Sant'Agata de' Goti

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Sant'Agata de' Goti
comune
Sant'Agata de' Goti – Stemma
 
Sant'Agata de' Goti – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Regione-Campania-Stemma.svg Campania
Provincia Provincia di Benevento-Stemma2.png Benevento
Amministrazione
Sindaco Carmine Valentino (Alternativa democratica) dall'08/06/2009
Territorio
Coordinate 41°05′25″N 14°30′00″E / 41.090278°N 14.5°E41.090278; 14.5 (Sant'Agata de' Goti)Coordinate: 41°05′25″N 14°30′00″E / 41.090278°N 14.5°E41.090278; 14.5 (Sant'Agata de' Goti) (Mappa)
Altitudine 159 m s.l.m.
Superficie 63,38 km²
Abitanti 11 202[1] (1/1/2015)
Densità 176,74 ab./km²
Frazioni Bagnoli, Boscocupo Torretta, Cantinella, Cerreta, Cotugni Paolini, Faggiano, Laiano, Palmentata, Presta, San Silvestro Migliara, Santa Croce, Sant'Anna, San Tommaso, Saviano, Traugnano, Tuoro di Santagata, Verroni.
Comuni confinanti Arienzo (CE), Caserta (CE), Dugenta, Durazzano, Frasso Telesino, Limatola, Moiano, Santa Maria a Vico (CE), Tocco Caudio, Valle di Maddaloni (CE)
Altre informazioni
Cod. postale 82019
Prefisso 0823
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 062070
Cod. catastale I197
Targa BN
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Cl. climatica zona D, 1 404 GG[2]
Nome abitanti santagatesi o saticulani;
Patrono Sant'Agata, Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Santo Stefano
Giorno festivo 5 febbraio, 1º agosto, 26 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sant'Agata de' Goti
Sant'Agata de' Goti
Posizione del comune di Sant'Agata de' Goti nella provincia di Benevento
Posizione del comune di Sant'Agata de' Goti nella provincia di Benevento
Sito istituzionale

Sant'Agata de' Goti è un comune italiano di 11 202 abitanti[1] in Campania, nella provincia di Benevento. Situato alle falde del Monte Taburno, confina con la provincia di Caserta. Sant'Agata de' Goti è bandiera arancione del Touring Club Italiano. Dal novembre del 2012 fa parte del circuito dei I borghi più belli d'Italia[3].

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La cittadella storica si erge su una propaggine tufacea tra il Martorano e il Riello, due affluenti del fiume Isclero, che formano uno spettacolare incrocio di profondissimi valloni, in era geologica epicentro di un violentissimo sisma; l'intera città si sviluppa alle falde del monte Taburno (1394 m), oltre il torrente Martorano.

La pianta del centro storico è a semicerchio e misura 1 km in lunghezza, con diametro diretto da sud a nord. Tutt'intorno si estende l'intero territorio comunale, prevalentemente collinare. Sant'Agata si distende alle falde del monte Taburno delle cui sorgenti si alimenta l'acquedotto carolino, architettato da Luigi Vanvitelli, che, prima di giungere alle fontane della Reggia di Caserta, attraversa tutto il territorio comunale.

Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta).

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

I corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale sono tutti a carattere torrentizio. I principali sono:

  • il fiume Riello, affluente dell'Isclero;
  • il fiume Martorano, anch'esso un affluente del fiume Isclero;
  • il fiume Isclero, affluente del Volturno.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Sant'Agata de' Goti.

Il clima è mediterraneo, quasi sempre mite, fresco nelle notti estive, e solo nei periodi di pieno inverno subisce infiltrazioni di venti rigidi provenienti dal nord-est; nei periodi in cui le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono forti si stratifica una coltre di nebbia densa e umida, favorita per lo più dall'Isclero; spesso è molto ventoso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cratere di Assteas, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, rinvenuto in area archeologica di Sant'Agata de' Goti

Le origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Sant'Agata de' Goti, così come oggi noi lo conosciamo, si forma in due differenti periodi storici. Fu nel corso del VI secolo infatti che la città fu intitolata alla santa catanese. Si deve invece alla presenza in città della famiglia francese dei De Goth (la stessa di Papa Clemente V), alla quale Roberto d'Angiò concesse il feudo di Sant'Agata nel 1300, il "de' Goti". È infatti solo durante il XIV secolo che il toponimo, così come lo conosciamo oggi, compare per la prima volta in uno scritto ufficiale. Un'altra tesi, invece, attribuisce il "de' Goti" al passaggio dei Goti in questi territori nel corso del VI secolo.

La storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli storici concordano[4] sull'ipotesi che l'attuale centro abitato di Sant'Agata de' Goti sorga sul territorio dove un tempo si estendeva l'antica città caudina di Saticula. Necropoli sannite sono infatti venute alla luce nella zona nord del territorio santagatese, nell'area compresa tra il fiume Isclero ed il comune di Frasso Telesino. Il villaggio di Saticula venne citato da Tito Livio prima e da Virgilio poi nel testo dell'Eneide[5].

Durante le vicende inerenti alla seconda guerra sannitica (315 a.C.) Saticula venne occupata dal dittatore Lucio Emilio ma il villaggio resistette in assedio per due anni e fu presa solo grazie all'intervento di Quinto Fabio Massimo Rulliano. Dedotta nel 313 a.C. a colonia romana, restò fedele a Roma durante la seconda guerra punica. È a questo punto che probabilmente gli insediamenti abitativi si allontanano dalla valle dell'Isclero per spostarsi più a Sud. Ville di epoca romana sono state infatti rinvenute nella zona a sud di Sant'Agata. Non si può invece dire quando sia stata per la prima volta abitata la rocca tufacea che oggi ospita il centro storico di Sant'Agata, sicuramente abitata ai tempi della venuta dei Longobardi. Durante la guerra civile Saticula si schierò con Gaio Mario e per questo motivo fu poi rasa al suolo dagli uomini di Lucio Cornelio Silla.

Man mano che i Romani perdevano il controllo sull'intera penisola il territorio di Saticula divenne sempre più teatro delle scorribande delle tribù barbare degli Unni, dei Vandali e dei Goti. Così per molto tempo si è pensato di attribuire l'origine del toponimo "de' Goti" alla venuta in Campania dei Goti. La tesi appare però oggi meno accreditata rispetto a quella che attribuisce il nome della città alla famiglia francese dei De Goth. Infatti è solo dopo il 1300 che i carteggi ufficiali riportano il toponimo completo.

Ufficialmente si trova notizia per la prima volta del toponimo Sant'Agata nel 568 quando viene fondato dai longobardi l'omonimo gastaldato. A seguito dell'alleanza con i bizantini la città viene assediata e conquistata da Ludovico II nell'866 mentre nel 1066 passa sotto il dominio dei normanni. Nel 1230 fu ceduta a Papa Gregorio IX per poi passare nelle mani dei Siginulfo e degli Artus. Gli Artus reggono la città dal 1270 al 1411, ma con molte interruzioni. È in questo periodo che in città arrivano i De Goth, famiglia francese legata a quel Bertrand de Got che sarà Papa con il nome di Clemente V. Nel 1506 Sant'Agata diviene possedimento dei Della Ratta[6], nel 1532 di Giovanni de Rye, dei Ram, sino al 1548, dal 1572 al 1636 dei Cosso o Coscia[6] e infine nel 1696 dei Carafa, conti di Cerreto Sannita che la tennero sino all'abolizione del feudalesimo avvenuta nel 1806[7].

Sede vescovile dal 970 fino al 1986, quando è stata aggregata alla diocesi di Telese e Cerreto Sannita, ha avuto tra i suoi vescovi Sant'Alfonso Maria de' Liguori, alla guida della diocesi per tredici anni, e Felice Peretti, vescovo dal 1566 al 1571, poi Papa con il nome di Sisto V.

Nel 2004, assieme alla città di Cerreto Sannita, è stato uno dei due comuni della Campania ad essere insignito del marchio di qualità "Bandiera Arancione" del Touring Club. Marchio che detiene ancora oggi.

La cripta del Duomo.

Dal 2012 è entrata a far parte dell'associazione Borghi più belli d'Italia[3].

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Sant'Agata de' Goti.
Edificio fondato nel 970, rifatto nel XII secolo ed ancora nel XVIII secolo. Conserva pregevoli opere artistiche ed una cripta romanica dove gli archi poggiano su fini capitelli lavorati.
  • Chiesa di Sant'Angelo in Munculanis
Edificio di epoca longobarda presenta una struttura a pianta basilicale a tre navate. Originariamente la struttura prevedeva un'abside più grande, poi tagliata e ristretta. L'ingresso principale, orientato verso sud, è preceduto da un pronao che sormonta due massicce colonne, e sul quale si innalza il campanile. I lavori di restauro[8] hanno portato alla luce, oltre alla struttura medievale, una cripta sotto il pavimento della navate a centrale con sepolture a "scolatoio". Un'altra cripta, oggi soffocata, era collocata sotto il presbiterio.
  • Chiesa dell'Annunziata
La chiesa dell'Annunziata
Chiesa del XIV secolo fu costruita su di un terreno che allora si trovava al di fuori delle mura cittadine, annessa ad un ospedale. Lo stile architettonico è quello gotico, la struttura presenta una sola navata con cappelle laterali. Gli affreschi dell'abside risalgono al XIV secolo, sulla controfacciata invece è possibile ammirare un monumentale affresco del XV secolo raffigurante il Giudizio Universale. Di pregio è anche la pala d'altare del 1483 realizzata dal pittore napoletano Angiolillo Arcuccio e raffigurante l'Annunciazione.
  • Chiesa di San Mennato
Edificio del XII secolo, consacrata nel 1100 da Papa Pasquale II ed intitolata al santo eremita vissuto nel VI secolo sul Monte Taburno. La chiesa presenta oggi una struttura a pianta basilicale, con un presbiterio sopraelevato ed una navata centrale divisa a metà da due plutei. La chiesa conserva un importante tesoro: il pavimento è infatti ricoperto da un mosaico cosmatesco, di cui oggi rimangono solo alcune parti, riconosciuto come il più antico dell'Italia meridionale[9].
  • Chiesa di San Francesco
Il portale di Palazzo San Francesco
Edificio appartenente al complesso del convento francescano che oggi ospita anche la sede municipale. La chiesa è sede di una mostra archeologica con una sezione dedicata ai Sanniti ed una sezione dedicata al periodo longobardo.

La chiesa ospita una importante mostra archeologica "Sulle Tracce di Saticula" dedicata ai reperti archeologici delle necropoli dell'antica Saticula ed ad alcune epigrafi in marmo di età longobarda.

  • Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
L'edificio sorge accanto al Monastero delle Suore Redentoriste che tutt'oggi utilizzano la chiesa per le loro funzioni religiose. Fu costruita nel XVIII secolo per volere di Sant'Alfonso Maria de' Liguori sulle rovine di una precedente cappella intitolata a San Bartolomeo de Ferraris.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello ducale
Il maniero fu eretto dai longobardi e poi modificato ed ampliato nell'XI secolo dai normanni. Nei secoli la sua forma ha subito molte modifiche, ed in particolare, nel XIX secolo, sono state decapitate le torri e costruite delle logge. Al primo piano del castello è possibile ammirare un ciclo di affreschi del pittore Tommaso Giaquinto.