Toscana


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« ... colline di Toscana, coi loro celebri poderi, le ville, i paesi che sono quasi città, nella più commovente campagna che esista. »
(Fernand BraudelCiviltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II[1])
Toscana
regione
Toscana – Stemma Toscana – Bandiera
(dettagli) (dettagli)
Palazzo Vecchio, simbolo del capoluogo e della regione
Palazzo Vecchio, simbolo del capoluogo e della regione
Localizzazione
Stato Italia Italia
Amministrazione
Capoluogo FlorenceCoA.svg Firenze
Presidente Enrico Rossi (PD) dal 01/06/2015 (2º mandato)
Territorio
Coordinate
del capoluogo
43°46′17″N 11°15′15″ECoordinate43°46′17″N 11°15′15″E (Mappa)
Altitudine 279[2] m s.l.m.
Superficie 22 987,04 km²
Abitanti 3 746 024[3] (30-6-2015)
Densità 162,96 ab./km²
Province 9 province+1 Città metropolitana: Firenze, Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa e Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena
Comuni 280
Regioni confinanti LiguriaEmilia-Romagna,MarcheUmbriaLazio
Altre informazioni
Lingue italiano
Fuso orario UTC+1
ISO 3166-2 IT-52
CodiceISTAT 09
Nome abitanti toscani
Giorno festivo 30 novembre
PIL (PPA) 106.000,0 mln (2012)
PIL procapite (PPA) 29.000  (2012)
Cartografia

Toscana – Localizzazione

Toscana – Mappa
Sito istituzionale

La Toscana è una regione italiana a statuto ordinario di 3 704 152 abitanti, situata nell'Italia centrale,[4] con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti;[5] il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.[6]

Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (377 207 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: ArezzoGrossetoLivornoLuccaMassaPisaPistoiaPrato e Siena.

La Toscana amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.

Il nome è antichissimo e deriva dall'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere.

Fino al 1861 è stata un'entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d'Italia ed oggi della Repubblica Italiana.

In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda.[7]

La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui fu abolita la pena di morte nel Granducato di Toscana[8].

Indice

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Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Toscana.
Zone altimetriche della Regione Toscana

Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende alcune pianure (circa l'8,4% del territorio) e importanti massicci montuosi (il 25,1% della regione).

Paesaggio tipico

Rilievi e colline[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio della Val d'Orcia, nel Senese

Sia a nord che a est la Toscana è circondata dagli Appennini ma il territorio è prevalentemente collinare. La vetta più alta della regione è il monte Prado (2.054 m), nell'appennino Tosco-Emilianoin Garfagnana, sul confine con l'Emilia-Romagna.

Nella regione si trovano altri rilievi montuosi degni di nota al di fuori della dorsale appenninica: leAlpi Apuane a nord-ovest, il Monte Pisano tra Pisa e Lucca, la Montagna pistoiese a nord diPistoia, i Monti della Calvana a nord di Prato, i Monti del Chianti tra le province di Siena e Arezzo. In provincia d'Arezzo il Pratomagno divide il Casentino dal Valdarno, sempre in provincia d'Arezzo a nord-est l'Alpe di Catenaia è divisa dagli Appennini dal corso del Tevere, le Colline Metallifere a sud-ovest tra le province di LivornoPisaSiena e Grosseto e i massicci del Monte Amiata e delMonte Cetona a sud-est, il monte Falterona, dove nasce il fiume Arno e il monte Fumaiolo dove nasce il Tevere.

Tra i sistemi collinari, nella parte centrale della regione ritroviamo, da ovest a est, le Colline livornesi, le Colline pisane, le Balze di Volterra, il Montalbano, le colline del Chianti e i rilievi collinari della Valtiberina. L'area meridionale della regione si caratterizza ad ovest per leColline Metallifere, le colline della Val di Merse, le Crete Senesi, i rilievi collinari della Valle dell'Ombrone, le Colline dell'Albegna e del Fiora, l'Area del Tufo e i rilievi collinari della Val d'Orcia e della Val di Chiana.

Pianure[modifica | modifica wikitesto]

In Toscana si trovano aree pianeggianti sia lungo la fascia costiera che nell'entroterra.

Il litorale comprende le pianure della Versilia, l'ultimo tratto del Valdarno Inferiore che si apre nella Piana di Pisa e la Maremma la pianura più estesa, mentre nell'entroterra la pianura principale è il Valdarno che si sviluppa da est ad ovest lungo il corso dell'omonimo fiume, comprendendo le città di Arezzo, Firenze e Pisa. Altre pianure dell'interno sono la Piana di Firenze-Prato-Pistoia in continuità del medio Valdarno, la Piana di Lucca, la Valdinievole, la Valdera, la Valdelsa, la Val di Chiana, la Val di Cecina, la Val di Cornia, la Val di Pecora, la Val d'Orcia, la Valdisieve, la Valle dell'Ombrone, la Val di Bisenzio, la Valdambra e la Valle del Serchio.

Coste e isole[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Arcipelago Toscano.
Torre Mozza, sulla costa diPiombino
La costa dell'Argentario

La Toscana, bagnata dal Mar Ligure nella parte centro-settentrionale e dal Mar Tirreno in quella meridionale, si caratterizza per un litorale continentale molto diversificato nelle sue caratteristiche. Nel complesso, le coste continentali si presentano basse e sabbiose, fatta eccezione per alcuni promontori che si elevano tra Livorno e Vada, a nord di Piombino, traScarlinoPunta Ala e Castiglione della Pescaia, tra Marina di Alberese e Talamone, all'Argentario e ad Ansedonia.

L'Arcipelago Toscano è costituito da sette isole principali e da alcuni isolotti minori, molti dei quali sono semplici secche o scogli affioranti, in gran parte tutelati dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. L'isola principale è l'Isola d'Elba, bagnata a nord dal Mar Ligure, a est dalCanale di Piombino, a sud dal Mar Tirreno e a ovest dal Canale di Corsica: l'isola presenta un'alternanza di coste basse e sabbiose e coste più alte e frastagliate dove si aprono suggestive calette. A nord dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Capraia, nel Canale di Corsica, e l'Isola di Gorgona nel Mar Ligure, entrambe con coste frastagliate. A sud dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Pianosa, completamente pianeggiante e con leggere ondulazioni, con coste sia sabbiose che scogliose, l'Isola di Montecristo con coste alte e frastagliate fatta eccezione per la zona dell'approdo, l'Isola del Giglio con coste prevalentemente alte e rocciose, fatta eccezione per alcune calette e per la Spiaggia del Campese, l'Isola di Giannutri con coste scogliose pur presentando un territorio caratterizzato soltanto da ondulazioni e dislivelli leggerissimi.

Tra le isole minori, le secche e gli scogli affioranti, vi sono le isole di Cerboli, di Palmaiola, le Formiche di Grosseto, la Formica di Burano, lo Scoglio d'Africa o Formica di Montecristo, le Secche della Meloria e le Secche di Vada.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Clima della Toscana.
Classificazione climatica secondo Thornthwaite

██ A (perumido)Im > 100

██ B3-B4 (umido) 80 < Im < 100

██ B1-B2 (umido) 20 < Im < 80

██ C2 (subumido) 0 < Im < 20

██ C1 (subarido) −33,3 < Im < 0

██ D (semiarido) Im < −33,3

Tipica giornata con cielo sereno sulla spiaggia di Marina di Alberese

Dal punto di vista climatico, la Toscana presenta caratteristiche diverse da zona a zona.

Le temperature medie annue, che registrano i valori più elevati attorno ai 16 °C lungo la costamaremmana, tendono a diminuire man mano che si procede verso l'interno e verso nord; nelle pianure e nelle vallate interne (medio Valdarno e Val di Chiana) si raggiungono i valori massimi estivi, che spesso si avvicinano e toccano i 40 °C e si contrappongono a minime invernali piuttosto rigide, talvolta anche di alcuni gradi sotto zero.

Le precipitazioni risultano molto abbondanti a ridosso dei rilievi appenninici lungo l'asse ovest-est tra la Versilia e il Casentino, con valori massimi oltre i 2000 mm annui sulle vette più alte delle Alpi Apuane e dell'Appennino Tosco-Emiliano; al contrario, lungo la fascia costiera della Maremma grossetana, soprattutto nella zona dell'Argentario, si raggiungono faticosamente i 500 mm annui di media. Molto penalizzate dal punto di vista pluviometrico risultano anche le Crete Senesi e alcune zone della Val d'Orcia e della Val di Chiana dove i valori medi annui si aggirano tra i 600 e i 700 mm.

Le nevicate, frequenti nella stagione invernale su tutti i rilievi appenninici e sulla parte sommitale del Monte Amiata, possono raggiungere anche le zone collinari limitrofe ma non è impossibile che la neve giunga anche in pianura e più raramente sulle coste centro-settentrionali, mentre risultano essere episodi davvero unici lungo la costa della Maremma grossetana.

L'eliofania (durata del soleggiamento) risulta essere molto rilevante lungo la fascia costiera della provincia di Grosseto, dove raggiunge valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionale italiano, con una media annuale di oltre 7 ore giornaliere (valore minimo in dicembre con una media di circa 4 ore al giorno e valori massimi superiori alle 11 ore giornaliere in giugno e luglio).

Stazioni meteorologiche[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le voci sui singoli soggetti sono elencate nella Categoria:Stazioni meteorologiche della Toscana
Carta delle stazioni meteorologiche ufficiali in Toscana

██ Aeronautica Militare

██ ENAV

In Toscana sono ubicate 14 stazioni meteorologiche ufficiali contrassegnate da codice WMO e ICAO in conformità alle norme dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale: 13 di esse sono gestite dall'Aeronautica Militare, una di esse dall'ENAV. Tutte le altre stazioni presenti nel territorio regionale, invece, fanno principalmente riferimento al Servizio Idrologico Regionale della Toscana; vi sono anche stazioni di altri enti, tra le quali quelle del Consorzio LaMMA, oltre a quelle di altri enti pubblici o privati.

Storicamente merita un'apposita menzione la stazione meteorologica di Firenze Monastero degli Angeli, una delle prime stazioni istituite a livello mondiale, che iniziò ad effettuare le osservazioni meteorologiche e le registrazioni termometriche in scala fiorentina di 50° a partire dal 1654 nell'ambito della rete meteorologica granducale istituita da Ferdinando II de' Medici ed operativa in quell'epoca a livello europeo.[9]

Da nord a sud, di seguito sono riportate le varie stazioni meteorologiche ufficiali presenti nella regione:

Aree naturali protette[modifica | modifica wikitesto]

L'Oasi di Focognano nella piana fiorentina presso Campi Bisenzio
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Aree naturali protette della Toscana.

Le aree naturali protette coprono quasi il 10% del territorio regionale, per una superficie totale di 227.000 ettari. Ne fanno parte tre parchi nazionali, di cui uno, il Parco nazionale Arcipelago Toscano, ricade interamente in Toscana mentre gli altri due sono condivisi con l'Emilia-Romagna (Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano). Vi sono poi 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 36 riserve naturali statali, 37 riserve naturali provinciali e 52 A. N.P. I.L. (Aree Naturali Protette di Interesse Locale). Nell'ambito della rete Natura 2000 sono stati inoltre proposti 123 Siti di interesse comunitario (SIC) e 30Zone di protezione speciale (ZPS).[10][11]

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

Capo d'Enfola all'Isola d'Elba

La regione è attraversata sul lato settentrionale e su quello orientale dalla catena appenninica che si è formata per l'avvicinamento e la collisione della placca euro-asiatica a nord con la placca africano-adriatica a sud.

Le unità strutturali derivanti, appartenenti in origine al margine continentale africano-adriatico, sono incluse in due gruppi principali, ilDominio Umbro-Marchigiano (flysch arenaceo-marnoso) e il Dominio Toscano, quest'ultimo suddiviso in una successione metamorfica sottostante (metarenarie, metacalcari, dolomie, gruppi triassici e tardo-paleozoici, basamento ercinico) e in una successione non metamorfica soprastante (flysch arenacei esterni ed interni, argilliti, marne, calcari e dolomie). La successione non metamorfica soprastante è caratterizzata a sua volta da due unità strutturali minori, la Falda Toscana e l'Unità Cervarola Falterona, con le cui estensioni rocciose costituiscono l'ossatura della dorsale appenninica toscana.

Sopra il Domino Toscano si trova il Dominio Subligure di transizione (arenarie e argilliti) dove vi è stato il sovrascorrimento di rocce delDominio Ligure-Piemontese, suddiviso a sua volta nelle complesse unità strutturali del Dominio Ligure esterno (flysch a elmintoidi, arenarie, argilliti, brecce poligeniche), Dominio Ligure interno con successione oceanica non metamorfica (flysch arenacei, argilliti, radiolariti, ofioliti) e successione oceanica metamorfica (calescisti, ofioliti).

Con la diminuzione e la cessazione dei sovrascorrimenti durante l'orogenesi appenninica, si formarono bacini di sedimentazione conDepositi Epiliguri (marne e calcareniti).

Nelle fasi più recenti si verificarono invasioni marine dei margini meno elevati della catena, denominate successioni dei bacini neoautoctoni e mai coinvolte nei fenomeni di sovrascorrimento tra domini e unità strutturali; in seguito si formarono bacini subsidenti all'interno della catena favorevoli ai futuri ambienti fluvio-lacustri.

Contemporaneamente si verificarono anche intrusioni magmatiche subvulcaniche acide (Isola d'ElbaIsola del Giglio e Isola di Montecristo) e manifestazioni vulcaniche piroclastiche effusive (Isola di CapraiaMonte Amiata e Area del Tufo).

Le oscillazioni eustatiche e le ulteriori fasi di assestamento della catena hanno portato i livelli di fiumi e laghi ai valori attuali; i depositi alluvionali completano e chiudono la storia geologica della regione.[12]

Classificazione sismica[modifica | modifica wikitesto]

Veduta di Monteriggioni

In base all'Ordinanza PCM n.3274 del 20/03/2003, il territorio regionale toscano è stato suddiviso in tre distinte zone in base al rischio sismico, zona 2, zona 3 e zona 4; nessun comune della Toscana rientra nella zona 1 a sismicità elevata.

Di seguito è riportata in modo schematico la classificazione sismica.[13].

Distretti sismici toscani[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'attuale classificazione convenzionale, la Toscana è suddivisa nei seguenti distretti sismici, la cui nomenclatura è finalizzata all'identificazione rapida dell'eventuale area su cui si è verificato l'epicentro di un ipotetico terremoto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Toscana.

La storia della Toscana abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, che spazia dalla preistoria ai giorni nostri, risultando fondamentale dalMedioevo in poi per la nascita della lingua italiana.

Le prime tracce certe della presenza umana risalgono al II millennio a.C., grazie al rinvenimento di resti di villaggi su palafitte risalenti all'età del bronzo e quella del ferro, venuti alla luce in varie zone della regione. Tra il X e l'VIII secolo a.C., l'età del ferro trova la sua massima espressione nella civiltà villanoviana.

Verso il IX secolo a.C. appaiono le prime testimonianze della presenza, in tutto il territorio dell'Italia Centrale, della popolazione etrusca. I RasnaRasenna, come secondo la maggior parte degli storici[14] si chiamavano tra loro, dominarono il territorio per molti secoli, ed è da essi, che l'attuale regione prese il nome di Etruria. Il culmine dello splendore della civiltà etrusca fu raggiunto attorno al VI secolo a.C., con possedimenti che andavano dalla zona settentrionale della Pianura Padana alla Campania: furono costruite strade, tra le quali si sono ben conservate le Vie Cave (tra SovanaPitigliano e Sorano), realizzarono un maestoso complesso sacro termale in località il Bagnone a Sasso Pisano, vennero bonificate alcune paludi ed edificate importanti città toscane, come Pisa (secondo la leggenda - ed è ancora da considerarsi tale - fondata dal popolo greco dei Pisani, e quindi città e porto greco, naturalizzato etrusco), ArezzoChiusiVolterraPopuloniaVetulonia e Roselle, oltre all'ultima importante scoperta, ancora anonima, sorta in prossimità di Prato. II livello di civiltà raggiunto da questo grande popolo è testimoniato dalle interessanti similitudini - inconsuete per il Mediterraneo del tempo- tra i diritti degli uomini e quelli delle donne e ponendo fondamentali basi per l'urbanistica romana.

Nel III secolo a.C. gli Etruschi furono sconfitti dalla potenza militare di Roma e, dopo un primo periodo di prosperità, dovuto allo sviluppo dell'artigianato, dell'estrazione e della lavorazione del ferro, dei commerci, tutta la regione decadde economicamente, culturalmente e socialmente. I Romani, che si insediarono presso le preesistenti località etrusche, fondarono anche nuove città come FiesoleFlorentia e Cosa, attualmente una delle meglio conservate con le mura, il foro, l'acropoli e il capitolium, sorto originariamente comeTempio di Giove, oltre ad avere una propria monetazione.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente la regione passò attraverso le dominazioni ostrogota e bizantina, prima di divenire oggetto di conquista da parte dei Longobardi(569), che la eressero a ducato con sede a Lucca (Ducato di Tuscia). Con la caduta dei Longobardi per opera di Carlo Magno, il ducato divenne contea e successivamente marchesato di Lucca (Marca di Tuscia). Nell'XI secolo il Marchesato passò agli Attoni, grandi feudatari Canossiani, che possedevano anche ModenaReggio Emilia e Mantova. A quella famiglia apparteneva la famosa Contessa Matilde di Canossa, nel cui castello avvenne l'incontro fra il papa Gregorio VII e l'imperatore di GermaniaEnrico IV. Proprio in questo periodo iniziò a svilupparsi in tutta la regione il fenomeno dell'incastellamento.

Nell'XI secolo Pisa divenne la città più potente e importante della Toscana, con l'estensione del dominio della Repubblica Marinara a quasi tutta la Toscana tirrenica, alle isole dell'Arcipelago Toscano e alla Sardegna e Corsica. A sud è presente il dominio degli Aldobrandeschi, importante casata di origine longobarda, che controllava la parte meridionale delle attuali province di Livorno e Siena, oltre all'intera provincia di Grosseto, al territorio del monte Amiata, fino all'Alto Lazio, entrando spesso in conflitto con ilPapato, fino all'emergere della città di Siena, che più tardi entrerà in competizione con Firenze.

Attorno al XII secolo inizia il periodo dei liberi Comuni, e Pistoia diventa il primo comune in Italia, con lo Statuto dei consoli del Comune di Pistoia. Nascono le prime forme di democrazia partecipativa e le associazioni di arti e mestieri, che fecero della Toscana un irripetibile esempio di autonomia culturale, sociale ed economica.

Tra la fioritura delle varie città toscane si vede la città di Lucca divenire un centro molto ricco e prosperoso grazie alla produzione tessile ed al commercio della seta, oltre che ad essere un importante meta nella Via Francigena. Fra le città della regione si impone ben presto, per motivi culturali ed economici ma anche militari, il Comune di Firenze.

Cosimo I de' Medici, Granduca di Toscana

Grazie a numerosi letterati e artisti, tra il Trecento e il Quattrocento la Toscana, ed in particolare la città di Firenze, diedero un determinante contributo al Rinascimento Italiano. Divenuta entità politicamente autonoma a partire dal XII secolo la Toscana si frammentò anch'essa in una miriade di stati tra i quali la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena erano le più importanti. La fioritura dei commerci portò in alcune città della regione alla nascita delle banche (Firenze e Siena in primis). L'unificazione toscana sotto un'unica città iniziò con la politica espansionistica fiorentina già nel XIV secolo, quando la repubblica iniziò a fagocitare i territori toscani in successione, frenata solamente dalla repubblica di Siena, che a sua volta annetteva quasi tutti i territori della Maremma e del monte Amiata, e dalla Repubblica di Lucca. Durante il XV secolo salì al potere la famiglia Medici che, come le maggiori famiglie fiorentine, si era arricchita con le banche ed aveva ottenuto rilevanza politica nelle istituzioni repubblicane a partire dalla metà del Quattrocento, conCosimo il Vecchio. A partire da Lorenzo il Magnifico il potere mediceo si consolidò (a parte due interruzioni repubblicane dal 1498 al 1502e dal 1512 al 1530), e Cosimo de' Medici ottenne il titolo prima di Duca di Toscana, poi nel 1569 quello di Granduca di Toscana. In questo momento tutta l'area toscana, eccetto Lucca che rimase una repubblica autonoma, Piombino che costituiva un principato a sé stante, e l'area di Orbetello e Monte Argentario collocata nello Stato dei Presidii, era sotto la signoria fiorentina essendo caduta la repubblica di Siena nel 1555 nelle mani degli ispano-fiorentini che dal 1557 ne ebbero la sovranità.

La famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana ininterrottamente fino al 1737. L'ultimo granduca della famiglia fu Gian Gastone de' Medici che non ebbe eredi, mentre l'ultima della famiglia, Anna Maria Luisa, elettrice Palatina, si occupò del Granducato dalla morte del fratello e riuscì grazie alla sua lungimiranza a fare sì che l'immenso patrimonio artistico che era nei secoli divenuto patrimonio della famiglia non potesse essere portato via da Firenze nemmeno dai futuri regnanti che il Granducato avrebbe avuto.

Il Granducato di Toscana, alla morte di Gian Gastone, passò alla famiglia dei Lorena, in particolare a Francesco Stefano di Lorena, già marito di Maria Teresa d'Asburgo, imperatrice d'Austria. Egli non mise mai piedi né in Toscana né a Firenze, e ne lasciò l'amministrazione al figlio Pietro Leopoldo. La più importante innovazione voluta dai Lorena, proprio grazie a Pietro Leopoldo, fu l'abolizione (per 4 anni, fino al 1790 quando fu ripristinata) della pena di morte nel Granducato di Toscana, per l'epoca una innovazione di non poco rilievo. Il provvedimento entrò in vigore il 30 novembre 1786 e, prendendo spunto da questo, è stata istituita in tempi recenti la Festa della Toscana, che si tiene ogni anno nel giorno di tale anniversario.

L'unica interruzione alla sovranità lorenense fu la parentesi napoleonica che durò fino al 1814, quando sul serenissimo trono granducale fu restaurato Ferdinando III figlio di Pietro Leopoldo. Lucca e Piombino invece riuscirono a mantenere una certa autonomia col governo di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, durante il Principato di Lucca.

Napoleone portò in Italia, e quindi anche in Toscana, che fu annessa alla Francia, l'idea moderna di "nazione" (concetto nato con la rivoluzione industriale). Anche per reazione al nazionalismo francese, infatti, si ebbe anche in Toscana la nascita del pensiero nazionalista, che inventò l'idea di una "nazione italiana" che aveva nella Toscana il suo centro motore: i "grandi toscani" divennero "grandi italiani" e DantePetrarcaBoccaccio, ma anche Niccolò Machiavelli e Galileo Galilei, vennero "arruolati" come simboli di una "Italia" da far "rinascere" a nuova vita, insieme a tutti i suoi valori di "libertà" comunale, creatività e indipendenza.

Fu così che la Toscana divenne uno dei centri più importanti del movimento indipendentista e risorgimentale italiano. Coscienti della peculiarità, per non dire superiorità, della loro patria, i leader del movimento risorgimentale toscano si impegnarono a fondo per l'indipendenza dell´Italia.

Lo stesso ultimo granduca regnante, Leopoldo II di Toscana, e l'ultimo primo ministro toscano, Bettino Ricasoli, furono, in tempi e modalità diversi, convinti che nell'Unità d´Italia, la Toscana avrebbe potuto meglio mantenere e sviluppare la propria identità etnica, usando un termine più moderno.

Insomma, la Toscana, che aveva una sua etnia ben definita dai tempi antichi (basti vedere la storia del nome, che non è un latinismo - come "Italia", che non era un italianismo, altrimenti sarebbe stato "Itaglia" - ma lo sviluppo dell´etnonimo antichissimo di Etruria), preferì "investire" nel progetto "italianista" così che nel XIX secolo darà in dote al giovanissimo Regno d'Italia il suo immenso patrimonio culturale ed ideale, e per alcuni anni anche la capitale[15].

L'ultimo Granduca della Toscana fu il figlio di Ferdinando, Leopoldo II, che regnò fino all'ingresso del territorio toscano nel nascente stato unitario italiano. Il periodo lorenense fu per la Toscana un periodo illuminato, a partire dal governo di Pietro Leopoldo (che riformò l'ordinamento giudiziario), fino all'ultimo granduca che ottenne risultati molto positivi, con la costruzione delle prime ferrovie, la creazione del catasto e la bonifica della Maremma.

Dopo le rivoluzioni del 1848-1849, il ritorno di Leopoldo venne tuttavia supportato da una guarnigione austriaca che gli alienò le simpatie popolari. Nel 1859, quando la Toscana stava per entrare nel regno dell'Italia del Nord, non si oppose in maniera tenace alla sua destituzione, ma partì da Firenze lasciandola pacificamente nelle mani dei rivoluzionari. La curiosa espressione usata nell'occasione, dato che era iniziata la rivolta alle cinque del mattino, fu che alle sei dello stesso mattino, quando il granduca partì da Firenze, la rivoluzione se ne andò a fare colazione. Il passaggio dal Granducato di Toscana allo Stato Unitario Italiano fu frutto di un'incruenta rivoluzione.

Nel 1847 la Toscana è completamente unificata con l'entrata del Ducato di Lucca nel Granducato di Toscana a non molti anni dall'Unificazione col Regno d'Italia.

Nei giorni 11-12 marzo 1860 fu celebrato un plebiscito, che confermò l'unione della Toscana alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II. I risultati del voto furono proclamati a Firenze il 15 marzo 1860 da Enrico Poggi, uno dei ministri del Governo Provvisorio Toscano. La Toscana fu così annessa al Regno di Sardegna e quindi al nascenteRegno d'Italia.

Targa commemorativa plebiscito marzo 1860 annessione Toscana al Regno d'Italia (a Campiglia Marittima)

L'unione al Piemonte era vista dalla classe dirigente moderata toscana (con a capo personalità di spicco come Bettino Ricasoli e Gino Capponi) come la via migliore per valorizzare le peculiarità toscane, le libertà cittadine, preservare il potere delle aristocrazie dall´invadenza modernizzatrice dei sovrani lorenesi. L'idea, infatti, dei moderati toscani era quella di costituire una specie di federazione con le altre terre italiane[16]. Non è un caso quindi che nei primi anni di Unità, in Toscana ci fu un forte movimento federalista e autonomista che unì tutti coloro che - dai cattolici, ai garibaldini, agli ex-mazziniani, dai codini e legittimisti ai democratici, dai cattolici agli autonomisti - si opponevano al centralismo amministrativo piemontese e auspicavano un assetto federale dello Stato. Tale partito (tra i cui esponenti si ricordano Giuseppe Montanelli, l'allievo di Carlo CattaneoAlberto MarioLuigi CastellazzoGiuseppe MazzoniClemente BusiEugenio AlberiPadre Bausa O.P., Luigi AlbertiGiuseppe Corsi, l'arcivescovo di Pisa Cosimo Corsi, ecc.) rappresentò la più importante alternativa al partito moderato-liberale del governo unitario (tra i cui esponenti c'era Bettino Ricasoli), ed ebbe alcune riviste di un certo prestigio come La Nuova Europa (federalista-democratico), La Patria e Firenze (federalista-cattolici)[17].

La storia della Toscana si identifica, da questo momento, con quella dello Stato Italiano, di cui fa parte, pur conservando una sua specificità che la distingue da tutte le altre regioni.

In attesa del trasferimento della capitale a Roma, cosa che avvenne dopo la conquista savoiarda della città nel 1870Firenze ospitò il governo della nazione per cinque anni. Nel contesto degli avvenimenti contestativi post-unificazione è stata inserita dagli storici l'avventura mistico-rivoluzionaria di David Lazzaretti, un predicatore che riuscì a muovere le folle della zona del monte Amiata e della Toscana meridionale in nome di una alternativa religiosa e sociale, a fronte non tanto dei nuovi assetti nazionali, ma soprattutto della fragilità sociale di quel territorio e del declino dei costumi del clero romano. Per aver organizzato una processione su Arcidosso, in cui le istituzione e la borghesia di allora paventavano assalti alla proprietà privata come prodotto di un socialismo che allora era solo agli albori, venne ucciso dalla forza pubblica nel 1878[18].

Durante la Resistenza la Toscana fu teatro di una feroce e violenta guerra tra le brigate partigiane, appoggiate da buona parte della popolazione (da sempre impegnata nelle lotte sindacali e antifasciste) e l'esercito tedesco appoggiato dalle squadre fasciste. Stragi come Sant'Anna di Stazzema ricordano quanto sia stato grande il contributo dei Toscani alla Guerra di Liberazione e quanto sangue sia stato versato senza batter ciglio, pur di liberare il territorio dall'occupazione nazista.

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

La Toscana conta più di tre milioni e mezzo di abitanti che rappresentano circa il 6% della popolazione italiana, con una densità di circa 163 abitanti per km² che risulta inferiore rispetto alla media nazionale.

Poco più del 10% della popolazione toscana risiede nel capoluogo regionale e circa un terzo del totale regionale nell'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che si sviluppa senza soluzioni di continuità nella corrispondente conca intermontana. Altre zone densamente popolate sono, in ordine decrescente, l'area pisana e il Valdarno inferiore, l'area livornese, la fascia costiera della provincia di Massa e Carrara e della Versilia, la Valdinievole e la Piana di Lucca ed infine la zona del Valdarno superiore tra Arezzo e Firenze.

Al contrario, l'intera area appenninica (dalla Lunigiana e Garfagnana fino al Casentino), la Maremma grossetana, le Colline Metallifere, il Monte Amiata e la zona a sud di Sienacomprendente la Val d'Orcia e le Crete senesi con il Deserto di Accona risultano essere i territori con la minore densità abitativa.

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni settanta in poi la Toscana ha visto una continua diminuzione dei tassi di natalità. Tuttavia, la popolazione totale regionale si è mantenuta piuttosto stabile fino alla fine degli anni novanta, quando è iniziato a verificarsi un aumento piuttosto deciso. Tutto ciò è stato possibile grazie all'immigrazione da altre regioni italiane (soprattutto quellemeridionali) e da paesi stranieri (fenomeno che si è molto accentuato negli ultimi due decenni).

Tra gli stranieri residenti, a livello regionale prevalgono i cittadini dei Paesi dell'Europa orientale (in particolare rumeni e albanesi, seguiti da quelli di vari Stati del continente africano; minore è la percentuale di cittadini asiatici ed americani.

Tuttavia, nell'area fiorentina e pratese le percentuali si discostano dalla media regionale, essendo presente una foltissima comunità cinese che costituisce nella zona la maggioranza dei cittadini stranieri.

Secondo i dati ISTAT[19] al 31 dicembre 2014 la popolazione straniera residente era di 395.573 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Romania Romania 83.244 2,22%

Albania Albania 70.219 1,87%

Cina Cina 43.427 1,16%

Nel 2009[20] i nati sono stati 32.380 (8,7‰), i morti 42.210 (11,3‰) con un incremento naturale di -9.730 unità rispetto al 2008 (-2,6‰). Le famiglie contano in media 2,32 componenti. Il 31 dicembre 2009 su una popolazione di 3.730.130 abitanti si contavano 309.651 stranieri (8,3‰).

Comuni più popolosi[modifica | modifica wikitesto]

In Toscana si contano quattro comuni con oltre 100.000 abitanti, nove comuni con popolazione compresa tra 50.000 e 100.000 abitanti e nove comuni con popolazione compresa tra 30.000 e 50.000 abitanti come indicato nella tabella seguente:

Stemma Comuni 30.000 abitanti[21] Provincia Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Firenze-Stemma.png Firenze Città metropolitana di Firenze 380.226 102,41
Prato-Stemma.png Prato Provincia di Prato 190.654 97,45
Livorno-Stemma.png Livorno Provincia di Livorno 160.424 104,79
Arezzo-Stemma.png Arezzo Provincia di Arezzo 103.400 386,25
Pistoia-Stemma.png Pistoia Provincia di Pistoia 90.439 236,77
Pisa-Stemma.png Pisa Provincia di Pisa 89.637 185,27
Lucca-Stemma.png Lucca Provincia di Lucca 88.898 185,53
Grosseto-Stemma.png Grosseto Provincia di Grosseto 81.783 474,46
Massa (Italia)-Stemma.png Massa Provincia di Massa e Carrara 69.957 94,13
Carrara-Stemma.png Carrara Provincia di Massa e Carrara 63.952 71,29
Viareggio-Stemma.png Viareggio Provincia di Lucca 63.088 31,88
Siena-Stemma.png Siena Provincia di Siena 53.934 118
Scandicci-Stemma.png Scandicci Città metropolitana di Firenze 50.502 59,59
Sesto Fiorentino-Stemma.png Sesto Fiorentino Città metropolitana di Firenze 48.780 49
Empoli-Stemma.png Empoli Città metropolitana di Firenze 47.997 62
Capannori-Stemma.png Capannori Provincia di Lucca 46.355 156,59
Campi Bisenzio-Stemma.png Campi Bisenzio Città metropolitana di Firenze 45.325 28
Cascina-Stemma.png Cascina Provincia di Pisa 45.143 79,23
Piombino-Stemma.png Piombino Provincia di Livorno 34.405 129
Camaiore-Stemma.png Camaiore Provincia di Lucca 32.576 84
Rosignano Marittimo-Stemma.png Rosignano Marittimo Provincia di Livorno 31.724 120
San Giuliano Terme-Stemma.png San Giuliano Terme Provincia di Pisa 31.365 91,71

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Le province della Toscana

La Toscana comprende nove province e una Città metropolitana:

Provincia Superficie
(km²)
Abitanti
(ab.)
Densità
(ab./km²)
Comuni
(n°)
Provincia di Arezzo 3.235 350.707 108 37
Città metropolitana di Firenze 3.514 991.862 282 42
Provincia di Grosseto 4.504 228.512 50 28
Provincia di Livorno 1.211 341.453 282 20
Provincia di Lucca 1.773 392.182 221 34
Provincia di Massa e Carrara 1.156 203.642 176 17
Provincia di Pisa 2.444 414.154 169 37
Provincia di Pistoia 965 292.108 302 22
Provincia di Prato 365 248.174 680 7
Provincia di Siena 3.821 271.365 71 36
Totale 22.980 3.730.130 162 280

Storia amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

L'ex Granducato di Toscana dopo la riforma amministrativa del 1850 era stato suddiviso nei "compartimenti" di FirenzeLuccaArezzoSienaPisaGrosseto e Livorno con l'isola d'Elba e nelle sottoprefetture di PistoiaPratoSan MiniatoRocca San CascianoVolterraMontepulcianoPortoferraio. Ne faceva parte anche la cosiddetta Romagna Toscana, mentre ne erano escluse la Lunigiana e l'Alta Garfagnana.

Nel 1607 il granduca Ferdinando I de' Medici acquistò dai Gonzaga di Novellara una serie di terre, che attualmente costituiscono una piccola enclave amministrata dalla Toscana in territorio romagnolo, le cui località sono frazioni del comune di Badia Tedalda, (Arezzo) come la frazione di Santa Sofia Marecchia.

Con il Regno d'Italia nel 1860 sono confermate le province di FirenzeSienaArezzoPisaLuccaLivornoGrosseto. La provincia di Livorno, costituita dal capoluogo e dalle isole d'Elba, Gorgona, Pianosa e Montecristo, verrà ridimensionata alcuni anni più tardi limitandone l'estensione al proprio territorio comunale. Dal censimento del 1871 la provincia di Massa e Carrara viene considerata come provincia toscana e non più emiliana.

Al 1923, la Toscana è suddivisa in sette province, FirenzeSienaArezzoPisaLivorno (limitata al solo territorio comunale), LuccaMassa e Grosseto.

Nello stesso anno, vengono distaccati dalla provincia di Massa e Carrara i comuni di BolanoCalice al CornoviglioCastelnuovo MagraOrtonovoRocchetta di VaraSanto Stefano di Magra e Sarzana e ceduti alla nuova provincia della Spezia in Liguria.

Sempre nel 1923, è distaccato dalla provincia di Firenze il circondario di Rocca San Casciano, la cosiddetta Romagna Toscana, che passa alla provincia di Forlì in Emilia-Romagna (comuni di Bagno di RomagnaDovadolaGaleataModiglianaPortico e San BenedettoPremilcuoreRocca San CascianoSanta SofiaSorbanoCastrocaro Terme e Terra del SoleTredozio e Verghereto).

Nel 1925 viene ampliata la provincia di Livorno, alla quale vengono aggregati il comune di Capraia Isola, staccato dalla provincia di Genova, e alcuni comuni costieri distaccati dalla provincia di PisaBibbonaCampiglia MarittimaCastagneto CarducciCecinaCollesalvettiPiombinoRosignano MarittimoSassetta e Suvereto. Alla provincia livornese vengono restituite le isole dell'arcipelago toscano: l'isola d'Elba, la GorgonaPianosa e Montecristo mentre a parziale compensazione viene ceduta alla provincia di Pisa la zona Nord del territorio provinciale corrispondente alle località di Tirrenia e Calambrone.

Nel 1927 viene creata la provincia di Pistoia, distaccando dalla provincia di Firenze i comuni di AglianaCutiglianoLamporecchioLarcianoMarlianaMontalePistoiaPiteglio,San Marcello PistoieseSerravalle Pistoiese e Tizzana (oggi Quarrata).

Nello stesso anno vengono distaccati e assegnati alla provincia di Perugia, in Umbria, i comuni di Monterchi e Monte Santa Maria Tiberina che fino ad allora erano in provincia di Arezzo.

Nel 1928, la provincia di Pistoia viene allargata con alcuni comuni sottratti alla provincia di Lucca: Bagni di Montecatini, oggi Montecatini TermeBuggianoMassa e Cozzile,Monsummano TermeMontecatini Val di Nievole, oggi Montecatini Alto frazione di Montecatini TermePesciaPonte BuggianeseUzzano e Vellano, oggi frazione di Pescia.

Nel 1936, in occasione della costituzione del comune di Abetone, viene assegnata alla Toscana una zona oltre il passo già parte del comune emiliano di Fiumalbo del versante modenese.

Nel 1939, in seguito alle proteste della popolazione, il comune di Monterchi viene restituito alla provincia di Arezzo.

Nel 1992, è costituita la nuova provincia di Prato, che ingloba oltre al capoluogo i comuni di CantagalloCarmignanoMontemurloPoggio a CaianoVaiano e Vernio sottratti alla provincia di Firenze; il numero delle province toscane sale così a dieci.

Elenco dei Presidenti della Giunta Regionale e della Regione[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti della Giunta Regionale (1970-2000) Presidenti della Regione (dal 2000 in poi)

Stemma della Regione[modifica | modifica wikitesto]

L'adozione dello stemma regionale ha origini abbastanza recenti. Nel 1975, su proposta della Giunta Regionale presieduta da Lelio Lagorio, fu deciso di rappresentare la Regione Toscana con il Pegaso d'argento che ricorda la raffigurazione artistica del mitico cavallo, commissionato per una medaglia da Pietro Bembo a Benvenuto Cellini nel1537, attualmente conservata presso il Museo del Bargello a Firenze. Inoltre l'emblema fu adottato anche dal "Comitato di Liberazione Nazionale Toscano (CTLN) durante laResistenza. Il bozzetto originale fu disegnato dal Andrea Miòla e adottato come gonfalone della Regione con la legge regionale 20 maggio 1975, n.44 (e successive modificazioni con legge regionale I3 febbraio 1995, n. 18 ).


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