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Alghero (AFI/alˈɡɛro/[4]; in algherese e in catalano l'Alguer[ləɫˈɣe][N 1]; in sardo s'Alighera) è un comune italiano di 42 143 abitanti[1], costitutivo[5] della rete metropolitana del Nord Sardegna in provincia di Sassari, in Sardegna. È conosciuta anche come la Barceloneta sarda,[6][N 2] ovvero "la piccola Barcellona": la città ha infatti conservato l'uso del catalano, di cui è un'isola linguistica e il 22,4% dei suoi abitanti lo parla nella variante algherese,[7] riconosciuta dalla Repubblica Italiana (ex art. 6 della Costituzione e legge n. 482/99) e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria. Tale lingua sta ricevendo tutela attraverso programmi di insegnamento e di utilizzo ufficiale all'interno del territorio comunale. Ad Alghero ha inoltre sede istituzionale una delegazione della Generalitat de Catalunya, il governo regionale della Catalogna.

La città, una delle principali della Sardegna e quinta della regione per numero di abitanti, è una delle porte di accesso all'isola, grazie all'aeroporto che sorge nelle vicinanze di Fertilia. Già capoluogo di provincia nel corso dell'800 e di circondario fino alla soppressione di tali enti, oggi è considerata la capitale della Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente una grande quantità di corallo rosso, pescato da corallari subacquei, attività che con la lavorazione e la vendita, da secoli ha avuto una grande importanza di carattere economico e culturale, tanto che un ramo di corallo è inserito nello stemma della città.

Alghero è la terza città universitaria della Sardegna dopo Sassari e Cagliari, con la sede del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell'Università degli Studi di Sassari. È sede anche della Scuola per stranieri di lingua e cultura italiana di Alghero.

Geografia fisica

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Territorio

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Alghero è situata nella parte nord-occidentale della Sardegna, all'interno dell'omonima rada. La maggior parte del territorio a nord dell'area urbana è occupato dalla pianura della Nurra. Nell'estrema frangia a nord-ovest si ergono i sistemi carsici di Capo CacciaPunta Giglio e Monte Doglia. Procedendo a sud della città si osserva un territorio formato per lo più da vulcaniti che vanno a formare gli altopiani di Villanova Monteleone e Bosa, dall'ultimo del quale hanno origine alcuni corsi d'acqua che hanno favorito l'agricoltura.

Il clima mediterraneo di Alghero è sicuramente mite per la presenza del mare che soprattutto in inverno ne mitiga le temperature. A nord della città sono presenti anche due osservatori meteorologici, dove vengono effettuate previsioni a breve e medio termine per l'intera parte settentrionale della Sardegna; viene inoltre rilevata ora per ora la situazione meteo ed inviata ai principali organi d'informazione nazionali e regionali (TeletextRadio, TV, altri centri meteo).
Dal punto di vista legislativo il comune di Alghero ricade nella fascia climatica C in quanto i gradi giorno della città sono 1001, dunque limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo.



Rispetto alla stazione di Alghero Fertilia il clima della città catalana risulta leggermente più caldo. Ecco i dati presi dal sito dell'ENEA tabelle Alghero capoluogo (TXT), su clisun.casaccia.enea.it (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).

Alghero Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 13,0 13,2 15,1 17,5 20,9 24,8 27,3 27,5 26,2 21,9 17,6 14,5 13,6 17,8 26,5 21,9 20,0
T. media (°C) 9,9 10,2 11,8 14,1 17,0 20,7 23,0 23,4 22,1 18,2 14,6 11,7 10,6 14,3 22,4 18,3 16,4
T. min. media (°C) 6,8 7,2 8,4 10,7 13,1 16,5 18,8 19,2 18,0 14,5 11,6 8,9 7,6 10,7 18,2 14,7 12,8
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 0 0 0 0 0 2 8 7 1 0 0 0 0 0 17 1 18
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 2 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 4 1 0 0 5
Precipitazioni (mm) 64,5 67,5 51,2 44,7 24,7 12,9 5,1 11,9 38,9 75,9 103,7 89,1 221,1 120,6 29,9 218,5 590,1
Giorni di pioggia 8,8 8,9 7,3 6,5 4,2 2,0 0,9 1,3 3,9 6,8 9,7 9,6 27,3 18,0 4,2 20,4 69,9
Umidità relativa media (%) 80 79 77 76 74 70 66 69 72 76 79 80 79,7 75,7 68,3 75,7 74,8
Eliofania assoluta (ore al giorno) 4,1 4,9 6,0 7,2 8,7 10,0 11,3 10,2 8,3 6,5 4,6 3,7 4,2 7,3 10,5 6,5 7,1
Vento (direzione-m/s) SSW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
WNW
8,5
SSW
8,5
8,5 8,5 8,5 8,5 8,5

Origini del nome

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Panorama del porto di Alghero

Il nome della città ha derivazioni incerte, ma l'ipotesi più accreditata è che provenga da Aleguerium (alga), per la notevole quantità di Posidonia Oceanica che si deposita sul suo litorale sabbioso.

Così scriveva Alberto Ferrero Della Marmora nel 1839:

«Il nome di Alghero sembra provenga da aliga (“alga, erba marina”), che sarebbe stato trasformato in S'Alighera (“Luogo dell'Alga”), che è il nome della città nella lingua dei paesani dei dintorni. Costoro parlano ordinariamente il dialetto sardo del Logodoro, un po' alterato; ma gli abitanti della città, senza essere ormai dei Catalani “purosangue”, ne hanno nondimeno conservato il linguaggio più o meno intatto; è questa lingua, circoscritta alle mura di Alghero, che parlano tra loro, pur comprendendo e conoscendo tutti la lingua sarda.»

Risulta invece destituita di qualsiasi fondamento un'altra tesi che suppone l'origine dall'arabo algèr e dalla sua similitudine con Algeri, capitale dell'Algeria, fatta risalire al fatto che i pirati musulmani (che avevano in Algeri una loro roccaforte) storicamente hanno frequentato anche le coste della Sardegna con frequenti incursioni e scorrerie, durate fino alla fine del Settecento[9]. Infatti i saraceni, nonostante i molti tentativi, non sono mai riusciti ad insediarsi in Sardegna.

Non è da scartare un'altra etimologia che ne accosta il nome al termine sardo aliga[10], ossia spazzatura, con riferimento proprio all'odore delle alghe marcescenti. L'etimologia del sardo aliga è tuttavia la stessa di quella di Alghero, come indicato dal DES (Dizionario etimologico sardo) di Max Leopold Wagner, quindi è più probabile una comune derivazione dei due termini dal nome dato alle alghe.

Preistoria e storia antica

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Necropoli di Anghelu Ruju

Il territorio di Alghero inizia la sua storia durante il neolitico. La Grotta Verde, grotta sommersa sul promontorio di Capo Caccia, è stata oggetto di frequentazione a partire dal neolitico antico (VI-V millennio a.C.): le ceramiche rinvenute appartengono alla facies locale detta di "Filestru-Grotta Verde", con vasi globulari o piriformi con fondo convesso e con decorazione impressa, in parte del tipo cardiale.[11] Altri frammenti ceramici appartengono alla cultura di Bonu Ighinu, del neolitico medio (V-IV millennio a.C.).[11]

Per la fase del neolitico recente (3500 a.C.-2700 a.C.) sono presenti tombe sotterranee come le domus de janas in gruppi o in necropoli, tra cui la necropoli di Anghelu Ruju, appartenenti alla cultura di Ozieri.[11]

I numerosi ritrovamenti (vasi, statuette di dea madre, armi, vaghi di collana ed altro ancora) permettono di ascrivere la necropoli al Neolitico finale (cultura di Ozieri 3200-2800 a.C.) e attestano il suo utilizzo fino nell'età del Rame e del Bronzo (culture di Abealzu-Filigosa, di Monte Claro, del vaso campaniforme[12] e in seguito alla cultura di Bonnanaro dell'età del bronzo antica c.1800-1600 a.C.), a cui appartiene la sepoltura di monte San Giuliano.[13]

Nuraghe Palmavera

Nell'età nuragica il territorio algherese è intensamente popolato con 90 nuraghi individuati (densità di 0,40 per km²), circa un terzo dei quali ormai scomparsi. La maggior parte sono a singola torre e tutti sono costruiti in pietra locale, come calcarearenaria e trachite. Sono inoltre presenti diversi villaggi, per la maggior parte collegati ai nuraghi, dove sono state rinvenute ceramiche protocorinzie e fenicie, a testimonianza dei rapporti commerciali intrattenuti con le altre regioni mediterranee. Per le sepolture sono invece scarse le tombe dei giganti, solo cinque forse a seguito del riutilizzo delle più antiche Domus de Janas.[14] A questa fase appartengono le necropoli ipogeiche di necropoli di Santu Pedru e la prosecuzione di quella di Anghelu Ruju, e i villaggi nuragici di Palmavera e di Sant'Imbenia.

La presenza fenicia è scarsa, legata alla necropoli punico-romana di Sant'Imbenia, come in tutto il nord della Sardegna e in età romana la vita continua senza apparente soluzione di continuità. Alcune ville rustiche sono testimoniate in prossimità dei nuraghi, come la villa romana di Santa Imbenia. Ex-voto di epoca romana e vasche in opera cementizia attestano la continuazione del culto presso un pozzo sacro nuragico in località "La Purissima". Il ponte romano di Fertilia sul canale che unisce lo stagno di Calich al mare, in origine a 24 arcate, collegava il Ninpheus Portus con la stazione romana di Carbia e venne ristrutturato in epoca medievale.[15] Nel 2007, alle pendici di monte Carru, collina adiacente alla località La Purissima, è venuta alla luce una necropoli con oltre 400 tombe databili tra il periodo repubblicano ed imperiale.

Epoca medievale e moderna

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(ES)

«Bonita, por mi fe, y bien asentada.»

(IT)

«Bella, in fede mia, e ben solida.»

La nascita dell'odierna città di Alghero viene tradizionalmente fatta risalire ai primi del XII secolo, quando alla nobile famiglia genovese dei Doria venne concesso di fondarne il primo nucleo storico nella costa sguarnita della curatoria di Nulauro nel Giudicato di Torres. È incerto se fosse presente qualche insediamento precedente, magari legato alle vicende delle incursioni saracene.[16] Secondo alcuni studiosi, tra cui l'archeologo dell'Università di Sassari Marco Milanese, la fondazione della città da parte dei Doria sarebbe tuttavia da postdatare di circa 150 anni, intorno alla metà del XIII secolo.[17]

La posizione strategica e la presenza di una ricca falda acquifera, testimoniata dai pozzi ancora presenti in alcune case, permise la crescita della città e ne accrebbe l'importanza strategica. Per circa un secolo, restò nell'orbita della repubblica marinara[18]; nel 1283, i pisani riuscirono a conquistarla e la tennero fino al 1284, quando, all'indomani della sconfitta pisana della Meloria, i Doria rientrarono ad Alghero[19].

Piazza Sulis e l'omonima torre.
Interni in stile gotico catalano della chiesa di San Francesco

Cessata la terribile epidemia di peste nera che colpì anche la Sardegna nel 1347, nel 1350 alcuni discendenti dei Doria vendettero i propri diritti a Pietro IV d'Aragona, che stava realizzando territorialmente il neonato Regno di Sardegna, mentre i restanti discendenti cedettero i propri diritti alla Repubblica di Genova nel 1353[20]: questo portò inevitabilmente a uno scontro fra le due fazioni, aragonesi da un lato, genovesi, in seguito alleati con gli arborensi, dall'altro.[16]

Il 27 agosto del 1353, gli aragonesi ebbero la meglio nella battaglia navale nella baia di Porto Conte, tanto che il 30 agosto il comandante Bernardo de Cabrera poté entrare trionfalmente ad Alghero[20]. Questa vittoria fu tuttavia effimera perché già il 15 ottobre dello stesso anno i Doria la riconquistarono[21]. Il 22 giugno del 1354, vi fu uno sbarco in forze condotto da Pietro il Cerimonioso, che pose sotto assedio la città. L'assedio non diede i risultati sperati; tuttavia, il 16 novembre, a margine delle dure condizioni di pace imposte da Mariano IV d'Arborea, che era sceso in guerra al fianco dei Doria, Pietro IV riottenne con la diplomazia il controllo della città, che quindi vide senza ulteriori scontri la sostituzione della popolazione sardo-ligure originaria, deportata nella penisola iberica e nelle Baleari come schiavi[22], con nuovi coloni catalani[16][N 3] allettati dai privilegi concessi loro dalla Corona d'Aragona; ciò fece nascere in questi un forte sentimento di coesione etnica e, allo stesso tempo, di alterità nei confronti dei sardi autoctoni che, a partire dal XVI secolo in poi, sarebbero entrati a far parte della città. A questa data risale la nascita dall'odierna identità culturale di Alghero e del dialetto cittadino, varietà del catalano orientale ancora parlato.

Nel 1355, la città ottenne lo stemma comunale. In quello stesso anno, a causa di un periodo di crisi economica ed alimentare la città fu interessata da traffici commerciali che la rifornivano: tra i mercanti coinvolti in questa attività anche il noto scrittore Giovanni Boccaccio[23]. Nel 1372 venne respinta una sollevazione che culminò con l'espulsione degli ultimi abitanti ribelli.[24] Alghero, come Cagliari, non fu mai espugnata dalle armate giudicali nel corso dei numerosi decenni di guerra. Nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1412 l'ultimo giudice di Arborea Guglielmo III di Narbona tentò di conquistare la città con un manipolo di uomini, ma venne respinto. Nel 1492, come negli altri territori appartenenti alle corone iberiche, per via del Decreto di Alhambra venne espulsa, con gravi ripercussioni economiche, la locale comunità ebraica di cui sono ancora visibili alcuni resti archeologici.

Dall'agosto del 1495, il re Ferdinando il Cattolico, con un provvedimento dato a Tarazona, autorizzò il consiglio civico algherese a concedere la cittadinanza anche ai non catalani. Questo diede il via a un consistente flusso migratorio di sardicòrsi, liguri e provenzali, che si riversarono nella città.[25]

Il 28 agosto 1501, le venne conferito il titolo di Città Regia.[26]

Nel 1541, l'imperatore Carlo V venne in visita accompagnato dall'ammiraglio Andrea Doria, constatando le qualità che la resero così appetibile nel passato, e coniando forse la famosa espressione "todos caballeros".

Nel 1652, Alghero fu colpita nuovamente dalla peste, portata nella città da una nave catalana. Alcuni algheresi emigrarono verso altre zone dell'isola sperando di salvarsi, ma ottennero l'effetto di diffondere in tutto il territorio la pestilenza, che colpì duramente la Sardegna per ben quattro anni. Nel 1720 il Regno di Sardegna passò alla Casa Savoia, senza che questo avesse apportato mutamenti alla tradizione culturale e linguistica di Alghero.

Bastione di ponente (xilografia 1901)

Durante la seconda guerra mondiale, Alghero e dintorni vennero bombardati. Molti algheresi, dopo aver perduto la propria abitazione durante i bombardamenti alleati, vennero alloggiati nel collegio dei Gesuiti retrostante la chiesa di San Michele, allora abbandonato, che venne pesantemente modificato per ricavarne abitazioni.

Negli anni sessanta, la città visse, come del resto tutta Italia, un momento di forte ripresa, accompagnato però da una forte speculazione edilizia. Hanno la loro prima edizione diversi eventi mondani tra cui la manifestazione "Meeting del cinema italiano" che premiava film, attori e registi con il premio "Il Riccio d'oro".[27] e l'elezione di Lady Italia e Lady Europa, con la partecipazione ed il coinvolgimento di famose personalità del mondo dello spettacolo.[28][29] Il 1960 è l'anno del "Retrobament", il reicontro culturale e linguistico fra Alghero e la Catalogna, celebrato ogni anno.

Il 6 settembre del 1968, una squadra di Alghero ha partecipato ai Giochi senza frontiere, in onda in Eurovisione, nella cittadina tedesca di Schwäbisch Hall. Nel 1986 Alghero ha acquistato nuova notorietà grazie alla canzone Alghero di Giuni Russo a cui la città, riconoscente, ha dedicato una piazza sul Colle Balaguer.[30] Dal 2001 Alghero è sede di vari corsi distaccati dell'Università di Sassari, in Scienze ambientali e produzioni marine, di Architettura, Pianificazione e Design, e dal 2010 della Scuola per stranieri di lingua e cultura italiana di Alghero.

Il complesso di Santa Chiara nel 2013 è divenuto sede della Facoltà di Architettura, su progetto di Giovanni Maciocco e dell'archeologo Marco Milanese. Dopo alcuni anni di lavori passati per le giunte Sechi, Tedde e Lubrano, è stato inaugurato dall'Ambasciatore di Israele Naor Gilon.

Gonfalone del comune.
Stemma ufficiale del comune.

Lo stemma della città di Alghero è uno scudo racchiuso da due fronde di palma e sormontato da una corona comitale con nove perle visibili. Lo stemma è così descritto: d'azzurro, allo scoglio di nero, sormontato da un rametto di corallo; al capo d'Aragona (ossia d'oro, a quattro pali di rosso).[31] I cosiddetti pali d'Aragona si ritrovano in molti altri emblemi come la senyera, la bandiera della Catalogna, e nello stemma dell'Ordine di Santa Maria della Mercede.
Il gonfalone municipale si presenta con sfondo giallo e quattro bande verticali rosse; nella parte superiore trova spazio lo stemma comunale; su una striscia diagonale campeggia la dicitura "Fedelissima Città di Alghero", acquisita nel 1501 per le lotte sostenute a favore della Spagna.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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La cupola della chiesa di San Michele, uno dei simboli della città.

Nel centro storico trovano inoltre collocazione chiese importanti dal punto di vista architettonico:

La Cattedrale, durante i lavori di ristrutturazione esterni, vista dal porto
Chiese parrocchiali
  • Immacolata Concezione - cattedrale
  • Nostra Signora della Mercede
  • Madonna del Santo Rosario
  • San Giovanni Bosco
  • San Giuseppe
  • San Luca Evangelista
  • Santa Maria Goretti e San Paolo Apostolo
  • Santissimo Nome di Gesù
  • Sacro Cuore e San Marco — Fertilia
  • Natività della Vergine Maria — Santa Maria La Palma
  • Nostra Signora di Loreto — Loretella - Sa Segada
  • Nostra Signora di Stella Maris — Maristella
  • Nostra Signora della Guardia — Guardia Grande
  • Beata Vergine dell'Assunta — Villassunta
Chiese non parrocchiali
  • Chiesa di San Paolo (parrocchia N.S. della Mercede)
  • Chiesa di Sant'Agostino nuovo (parrocchia SS. Nome di Gesù)
  • Chiesa di Sant'Anna
  • Chiesa di Sant'Anna intra mœnia (parrocchia Immacolata Concezione), unica chiesa di Alghero non aperta al culto ad essere ancora consacrata.
  • Chiesa del Rosario intra mœnia (sconsacrata, diventata sede del Museo diocesano d'arte sacra)
  • Chiesa del SS.mo Crocifisso — Tramariglio
  • Chiesa di San Francesco (parrocchia Immacolata Concezione)
  • Chiesa della Misericordia (parrocchia Immacolata Concezione)
  • Chiesa del Carmelo (parrocchia Immacolata Concezione)
  • Chiesa di San Michele Arcangelo (parrocchia Immacolata Concezione)
  • Chiesa di San Giovanni Battista (parrocchia San Giovanni Bosco)
  • Santuario di Nostra Signora di Valverde — Valverde (parrocchia Immacolata Concezione)
  • Santuario di Nostra Signora della Speranza
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate - Regione Gutierrez, strada per Santa Maria La Palma
  • Chiesa di Santa Chiara, sconsacrata, dopo restauro divenuta sede della biblioteca comunale di Alghero e della Biblioteca della Facoltà di Architettura dell'università di Sassari

Nelle campagne circostanti esistono altri luoghi di culto, come il santuario di Nostra Signora di Valverde (Nostra Segnora de Baluvirde in sardo, Nostra Senyora de Vallverd in algherese) del XVII secolo, a circa 7 km dal centro e meta di pellegrinaggi, la chiesa di Sant'Agostino vecchia (XIV secolo), quella di Sant'Anna (Sant'Ana de fores in algherese) risalente al XV secolo e Sant'Agostino nuova (XVI secolo). Una curiosa leggenda avvolge la Madonna di Valverde: pare che fosse stata ritrovata una Madonna da alcuni pescatori, che la portarono nel duomo, ma che il giorno dopo scomparve; ritrovata nello stesso posto si decise di costruire un santuario dedicato a lei, e da allora la Madonna di Valverde rimane nel santuario, dove vengono deposti numerosi ex-voto.

Architetture civili

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Palazzo Machín
Palazzo Peretti, stemma

Palazzi di epoca gotica

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  • Palazzo de Ferrera, chiamato in precedenza Palazzo del marchese d'Albis, è situato nella piazza civica;
  • Palazzo del Pou Salit (del pozzo salato);
  • Palazzo Peretti;
  • Palazzo Guillot;
  • Palazzo Carcassona;
  • Palazzo Arbosich;
  • Palazzo Machin.

Palazzi di gusto barocco sabaudo

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  • Palazzo Serra.

Palazzi del periodo neoclassico

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  • Palazzo Lavagna;
  • Palazzo Civico;
  • Palazzo Balata;
  • Palazzo Simon;
  • Teatro Civico.

Si segnalano anche Palazzo Bolasco, Palazzo Serra, l'ex seminario, la Scuola Elementare del Sacro Cuore, il Palazzo Chiappe, il Mercato Civico, Villa Mosca e le ville in Stile Liberty che sorgono sul lungomare Dante, nonché Villa Las Tronas, che sorge su un piccolissimo promontorio davanti al lungomare. Le rovine dell'abitazione di Giuseppe Manno (nome del primo storico algherese) sono state invece da pochi anni demolite. Un cenno va fatto all'Ospedale vecchio, sito nel centro storico cittadino, area per anni tenuta in stato di abbandono e rovina che, dopo un restauro iniziato nella seconda metà del 2006, è ora divenuta sede del Dipartimento di Architettura, Design e urbanistica di Alghero dell'Università di Sassari.

Architetture militari

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Lo stesso argomento in dettaglio: Torri e bastioni di Alghero.
Vista dei bastioni

Il primo sistema di fortificazioni della città risale al XIII secolo ed è quello dell'impianto urbano genovese. Dal 1354 la città viene occupata dai catalani, i quali restaurarono e ampliarono il sistema difensivo, trovato, sempre nel 1354 in pessime condizioni. Della cortina muraria genovese-catalana, rimane solo qualche tratto: la maggior parte delle fortificazioni visibili, infatti, risalgono al XVI secolo e furono realizzate per espressa volontà di Ferdinando il Cattolico il quale, reputando le strutture difensive in condizioni di degrado tali da non garantire più la protezione della città, ne ordinò la ricostruzione.
Lungo le mura si contano 7 torri e 3 forti.

Siti archeologici

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Numerosi i siti archeologici extra urbani: la necropoli di Anghelu Ruju (dove è possibile visitare le domus de janas) la collina di Santu Pedru, la villa di epoca romana (Santa Imbenia), il sito della Purissima (dove si crede sorgesse la città scomparsa di Carbia) e i complessi nuragici del nuraghe Palmavera e di Santa Imbenia, oltre a vari nuraghi più o meno conservati sparsi su tutto il territorio, più una tomba nobile, la Tomba Aragonese.

Aree naturali

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Capo Caccia - Escala del Cabirol
Capo Caccia - Grotte di Nettuno

Alghero conta un panorama naturale molto vario, dalle spiagge con sabbia fine alle scogliere con sassi piatti o molto frastagliati: è apprezzabile soprattutto la vista dal mare, in quanto si riesce a cogliere la varietà della sua costa mista alla vegetazione, la tipica macchia mediterranea e alla pineta che spesso fa da contorno; molto apprezzato per il suo panorama è il promontorio di Capo Caccia, con la sua ormai conosciuta falesia a forma di gigante addormentato che è divenuta una dei simboli di Alghero, insieme al pregiato corallo rosso. La zona di Capo Caccia con la prospiciente Isola Piana e del golfo di Porto Conte è sito di primario interesse naturalistico, in cui è stata costituita l'Area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana. La particolare conformazione geologica (origine carsica) rende la zona famosa per la presenza delle numerose grotte e caverne, oggetto di numerose esplorazioni e studi da parte dei vari gruppi speleologici, geologi e ricercatori universitari. Insistono proprio qui le famose Grotte di Nettuno, accessibili sia dal mare sia da terra (tramite la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari, come l'organo. Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei Pizzi e Ricami, raggiungibile solo via mare, e la Grotta Verde, raggiungibile con una scalinata; nella prima numerose concrezioni davano origine a dei ricami di calcare, ora però è completamente devastata e le concrezioni sono sparse dappertutto, mentre nella seconda si possono ancora notare i resti di alcuni graffiti risalenti al Paleolitico, ormai quasi perduti a causa di atti vandalici e passati tentativi di "strappo". La Grotta Verde in tempi recenti è stato oggetto di lavori ancora non completati per renderla fruibile alle visite turistiche.[32]

L'isola Foradada vista dal belvedere di Capo Caccia.

Un'altra area protetta in cui è possibile fare del trekking è l'Arca di Noè, situata poco distante dalla frazione di Tramariglio: qui nidificano ancora sul ciglio delle scogliere il grifone, e altri uccelli protetti, come il falco pellegrino, il gheppio, il cormorano (che predilige la prospiciente Isola di Foradada) e il gabbiano corso, ma è possibile vedere anche esemplari di pernicedainocavallino della Giara e di cinghiale, oltre a numerose specie vegetali protette, come la Centaurea horrida. L'area è molto vasta e comprende monte Timidone, punta Cristallo, dove è possibile ammirare il volo dei grifoni e la splendida cala d'Inferno, dove il mare riparato e cristallino permette di fare dello snorkeling. Altri punti consigliati per lo snorkeling sono la cala Dragunara, Punta Giglio, le due grotte dell'isola di Foradada e Porto Conte, il più grande porto naturale del mediterraneo, dove la nacchera (Pinna nobilis), protetta da anni contro la pesca abusiva, è finalmente visibile con molteplici esemplari.

Il corallo rosso con i polipi espansi nel soffitto di una grotta sommersa

Numerose anche le possibilità per gli amanti delle immersioni con svariati km di falesie calcaree a picco sul mare e le innumerevoli grotte carsiche, ambienti tra i più spettacolari del Mediterraneo che offrono una grandissima varietà di fauna e flora marine. Sono visibili già a pochi metri di profondità colonie di corallo rosso, simbolo della città di Alghero, vari tipi di crostacei tra i quali spiccano l'aragosta, astici e cicale, e poi murene, gronghi, ed esemplari di cernia bruna che animano di nuovo i fondali del luogo. Il sito più famoso è la grotta di Nereo, considerata la più grande grotta marina d'Europa, con profondità che vanno dai -30 a -6 m circa, ma non meno conosciute sono la grotta di Falco e quella di punta Giglio, rinominata dei "Cervi" per l'incredibile scoperta effettuata nel '95 dal Busdraghi, un subacqueo del posto, di un giacimento fossile di cervi del tipo Megacero Cazioti Algarensis risalenti a circa 100.000 anni, ormai estinti, la grotta dei Fantasmi, anche questa scoperta dallo stesso che ha così nominato per la particolare conformazione delle rocce, e poi ancora le grotte del Sommergibile, della Madonnina e del Portico di Punta Salinetto.

Nei pressi della frazione di Fertilia, si trova poi lo stagno d'acqua salmastra del Calich (in catalano "Càlic"), con le rovine del ponte romano, dove un tempo facevano la loro comparsa i fenicotteri rosa durante il periodo delle migrazioni; per chi ama addentrarsi all'interno un punto di riferimento è il lago di Baratz (unico lago di acqua dolce naturale della Sardegna) con la pineta circostante, lago in cui durante la ritirata l'esercito tedesco immerse armi e munizioni.

Coste e spiagge

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Spiaggia del Lazzaretto
Spiaggia di Maria Pia

La costa algherese, delimitata a sud da capo Marrargiu e a nord da Porto Ferro, si estende per oltre 80 km, assumendo diversi nomi. Partendo da sud, si trovano:

Siti d'importanza comunitaria, parchi naturali e riserve

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Porto Conte e capo Caccia

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