Scandicci

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Scandicci
comune
Scandicci – Stemma Scandicci – Bandiera
   
Vecchia sede del Comune, poi sede della Biblioteca ora Urban Center
Vecchia sede del Comune, poi sede della Biblioteca ora Urban Center
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Tuscany.svg Toscana
Provincia Provincia di Firenze-Stemma.png Firenze
Amministrazione
Sindaco Sandro Fallani (PD) dal 26/05/2014
Territorio
Coordinate 43°45′29″N 11°10′49″ECoordinate43°45′29″N 11°10′49″E (Mappa)
Altitudine 47 m s.l.m.
Superficie 59,7 km²
Abitanti 50 517[1] (30-11-2014)
Densità 846,18 ab./km²
Frazioni Badia a Settimo, Capannuccia, Casellina, Granatieri, Le Bagnese, l'Olmo, Mosciano, Pieve a Settimo, Rinaldi, San Colombano, San Martino alla Palma, San Michele a Torri, San Vincenzo a Torri, Santa Maria a Marciola, Scandicci Alto, Vingone, Viottolone, Giogoli
Comuni confinanti Campi BisenzioFirenze,ImprunetaLastra a Signa,MontespertoliSan Casciano in Val di PesaSigna
Altre informazioni
Cod. postale 50018
Prefisso 055
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 048041
Cod. catastale B962
Targa FI
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Nome abitanti scandiccesi
Patrono san Zanobi
Giorno festivo 10 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scandicci
Scandicci
Posizione del comune di Scandicci all'interno della provincia di Firenze
Posizione del comune di Scandicci all'interno della provincia di Firenze
Sito istituzionale

Scandicci è un comune italiano di 50.561 abitanti[2] della Città metropolitana di Firenze in Toscana; sorge nell'area collinare a ovest di Firenze, e di tutti i comuni facenti parte dell'hinterland fiorentino, è quello che mantiene una maggiore continuità urbanistica col capoluogo, con il quale non esiste soluzione di continuità.

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il suo territorio si estende su una superficie di 59,59 km² dal fiume Arno, che forma il confine naturale a nord, fino alla valle del fiume Pesa a sud-ovest. Con i suoi 50.000 abitanti Scandicci è tra i comuni più popolati della provincia di Firenze. Col crescere di dimensioni della popolazione e con il conseguente sviluppo urbanistico l'abitato di Scandicci si trova oggi sul confine della città di Firenze, con i due centri abitati che si uniscono senza un confine evidente. Attraverso Scandicci e diverse frazioni passa il torrenteVingone. Il territorio di Scandicci è circondato dal verde dei suoi boschi, delle colline e da alcuni parchi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Casellina e Torri.
Il centro

Nei documenti ufficiali Scandicci compare per la prima volta in un documento della fine del IX secolo in cui la Marchesa Willa di Toscana, madre di Ugo "il Gran Barone", citato da Dante, dona alla Badia di Firenze il castello di Scandicci con le chiese di Santa Maria a Greve e diSan Bartolo in Tuto, ma si sono trovate tracce di insediamenti ellenistici e addirittura preistorici, senza contare quelli di epoca romana. Nelle vicinanze della Badia a Settimo, nacque il pittore Benozzo Gozzoli, il quale lavorò per i Medici. Lo scultore fiorentino Lorenzo Ghiberti aveva una casa in quella che è l'odierna frazione Granatieri , citata in un suo diario[3]. A Broncigliano, vicino a San Martino alla Palma Tommaso di Currado Bigordi, padre del famoso pittore fiorentino Domenico Ghirlandaio, aveva dei possedimenti. I Ghirlandaio ebbero occasione di frequentare le principali località oggi incluse nel territorio del comune, lavorando, per esempio, nella prestigiosa abbazia di Settimo, Giogoli o San Colombano[4].

Il 23 maggio 1774 con la riforma leopoldina si istituisce la comunità di Casellina e Torri (vecchio nome di Scandicci) che va ad accorpare un gran numero di piccole comunità. La lega di Casellina comprendeva, oltre alla pieve e al monastero di Settimo, ben 15 popoli: Popolo di Sant'Andrea a Mosciano, Popolo di San Bartolo in Tuto, Popolo di San Colombano a Settimo, Popolo di San Giuliano a Settimo, Popolo di Sant'Ilario a Settimo, Popolo di San Lorenzo a Settimo, Popolo di San Leonardo alla Querciola, Popolo di Santa Maria a Romola, Popolo di Santa Maria a Castagnolo, Popolo di Santa Maria a Mantignano, Popolo di San Martino alla Palma, Popolo di San Piero a Sollicciano, Popolo di San Romolo a Settimo, Popolo di Santo Stefano a Ugnano e Popolo di Santo Stefano a Gabbiola. La lega di Torri era divisa, invece, da 5 popoli: Popolo di Santa Maria a Marciola, Popolo di San martino a Torri, Popolo di San Michele e San Lorenzo a Torri, Popolo di San Niccolò a Torri e Popolo di San Vincenzo a Torri. Alcune frazioni di Casellina e Torri, nel corso del tempo, furono divise con altri comuni limitrofi.

Il 15 marzo 1860 gli abitanti di Casellina e Torri sono stati chiamati ad esprimersi con un plebiscito circa l'adesione o meno al Regno di Sardegna: gli abitanti erano 9.579; su 1.857 aventi diritto di voto, ben 1.587 si espressero per l'annessione e 194 per il regno separato. 76 schede furono dichiarate nulle.

Una lapide, posta nella vecchia sede del Comune,in piazza Matteotti, realizzata un anno dopo il plebiscito da Francesco Mattei, commemora tale evento. Per diversi anni furono programmati festeggiamenti per l'Unità Nazionale (inclusa la ricorrenza della festa dello Statuto). Una delle celebrazioni più famose si festeggiò domenica 2 giugno 1861 a Pieve a Settimo[5].

Il 28 febbraio 1921 la popolazione del luogo fu protagonista della difesa del paese contro una spedizione fascista, contro la quale furono erette barricate, abbattute dalle camicie nere solo con l'ausilio di un cannone. I fatti di quei giorni sono stati poi descritti daVasco Pratolini nel romanzo Lo scialo.

Negli anni successivi la cittadina viene ampliata territorialmente per andare ad inglobare le comunità di Cintoia, Marignolle e parte di Soffiano ma rimane un paesino fino agli anni sessanta quando una vera e propria ondata di immigrazione (soprattutto da Firenze, dalle campagne della provincia e da altre zone della Toscana), in poco meno di 10 anni, triplica la popolazione comunale.

Risultato storico della fusione delle varie frazioni, il centro urbano si presenta oggi come un unico agglomerato chiuso in un quadrilatero con a nord e ad est Firenze, ad ovest il tracciato della Autostrada del Sole A1 e a sud la collina di Scandicci Alto. Il centro di Scandicci, nei prossimi anni, sarà ridisegnato in base ad un nuovo disegno urbanistico, ripensato in relazione a due opere pubbliche di grande rilievo, la "tramvia" (tramvia di Firenze) e la terza corsia autostradale; tali opere infrastrutturali modificheranno l'aspetto della cittadina e ne ridetermineranno il rapporto con la vicina Firenze.

Dal 2001 la zona denominata i Pratoni ha visto l'apertura di un grande centro logistico per la distribuzione delle merci, da parte di una delle maggiori catene italiane della grande distribuzione che negli anni ha inglobato anche altre realtà produttive in via di trasferimento. Nei prossimi anni, nella zona, sarà edificato un enorme polo commerciale tra i più grandi d'Italia. Il territorio circostante ha beneficiato, pertanto, di una riqualificazione generale. Dal maggio 2006 la vecchia uscita Firenze-Signa dell'autostrada A1 situata da sempre nel territorio comunale di Scandicci è stata sostituita con il nome Firenze-Scandicci ed è accessibile direttamente dalla SGC FI-PI-LI in direzione Pisa/Livorno accedendo da Viale Etruria (Firenze) e in direzione Sud dallo Svincolo Scandicci.

Simboli e ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

Per lo stemma comunale è stato adottato l'originale simbolo araldico del comune di Casellina e Torri inglobato nel 1929. La descrizione ufficiale è di seguito riportata "D'azzurro, alla casa al naturale, accostata da due torri merlate alla guelfa, il tutto sulla campagna al naturale; al canton franco d'argento al giglio di Firenze".

Alla fine della seconda guerra mondiale, Scandicci fu liberata il 4 agosto 1944. Il 10 maggio si festeggia il Santo Patrono san Zanobi.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Scandicci.
Abbazia di San Salvatore a Badia a Settimo

Nel territorio comunale sono presenti numerose architetture religiose. Le più antiche risalgono al primo millennio dell'era cristiana, come lapieve di San Giuliano a Settimo, la chiesa di San Martino alla Palma, l'abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo o la chiesa di Santa Maria a Greve. Anche il periodo storico che va dall'XI secolo al XV secolo vide la nascita di altre pievi e chiese. Sulle colline che dominano la città nacquero infatti luoghi di culto come la pieve di Sant'Alessandro a Giogoli o la pieve di San Vincenzo a Torri mentre nella parte in pianura sorsero, ad esempio, la chiesa di San Giusto a Signano e la chiesa di San Colombano a Settimo. Pertanto si può chiaramente affermare che la gran parte delle chiese scandiccesi giunte a noi oggi ha un'origine medievale e che il periodo che va dal XV secolo al XX secolo, non ci consegna nuovi luoghi di culto, ma solamente il rimaneggiamento di quelli esistenti.

Chiesa di San Bartolomeo in Tuto

Il patrimonio religioso cittadino ebbe però un notevole sviluppo nel secondo dopoguerra, come conseguenza della crescita edilizia e demografica di Scandicci. Difatti alla nascita di interi nuovi quartieri abitativi (CasellinaVingoneLe Bagnese, nuovo centro di Scandicci) seguì la creazione di nuove parrocchie e luoghi di culto[6] (Gesù Buon PastoreSan LucaSan Bartolomeo in Tuto).

Oltre alle chiese, la città di Scandicci offre una quantità ragguardevole di cappelle conservanti dei capolavori storici e dell'arte. Queste cappelle erano, e lo sono a tutt'oggi, collegate alle numerose ville della città. Tra le più importanti vi sono la cappella della Madonna della Rosa e la cappella di San Jacopo.

Infine dagli atti storici a noi pervenuti, si segnala che in passato a Scandicci vi erano altre chiese ad oggi scomparse o sconsacrate.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo comunale vecchio (1870) con l'antistante Piazza Matteotti. Dopo Villa Poccianti, questa fu la sede della comunità di Casellina e Torri. Nel 1870 l'Ing. Francesco Martelli terminò l'attuale palazzo che, con il suo loggiato, richiama l'architettura ottocentesca da cui è nato. Nella parte posteriore un ulteriore arco permette un agile collegamento con Piazza Piave, altra piazza storica di Scandicci. In piazza Matteotti trova sede un monumento ai caduti della Prima guerra mondiale eretto nel 1926. Fino al 31 dicembre 2008 il palazzo è stato sede della biblioteca comunale.
  • Palazzo comunale nuovo
  • Biblioteca comunale restauro ad opera del comune dell' ex scuola elementare Duca Degli Abruzzi.
  • Centro Rogers nuovo progetto Scandicci inaugurato nel 2013 dal disegno e progettazione dell'architetto Richard Rogers[7] che proietta Scandicci in una nuova veste moderna e metropolitana.

Ville[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Ville di Scandicci.
Villa I Collazzi

Nel comune di Scandicci sono presenti numerose ville. Tale presenza testimonia il desiderio degli artigiani e dei borghesi di un tempo di avere una residenza, oltre che comoda e fuori mano, anche espressione della cultura artistica della Firenze di cui Scandicci era satellite. In queste ville non è difficile trovare infatti la mano degli stessi artisti chiamati a costruire opere più importanti nella vicina Firenze. Le maestranze e gli artisti erano, in questo modo, valorizzati e i migliori potevano emergere, dando lustro e fama alla scuola fiorentina. Dopo il restauro, le stesse ville, costruite in zone panoramiche ma poco accessibili, richiedevano l'apertura di strade per essere raggiunte in modo più diretto.

Tale apertura di strade innescava un circolo virtuoso in quanto la villa poteva essere più facilmente raggiunta da vicini che, notando i lavori effettuati, imitavano, nelle loro proprietà, quanto fatto. Dopo Villa I Collazzi, Villa I lami posta in Via di San Niccolò è senz'altro uno degli esempi di dimore cinquecentesche più interessanti. Villa I Sassoli a San Vincenzo a Torri è famosa per i dipinti ottocenteschi ottimamente conservati ed ancora presenti in tutte le sale e le camere della villa.

Villa Poccianti, rimaneggiata nel XVII secolo dalla famiglia Tani, poi abbellita nel Settecento dai Medici-Tornaquinci e poi passata ai conti Poccianti, fu dal 1868 a tutto il 1870, sede della Giunta del Comune di Casellina e Torri.

Villa Castel Pulci c'è l'unica sede operativa nazionale, dal 2012, della Scuola Superiore della Magistratura, che cura l'aggiornamento professionale e la formazione di tutti i magistrati ordinari e onorari italiani.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Mulinaccio di Scandicci
  • La fornace di Geppetto (1775), presso l'omonima località, è situata sulla via San Niccolò a Torri. Le pareti sono state costruite utilizzando pietra e mattoni a partire da una base quadrata. Oggi gli archi impiegati per inserire grandi aperture sono stati nel tempo chiusi.
  • Il Palazzaccio (Scandicci), edificio rurale situato nella località Granatieri , appartenuto a Lorenzo Ghiberti.
  • I Sassoli presso l'omonima località, a San Vincenzo a Torri , è situata su Via di Marciola, strada medievale delle colline che collegava l'Abbazia di Badia a Settimo con la valle della Pesa. È un complesso di edifici la cui parte più antica è costituita da due torri di avvistamento risalenti al 1300 intorno alle quali nel corso dei secoli sono stati costruiti più fabbricati. Le torri, una è ancor oggi ben visibile, rientravano nel sistema di controllo che i monaci della abbazia di "Badia a Settimo "utilizzavano per il controllo viario della Val di Pesa .I Sassoli è un borgo di case poste su un ripiano delle colline sul versante della Pesa (a 135 mtl. sul mare ).Della Piazza omonima di epoca medievale , con al centro un pozzo , non rimane più alcun manufatto. Sono ancora visibili invece il corpo dell'antica fattoria , la villa omonima, i fondi o botteghe artigiane che si affacciavano sulla strada e sulla piazza .

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Marchi, nel 1979, dona al comune di Scandicci l'area di Poggio Valicaia. Su questa area, nel 1998 nasce l'omonimo parco. Sulla stessa area nel 2003 è inaugurato ilParco-Museo di Arte Ambientale.
  • Sulle colline è possibile immergersi nel verde de La Roveta, complesso boschivo meta di scampagnate di chi, abitando a Scandicci, cerca, in pochi minuti, un po' di ristoro dal caldo estivo. Fino a metà degli anni sessanta era sede della "Sorgente Roveta" azienda produttrice di aranciata e di altre bibite, chiusa nel 1975.