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Guida al Comune di Cefalù
Guida al Comune di Cefalù

Cefalù (Čifalù in siciliano[5]) è un comune italiano di 13 861 abitanti[2] della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

È situato sulla costa siciliana settentrionale ai piedi di un promontorio roccioso. Nota meta turistica, la cittadina è uno dei maggiori centri balneari di tutta la regione ed è incluso parco regionale delle Madonie.

Il duomo della città, inserito nel sito regionale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015, è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[6].

Geografia fisica

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Territorio

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La cittadina, nel suo nucleo medioevale, è ubicata sotto la rocca di Cefalù che la domina e insieme al Duomo ne caratterizza il profilo tanto da renderne il panorama tipico e molto riconoscibile. Fuori dai confini del centro storico, il nucleo urbano si è esteso a cavallo della piccola area pianeggiante che separa la Rocca dal resto del sistema collinare della costa espandendosi ulteriormente a mezza costa sui pendii delle colline lungo la costa. Il comune di Cefalù occupa un'area di 65,80 km² sulla costa tirrenica della Sicilia, a 70 km a est di Palermo e a 160 km ad ovest di Messina; posizionata quasi esattamente a metà della costa che va da Trapani a Messina nel nord della Sicilia. La costa di Cefalù si estende per circa 30 km[7] fra Lascari e Pollina ed alterna lunghi tratti di spiaggia rettilinea a baie e piccole insenature di natura sia sabbiosa che rocciosa con scogli bassi o anche a costoni alti e a strapiombo sul mare.[7] La costa subisce un'erosione da moto ondoso sia sui tratti sabbiosi, come la ben nota spiaggia del paese, che sui costoni rocciosi di natura quarzarenitica. Alcune zone come il porto vecchio (nel centro storico) e il porto nuovo sono invece soggette al fenomeno opposto, la sedimentazione, a causa dei detriti portati dai fiumiciattoli che scendono dalla Rocca e dalle colline a ridosso della costa[7]. Per combattere l'erosione negli anni sono state approntate opere di difesa della costa, come ad esempio le barriere frangi flutti, in contrada Kalura (km 183 dell'SS 113 ed in contrada Mazzaforno.[7].

A ridosso della costa, dopo una brevissima, a volte nulla, fascia di pianura, si affacciano alte colline prime propaggini del sistema montuoso delle Madonie. In quest'area il terreno s'inerpica dolcemente o improvviso da nord a sud verso l'entro terra e i comuni madoniti alternando una serie di colline via via più alte in vista dei maggiori rilievi madoniti.

Cefalù è posta all'interno di una zona sismica di livello 2.[8]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Cefalù.

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, il clima di Cefalù appartiene al gruppo denominato Csa: clima temperato delle medie latitudini con la stagione estiva asciutta e calda ed inverno fresco e piovoso (clima mediterraneo). Le stagioni intermedie hanno temperature miti e gradevoli. L'estate è arida e calda, generalmente torrida e frequentemente ventilata grazie anche alla presenza delle brezze marine, in estate, specialmente in luglio ed agosto non è rara la presenza dello scirocco. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +12,0 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,8 °C[9].

CEFALÙ Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. media (°C) 14,7 15,3 16,7 19,1 23,0 26,8 29,7 30,4 27,7 23,8 19,8 16,4 15,5 19,6 29,0 23,8 22,0
T. min. media (°C) 9,4 9,4 10,5 12,6 16,0 19,8 22,7 23,2 21,1 17,7 14,2 11,2 10,0 13,0 21,9 17,7 15,7
Cefalù in una foto degli anni cinquanta del XX secolo.
Cefalù nel 2007.
Vista dal porticciolo con sullo sfondo l'espansione collinare.

Tracce di frequentazione del sito risalgono all'epoca preistorica, in particolare in due grotte che si aprono sul lato settentrionale del promontorio su cui sorse la città. A un insediamento pre-ellenico si riferisce la cinta muraria di tipo megalitico, datata alla fine del V secolo a.C., che circonda l'attuale centro storico ed è in gran parte ancora conservata, e il contemporaneo Tempio di Diana, un santuario costituito da un edificio megalitico, coperto con lastroni di pietra di tipo dolmenico che ospita una precedente cisterna più antica (IX secolo a.C.).

Nel IV secolo a.C. i Greci diedero al centro indigeno il nome di Κεφαλοίδιον (Kefaloidion), dal greco kefa o kefalé, ovvero «testa, capo»; riferito probabilmente al suo promontorio. Non è da escludere tuttavia la ripresa fonetica dall'aramaico (lingua cananaica strettamente affine al fenicio) kephas («pietra, roccia»), dunque sempre in riferimento al promontorio.[senza fonte]

Nel 307 a.C. venne conquistata dai Siracusani e nel 254 a.C. dai Romani, che le diedero in latino il nome di Cephaloedium. La città ellenistico-romana ebbe una struttura urbanistica regolare, formata da strade secondarie confluenti sul principale asse viario e chiusa ad anello da una strada che segue il perimetro della cinta muraria.

Nel periodo del dominio bizantino l'abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca e restano tracce di lavori di fortificazione di quest'epoca (mura merlate), oltre a chiesecaserme, cisterne per l'acqua e forni). La vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata, come prova il recente rinvenimento di un edificio di culto cristiano, con pavimento in mosaico policromo risalente al VI secolo.

Nell'858, dopo un lungo assedio, venne conquistata dagli Arabi, che le diedero il nome di Gafludi, e fece parte dell'emirato di Palermo. Di questo periodo si hanno tuttavia notizie scarse e frammentarie e mancano anche testimonianze monumentali.

Nel 1063 fu conquistata dai Normanni di Ruggero I e, nel 1131, grazie a Ruggero II, fu rifondata sulla costa: a questo periodo risalgono parecchi dei monumenti cittadini, quali:

  • La chiesa di San Giorgio e il lavatoio di via Vittorio Emanuele
  • Il chiostro del duomo e il Palazzo Maria (sede trecentesca dell'allora Palazzo Comunale) sito in piazza del Duomo.
  • L'Osterio Magno sul corso Ruggero sede dei Ventimiglia a Cefalù.

Precisamente al 1131 è datata in particolare la basilica cattedrale.

Tra la metà del XIII secolo e il 1451 passò sotto il dominio di diversi feudatari e da ultimo divenne possedimento del vescovo di Cefalù.

La storia successiva di Cefalù si può assimilare a quella della Sicilia e del resto dell'Italia. Nel 1752 vi si iniziano a stabilire i consolati stranieri (FranciaDanimarcaPaesi BassiNorvegia e Svezia) e la città diventa meta del Grand Tour. Durante il Risorgimento, vi venne fucilato, il 14 marzo 1857, il patriota Salvatore Spinuzza. Dopo lo sbarco di Giuseppe Garibaldi del gennaio 1861, la città proclamò la sua adesione al Regno d'Italia.

Oggi è una località marina e una meta turistica per le sue spiagge e le opere d'arte che conserva.

Lo stemma della Città di Cefalù è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 12 dicembre 2006.[10]

«D'azzurro, ai tre cefali d'argento, posti in pergola, le teste convergenti verso il bisante d'oro, posto in cuore. Ornamenti esteriori da Città»

Lo stemma riporta l'azzurro del mare[11] mentre i cefali rimandano al nome della città di Cefalù.[12]

Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

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 Bene protetto dall'UNESCO
Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
 Patrimonio dell'umanità
Tipo architettonico
Criterio C (ii) (iv)
Pericolo no
Riconosciuto dal 2015
Scheda UNESCO (ENArab-norman Palermo and the cathedral churches of Cefalù and Monreale
(FRScheda

Il centro storico di Cefalù ha un impianto medievale caratterizzato da strade strette, pavimentate con i ciottoli della spiaggia e il calcare della Rocca di Cefalù.

Architetture religiose

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Basilica-Cattedrale

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La cattedrale di Cefalù
Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Cefalù.

Secondo la leggenda, il duomo di Cefalù sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.

La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita.[senza fonte] Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (UNESCO) nell'ambito dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale".

Altre chiese

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Altri edifici religiosi

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Architetture civili

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Monte di Pieta

Monte di Pietà

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Fondato sulla via Mandralisca nel 1703 dal vescovo Matteo Muscella. Presenta un prospetto in pietra grigia, con portale barocco in pietra lumachella. Al secondo piano sono ancora conservati gli arredi settecenteschi e una cassaforte che serviva alla custodia degli oggetti più preziosi depositati.

Lavatoio medievale

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Dettaglio dell'antico lavatoio

In via Vittorio Emanuele si trova il lavatoio pubblico conosciuto come Lavatoio medioevale, presso il tardo-rinascimentale palazzo Martino. Nel 1514 fu demolito e ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume che scorreva a cielo aperto venne coperto nel XVII secolo. Nell'estate del 1991 sono stati ultimati i lavori di restauro. Il lavatoio si presenta con una scalinata in pietra calcarea a lumachella che conduce ad una pavimentazione levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l'acqua raggiunge il mare. Nelle vasche sono evidenti gli appoggi che servivano per strofinare i panni.

Teatro comunale

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Sito in via Spinuzza, di proprietà dei baroni di Bordonaro, ha avuto una storia travagliata: chiuso e riaperto parecchie volte, fu addirittura adibito a lazzaretto in occasione di un'epidemia di peste. Dagli anni venti fu utilizzato anche come cinema. Fu abbandonato negli anni ottanta e passò in proprietà del Comune che ne iniziò i restauri recentemente ultimati. È ora intitolato al Maestro Salvatore Cicero, musicista e 1° violino dell'Orchestra Sinfonica Siciliana.

La sala ha tre ordini di palchi. Conserva una decorazione pittorica del 1885 di Rosario Spagnolo (tela del soffitto, fondali e sipario).

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