Guida Sfogliabile di SCICLI
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Scicli




Scicli
comune
Scicli – Stemma
 
Scicli – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Sicily.svg Sicilia
Provincia Provincia di Ragusa-Stemma.png Ragusa
Amministrazione
Sindaco Tania Giallongo, Antonietta D'Aquino, Gaetano D'Erba.(Commissari Straordinari) dal 14/05/2015
Territorio
Coordinate 36°47′28.96″N14°42′08.95″ECoordinate36°47′28.96″N 14°42′08.95″E (Mappa)
Altitudine 106 m s.l.m.
Superficie 138,72 km²
Abitanti 27 033[1] (30-12-2013)
Densità 194,87 ab./km²
Frazioni Cava d'AligaDonnalucata, Playa Grande, Sampieri,Bruca, Arizza
Comuni confinanti ModicaRagusa
Altre informazioni
Cod. postale 97018
Prefisso 0932
Fuso orario UTC+1
CodiceISTAT 088011
Cod. catastale I535
Targa RG
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Nome abitanti sciclitani
Patrono Madonna delle Milizie; beatoGuglielmo Buccheri o Guglielmo da Noto
Giorno festivo Rispettivamente: Ultimo Sabato di Maggio; Secondo venerdì dopo la Domenica di Pasqua
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scicli
Scicli
Posizione del comune di Scicli nella provincia di Ragusa
Posizione del comune di Scicli nella provincia di Ragusa
Sito istituzionale

Scicli (Scichili in siciliano) è un comune italiano di 27 033 abitanti[2] della provincia di Ragusa in Sicilia.

Monumentale città barocca dalle forme di un eccelso presepe vivente, nel 2002 il suo centro storico è stato insignito del titolo diPatrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, insieme con il Val di Noto.

 

 

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Scrive così Elio Vittorini nel suo romanzo incompiuto Le città del mondo:

« La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini... »

Scicli dista 24 chilometri da Ragusa. Il suo territorio comunale si estende dal mare alle propaggini meridionali del tavolato ibleo. I paesaggi sono molto varî: si passa dalla costa (alternando quella bassa e sabbiosa a modeste falesie calcaree) coperta dalla macchia mediterranea ai pendii dolci di origine alluvionale dell'entroterra con ulivi, mandorli e carrubi fino a giungere ai rilievi calcarei della parte settentrionale e interna in cui sorge il capoluogo. Il territorio comunale è solcato da diversi corsi d'acqua i quali hanno tutti carattere torrentizio e pressoché stagionale fatta eccezione per l'Irminio; gli altri principali torrenti intercettano il centro di Scicli e sono il Mothucanus o torrente Modica-Scicli, il torrente di S. Maria La Nova e quello di S. Bartolomeo. Nei millenni ognuno di questi ha scavato nel tavolato profonde gole che oggi caratterizzano il paesaggio. La città moderna è adagiata nella conca in cui questi tre canyon confluiscono.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2011 a Donnalucata è operativa una Stazione Meteorologica di tipo amatoriale per il monitoraggio delle condizioni climatiche sul territorio circostante.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza umana nel territorio di Scicli risale addirittura al periodo eneolitico, come dimostrano i ritrovamenti della Grotta Maggiore situata vicino all'Ospedale Busacca, datati fra l'età del rame e l'età del bronzo antico (III-II millennio a.C. – XVIII-XV secolo a.C.)

La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di cave e grotte carsiche, ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri. Oltre a quello preistorico di Grotta Maggiore, ricordiamo anche l'insediamento tardo bizantino del VII secolo d.C. sito in località Castellaccio, e l'insediamento rupestre bizantino (VIII secolo d.C.) e medievale (X-XI secolo d.C.) in località Chiafura, visibile sino ai nostri giorni.
Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell'Irminio, testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci. Così come Comiso e Ispica, Scicli vanta la propria discendenza dalla città greca-siracusana Casmene, fondata nel VII secolo a.C. Per motivi topografici l'ipotesi che Scicli possa discendere da Casmene è da considerare comunque non realistica.

Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei cartaginesi, presenti nell'isola fino alla conquista romana avvenuta nel III secolo a.C. Sotto il dominio romano Scicli divenne città "decumana", ovvero città sottoposta al tributo della "decima" consistente nel pagamento di un decimo del raccolto. Dopo la caduta dell'impero romano Scicli passò ai bizantini e subì, come altre città dell'Isola, le incursioni dei Barbari.

Araba[modifica | modifica wikitesto]

Sotto il dominio Arabo, Scicli conobbe un periodo di notevole sviluppo agricolo e commerciale e lo storico arabo Edrisi nella prima metà del XII secolo, esaltò la prosperità economica di Scicli con queste parole:

« rocca di Siklah, posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, industre, circondato da una campagna abitata, [provveduto] di mercati, a' quali vien roba da tutti i paesi. [Qui godesi] ogni ben di Dio ed ogni più felice condizione: i giardini producono tutta sorte di frutte; i legni arrivano di Calabria, d'Africa, di Malta e di tanti altri luoghi; i poderi e i seminati sono fertilissimi ed eccellenti sopra tutt'altri; la campagna vasta e ferace: ed ogni cosa va per lo meglio in questo paese. I fiumi [del territorio], abbondanti di acqua, muovono di molti molini. »
(Edrisi)

Normanna[modifica | modifica wikitesto]

Si fa risalire all'anno 1091 la liberazione definitiva di Scicli dal dominio saraceno per opera di Ruggero d'Altavilla e il passaggio al dominio normanno. A questa battaglia, avvenuta nella Piana dei Milici è legata la leggenda della Madonna delle Milizie[4]. Si narra che la battaglia finale, avvenuta nel marzo 1091, fu vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli. La tradizione è parzialmente confermata dai Codici Sciclitani. Nella località dell'avvenimento venne costruita la chiesetta della Madonna dei Milici.
La battaglia è ricordata ogni anno con la Festa delle Milizie, una delle principali attrazioni folcloristiche di Scicli.

I Normanni (1090-1195) introdussero il sistema feudale già diffuso altrove, e Scicli ed altre città vicine furono considerate città demaniali. Nel 1093 Scicli viene ricordata come dipendente dalla diocesi di Siracusa.

Ai Normanni successero gli Hohenstaufen (Enrico VI di Svevia si impossessò del trono di Sicilia nel 1194). Nel 1255 durante la lotta dei Papi contro la casa Sveva, Papa Alessandro IV concesse alcuni territori tra cui Scicli, Modica e Palazzolo, a titolo di Feudo, a Ruggiero Fimeta “Rogerio Finente de Leontino” che si era ribellato agli Svevi. Ruggiero non arrivò mai a prendere il possesso della città perché fu sconfitto.

Anche sotto gli Hohenstaufen, Scicli conservó il privilegio di città demaniale. La sua storia segue quella della Sicilia, per cui con la caduta dei Hohenstaufen avvenuta nel 1266, passò sotto la dominazione Angioina, mal tollerata, a causa della politica di Carlo I d'Angiò che, diversamente dai suoi predecessori normanni e svevi, considerava il Regno di Sicilia territorio di conquista e di vantaggi economici e finanziari. La politica di Carlo D'Angiò fu causa di un'insurrezione in tutta la Sicilia, nota come i Vespri Siciliani. Il 5 aprile1282 Scicli, insieme a Modica e Ragusa insorge contro le guarnigioni francesi del luogo cacciandole e ponendosi sotto la protezione di Pietro III d'Aragona.

Aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la contea di Modica, e Scicli ne venne a far parte, seguendone le sorti sotto i Mosca (12831296), i Chiaramonte (1296-1392), iCabrera (1392-1480) e gli Enriquez-Cabrera (1481-1742). Dal 1535 al 1754 Scicli fu anche sede di una delle dieci Sergenzie (circoscrizioni militari), competente territorialmente per il territorio della contea. Nel 1860, con un plebiscito, proclamò la sua annessione al Piemonte.

Scicli, con un passaggio graduale dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il XIV ed il XVI secolo. La popolazione era aumentata notevolmente ma la peste del1626 la ridusse drasticamente di quasi due terzi portandola da 11000 a 4000 abitanti circa. Dopo la peste, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo terremoto del 1693 causò 3000 morti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave barocca, e oggi è caratterizzata da numerosi edifici settecenteschi.

Toponomastica[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della città di Scicli (gli abitanti “Sciclitàni”) sono molto antiche e risalgono, con ogni probabilità, al periodo siculo, quindi oltre tremila anni fa. Il nome[5], secondo alcuni studiosi, deriva da Šiclis, uno degli appellativi utilizzati per indicare i Siculi, i famosi popoli del mare che gli egiziani chiamavano Sheklesh, infatti questo paese un tempo era identificato con il nome di Scicla. Si discute se è possibile identificare Scicli con la vetustissima Casmene, seconda colonia siracusana fondata nel 645 a.C., 20 anni dopo Acre, l'odierna Palazzolo Acreide. È tuttavia appurato che abbia subito anche influssi arabi.