa, che da piccolo borgo, grazie alla politica di asilo iniziata da Rainulfo, divenne una piccola capitale, da dove partirono le conquiste normanne dell'Italia Meridionale. Il più importante dei conti fu senza dubbio Riccardo Drengot, l'unico che seppe tener testa a Roberto il Guiscardo. E fu proprio il conte aversano a condurre, nella battaglia contro le truppe pontificie a Civitella del Fortore, nel beneventano, i normanni alla vittoria, imprigionando lo stesso papa Leone IX. L'astuto Riccardo I però non trattò il pontefice da prigioniero, ma lo scortò a Roma con tutti gli onori. Questo gesto gli valse la conciliazione con la Chiesa, la cancellazione della scomunica, e l'investitura di Aversa a Diocesi.

Il periodo degli angioini[modifica | modifica wikitesto]

Giovanna I d'Angiò, Regina di Napoli
Stemma di Andrea d'Ungheria

Dopo la dinastia normanna e quella sveva, fu la volta degli Angioini. Nel 1285, con Carlo II d'Angiò e Roberto d'Angiò, la città visse un periodo florido. Gli Angioini scelsero la città come meta per la caccia. Tanto che il castello reale, di cui oggi restano poche tracce nella centralissima via Roma, nei pressi della parrocchia della Madonna di Casaluce, per lunghi periodi ospitava la corte angioina. In particolare la regina Giovanna I, scelse Aversa come sua sede preferita. Ed è proprio nel castello aversano, che si consumò una delle pagine più cruente della storia del XIV secolo. Infatti alcuni nobili napoletani capeggiati daCarlo di Durazzo, pretendente al trono di Napoli, forse in congiura con la stessa regina Giovanna I, uccisero, lanciandolo da una finestra con un cappio al collo, il principe consorte dell'angioina, Andrea d'Ungheria.

Il cruento assassinio del giovane principe non rimase impunito. Il fratello, il re Luigi d'Ungheria, con l'esercito scese in Italia, e dopo aver attraversato l'intera penisola, si fermò nel castello di Aversa. Qui tramò la sua vendetta, con Giovanna I che scappò ad Avignone, ed i nobili, invitati ad un pretestuoso banchetto di riconciliazioni, incarcerati e sommariamente processati. Addirittura Carlo di Durazzo fu impiccato dalla stessa finestra del principe ungherese. La presenza della corte angioina, però, non portò solo tristi vicende. In questo periodo nacque la Real Casa dell'Annunziata (1315 circa), istituto benefico, orfanotrofio ed in seguito anche ospedale, che tanto ha segnato la vita e lo sviluppo sociale dell'intera comunità aversana. Numerose furono poi le chiese ed i monasteri edificati per volere dei d'Angiò. Dalla chiesa di San Luigi dei Francesi (oggi dedicata a San Domenico), fatta erigere dal nipote, re Carlo II d'Angiò, a San Nicola, solo per citarne alcune.

Gli Aragonesi, il periodo Spagnolo e il primo periodo Borbonico[modifica | modifica wikitesto]

Con gli Aragonesi la città continuò a godere di alcuni privilegi, ma la sua importanza cominciò a declinare a partire dalla discesa di Carlo VIII di Francia, nel 1494, tanto che nel1503 divenne un centro periferico per lo spopolamento, dovuto all'epidemia di peste. Nel periodo spagnolo Aversa decadde ulteriormente a causa della peste del 1656. Questo avvenimento causò la perdita di buona parte della popolazione. Il calo demografico e le ristrettezze economiche determinarono un freno dello sviluppo. Durante il primo periodo borbonico Aversa ospitò re Carlo di Borbone, poi Carlo III di Spagna, tra l'aprile e il maggio del 1734, nel Palazzo Ventignano e dove ritornò nel 1738 con la moglie Maria Amalia di Sassonia[7].

Dal XIX secolo ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Garibaldi
Dostler legato ad un palo prima dell'esecuzione

Dopo la breve Repubblica Partenopea con il ritorno dei Borbone due furono le innovazioni maggiori, la fine del sistema feudale e la statalizzazione dei beni ecclesiastici. Nella città molti ordini scomparvero e i loro beni passarono allo Stato. Nel1813 i frati Minori lasciarono il Convento della Maddalena che fu occupato dall'Ospedale Psichiatrico, mentre il Convento di San Lorenzo fu trasformato in Orfanotrofio militare. Gioacchino Murat, che sostituì Giuseppe Bonaparte, ebbe le chiavi della città di Aversa, dove fondò il Convitto delle Orfanelle di Sant'Agostino e l'istituzione del Banco dei Pegni. Quando ritornòFerdinando I nel 1815 vi furono malcontenti che portarono a veri e propri moti. Nei tumulti si tentò di imprigionare il vescovo Tommasi che fu poi ucciso nel 1821. I moti culminarono con la cattura di molti carbonari tra cui il Capitano dei Militi Provinciali, Andrea Infante (ricordato quale Martire della Libertà Italiana) ed il letterato Raffaele Lucarelli. Il 1º ottobre 1860, prima della Battaglia del VolturnoGiuseppe Garibaldi sostò nel Palazzo Golia. Il 1º dicembre 1945, finita la seconda guerra mondiale, fu fucilato ad Aversa il generale della Wehrmacht Anton Dostler, condannato per crimini di guerra, per aver fatto fucilare i soldati alleati prigionieri di guerra. L'esecuzione è stata fotografata e filmata con immagini in bianco e nero[8]. Altro evento che ha segnato la storia aversana del XX secolo, è stato il terremoto del 1980, che vide la città normanna come il luogo più lontano dall'epicentro (l'Irpinia) in cui si registrarono vittime.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della città di Aversa
Gonfalone del comune di Aversa

Lo Statuto comunale della Città di Aversa[9] a proposito dello stemma e del gonfalone cittadino li descrive in questo modo:

« Il Comune si identifica con lo stemma: Basilisco in oro su fondo blu con la scritta, fuori campo grafico: Qui sub ingesta iacuit Basiliscus harena, invictum liber protulit ille caput, e con il gonfalone attuale come da allegato grafico. »

L'emblema della città di Aversa raffigura un gallo basilisco, con la punta delle ali e la coda a forma di serpente. Perfetta sintesi culturale tra l'origine d'oltralpe dei Normanni fondatori di Aversa (il cui simbolo era appunto il gallo) e la tradizione osca locale che aveva eletto il basilisco, re dei serpenti, ad emblema dell'eternità. La traduzione del motto è: "Il Basilisco che giacque sull'arena, libero risollevò il capo invitto". In origine "l'arme" della città era raffigurata dal solo gallo, che non compare per la prima volta nelle terre aversane con la venuta dei galli normanni, difatti era già stato adottato nell'antichità, in particolar modo, nelle monete. Dopo che Aversa risorse dai danni provocati dalla peste del 1496 che decimò buona parte della popolazione, venne aggiunto al gallo il basilisco, altro simbolo antichissimo della Liburia.[10]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria Titolo di Città
   

Nel 1038 l'imperatore Corrado II investì Rainulfo Drengot e la contea di Aversa con le armi imperiali, cioè con la lancia e il gonfalone[11]. Aversa acquisì il diritto ad assumere il titolo di città, che tuttora mantiene. Il titolo è stato poi confermato da un D.P.R. del 10 ottobre 1990.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Aversa è in piena Pianura Campana, al centro di una vasta area pianeggiante di antica vocazione agricola, situata a circa 3 km a sud del fiume Clanio[12] e dista dal mare circa 22 km[12]. La morfologia del territorio, unita alla fertilità del terreno e alle antiche e recenti opere di bonifica e di risistemazione del suolo, sono ancora oggi elementi strategici nella costruzione del paesaggio. Dista circa 16 km dal capoluogo di provincia Caserta, con più di 50.000 abitanti è il secondo comune per popolazione della provincia di Caserta.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Ad Aversa il regime climatico è classificato come temperato caldo[14], con estati calde e inverni miti. Le medie invernali sono di solito inferiori ai 10 °C; le medie estive sono di 26 °C (con valori massimi che possono toccare i 35 °C). Le precipitazioni sono piuttosto irregolari: si concentrano tra ottobre e gennaio, mentre d'estate sono quasi inesistenti.

Napoli Capodichino[15] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 13,0 13,0 15,0 18,0 23,0 26,0 29,0 30,0 26,0 22,0 17,0 14,0 13,3 18,7 28,3 21,7 20,5
T. min. media (°C) 4,0 4,0 6,0 8,0 12,0 16,0 18,0 18,0 15,0 12,0 8,0 5,0 4,3 8,7 17,3 11,7 10,5
Precipitazioni (mm) 104,0 98,0 86,0 76,0 50,0 34,0 24,0 42,0 80,0 130,0 162,0 121,0 323,0 212,0 100,0 372,0 1 007,0
Umidità relativa media (%) 75 73 71 70 70 71 70 69 73 74 76 75 74,3 70,3 70 74,3 72,3
Eliofania assoluta (ore al giorno) 4 4 5 6 8 9 10 10 8 6 4 3 3,7 6,3 9,7 6 6,4
Vento (direzione-m/s) ENE
9,0
SSW
16,0
SSW
16,0
SSW
16,0
SSW
16,0
SSW
16,0
SSW
16,0
SSW
16,0
SSW
9,0
SSW
9,0
SSW
9,0
ENE
9,0
11,3 16,0 16,0 9,0 13,1

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

L'abitato di Aversa rivela nella sua struttura urbanistica due differenti fasi di sviluppo:

  • il nucleo normanno di fondazione (XI secolo) a pianta radiocentrica, formato da strade anulari e radiali con al centro la Cattedrale di San Paolo.
  • la struttura ortogonale del quartiere Lemitone (XVII secolo) posto a sud-est del nucleo primitivo.

Il primo tracciato è ancora oggi riconoscibile nell'anello stradale composto da via S. Domenico, via Sellitto, via Domenico Cirillo, via S. Nicola, via S. Marta, successivamente ampliato per comprendere anche i borghi di nuova formazione. Questa seconda cerchia muraria, che si snodava lungo via S. Maria La Neve, via S. Francesco di Paola, via S. Andrea, via Domenico Cimarosa, via Golia e via Rainulfo Drengot, continuò a rispettare la struttura radiocentrica dell'originario schema urbanistico, congiungendosi al centro politico e religioso della città, con tracciati stradali radiali. Durante il periodo angioino furono ampliate le mura cittadine (1382) e l'apertura (1303) di una nuova importantissima arteria, la via Nuova (le attuali via Saporito e via Roma), che, favorendo lo sviluppo verso sud, conferirà un nuovo aspetto alla città, avviando la dissoluzione dello schema radiale medioevale. Tra il XVI secolo e il XVII secolo la realizzazione del quartiere Lemitone, secondo uno schema quadrilatero con strade che si incrociano ad angolo retto, tagliate da una diagonale (via Orabona), assestò il definitivo colpo di grazia al vecchio impianto urbano. Il Lemitone, il cui perimetro è rappresentato da via Magenta, via Roma, via Belvedere e via Costantinopoli, ripete lo schema dei quartieri spagnoli di Napoli, fatti realizzare oltre mezzo secolo prima dal viceré spagnolo don Pedro de Toledo. Tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento altre consistenti modifiche furono apportate alla struttura della città, dall'apertura di nuove arterie stradali e dall'abbattimento di molti edifici conventuali e civili in abbandono. Tra le più significative, la realizzazione di Piazza Marconi (1928) e Piazza Municipio (1937), che sorgeranno rispettivamente nell'area degli ex-conventi di S. Girolamo e S. Francesco d'Assisi, ed il sistema vie (Mazzini-Diaz-Garibaldi) e piazze (Mazzini-Vittorio Emanuele-Municipio) che collega la stazione ferroviaria con Piazza Municipio.[17]

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

In epoca medievale la città contava sei rioni: S. Croce, S. Girolamo, S. Antonio, S. Andrea, S. Maria a Piazza e S. Nicola, che con il borgo fuori le mura di S. Lorenzo ed altri sette sobborghi, formavano tanti piccoli universi cittadini.[18]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Ponte Mezzotta[modifica | modifica wikitesto]

Ponte Mezzotta è l'unica frazione presente nella città di Aversa. Si trova a sud-est, è poco estesa e conta circa 100 abitanti. Ospita molti edifici moderni.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

I mille anni di storia le hanno consegnato un patrimonio artistico di grande pregio: il centro storico. Esso è costituito da numerose chiese da cui deriva il nome di Città dalle cento chiese.

E proprio alla Diocesi si riferisce la proprietà delle maggiori opere artistiche ed architettoniche presenti in città. Dalla Cattedrale di San Paolo, con il suo splendido deambulatorio romanico e la sua maestosa cupola ottagonale, alla stupenda chiesa barocca di San Francesco delle Monache e la chiesa di Santa Maria a Piazza, dove sorge il Castello cosiddetto Aragonese ma il cui primo impianto si deve a Ruggiero II che, distrutte le mura della città nel 1135 provvide alla rifortificazione anche con la costruzione del castello in cui soggiornò per un certo periodo. I più importanti pittori sono presenti nelle chiese aversane, dalla scuola giottesca a Guido da Siena, da Angiolillo Arcuccio a Colantonio. Ed ancora Polidoro da CaravaggioMarco Pino da SienaPietro da CortonaPietro Negroni detto il Giovane Zingaro, Josè de Ribeira detto lo Spagnoletto, Cornelius Smeet, Abram Vink, Teodoro d'Errico, Francesco De Mura, Massimo StanzioneFrancesco SolimenaPaolo De Majo, solo per citarne alcuni.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Cattedrale di San Paolo

Cattedrale di San Paolo[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di San Paolo (Aversa).

La Cattedrale di San Paolo costituisce il fulcro della vita religiosa della città. È situata nel cuore del borgo antico, autentico ombelico di Aversa. La costruzione si deve a Riccardo I, che iniziò i lavori nel 1053 e furono terminati da suo figlio Giordano nel 1090[19]. L'edificio ha subito varie devastazioni e numerosi restauri che ne hanno alterato l'antico aspetto originario. Fu rifatta la cupola in stile arabo-normanno con due ordini sovrapposti di arcatelle cieche nel 1349. Determinante per l'aspetto attuale del Duomo furono le modifiche apportate a partire dal 1703 per volere del vescovo e cardinaleInnico Caracciolo, che affidò i lavori all'architetto romano Carlo Buratti, che ideò l'attuale facciata barocca. L'interno è diviso in tre navate con cappelle laterali.

Chiesa di Santa Maria a Piazza[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria a Piazza (Aversa).

Situata nei pressi del Castello Aragonese, la Chiesa di Santa Maria a Piazza è la chiesa più antica di Aversa (XI secolo). L'edificio fu eretto in forma romanica, ma a seguito di un terremoto, l'impianto originario subì, nel XIV secolo[20], una completa trasformazione secondo i canoni dell'architettura gotica. La facciata è in tufo a vista con tre portali di forma ogivale. Sulla destra vi è il campanile, anch'esso dell'XI secolo. L'interno è a tre navate, i pilastri e le arcate a tutto sesto della navata centrale sono in tufo a vista. Custodisce affreschi e frammenti della prima scuola giottesca.

Chiesa di Santa Maria a Piazza, Facciata

Convento e Chiesa di San Francesco delle Monache[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di San Francesco delle Monache fu fondata tra il 1230 e il 1235[21], dall'ordine francescano. Di forma romanico - gotica, fu rifatta nel1645[21] con ornamenti di marmo intarsiati policromi e splendidi altari. Tra il 1830 e il 1839 nella parte che affaccia su via Roma fu costruito unBelvedere per permettere alle clarisse in clausura di seguire, non viste, le funzioni rituali delle festività aversane. Del grande convento resta ben poco poiché, nella prima metà del XX secolo, il chiostro grande e parte del Belvedere delle Monache furono espropriati per dare assetto all'attuale Piazza Municipio.[22] La chiesa custodisce opere di Francesco De Mura, Pietro da Cortona e Josè de Ribera detto lo Sagnoletto.

Chiesa di Sant'Antonio da Padova[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Sant'Antonio da Padova, Facciata

La Chiesa di Sant'Antonio da Padova è situata lungo via Seggio e risale al XIII secolo. Di architettura gotica nel XV secolo fu largamente rimaneggiata. L'interno è ad unica navata. Le forme attuali sono emerse dal restauro successivo al sisma del 1980 che ha evidenziato il Rosone e le monofore della facciata, e all'interno, la trifora del presbiterio e l'arco trionfale.

Chiesa di San Lorenzo ad septimum[modifica | modifica wikitesto]

L'antico cenobio benedettino di San Lorenzo ad septimum, fu edificato intorno al X secolo ed era posto sulla via consolare romana a sette miglia da Capua. Con l'avvento dei Normanni, il piccolo cenobio benedettino cominciò ad ingrandirsi ed a crescere di importanza. Fu soppresso nel 1807 dai francesi.

Chiesa di San Nicola

È oggi sede del Dipartimento d'Architettura "Luigi Vanvitelli" della Seconda Università di Napoli. L'interno della chiesa ha tre navate con cappelle laterali. In origine presentava alla fine delle navate absidi semicircolari terminali e due file di pilasti polistili. Nel XV secolo e XVI secolo furono rifatte le absidi in forma quadrata. Famoso anche per il suo chiostro rinascimentale di suggestiva bellezza. Del periodo normanno rimane il portale in marmo scolpito che adorna l'ingresso della chiesa del XII secolo.

Chiesa di San Nicola[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di San Nicola è situata nei pressi dell'antica Porta San Nicola, oggi andata perduta. Costruita certamente prima del 1132, probabilmente nell'Undicesimo Secolo. L'interno è a tre navate, negli ultimi restauri sono state riportate all'antico aspetto originario. È custodita una tavola fiamminga che raffigura L'Annunciazione, inizi del XVII secolo, di Dirk Hendricksz.

Chiesa e Monastero di San Domenico[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Domenico - Facciata

La chiesa di San Domenico fu fondata da Carlo I d'Angiò nel 1278 e completata da suo figlio Carlo II d'Angiò e dedicata a San Luigi IX, re dei francesi, e diventata poi San Domenico perché i Domenicani vi abitarono fino al 1808. In origine presentava uno schema di grande aula rettangolare fino a quando, nel 1742, l'Ordine Monastico pensò ad un radicale restauro, incaricando Filippo Raguzzini, il quale utilizzò, per la facciata il progetto per il concorso di San Giovanni in Laterano in Roma. Il Raguzzini inserì sulla facciata quattro edicole con le statue di Benedetto XIII e Pio V, in quelle superiori, e Benedetto XI e Innocenzo V, in quelle inferiori e sulla sommità della facciata è collocata la statua di Luigi IX. La chiesa conservava interessanti opere: ai lati dell'ingresso, due bellissimi medaglioni marmorei coi Santi Pietro e Paolo di cultura merliana; al secondo altare destro, l'Annunciazione, di Francesco De Mura; al terzo, Resurrezione di Gesù, di Francesco Solimena. L'arco voltato a botte dell'abside, su cui poggia un organo transennato del XVII secolo, fu ricostruito in mattoni nel 1847. Nel 1813 il monastero passò ai Minori Osservanti della Maddalena, che vi rimasero fino al 1911[23]. La chiesa è stata chiusa dal terremoto del 1980. Il suo interno è stato depredato di ogni opera d'arte. Tele ed altari, arredi sacri e finanche le canne del meraviglioso organo del 1700 sono state rubate. Grazie all'opera di volontari, pare che forse si riesca a riaprire. Ma ormai i danni sono irreparabili !

Complesso dell'Annuziata[modifica | modifica wikitesto]

Arco dell'Annunziata (Porta Napoli)

Il Complesso dell'Annunziata fu fondato agli inizi del Trecento per volere dei sovrani angioini. Il Complesso acquisì ruolo e potere fondamentale nella città. Nel 1422 Giovanna II donò all'Annunziata l'ospedale di Sant'Eligio, che consentì l'accorpamento delle due strutture nell'unica istituzione dell'Ave Gratia Plena, gestita da amministratori laici. Il Complesso è caratterizzato da una scala monumentale, simile a quella del Duomo e di San Lorenzo. Il Complesso presenta uno sviluppo planimetrico che è il risultato delle numerose modifiche apportate nel corso di quattro secoli. Tra il 1518 e il 1520vennero prese importanti iniziative, prime fra tutte la realizzazione del nuovo organo per la chiesa, commissionato a Giovanni Donadio. Una delle prime iniziative fu l'allestimento di un nuovo ingresso alle fabbriche e nel 1518, utilizzando una grossa colonna, fu realizzato il nuovo Arco di marmo realizzato a spese di Jacopo Mormile. Nel 1566 iniziò l'opera di trasformazione della chiesa, con l'inserimento della tribuna e di una sorta di transetto per ridurre l'eccessivo sviluppo longitudinale dell'unica navata.

Nel 1612 furono inserite lungo la navata le cappelle e fu realizzata la nuova sacrestia con il progetto di frà Nuvolo. Nel 1582 si intraprese la costruzione di un nuovo Ospedale, riservato alle donne[24]. Nel 1836 fu ricostruita la cupola, dopo il crollo avvenuto in seguito al terremoto del 1826[25]. Nel 1712iniziò la ricostruzione dell'attuale Campanile, a pianta quadrangolare, con basamento in piperno bugnato e due ordini superiori con lesene doriche eioniche. Nel 1776 Giacomo Gentile completò la struttura con la costruzione dell'Arco sormontato dall'orologio, così da collegare la torre campanaria e il complesso. Nel tempo il monumento è diventato il simbolo di Aversa. Il complesso è composto da un cortile dove in fondo vi è la chiesa della Santissima Annunziata preceduta da un Pronao composto da quattro colonne di marmo con capitello corinzio.

L'interno della chiesa è a croce latina. Al suo interno sono custoditi alcuni dipinti tra i quali: La deposizione di Cristo di Marco Pino da Siena del 1571L'adorazione dei pastori diFrancesco Solimena del 1688 e La strage degli innocenti di Giuseppe Simonelli del XVIII secolo; sull'altare si può vedere la tavola dell'Annunciazione attribuita a Ferrante Maglione del XV secolo.

Ha ospitato sino al 1991 l'ospedale civile cittadino, dal 1992 invece ospita alcune strutture della Seconda Università di Napoli, ovvero la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base ed i dipartimenti universitari dell'area didattica dell'ingegneria.

Parrocchia di Sant'Audeno[modifica | modifica wikitesto]

Parrocchia di Sant'Audeno

L'antica parrocchia di Sant'Audeno, la prima in Italia dedicata al vescovo francese, di origine normanna, si trovava nei pressi del borgo Sant'Andrea, dell'antica chiesa rimane soltanto il portale gotico e il relativo chiostro oggi magnificamente recuperato e visitabile. Crollata la chiesa, la parrocchia fu trasferita nella seicentesca Trinità dei Pellegrini, iniziata il 9 luglio 1603, dal vescovo Bernardino Morra sul posto di una più antica Cappella risalente al1582. La facciata settecentesca (1744) si rifà ad un gusto pittoresco e retorico che emula il Raguzzini. Nelle edicole della facciata vi sono le statue in pietra di San Filippo Neri e di San Giacomo, al centro, il bassorilievo dell'Assunzione della Vergine. L'interno presenta un prezioso soffitto ligneo dorato che conteneva tre tele di Massimo Stanzione; queste, intorno agli anni quaranta, furono sostituite con le attuali che raffigurano: la Madonna col Bambino e Santi, il Miracolo della peste di San Francesco Saverio e la Madonna con Bambino e Santi di un anonimo seicentesco. Nella cona dell'altare maggiore si trova un dipinto della SS. Trinità con la Vergine e San Filippo Neri, iniziato da Massimo Stanzione e terminato da Andrea Vaccaro, che sovrasta l'altare marmoreo. Ai lati del presbiterio vi sono le statue lignee di San Pietro e di San Paolo, della prima metà del Seicento. Sovrasta le tele la bella e alta cupola (XVII secolo) dai pregevoli stucchi. Quattro altari marmorei settecenteschi decorano le pareti dell'unica navata.[26]

Chiesa dell'Immacolata Concezione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesetta della Concezione dell'Arciconfraternita dell'Immacolata fu costruita nel 1582 presso Porta San Nicola, ai confini della quarta cinta muraria. Ha un elegante facciata divisa in due ordini architettonici da un cornicione ondulato; il superiore, con timpano, presenta due finestre laterali, l'inferiore con portale centrale timpanato presenta la statua dell'Immacolata Concezione in una nicchia decorata con stucchi. Sul lato sinistro del prospetto si erge un campanile a vela. L'interno, adorno di stucchi e di un bel soffitto a cassettoni del Seicento, nel quale è posto un rilievo della Cattedrale di Aversa, si presenta ad una sola navata. Conclude la navata un interessante presbiterio sormontato da una volta ellittica, il tutto rifacendosi ad un gusto barocco borrominiano introdotto in città dal Raguzzini nella Chiesa di San Domenico. Nelle due cappelle destre vi sono, nella prima, una tela con San Gorgonio, e nella seconda, un Sant'Aniello, attribuibili a Carlo e Nicola Mercurio (XVII secolo); sull'altare maggiore, l'Immacolata e simboli mariani (1605), di Vincenzo Camardella e, al di sopra, una tela con la Trinità. Sul lato sinistro, San Matteo e l'Angelo (1687), di Carlo Mercurio, e, in quella successiva, San Liborio (1690) di Nicola Mercurio. Nella controfacciata fa da corona un organo ligneo seicentesco.[27] Attualmente è sede della omonima Arciconfraternita, in cui si venera la Madonna dell'Immacolata Concezione da molto tempo prima del riconoscimento del Dogma che avvenne l'8 dicembre 1854.

Santuario B. V. Maria SS. di Casaluce Regina della famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Santuario Beata Vergine Maria SS.di Casaluce Regina della famiglia, fino al 1800 dedicata a San Celestino V.

La chiesa fu fondata intorno al 1300 e fino ai primi dell'Ottocento era dedicata a Celestino V. I Padri Celestini, ne ebbero la custodia fino al regno diGioacchino Murat, furono chiamati nel 1309 da Carlo d'Angiò.Dopo la scomparsa dei Padri Celestini la chiesa fu dedicata, non più a San Celestino V, ma ai Santi Filippo e Giacomo. La chiesa attualmente ha poche tracce dello stile gotico originario poiché gli interventi del 1736 ne hanno cambiato completamente l'aspetto. L'esterno presenta due edicole con le statue di San Benedetto e di San Pietro Celestino, un bassorilievo con la Madonna e il Bambino e lo stemma di Pietro da Morrone, fondatore del succitato Ordine dei Padri Celestini. L'interno, barocco, ad una sola navata, è coperto da capriate lignee a vista; un organo del XVIII secolo decora la controfacciata, vicino dei finestroni romano-gotico. Agli altari vi sono opere di interesse artistico: nel primo altare destro, tela co San Benedetto e San Placido (XVIII secolo); sul secondo, Presentazione di Gesù al Tempio, di Carlo Mercurio; di fronte, tavola di San Pietro Celestino, diFrancesco Imparato e la Trasfigurazione, copia da Fabrizio Santafede.,la Madonna di Casaluce In questa parrocchia è custodito, per quattro mesi dell'anno, dal 15 giugno al 15 ottobre, un'immagine della Madonna col Bambino, detta di Casaluce, oggetto di forte devozione popolare e che la tradizione attribuisce alla mano pittorea di San Luca evangelista.Sopra l'Altare Maggiore c'è il Trono Marmoreo della Madonna di Casaluce,edificato nel 1900. C'è anche un trono ligneo del 1858 e restaurato nel 2013, viene usato nella festa di Settembre. Il 12 settembre 2006, l'arcivescovo di Aversa, Mario Milano, ha elevato la Chiesa Parrocchiale dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo alla dignità di Santuario mariano diocesano, dedicandolo alla Beata Vergine Maria Santissima di Casaluce Regina della Famiglia.[28]

Chiesa e Convento di San Biagio[modifica | modifica wikitesto]

Il Monastero di San Biagio, eretto probabilmente da Aloara, di ordine benedettino, non ha più nulla dell'antico assetto se si esclude la struttura incorporata in quella successiva e il pronao dalla chiesa (XI secolo). La tradizione vuole che il Convento sia stato costruito per rinchiudere, o difendere dalle scorrerie, le donne Normanne quando i loro uomini si allontanavano dalla città per andare a combattere i nemici. All'esterno della chiesa emergono i bei portali del pronao (XVIII secolo) di tipo borrominiano, essi contengono tondi rilievi di San Benedetto e San Mauro. Il Pronao, di sei campate voltate a crociera, immette nel sontuoso interno copioso di notevoli opere. Nel soffitto vi erano dipinti di Malinconico e Caracciolo, distrutti il 20 agosto 1943 col crollo della copertura. L'interno è ad unica navata e presenta, tra i finestroni, diciotto tele centinate, con storie di San Benedetto, di Pietro Martino (1701), mentre la controfacciata contiene cinque dipinti del giordanesco Giovanni Battista Lama.[29]

Chiesa e convento della Maddalena[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa e convento della Maddalena (Aversa).

La chiesa della Maddalena fu fondata da Carlo I d'Angiò nel 1269, fuori Porta San Nicola, come Hospitium lebrosorum che in seguito fu trasferito nell'Ospedale di Sant'Eligio, sempre ad Aversa. Nel 1420 il Convento fu occupato dai Minori Conventuali. Dieci anni più tardi, nel 1430, l'aversano Jacopo Scaglione fece costruire il chiostro di pietra grigia ampliato poi dal frate Angelo Orabona, arcivescovo di Trani, che vi aggiunse il pozzetto marmoreo centrale, sul quale è apposto lo stemma del casato, e fece affrescare le volte dei portici. I Francescani vi risiedettero fino al 1813 quando occuparono il Convento di San Domenico, mentre il plesso fu trasformato in Casa dei folli del “Regno di Napoli”. Oggi il complesso giace nel degrado più totale. L'incuria ha provocato il crollo del tetto della chiesa e di parte del chiostro del 1430. All'interno della chiesa opere preziose di Giovanni da Nola sono in totale stato di degrado e, a meno di interventi immediati, andranno perse. Il chiostro affrescato con scene della vita di san Francesco, è invaso dai rovi. L'area non è accessibile !

Il Seminario Vescovile[modifica | modifica wikitesto]

Panoramica seminario vescovile.jpg
Panoramica del Seminario Vescovile addossato alla facciata laterale del Duomo di Aversa

Il seminario vescovile di Aversa, istituito nel 1566 in seguito alle prescrizioni del Concilio di Trento, fu costruito per volere del cardinale Caracciolo, vescovo di Aversa, dall'architetto Carlo Buratti, tra il 1711 e il 1715, e inaugurato nel 1725. L'Arcivescovo Carmine Cesarano, negli anni trenta, fece apportare alcune innovazioni dirette dall'architetto Lamberto Solimene. Di notevole interesse architettonico, all'interno dell'edificio, il chiostro settecentesco e lo Scalone d'onore. Nel grande chiostro rettangolare il rigore semplice dei pilastri del primo ordine, si ravviva nel secondo ordine del più raffinato gioco prospettico degli archi strombati poggianti sul basamento. Nello Scalone, di cui si ignora l'autore, appare l'originale soluzione tecnico-stilistica dei balaustrini inclinati per dare all'insieme un più marcato senso di dinamismo. Il seminario conserva un ricco patrimonio di opere d'arte, provenienti per lo più dalle varie chiese cittadine, tra le quali il trecentesco gruppo marmoreo Madonna col Bambino , da alcuni attribuito allo scultore senese Tino di Camaino, e la tavola del Martirio di San Sebastiano del 1468 di Angiolillo Arcuccio.[30] Oggi è sede dalla Biblioteca Seminariale Paolo VI.[31]

Altre chiese[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Michele in via Armando Diaz ,chiamata la Chiesa della Ferrovia.
  • Chiesetta di Santa Maria della Pietà in via Isonzo, dove si venerano gli Angeli Custodi.
  • Chiesetta di San Bartolomeo in via Vittorio Emanuele III,dove si venera la Madonna delle Grazie.
  • Chiesa di San Rocco in Via Sant'Andrea,dove si venera la Madonna Addolorata.
  • Chiesetta di Santa Marta Minore in via Santa Marta.
  • Chiesa di Santa Maria del Popolo in via Castello.
  • Chiesa delle Cappuccinelle in via Castello.
  • Chiesa di Santa Maria degli Angeli in via Salvatore Di Giacomo.
  • Convento e Chiesa di Santa Maria del Carmelo in via Ludovico Abenavolo.
  • Chiesetta della Confraternita di San Benedetto in via Monserrato.
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie in via San Giovanni.
  • Chiesa di San Giovanni Evangelista in via Santa Maria La Neve.
  • Chiesa di Santa Maria la Nova in via San Biagio.
  • Chiesa di Santa Lucia in via Santa Lucia.
  • Chiesa di Sant'Agostino dei Calzi in via Cesare Golia.
  • Chiesa e Convento di Sant'Anna in Piazza Crispi.
  • Chiesa di Santo Spirito in via Roma.
  • Chiesa di San Giovanni Battista in via Isonzo.
  • Chiesetta di San Giuseppe in Piazzetta Savignano.
  • Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli in via Costantinopoli.
  • Chiesa di San Giuseppe Operaio in Via Enrico Caruso.
  • Chiesa di Santa Teresa in Via Luca Giordano.
  • Chiesa dell'Arciconfraternità dell'Immacolata Concezione del 1650 in Via San Nicola.

Cappelle[modifica | modifica wikitesto]

  • Cappella di Sant'Antonio da Padova, sita in via Armando Diaz, esistente dal 1900[32]
  • Cappella della Morte, sita in via Rainulfo Drengot.[33]
  • Cappella Madre del Cimitero, sita in via Arturo Garofano, esistente dal 1854[34]
  • Cappella del Monte del Purgatorio e dei Santi Filippo e Giacomo, sita in via Roma[35]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Golia in via Seggio

Tra gli i palazzi presenti in città, si ricordano:

  • Palazzo Motti
  • Palazzo Candia
  • Palazzo Monticelli-Della Valle duchi di Ventignano
  • Palazzo De Fulgore
  • Palazzo Masola-Bonavita
  • Palazzo Azzolini
  • Palazzo d'Ausilio-Pozzi
  • Palazzo Pacifico-Lucarelli
  • Palazzo Parente
  • Palazzo Saporito
  • Palazzo Cappabianca-Capone
  • Palazzo del Tufo
  • Casa natale di Domenico Cimarosa
  • Casa natale di Niccolò Jommelli

Palazzi[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Golia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Golia, palazzo nobiliare, sito in via Seggio, fu dei baroni Ricciardi Serafino de Conciliis. Edificio di tipo a corte, che emerge per l'equilibrio e l'eleganza delle proporzioni. L'ampio cortile interno, sullo sfondo del quale campeggia una leggiadra statua raffigurante la Campania Felix, è sormontato da un giardino pensile che, con le sue piante secolari, prospetta frontalmente l'alto portale d'accesso. Al piano terra di questa dimora gentilizia erano un tempo ubicati i locali destinati alle attività agricole, alle scuderie ed alle altre attività di servizio. Di notevole pregio architettonico lo scalone principale in pietra vesuviana che conduce al primo piano dell'abitazione che ospitò Giuseppe Garibaldi alla vigilia dello storico scontro sul Volturno, il 1º ottobre 1860. Garibaldi, che era alla ricerca di finanziamenti che potessero servire per l'equpaggiamento del proprio esercito, si recò a Santa Maria Capua Vetere e ad Aversa. Qui si rivolse per un prestito alla famiglia dei baroni Ricciardi Serafini de Conciliis, promettendo la restituzione della somma da parte dello Stato Sabaudo ad un tasso centuplicato. Questo non fa che dimostrare come il Garibaldi, contrariamente a quanto si afferma nella storiografia ufficiale, fosse partito con l'accordo dello Stato Piemontese, dato che poteva impegnarsi in suo nome. Il prestito gli fu accordato, ma non dalla nobile famiglia, che risultò al verde, ma da un commerciante suo inquilino, Giuseppe Motti, cui i nobili si erano rivolti. In particolare, fu la moglie di costui ad impegnare la dote di paterna. Garibaldi dopo aver pernottato nella dimora dei de Conciliis, se ne ripartì, preparandosi ad affrontare la battaglia sul Volturno. Al sopraggiunto esercito piemontese che aveva invaso lo Stato Pontificio senza dichiarazione di guerra restava da terminare l'annessione, cosa che avvenne con la presa di Capua e Gaeta. Lo Stato Sabaudo, provvide a restituire i debiti contratti dal Motti al tasso promesso. Questo permise alla famiglia Motti di acquistare il palazzo della servitù ed il proprio negozio dai nobili de Conciliis.[36] Questo evento è ricordato da una lapide commemorativa marmorea posta in alto sulla parete laterale sinistra della facciata del palazzo.

Palazzo Gaudioso[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Gaudioso, sito in Piazza Federico Santulli, è un edificio del XV secolo di aspetto severo e turrito, insistente su di un'area dell'antico borgo San Nicola, nella sua lunga vita ha subito numerosi rimaneggiamenti, tanto da perdere, in buona parte, la configurazione originaria. Gli interventi degli anni novanta sono quelli che ne hanno maggiormente alterato l'aspetto, proprio per l'aggiunta della torre nell'angolo nord-ovest. L'interno presentava una corte e un giardino, il viridarium, consueta caratteristica topologica dell'edilizia abitativa della città. Il prospetto impianta un solido portale di disegno catalano, realizzato con pietra grigia e bianca. Le cornici degli stipiti del portale, e quelle delle finestre di tipo"inginocchiato", sono finemente lavorate per la presenza di scalanature. Il portale alla sommità si conclude con un arco ribassato e la presenza nella chiave dello stemma gentilizio del casato. La facciata del portale non è baricentrica, questo perché vi era la presenza della chiesa di San Nicola, per cui, se il portale fosse stato collocato centralmente, l'aria antistante all'accesso sarebbe rimasta ridotta, ma tale collocazione indica anche che il palazzo è successivo all'ampliamento gotico della chiesa. L'interno presenta un decoroso aspetto quattrocentesco, con l'ala settentrionale su un doppio ordine di arcate collegate da una comoda e larga scala.[37] Nel marzo 2007 è stata inaugurata la nuova sede della Biblioteca Comunale, ubicata nel palazzo. La Biblioteca è intitolata a Gaetano Parente.

I Sedili[modifica | modifica wikitesto]

Ad Aversa si contavano quattro Sedili, il Seggio di S. Antonio, il Seggitiello di Piazza, il sedile di S. Andrea e il Sedile di San Luigi. Quest'ultimo è l'unico sopravvissuto ed il più antico tra i 13 sedili presenti in Italia.

Seggio di Sant'Antonio[modifica | modifica wikitesto]

Il Seggio di S. Antonio era ubicato lungo il perimetro delle mura di Ruggero II, in corrispondenza della porta del Mercato vecchio, era riservato alle famiglie nobili che risiedevano lungo la via Seggio[38].

Seggitiello di Piazza[modifica | modifica wikitesto]

Il Seggitiello di Piazza era un tempo sul sito della chiesa di S. Maria del Popolo, lungo il primo perimetro murario normanno in corrispondenza della porta nord occidentale. Il Seggitiello apparteneva ai nobili della porta Castello, custodi della porta della città, situata in corrispondenza della residenza di Rainulfo Drengot. Il seggio si trovava nella Platea del castello. La fabbrica era di dimensioni ridotte. Dopo l'ampliamento delle mura, la struttura perse la funzione primitiva e venne utilizzato nei periodi della fiera come sede del Portolano e del Comandante della Bagliva. Successivamente al suo posto fu costruita la chiesa di S. Maria del Popolo[39].

Sedile di San Luigi
Sedile di Sant'Andrea[modifica | modifica wikitesto]

Il Sedile di Sant'Andrea presentava un impianto iconografico rettangolare di più ridotte dimensioni rispetto al Sedile di San Luigi. Realizzato fuori la porta S. Andrea, nel popoloso borgo del Mercato del Sabato (dal Settecento Mercato Vecchio), fu inglobato nella Parrocchiella. Era situato al di fuori della seconda cinta muraria normanna del XII secolo, venne inglobato nella città con l'ampliamento angioino[40].

Sedile di San Luigi[modifica | modifica wikitesto]

Il Sedile di San Luigi è l'unico monumento medievale del genere che la città conserva. Il Seggio di pietra grigia fu concesso alla città dall'Imperatore Enrico VI nel 1195 alle famiglie dei cavalieri aversani[41]. Venne retto dal Monte di Pietà (1599) fino a quando non passò nella Chiesa di Santa Maria del Popolo. Era adibito a luogo di convegno, in precedenza fu utilizzato per amministrare la giustizia. Con l'andare degli anni subì gravissimi danni tanto che nel 1692 fu interamente ristrutturato. La loggia è formata da due campate coperte da volte ed archi a tutto sesto. Lo spazio è recintato da un muretto e da un artistico cancello in ferro eseguito nel 1913 dagli alunni dell'Istituto Artistico di San Lorenzo[42].

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Le mura della città[modifica | modifica wikitesto]

Mura antiche di Aversa

Il primitivo nucleo urbano fu cinto da soli fossati e terrapieni. Nella nuova realtà urbana la chiesa assume un ruolo e una posizione centrale, non solo come simbolo religioso, ma anche luogo di incontro della comunità. Il modello radiocentrico adottato non ha coevi riscontri nel territorio italiano, fortemente condizionato dalla tradizione coloniale romana. In Francia si rileva, in numerose realtà urbane, con al centro la cattedrale: esempi ne sono Bram e Brive. Il nucleo originario di Aversa era caratterizzato dalla polarità della cattedrale e del palazzo, entrambi in posizione centrale perché i due edifici erano posti l'uno acanto all'altro. In origine non vi era alcuna struttura fortificata[43]. La decisione di Riccardo I Drengot di realizzare ad Aversa la nuova cattedrale e l'imponente programma costruttivo intrapreso, indicano che i successi militari dei normanni si accompagnano ad una espansione economica della città[44]. La successiva crescita della città è riassunta nell'impegno a ridefinire i due poli di maggiore interesse, la cattedrale e il castello. Ad Aversa solo dopo l'unificazione ad opera di Ruggero II di Sicilia nel 1135 venne programmata la costruzione di più idonee strutture di difesa[44]. Il rapporto conflittuale con i locali, delusi dalla perdita di autonomia, suggerì la costruzione di un nuovo castello al di fuori delle mura per controllare ogni accenno di insurrezione al potere centrale[45]. Lungo la nuova cinta muraria furono poste cinque porte, quattro in corrispondenza delle arterie di traffico regionale, Santa Maria, San Giovanni, San Nicola e Sant'Andrea, e in ultimo Portanova che consentiva il collegamento diretto con i casali meridionali[46]. In epoca federiciana non venne realizzato alcun ampliamento. Gli Svevi si impegnarono in lavori di notevole entità per adeguare il castello ai nuovi compiti difensivi[47]. Gli Angioini diedero un contributo determinante alla crescita di Aversa con l'ampliamento del tracciato murario deciso nel 1382[48]. Durante la dominazione Aragonese non si registrano significativi ampliamenti delle mura. Venne eretta la Porta Castello, in occasione della costruzione del nuovo castello, nella seconda metà del '400[49]. Agli inizi dell''800 ebbe inizio l'abbattimento della cinta muraria e delle porte, che erano viste come un impedimento, un vincolo da rimuovere, una presenza conflittuale con gli ideali di modernità e di igienità[50]. Dell'antica cinta muraria restano:

  • il castello
  • frammenti di mura nei pressi di Porta San Giovanni
  • Porta San Giovanni nell'omonima via

I castelli[modifica | modifica wikitesto]

Sin dalle origini Aversa fu dotata di castelli fortificati. Rainulfo se ne fece costruire uno quando fondò la città, di cui però non rimangono tracce. I più famosi, di cui restano tracce, sono tre:

Castello di Savignano[modifica | modifica wikitesto]

Poiché Savignano era un piccolo villaggio (Sabinianum), si sono trovate tracce di un più antico castello sul quale fu costruito quello che resta oggi anche se non si sa quasi nulla sulle sue origini. Fu adibito a deposito, fino al 1970, dalla Polizia di Stato.

Castello Angioino[modifica | modifica wikitesto]

Fu costruito intorno al 1300 per volere dei re della casa Sveva e fu sede della casa d'Angiò. Era situato nell'attuale chiesa dei SS. Filippo e Giacomo (chiesa di Casaluce), che era la cappella del castello. Era composto da quattro torri merlate. Fu dimora di Carlo I d'Angiò. Il castello divenne famoso per la morte di Andrea d'Ungheria, che fu impiccato la notte del 17 ottobre 1345. Fu ceduta ai Padri Celestini nel 1364. Nel 1807, fu ridotto ad abitazione ed è così rimasto fino a oggi, trasformato negli anni tanto da perdere le tracce dell'antico castello.

Castello Aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Panoramica Castello Aragonese.jpg
Panoramica del Castello Aragonese di Aversa

Il maestoso Castello di Ruggero II (o Aragonese), dotato di spesse mura quadrate, che dall'alto delle sue quattro torri domina la zona circostante. Sorto nei pressi della chiesa di Santa Maria a Piazza, nell'area dei Patibulum, come limite settentrionale della terza cerchia di mura, è di forma quadrata, con torri merlate agli angoli, e orientato, secondo un'antica ripartizione, sui quattro angoli del Mondo.

Fu dimora e rifugio di svariati principi, regine famose, regnanti e semplici capitani di ventura, tra cui si ricordano Giovanna d'Angiò, la regina di Napoli tristemente nota per il suo carattere volubile e sensuale e Giacomo Attendolo, padre del più conosciuto Francesco I Sforza.

Nel XVIII secolo, per le alterne fortune e l'incuria umana quest'imponente opera architettonica era quasi completamente rovinata, tanto è vero che nel 1750 Carlo III di Borbone(che volle anche la Reggia di Caserta), ne affidò il restauro al suo principale architetto, Luigi Vanvitelli, per farne un Quartiere di Cavalleria (anche oggi, con l'espressione "Quartiere", si indica tale zona della città).

Sul finire del XIX secolo il castello era nuovamente in rovina; solo nel 1931 ritornò alla ribalta per iniziativa ed intraprendenza del noto frenologo aversano "Filippo Saporito" (di cui portava il nome), che, dopo averlo fatto restaurare, lo adibì a casa di cura e custodia per imputati condannati parzialmente in quanto affetti da forme di malattia mentale, divenendo così un carcere giudiziario (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) tra i più famosi d'Italia. È statosede della "Scuola di Formazione e Aggiornamento dell'Amministrazione Penitenziaria", inaugurata il 16 marzo 2002, fino al 2014, attualmente è sede nel tribunale di Napoli nord, che ha preso il posto della scuola.[51]

Porta San Giovanni[modifica | modifica wikitesto]

Porta San Giovanni

Porta San Giovanni costituisce, assieme ai resti di Porta San Nicola, l'unico esempio rimanente delle antiche porte che cingevano la città di Aversa. È situata nella omonima via. Un tempo vi si trovava il Borgo dei pescatori che accoglieva i pescatori del Lago Patria, soggetti al monastero di San Lorenzo[52].

Monumenti e statue[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a Domenico Cimarosa[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a Domenico Cimarosa

È con la delibera dell'11 giugno del 1899 che prende avvio ufficiale l'iniziativa delle Celebrazioni Cimarosiane, in occasione del primo centenario della morte del musicista, avvenuta nel 1801, con la costituzione di un Comitato sotto l'Alto Patronato di S.A.R. la Regina Madre, la Presidenza onoraria del Ministro della Pubblica Istruzione On. Alfonso Gallo e dell'On. Guido Baccelli, la presidenza effettiva dell'On. Pietro Rosano, essendo segretario il prof. Enrico Altavilla e tesoriere il barone Compagna. Il Comitato tiene la sua prima riunione nel Conservatorio di San Pietro a Majella il 16 luglio e affida l'incarico del monumento allo scultore Francesco Jerace. Il dibattito urbanistico sul sito dove allocare il monumento si sviluppa per ben tre tornate del Consiglio Comunale: 2 settembre, 4 e 16 novembre del 1899, e a conclusione viene scelta piazza Principe Amedeo rispetto a piazza Vittorio Emanuele. La celebrazione cimarosiana non fu onorata dalla elevazione del monumento, e il progetto viene accantonato. La questione è ripresa da un'interpellanza del consigliere comunale avv. Frattini con la quale si chiede di conoscere i motivi per i quali la deliberazione dell'11 giugno del 1899 non sia ancora un fatto compiuto. Nel 1920 il Commissario Prefettizio Cimmino riprende la questione con una concreta proposta di allocazione del monumento nell'ambito della sistemazione degli spazi risultanti dalla demolizione del Convento di San Girolamo. La vicenda si concluderà nel 1929, con l'allocazione del monumento nell'attuale sito, per abbellimento del piazzale della Ferroviaria, definito nel 1928 a seguito dell'arretramento del piano del ferro e della nuova stazione ferroviaria[53]. L'opera a Domenico Cimarosa fu realizzata da Francesco Jerace nel 1929. Si tratta di un'opera, di gusto tardo-neoclassico, che si ispira a modellicanoviani. Il monumento, che raffigura il maestro appoggiato alla transenna, era completato da un genietto alato sul podio, non più esistente, ispiratore allegorico della musica scherzosa del maestro[54].

Monumento ai caduti in Piazza Municipio

Monumento ai caduti in guerra[modifica | modifica wikitesto]

Situato al centro di Piazza Municipio di fronte al Municipio, su un'aiuola quadrangolare e costituito da un basamento di pietra. Fu realizzato da Francesco Jerace nel 1936, ed è dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. È un'opera di grande perizia tecnica ed assume, coì com'è collocata, un grande effetto scenografico. La composizione richiama gusti del verismo francese della prima metà dell'800.

Monumento a Pietro Rosano[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a Pietro Rosano

Si erge in Piazza Principe Amedeo all'interno della Villa Comunale. Opera raffigurante l'insignedeputato aversano, fu realizzato nel 1907 da Francesco Jerace. Il monumento è costituito da un'articolata base a forma di piramide, che comprende la statua allegorica dell Campania, su cui poggia un'alta colonna il cui capitello regge il busto di Rosano. Alla base vi è la scritta A Pietro Rosano/La Campania/MCMVII. Si tratta di un'opera tardo-ottocentesca di buon effetto compositivo.

Altri monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Sotto l'aspetto monumentale non va trascurato il complesso dell'ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria Maddalena, fondato da Gioacchino Murat nel 1813, primo manicomio d'Italia, che nonostante l'abbandono conserva un altare di grande interesse scultoreo attribuito a Giovanni da Nola (il Merliani) secondo alcuni, mentre altri lo attribuiscono allo scultore partenopeo Salvatore Caccavello.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Parco "Salvino Arturo Pozzi"[modifica | modifica wikitesto]

Collocato nella zona nord della città di Aversa, con una superficie di circa 22.000 m2, il parco è caratterizzato da percorsi per jogging e passeggiate, ospita una variegata flora nonché attrezzi in legno per ginnastica/stretching e un bocciodromo (punto di ritrovo e svago per anziani). Il Parco prende il nome di Salvino Pozzi e viene aperto al pubblico mentre una parte dell'area è adibita a parcheggio. Il Parco Pozzi è divenuto, nel corso del tempo, da vasta proprietà della famiglia Marrandino, che ha tracciato i primi viali in terra battuta e messo a cultura numerose e pregiate essenze arboree, come i maestosi cedri del Libano, il pino mediterraneo e le araucarie, un ospedale militare e quindi un centro di accoglienza per gli italiani che provenivano dai diversi territori dell'ex impero coloniale. L'area in questione, già ai primi del Novecento, assume una dizione toponomastica indicata nel tracciato che da Piazza Vittorio Emanuele conduce fino a Via Roma, come via del Parco (comunemente indicato in dialetto come “aret 'o parco”, trad. "dietro il parco"). Nel 1935 si assiste ad una svolta profonda perché agli interessi per la passeggiata all'aria aperta, allo svago della città si preferiscono quelli più prettamente di carattere militare. Sono gli anni del consenso popolare nei confronti del regime fascista che tenta l'avventura coloniale per allargare i confini dell'Impero con l'impresa di Etiopia. L'area in questione viene quindi individuata dal Ministero della Guerra come quella possibile per costituire, all'interno del Parco, un presidio ospedaliero destinato all'assistenza ai soldati impegnati nelle operazioni militari in Africa orientale. Nasce in questo modo l'Ospedale Militare Baraccato che prende il nome di Arnaldo Mussolini. L'Ospedale impiega lo spazio del Parco per disporre diversi padiglioni per interventi sanitari costruiti con baraccamenti in legno, collegati tra loro da ampi viali alberati ispirati al castrum romano. In questo modo si ha al posto dei viottoli in terra battuta dell'impianto originario, una vera e propria rete viaria interna pensata soprattutto per le necessità funzionali. L'insediamento viene anche dotato di un impianto idrico, realizzato a carico del Comune grazie ad un accordo tra il tenente colonnello e l'allora podestà fascista di Aversa, mentre i lavori dell'intero ospedale vengono completati nel 1937. Con la disfatta della seconda guerra mondiale il Comando alleato requisisce l'area che viene svincolata nel 1946 per trasferire tutte le attrezzature presenti ad Aversa a quello analogo di Maddaloni. L'area viene concessa in maniera temporanea al Comune ed utilizzata come ricovero dei profughi provenienti dalla Grecia, dall'Egeo, dalla Venezia Giulia, dall'Istria e dall'Egitto. Si ha in questo modo un cambio della destinazione del Parco da insediamento militare ad ente per l'assistenza dei profughi del dopoguerra. I profughi occupano le baracche lasciate dall'Ospedale e danno luogo ad una pacifica colonizzazione dell'area che viene ufficialmente denominato “Centro raccolta profughi baraccato”. Soltanto dopo l'istituzione delle Regioni a statuto ordinario, avvenimento che risale negli anni settanta, l'intero immobile diviene proprietà della Regione Campania, che successivamente lo cede in comodato d'uso gratuito al Comune di Aversa. Nel periodo che va dagli anni cinquanta alla fine degli anni ottanta l'originaria area del Campo vede diminuire gli spazi liberi per l'edificazione di alcune costruzioni come una chiesa e di uno spazio destinato a campo sportivo. In questi anni il Comune utilizza l'area anche per una sezione di scuola elementare mentre sono praticamente ignorati gli interventi di tutela del verde che viene affidata agli interventi spontanei degli ospiti del Campo. Con lo scorrere degli anni la maggior parte degli ospiti del Campo profughi riesce a trovare una dimora più idonea rispetto alle baracche oramai fatiscenti grazie all'assegnazione di case popolari mentre la decisiva trasformazione del campo in un parco pubblico, avviene nel 1990, a seguito del viaggio ad Aversa delPontefice Giovanni Paolo II. Infatti per acconsentire di assistere alla messa del Papa il maggior numero di fedeli il Comune decide l'abbattimento delle baracche e di gran parte delle strutture edilizie esistenti nel Campo, asfalta i viali e lo spazio del campo sportivo e provvede all'arricchimento dell'area verde con altre aiuole fiorite.

Altri parchi[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli altri parchi presenti in città si ricordano:

  • Villa Comunale
  • Parco "Antonio Balsamo"
  • Parco "Grassia"